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Autore: Jacqueline Crayle    01/05/2011    4 recensioni
- In carrozza! –
Si udì un fischio acuto, poi finalmente il treno partì.
Jacqueline ritrasse la testa dal finestrino e si mise a sedere.
Si concentrò sul ragazzo dai capelli rossi seduto davanti a lei.
Era successo tutto troppo in fretta.
Dopo i tragici eventi che avevano seguito la battaglia, lei e Fred avevano preparato in fretta le valigie ed erano saliti sul primo treno per Londra.
‘Sono in fuga, eppure sento ancora il desiderio di scappare’
Troppi pensieri iniziarono a sopraffarla.
Battaglia, Silente, Piton, bambino.
‘Un bambino..’
Aveva iniziato a sospettarlo un paio di settimane addietro, non aveva avuto nemmeno il tempo di dirlo a Piton.
‘Incinta di un assassino..’ concluse con un sospiro stringendosi la pancia tra le braccia.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Severus Piton
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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1° MESE :    In fuga


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- In carrozza! –
Si udì un fischio acuto, poi finalmente il treno partì.
Jacqueline ritrasse la testa dal finestrino e si mise a sedere. Continuò a guardare fuori, oltre il vetro, mentre il treno iniziava a partire lento, poi quando il lago non fu più visibile si decise a distogliere lo sguardo.
Si concentrò sul ragazzo seduto davanti a lei.
- Non so se sia stata una buona idea -  sospirò.
- Non stiamo scappando -  le rispose il rosso guardandola dolcemente.
Jacqueline non poteva essere più in disaccordo, ma non disse nulla.
Era successo tutto troppo in fretta.
Dopo i tragici eventi che avevano seguito la battaglia, lei e Fred avevano preparato in fretta le valigie ed erano saliti sul primo treno per Londra.
‘Sono in fuga, eppure sento ancora il desiderio di scappare’
Ora che si era finalmente fermata, i pensieri iniziavano a sopraffarla.
Battaglia, Piton, Silente.
- Saremo gli unici assenti al funerale -  mormorò, più a se stessa che a Fred.
- Sono sicuro che ce lo perdoneranno -  rispose lui sentendola.
Battaglia, Piton, bambino.
‘Un bambino..’
Aveva iniziato a sospettarlo un paio di settimane addietro, poi finalmente trovato il coraggio di farsi visitare da Madama Chips e i sospetti si erano trasformati in realtà, concretizzati in una semplice parola: incinta.
‘Incinta di un assassino..’ aggiunse stringendosi la pancia tra le braccia.
E non aveva avuto nemmeno il tempo di pensare a come dirglielo.
Una nuova fitta di dolore le trafisse il petto e fece una smorfia.
- Come stai? -  Fred la guardava preoccupato, come si osserva un cucciolo ferito.
- Il dolore va e viene.. a ondate -  rispose evasiva, poi distolse rapida lo sguardo da Fred.
- Potrai riposarti quando saremo arrivati alla Tana -  rispose Fred.
‘La Tana’
Non l’avevano ancora nominata, ma Jacqueline sapeva dov’erano diretti. Aveva passato la più bella estate della sua vita a casa Weasley, appena due anni prima, e aveva desiderato tante volte potervi ritornare.
Ma in quel momento non riusciva a pensare a una sistemazione peggiore.
‘Forse non è stata una buona idea seguire Fred’  Pensò sconsolata.
Dopo la battaglia si era trovata sola, completamente disorientata e annientata dagli eventi, e questo l’aveva spinta ad aggrapparsi per disperazione all’offerta di Fred, ma non aveva fatto in tempo a pensarci seriamente.
Solo ora i problemi iniziavano a farsi spazio nella sua mente, presentandosi tutti in una volta a tradimento e sopraffacendola.
- Cosa dirò, dove starò? .. - Iniziò a pensare ad alta voce.
Fred si alzò dalla poltrona, le si avvicinò e le posò una mano fresca sulla fronte bollente.
- Ora dormi. Ci penseremo dopo –
Lentamente Jacqueline chiuse gli occhi, e in un attimo il sonno l’abbracciò.
**
 
- Londra, Stazione di Londra -
Si svegliò di colpo come bagnata da un secchio d’acqua gelida.
Davanti a lei Fred era già in piedi e tirava giù dalla reticella i suoi bagagli.
Jacqueline si stropicciò gli occhi e si alzò in piedi a sua volta.
Uscirono insieme dal treno e poi dalla grande stazione di King’s Cross, infilandosi in una via laterale.
- Afferra il mio braccio, e tieniti stretti i bagagli – le raccomandò.
Furono entrambi risucchiati in un vortice finché, con sollievo dello stomaco di Jacqueline, sentirono la terra sotto ai piedi.
- Casa -  sospirò il ragazzo.
Davanti a loro la Tana si elevava in tutta la sua sgraziata maestosità.
Fred prese la valigia di Jacqueline, incamminandosi verso l’ingresso, e lei lo seguì.
La casa era esattamente come Jacqueline la ricordava: l’ingresso dava su una grande cucina, piena di oggetti e molto colorata e disordinata.
Anche il resto della casa era in perfetto stile Weasley, caratterizzata da oggetti babbani sparsi per terra, montagne di libri impilate sui mobili e gomitoli di lana e altri oggetti casalinghi ovunque.
- Aspettami in sala mentre porto su le tue cose -  disse Fred iniziando a salire le scale.
Jacqueline si lasciò andare esausta sul morbido divano verde.
Ebbe appena il tempo di chiudere un attimo gli occhi che Fred si era materializzato davanti a lei e la guardava, sorridente e rassicurante come sempre.
- Allora - iniziò,  - Ho spedito un gufo a Ginny per avvisare tutti che siamo qui. Probabilmente non ci metteranno molto ad arrivare, il funerale di Silente finiva alle undici -  disse guardando l’orologio magico appeso al muro, - Detto questo, ci vuole una strategia -  concluse prendendo le mani di Jacqueline.
La ragazza inspirò profondamente. ‘La resa dei conti’
- Mamma, papà, Bill, Charlie e George sono membri dell’Ordine, quindi a quest’ora avranno già saputo di te e di Piton dagli altri.. -  l’ennesima fitta al petto straziò Jacqueline, ma Fred sembrò non accorgersene, - ..e Ron e Ginny lo scoprirebbero comunque, quindi inutile mentire. Che ne dici di trasferirti qui? -  concluse guardandola negli occhi.
- Che cosa? -  Jacqueline non se l’era aspettato.
- Hai bisogno di una famiglia che ti supporti Jackie, di un posto da considerare casa tua..  Tutta la mia famiglia ti conosce e ti vuole bene, e se mai dovessimo incappare in estranei diremo che siamo fidanzati e aspettiamo un bambino -
Jacqueline si sentiva soffocare.
- Fred non so se me la sento.. –  cercò di dissuaderlo.
- Tu non dovrai fare quasi niente, ci prenderemo noi cura di te! - insistette ragionevole Fred.
- E’ proprio questo il punto, non me la sento di pesare in questo modo sulla tua famiglia! Sai come sono fatta, non accetterei di essere aiutata, vorrei fare tutto da sola e mi tormenterei nei sensi di colpa.. credimi, sarebbe la scelta sbagliata -  lo persuase Jacqueline.
Fred distolse lo sguardo pensieroso.
- Altra idea! -  esclamò schioccando le dita.
- Io e George a Settembre apriremo una filiale dei Tiri Vispi a Hogsmeade e abbiamo già preso un bilocale sopra al negozio dove stare quando facciamo la spola.. ti piazzi lì! Tanto ci saremmo dovuti andare comunque a fine mese per sistemare il negozio prima dell’apertura -  concluse esaltato sfoderando un altro dei suoi sorrisi di incoraggiamento.
Jacqueline rimase in silenzio per un po’, poi rispose debolmente al sorriso di Fred.
- Ok -  disse rassegnata.
- Bravissima! Forza ora, devi dormire -  Le si avvicinò e, come aveva fatto in treno, le offrì il braccio per aiutarla ad alzarsi.
Lei vi si aggrappò, e in un attimo si smaterializzarono. Ricomparvero in una stanza buia e particolarmente disordinata.
- Per il momento questa sarà la tua camera! Era mia e di George, ma da un po’ ci siamo trasferiti in quella di Bill e Charlie -  le annunciò Fred muovendo un passo verso l’interno.
- Ora tu dormi -  disse invitandola a sedersi sulla metà inferiore del letto a castello.
Jacqueline non oppose resistenza, si sdraiò sprofondando nel materasso e chiuse gli occhi.
**
 
- Jacqueline, cara, svegliati -  una voce calda la chiamava.
Socchiuse lentamente gli occhi.
Davanti a lei la signora Weasley, seduta sul bordo del letto, la guardava sorridente.
- Vuoi una tazza di te? -  le chiese gentilmente.
Jacqueline si mise a sedere.
- Io.. signora Weasley.. -  balbettò, colta impreparata.
- Tranquilla cara, Fred ci ha già spiegato tutto -  le sorrise.
- Oh.. beh, in effetti io non so se sia una buona idea imporvi la mia presenza per un mese.. – 
- Non pensarlo nemmeno! -  la zittì lei perentoria.
Jacqueline sorrise grata e la signora Weasley ricambiò.
- Ti ho lasciato il tè sul comodino, se lo vorrai -  disse indicando oltre il letto.
- Ora riposati -  concluse dandole una carezza e uscendo piano dalla stanza.
Jacqueline aspettò che la porta si fosse chiusa e si rimise a sedere, stando attenta a non picchiare la testa.
La stanza in cui si trovava era piccola e affollata degli oggetti più disparati, ‘probabilmente esperimenti magici dei gemelli’ pensò osservando una specie di complesso spioscopio.
A destra dell’ingresso c’era una grande cassettiera in legno affiancata da uno specchio un po’ impolverato e, dalla parte opposta, un armadio a due ante e una piccola libreria. Il baule di scuola giaceva ai piedi del letto a castello.
Si protese verso comodino per prendere la tazza di tè, scoprendo che anche Sullivan era tornata al suo posto.
In quel momento la porta si riaprì.
- La principessa si è svegliata! -  commentò Fred entrando.
Jacqueline bevve un sorso di tè e gli sorrise.
- Come stai? -  le chiese sedendosi di fianco a lei.
La ragazza tirò l’ennesimo, lungo sospiro.
- Ho le gambe deboli e parecchia nausea -  rispose.
- Nel caso in cui ti sentissi male c’è un piccolo bagno appena qui fuori che io e papà abbiamo appena finito di sistemare -  rispose Fred indicandole una porta sul pianerottolo.
- Per ora penso che dovresti rimanere a letto -  aggiunse, apprensivo.
- Ma io voglio rendermi utile -  provò a ribattere Jacqueline.
- Nelle tue condizioni direi che non è il caso. Non ti preoccupare, per mamma non è un problema -
- Prima è passata a salutarmi.. quindi le hai parlato? -  chiese con un filo di agitazione nella voce.
- Ho parlato con tutti. Scusa se non ti ho aspettato.. -  rispose il ragazzo.
- No non preoccuparti.. -  lo rassicurò Jacqueline,  ‘Anzi, meglio così’ aggiunse tra sé e sé.
- Ginny è qui? -  gli chiese poi, speranzosa.
- Sì, ma la mamma ha dato ordine a tutti di lasciarti riposare -  rispose Fred alzandosi dal letto.
Le diede un ultimo bacio sulla fronte e si allontanò, chiudendo la porta dietro di sé.
- Grazie Fred - Mormorò Jacqueline prima di addormentarsi di nuovo.
**
 
Era precipitata in un sonno cupo, tormentato da figure nere, lampi di luce colorati e grida.
Si svegliò di soprassalto con la fronte imperlata di sudore e si mise a sedere, cercando di respirare lentamente.
La stanza era buia, illuminata solo da una lanterna poggiata sul comodino.
Doveva aver dormito per tutto il pomeriggio.  Si alzò sbadigliando e si soffermò a guardare l’immagine riflessa nello specchio che aveva di fronte.
La pelle era ancora più diafana, gli occhi azzurri velati, i capelli castani spettinati e le labbra pallide.
Poi, per la prima volta, lo sguardo scese sulla pancia.
Delicatamente vi pose sopra la mano tremante e chiuse gli occhi.
‘Qui dentro c’è un bambino. Il suo bambino’
Una lacrima le scese dagli occhi bagnandole la guancia.
Nella sua mente ricomparve a tradimento l’immagine dell’uomo: lui a lezione, lui nella torre di Astronomia, lui nello studio, lui nel suo letto.
Una fitta dolorosamente familiare le trapassò il petto.
‘Non posso pensarci, non devo pensarci’  si ripeté, serrando con forza gli occhi.
Iniziò a frugare nel baule scolastico, scelse un paio di jeans, la camicia di flanella a quadretti rossi e si cambiò, desiderosa di disfarsi della divisa scolastica che aveva indosso, ancora coperta della polvere della battaglia.
Facendosi forza, aprì la porta e si sporse dal parapetto del pianerottolo.
- Fred -  chiamò titubante.
Una testa rossa sbucò in fondo alla tromba delle scale. Poi altre due.
- Jackie! -  Fred, George e Ginny si precipitarono su per le scale, spintonandosi.
Il primo ad arrivare fu George che l’abbracciò forte.
- Mi sei mancata scheggia -  le disse stringendola.
Lei sorrise e si staccò piano dalla stretta dell’amico.
Poi un altro abbraccio, di Ginny.
- Ragazzi, non soffocatela, lasciatela respirare! –  esclamò Fred.
Ginny allentò la presa e ricondusse Jacqueline nella camera, sedendosi sul letto con i gemelli davanti a loro.
- Come stai Jackie? -  le chiese Ginny prendendola per mano.
- Un po’ debole.. non ho mai dormito tanto! -  mormorò lei sforzandosi di sorridere.
- La mamma non ti permetterà di muoverti da qui per diversi giorni! -  disse scherzosa l'amica,  - Mi dispiace tanto.. -  aggiunse poi facendosi seria.
Jacqueline non sapeva cosa rispondere.
- Io ero così in ansia per Bill che non mi sono nemmeno accorta che stavi male -  si sfogò.
- Non preoccuparti.. -  la tranquillizzò Jacqueline.
- E invece sì, posso solo immaginare lontanamente cosa sia questa situazione per te.
Ora non voglio forzarti a parlarne, ma voglio che tu sappia che quando vorrai sfogarti io sarò qui, ok? -  disse guardandola negli occhi.
- Anche noi ovviamente! -  protestarono in coro i gemelli.
- Grazie a tutti, ragazzi –   rispose Jacqueline rincuorata.
**
 
La prima settimana di permanenza in casa Weasley si rivelò monotona.
Jacqueline era troppo debole per fare su e giù per le scale e, da parte loro, la signora Weasley e Fred erano stati irremovibili:  - Tu rimani a letto! - , e così aveva fatto.
Riceveva di continuo le visite della signora Weasley che saliva a portarle il pranzo, di Fred e George, felicissimi di poter ricostituire il mitico trio, e di Ginny.
Jacqueline non parlava molto, ma apprezzava la loro insistenza nel non lasciarla mai sola.
L’unica persona che ancora non aveva visto era Tonks, e questo la intristiva molto.
Era un pomeriggio caldo, e Jacqueline sedeva sul letto intenta a leggere ‘Fatture domestiche’ (preso in prestito dalla libreria della signora Weasley) quando, finalmente, arrivò la visita tanto attesa.
- Jackie! -  esclamò Tonks irrompendo nella stanza e buttandosi sul letto abbracciando l’amica.
- Scusa scusa scusa scusa -  le disse stringendola forte.
Poi si staccò e le due amiche si guardarono negli occhi.
- Perché non sei venuta? -  Jacqueline era amareggiata.
- Scusa, ma dopo gli avvenimenti di quella notte il ministero è caduto nel caos, e l’Ordine pure. Non ti dico che disastro dover evacuare in tutta fretta la sede in Grimmauld Place: per una settimana ho fatto i turni di guardia davanti alla palazzina per controllare che nessun Mangiamorte vi facesse irruzione, ora che il custode segreto non c’è più -
Un doloroso crampo allo stomaco attanagliò Jacqueline, per il ricordo della morte di Silente ma anche (e soprattutto) per aver pensato male della sua migliore amica.
- Mi dispiace, Tonks, non volevo reagire male -  si scusò mortificata.
- No, no, è colpa mia, avrei dovuto dare la priorità a te.. -  ribatté rapida lei.
Si guardarono ancora, in silenzio, poi si abbracciarono felici di essersi ritrovate.
- Come stai Jackie? -  si era sentita fare quella domanda tante volte da quando era arrivata alla Tana, ma adesso sapeva di poter rispondere sinceramente.
- Male -  le disse.
- Vuoi parlarne? -  le chiese Tonks lasciando la presa.
- Sì, con te sì -  rispose Jacqueline guardandola negli occhi.
Si sedettero l’una di fronte all’altra, e Jacqueline cominciò.
- Sento il mio cuore indebolito, come se fosse attraversato da mille crepe inflitte dalle fitte che mi straziano il petto ogni minuto. Come se si dovesse rompere da un momento all’altro.. Fa male, davvero male.
Da una settimana sono qui in questo letto, senza camminare e mangiando a malapena, perché la nausea è costante. E non è dovuta solo al fatto che aspetto un bambino, ma alla sensazione di vuoto e solitudine che mi attanaglia da quando.. -  si interruppe.
- Vuoi parlarmi di lui? -  chiese quindi Tonks, seguendo il corso di pensieri dell’amica.
Gli occhi di Jacqueline iniziarono a sgorgare lacrime, come succedeva ogni volta che pensava a Piton.
- Mi ha abbandonata, Tonks. Aveva detto che non sarebbe mai successo e invece l’ha fatto. Questo mi fa star male più di tutto il resto. Non il fatto che abbia ucciso Silente, non il fatto che abbia tradito l’Ordine, ma che abbia abbandonato me. Non l’ho nemmeno potuto salutare e dirgli del bambino. E inoltre non riesco a convincermi della sua colpevolezza - 
Tonks fece per ribattere ma Jacqueline non gliene diede il tempo.
- Lo so, Harry l’ha visto, tutta la scuola ha assistito alla sua fuga con gli altri Mangiamorte, e io razionalmente so che è così. Ma nonostante questo non riesco ancora a pensare a lui come a un assassino. Non dopo tutto quello che ha fatto per me.. –
Respirò a fondo, sforzandosi di controllare i singhiozzi.
- E adesso aspetto un bambino da lui.. da un potenziale mostro -  concluse addolorata.
- Hai intenzione di tenere il bambino? -  le chiese Tonks, sapendo già la risposta.
- Sì, certo. Dopotutto io sono convinta che lui mi amasse davvero.. almeno su questo non mentì. E ti sembrerà sciocco, ma questo bambino è l’unica cosa che mi rimane di lui -  concluse.
- Non è per niente stupido, Jacqueline - 
- Vorrei tanto che lui potesse aiutarmi, Tonks. Ho paura di non essere in grado, di non farcela.. -
- Sarai una mamma bravissima, perchè saprai dare a questo bambino tutto l’amore di cui avrà bisogno -  la rassicurò Tonks guardandola dolcemente.
Jacqueline rabbrividì appena sentendosi chiamare ‘mamma’.
- Fred vuole usare come alibi un nostro improvviso fidanzamento.. -  confessò imbarazzata.
- Sì, me l’ha accennato Molly -  commentò Tonks, alzando scettica il sopracciglio.
- L’idea non mi piace neanche un po’. Per fortuna non ci sono molte persone a cui poter mentire, famiglia e amici fanno tutti parte dell’Ordine. E poi fra un paio di settimane andrò con Fred e George a Hogsmeade, e non dovrò rendere conto a nessuno.. certo non avrò molte distrazioni -
- Per questo mese dovrò lavorare ancora parecchio, ma da Luglio sarò tutta tua... E di Lupin -  Guance e capelli di Tonks si tinsero di un acceso color fiamma nel pronunciare quelle parole.
- Cosa?! -  Jacqueline aveva sgranato gli occhi, prima spenti, fissando meravigliata l’amica e asciugandosi le lacrime con la mano.
- Sì, ci siamo appena fidanzati -  confessò Tonks imbarazzata e felice.
- Oddio Tonks è bellissimo -  disse Jacqueline abbracciandola.
- Sì, sono al settimo cielo, ad essere sincera non ci speravo più.. -  rispose.
Si staccarono e Tonks si rifece seria.
- Tu.. hai ancora riserve sul suo conto? Per quella scenata che ti ha fatto ad Aprile.. –
Jacqueline capì subito di cosa parlava, lei stessa ci aveva ripensato più volte.
- Assolutamente no -  rispose scuotendo la testa decisa,  - La sua reazione era comprensibile, ha visto che la figlia del suo migliore amico era in pericolo (dal suo punto di vista) ed è scattato. Lo capisco.. -  spiegò.
Tonks si rilassò e sorrise.
- Non sai che sollievo mi dai. Non sarebbe stata la stessa cosa se tu non avessi approvato –
Jacqueline le sorrise a sua volta.
- Ora devo andare -  concluse Tonks alzandosi dal letto.
- Resisti, e a Luglio sarò tutta tua! -  aggiunse e, dopo averla abbracciata un’ultima volta uscì.


Scusate, il primo capitolo si è rivelato un po' lunghetto!
Ma c'erano così tante cose da dire..
Spero vi sia piaciuto comunque, al prossimo capitolo :)
  
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