Videogiochi > Assassin's Creed
Segui la storia  |       
Autore: Vesa290    01/05/2011    3 recensioni
Un Uccellino è stato tradito dalle persone di cui si fidava...
L'Ordine è corrotto, i Templari sempre più potenti...
Tre Aquile del passato scenderanno dal cielo per aiutare l'Uccellino a librarsi in volo con loro...
Ma non sarà facile... Dovrà soffrire e combattere per poter divenire un giorno un'aquila lui stesso...!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altaïr Ibn-La Ahad , Altro personaggio, Desmond Miles , Ezio Auditore, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Chapter XII

Quando Rebecca riaprì gli occhi, constatò, innanzitutto, di essere ancora viva. Dolorante, legata con le mani dietro la schiena, ma viva. Era stesa a terra in una stanza buia, priva di finestre, ma potè riconoscere, non appena si abituò all'oscurità, la sagoma di un letto davanti a lei e di un armadio alla sua destra; si alzò con fatica e si mise seduta. Non ricordava perchè fosse lì, tanto meno chi ce l'avesse portata, l'ultima cosa che...
Desmond!
"Cazzo è vero!"
Lei e Shaun erano giunti a Roma da un paio di giorni, assieme ad un'altra squadra di assassini, per dare supporto ai templari durante il rintracciamento del Templio, che sembrava trovarsi da qualche parte fuori le mura della capitale italiana, e, quella mattina, avrebbero dovuto riportare alla luce l'antico sito, per avere nuove informazioni su Coloro-Che-Vennero-Prima, ma qualcuno li aveva fregati, anticipandoli e rubando il messaggio lasciato in eredità. Bella fregatura! Quei templi mostravano il loro contenuto una sola volta, e chi ultimo arrivava se la prendeva dove non batte il sole!
Avevano cercato di catturare i due tipi sospetti, che erano stati intravisti gironzolare nella zona, ma era stato tutto inutile. Alla fine, lei e il compagno britannico avevano preso una pausa per andare a mettere un boccone nello stomaco; e lì, in un vicolo poco lontano da Campo de' Fiori, avevano scorto il ragazzo.
All'inzio non erano certi che foss
e lui. Con quel giubbotto di pelle e la moto - e che moto! - affianco, con tanto di casco abbinato, non avevano creduto possibile che fosse davvero lui! Cioè, cavolo, da dove arrivavano tutti quei soldi?!

Ma, quando avevano provato a chiamarlo, Desmond aveva fatto l'errore di girarsi d'istinto, paralizzandosi alla loro vista, poi...
"Altair..." Ripetè quel nome con timore e confusione. Qualcosa nella sua testa le suggeriva che l'ex-compagno di squadra non lo aveva nominato a vuoto, ma la sua parte razionale diceva che non era possibile che esistesse una tale persona.
Shaun si mosse e mugugnò qualcosa di indistinto, prima di aprire gli occhi e cercare, anche lui, di fare mente locale.
- Piantala di startene a far nulla, Shaun! - Lo rimproverò, vedendo che l'amico non carburava abbastanza velocemente.- Sto pensando, Rebecca. Ma, in fondo, tu non sai cosa significa! - La insultò cinico come al solito. Peccato! Rebecca sperava proprio che la botta lo avesse miracolosamente cambiato!
- Che coglione che sei quando ti ci metti! -
- Becca, non credo sia questo il momento opportuno per insultarci a vicenda... - Si lamentò, mettendosi anche lui a sedere.
- Ma sei stato tu a iniziare! -
- Io ho detto solo una sacro santa verità...! -
- Che figlio di... -
Un rumore da fuori la stanza li fece tacere all'istante. Poi delle voci.

 Altair afferrò Desmond per la maglia e lo sbattè contro la parete del corridoio con forza, furibondo per il comportamente del novizio; non solo si era messo in mezzo a proteggere quei due, ma li aveva anche portati al rifugio! Cosa peggiore, Ezio lo aveva aiutato!
- Aquila Maestra, vacci piano...! - Gli intimò con poca convinzione Falco, alle sue spalle.
- Secondo te, si merita trattamenti speciali? -
- Piantala Altair! Non potevi pretendere che lasciasse morire quei due! Erano compagni di squadra! -
- Dici bene, Ezio... Erano! - Negli occhi si accese il fuoco della rabbia, che poteva essere percepita anche a metri di distanza.
Lo sono ancora! - Si battè Desmond, per nulla motivato a cedere alla paranoia del suo antenato
- Come puoi credere che lo siano ancora dopo tutto quello che hanno fatto? -
- Ma loro non hanno fatto niente! -
- Peggio! - Sbraitò Altair, mollando la presa per non soffocare il ragazzo, ma con il volto a meno di una spanna dal suo - Il peggior tradimento che qualsiasi persona possa compiere! -
- Parla quello che per il proprio orgoglio ha fatto uccidere il fratello del suo migliore amico, che ci ha anche rimesso un braccio! Mi pare che, anche tu, lì, non abbia fatto niente se non tornare a Masyaf a mani vuote! -
La follia si dipinse sul viso del siriano che scattò con il braccio per colpirlo, ma venne prontamente bloccato da Falco, che lo afferrò saldamente, tirandolo indietro, mentre Ezio si frapponeva tra i due, intimando - Adesso basta! -
Desmond, che si era davvero visto morto in quel momento, ebbe un calo di pressione e scivolò a terra, facendo preoccupare il fiorentino che si accovacciò accanto a lui, poggiandogli una mano sulla spalla - Bambino ,tutto bene? -
Desmond scosse la testa con forza ed ebbe un capogiro, dovuto anche alla nausea che gli stava invadendo il corpo ed i sensi.
Altair, nel frattempo, si era calmato ed aveva perso l'istinto omicida, che aveva terrorizzato tutti quanti i presenti, perciò Falco lo lasciò andare, piano, e gli parlò soppesando le parole con cura - Aquila, per quel che ne sappiamo quei due si trovavano in zona per puro caso. Niente fa pensare diversamente per ora. Non sono un pericolo, e lo sai. Basterà tenerli d'occhio. -
- E per quanto? NOn avrai intenzione di dargli vitto e alloggio e poi lasciarli andare come se niente fosse! Facciamo pure vedere loro dove si trova il Nido e come si entra visto che ci siamo, no? - Ribattè sarcastico e con tono ancora furente, poi si voltò verso Desmond e puntò i suoi occhi iracondi in quelli sfacciatamente decisi del giovane - Non puoi compromettere la confraternita per l'affetto che credi di provare verso di loro! Non lo meritano! -
- Può anche darsi, ma non puoi ucciderli! Mi assicurerò io che non creino problemi. Ma... Ti prego, ALtair... Non ucciderli... - Abbassò la testa esausto e aggiunse in un sussurrò - Devo loro la vita...! -
Il Gran Maestro potè udire, comunque, distintamente le ultime parole, e si arrese. Chiuse gli occhi e sospirò profondamente, poi, riaprendoli, annunciò - E sia... Vedremo come si comporteranno e poi decideremo, per il momento, possono restare... Ma se succede qualcosa, qualsiasi cosa, sappi che ne risponderai direttamente tu. - Allungò una mano, per saldare il patto e Desmond, annuendo fermamente, la strinse, sentendosi poi tirare in piedi dalla forza millenaria dell'antenato.
- Grazie... - Fu tutto ciò che riuscì a dirgli, e lo fece usando l'arabo, per dar ancor più significato a quella parola.
Altair fece semplicemente un cenno con il capo, poi si allontanò verso il salone, in silenzio.
- Uccellino... - Lo richiamò Falco - NOn credo ci sia bisogno di dirtelo, ma... Non devono sapere nulla. Provvedi affinchè facciano meno domande possibili, almeno fino alla decisione finale di Aquila Maestra. -
- D'accordo... - Rispose, passando al francese questa volta. E anche il trentaduenne si dileguò nella Sala Grande.
- Come ti senti? - Domandò a quel punto Ezio, poggiandogli una mano sulla spalla, con occhi preoccupati.
- Non molto bene, a essere sinceri... - Rispose stringendo la felpa umida all'altezza dello stomaco, dove la nausea si faceva più forte - Dove possono dormire? -
- Sistemerò poi delle brandine nella tua camera, credo che sia grande abbastanza da ospitare tutti e tre...! - Spiegò l'Auditore, poi toccò la fronte, la guancia e la gola del giovane, quasi con un unico fluento movimento della mano: era caldo. - Stasera mangi, prendi qualcosa per combattere la febbre e fili a letto, ok? -
Desmond annuì.
Già! Con tutto il casino che era seguito dopo l'incontro al ristorante di Campo de' Fiori, il pranzo era andato a farsi benedire ed era ormai pomeriggio inoltrato, inoltre il moro non aveva avuto modo di indossare abiti asciutti rimanendo a covare l'influenza dentro quelli umidi, che aveva ancora addosso.
Anche Ezio lasciò Uccellino, che, dopo un paio di profondi respiri, aprì la porta di camera sua e accese la luce, trovandosi due paia di occhi a fissarlo attoniti alla sua sinistra.

 Desmond entrò nella stanza e loro non poterono che rimanere immobili, seduti a terra a fissarlo come ebeti! Il ragazzo non disse una parola, ma lasciò loro il tempo di ingranare e di formulare qualche frase di senso compiuto; si avvicinò solo per slegarli. Tanto era impossibile che scappassero da tre assassini centenari, come quelli seduti, a fare chissà cosa, dall'altra parte della casa, se una abitazione senza finestre e nascosta sotto terra potesse davvero definirsi tale...!
Rebecca si massaggiò i polsi con una smorfia, alla vista dei segni rossi lasciati dalla fune, poi tornò a guardare il moro, che avvicinandosi all'armadio ne estrasse dei pantaloni di fustagno neri e un pullover grigio chiaro a collo alto, ma ripiegato.
- State qui, finchè non torno... - Disse semplicemente, sparendo oltre la porta.
Seguirono diversi minuti di silenzio, finchè la mora non riottenne il dono della parola.
- Questo non ha senso... E' impossibile... Va contro qualsiasi legge naturale! -
- Si può sapere che blateri...? - Domandò Shaun, che aveva ripreso il suo contegno da "so-tutto-io"
- Dovrebbero essere morti...! - Sussurrò, temendo di essere udita.
- A quanto pare no. -
- Ma... Ma come? -
- Inutile che tu te lo chieda, li hai sentiti... Non ci daranno alcuna risposta. Quindi tieniti per te i tuoi interrogativi, che io ho già i miei a cui stare dietro! -
Rebecca sospirò afflitta, piegò le ginocchia e vi poggiò la testa, abbracciando le gambe. - E ora che si fa'? -
- Purtroppo... Nulla. - Disse l'altro alzando la testa e fissando il soffitto bianco spento - A meno che tu non ti senta un super assassino in grado di affrontarne altri tre contemporaneamente... -
- Fallo te! -
- Neanche morto... Preferisco vivere... -
Altri minuti di silenzio, prima che la Craine cambiasse argomento. - Però sono contenta...! -
- Di non essere morta? -
- Di averlo rivisto...! Idiota... -
- Chi? -
La nerd fece scattare la testa in su e si voltò per insultarlo - Desmond, genio! Sono contenta di vedere che è vivo e che sta bene! - Poi ripensando a come si era trascinato dentro e fuori la camera, aggiunse - Più o meno... -
Shaun, evitando il contatto visivo, disse, con voce impacciata - Anche io... - Non poteva affermare il contrario. Non riusciva a fingere che non gliene fosse importato niente in tutto quel tempo... Quasi tre settimane!
- Pensi che le altre squadre abbiano già iniziato a cercarci? - gli domandò l'amica.
- Sicuramente. Ma se ci hanno condotto qui, vuol dire che sanno che questo è un posto sicuro. -
- Non credo neanche ci sia campo... -
- Vuoi provare a contattarli? -
Rebecca ci pensò un po', ma, ricordando le parole minacciose di Altair sulle responsabilità che aveva Desmond, non se la sentì di fare qualcosa che lo avrebbe messo nei guai ulteriormente, perciò rispose semplicemente - No... Non ora almeno... -
- Immaginavo...! -
- E a te sta bene così? -
- Preferisco allungarmi la vita, piuttosto che vedermela inesorabilmente accorciata da tre assassini psicopatici che mi danno la caccia per vendetta! -
- Il solito esagerato...! -
- Scherzi? Non li hai sentiti!? -
- Fifone... -
- Sarà. Ma sempre meglio che stupidamente temerari...! -
Rebecca stava per ribattere, quando Desmond entrò nuovamente in camera, accompagnato da... Cristo, era proprio Ezio!
"Non ci posso credere!" Pensò la ragazza, fissando il Mentore di Roma, che contraccambiava lo sguardo, leggermente scocciato... Ops!
- Vi dispiace scansarvi? - Domandò, invitandoli con un cenno del capo a farsi da parte.
I due obbedirono immediatamente e si accostarono all'armadio, mentre gli altri sistemavano le brandine, che avevano portato dentro con loro, buttandoci sopra alla bell'e meglio dei materassi sottili e delle lenzuola pulite, con qualche coperta e pail. Poi si scambiarono delle parole in quella che riconobbero come italiano, senza capire però cosa si dicessero, tanto parlavano veloci e fluenti; ciò stupì non poco i due assassini dell'Ordine, poichè non si aspettavano che l'osmosi avesse avuto anche un tale effetto sul compagno moro. Alla fine Ezio uscì, rivolgendo ai due estranei solo una fugace occhiata, prima di chiudere la porta.
Desmond sospirò e si massaggiò dietro la nuca nervosamente, facendo sussultare Rebecca al ricordo di ciò che lo avevano costretto a subire all'Abstergo poco tempo prima.
- Sentite... - Iniziò il moro, richiamando la loro attenzione - Altair... Pretende che io non salti l'allenamento con lui. Voi restate qui. Se avete bisogno di qualcosa, potete chiedere ad Ezio... Lui starà di là in salone, in fondo al corridoio a sinistra. Intesi? -
- Sì, non preoccuparti. - Gli rispose Shaun dopo qualche secondo di riflessione.
Uccellino annuì ed uscì dalla stanza, lasciandoli nuovamente soli e in balia degli altri due assassini nel rifugio.

Quando Rebecca guardò l'orologio digitale al polso, vide che erano passate neanche due ore, in cui lei e il compagno non avevano fatto assolutamente niente! Erano stanchi, annoiati, confusi e soprattutto affamati e assetati!
- Ok, adesso basta! - Disse risoluta, alzandosi e avviandosi alla porta.
- Dove credi di andare? -
- A bere e a mettere qualcosa sotto i denti, non ce la faccio più! Vieni? -
- Ma sì, certo... Visto che ci sei perchè non ti fai anche portare a letto una tazza di caffè e latte e una briosche, mh? -
- Quanto sai essere fastidioso a volte...! - Si lamentò semplicemente lei, aprendo la porta e uscendo in corridoio. Il britannico la seguì con atteggiamento altezzoso.
Trovare il salone principale non fu affatto difficile, dato che, oltre alla camera da letto di Desmond, era l'unico altro ambiente illuminato; quando entrarono vennero accolti dal più completo disinteresse dei due assassini, che continuarono le loro attività senza neanche scomodarsi ad alzare gli occhi.
Shaun e Rebecca finsero di non farci caso e si avvicinarono al ripiano cucina, fissando il ragazzo dai capelli castano chiaro lunghi fino alle spalle, che lavorava con due computer in un angolo della grande stanza, e si chiesero chi fosse; nel frattempo, la mora aprì il frigo alla ricerca di qualcosa.
- Becca! - La riprese Shaun, guardando di sfuggita, preoccupato, i due padroni di casa.
- Cosa? - Chiese lei scandalizzata - Ho sete! -
- Di solito si chiede il permesso...! - E con la testa fece cenno ad Ezio sul divano, che faceva zapping col telecomando.
Rebecca sbuffò piano, per non farsi sentire troppo, e decise di far contento il compagno, chiedendo ad alta voce - Posso prendere un po' d'acqua? -
- Nessun problema. Se preferite c'è della birra. Se avete fame, prendete pure quello che trovate. - Informò atono Ezio, come se avesse un disco pre-impostato nelle corde vocali, per casi come questo.
La nerd mostrò un sorriso strafottente allo storico al suo fianco e tornò a fissare la cella frigorifera - Cosa vuoi? -
- Acqua. -
- Non hai fame? -
Shaun vide il cestino della frutta sul tavolo e decise - Mangio un frutto. -
- Penso che seguirò il tuo esempio... - Ammise la mora, richiudendo il mobilio dopo averne estratto la bottiglia d'acqua e una lattina di birra.
Si sedettero al tavolo e consumarono in silenzio il loro spuntino. Nel mentre poterono constatare che l'atmosfera non era tesa come s'immaginavano, anzi Ezio e lo sconosciuto sembravano traquilli e a proprio agio anche in loro presenza, o non gliene fregava niente, o nascondevano bene le loro emozioni.
"Buona la prima...!" Pensò con sarcasmo Shaun, mandando giù l'ultimo boccone della mela, che aveva deciso di mangiare, poichè gli agrumi non gli piacevano granchè, e nel cesto c'erano solo quei due tipi di frutti; poi qualcosa nella libreria all'altro capo della sala attirò la sua attenzione: tre sfere dorate che emanavano una fievole luce dorata a intervalli regolari.
- Quelle sono...? - Domandò ad alta voce, senza neanche accorgesene.
Ciò distrasse Ezio dalla sua attività, che seguendo lo sguardo del quattrocchi, intese cosa volesse chiedere. - Sì. Sono Mele dell'Eden. Ti stupisce? -
- Quindi siete stati voi a rubare il carico dell'aereo privato dell'Abstergo...! - Giunse a conclusione Rebecca, alzandosi di scatto i piedi e piantando le mani sul tavolo esterrefatta.
- Già... -
- E il Templio fuori le mura? Anche quella è opera vostra? - Supponse Shaun.
- Probabile. -
- O è sì o è no...! -
- Cosa domandi a fare se conosci la risposta? -
Tacquero davanti a tale replica e non osarono più parlare dell'argomento, preferendo cambiarlo; e la prima a parlare fu l'americana. - Tra quanto torna Desmond? -
- Chi lo sà... Tutto dipende da quanta voglia ha Altair di punirlo. -
- Per cosa, scusa? -
- Ha compromesso la confraternita portandovi qui. - Fu Falco, stranamente, a rispondere alla domanda, ma Ezio fu più esplicito - Sono solo tre le regole che devono essere rispettate dagli assassini, qualsiasi cosa accada. Trattieni la lama... -
- Dalla carne degli innocenti. - Sentenziò il francese con tono serio e quasi solenne.
- Agisci... -
- Con discrezione. -
- E non compromettere mai... -
- La confraternita. -
Seguirono attimi di silenzio religioso, poi Ezio tornò a parlare ai due ospiti.
- La colpa di Desmond non è non avervi ucciso, nè aver trasgredito agli ordini di Altair, per cui verrà comunque punito. Ma il suo peccato più grave sta nell'aver volontariamente ignorato una delle leggi base di tutto il nostro Credo, se non chè la più importante, poichè ora i percioli si faranno più frequenti e numerosi... -
Falco si intromise, avvisando - Stanno tornando. Aquila Maestra è passato ora davanti la telecamera dell'incrocio e... - Ma non aggiunse altro, buttando un occhio verso i loro ospiti, a cui però parlò Aquila Bianca. - Fareste meglio a ritirarvi in camera di Desmond. Non è il caso che stiate attorno ad Altair...! - I due annuirono e si defilarono.
- Speriamo che Aquila Maestra non vada oltre. Non credo che Uccellino potrebbe reggere altri allenamenti così massacranti. - Commentò Falco con quella che Ezio potè definire come preoccupazione nella voce.
- Credo che gliene vorrà ancora per un bel po'... il bambino l'ha combinata grossa questa volta! -
- E tu gli sei andato dietro! -
- Sai qual è il problema? Che io e Desmond li vediamo come degli innocenti da non uccidere. Tu e Altair come assassini dell'Ordine da eliminare. -
- E' quello che sono. -
- Sono anche amici di Desmond. Almeno lui li reputa tali, non possiamo ucciderli solo perchè noi siamo convinti di altro. Anche lui deve avere la possibilità di farsi valere. -
- Quindi sei dalla sua parte solo per fare numero? -
- Neanch'io mi fido molto di quei due, ma al contrario ho piena fiducia in Uccellino. Se fosse stato da solo, voi lo avreste ignorato... Ferendolo! Nè più nè meno come tutte le persone che fin'ora l'hanno circondato...! -
- Ci stai veramente paragonando a loro? -
- Potrei... E sapresti che avrei ragione! -
Falco sospirò. Non sarebbero andati da nessuna parte continuando così. Dovevano per forza attendere e osservare la situazione, prima di poterne discutere nuovamente.
Il portone d'ingresso si aprì e i due assassini asciutti puntarono i loro occhi sui corpi bagnati degli altri compagni: Altair stava ritto in piedi, fiero e autoritario come sempre, quasi per nulla provato dall'allenamento, con gli occhi che ancora covavano l'astio dentro di loro; Desmond, poco dietro, teneva la testa basta, stanco e afflitto, aveva il respiro leggermente accellerato, le spalle ricurve in avanti e tremava a periodi irregolari per il freddo che gli era penetrato fin dentro le ossa.
- Togliti le scarpe e tira su i pantaloni. Evita di sporcare a terra più del dovuto o sarai tu a pulire domani...! - Ordinò con tono burbero il siriano, prima di fare lui stesso ciò che aveva detto, per poi entrare ufficialmente in salone.
Ezio afferrò una coperta di calda lana, che aveva preparato non appena aveva udito ALtair dire, più di due ore prima, che si sarebbero allenati fuori... Sotto la pioggia! Si avvicinò a passo svelto verso Desmond e gliela poggiò accuratamente sulle spalle, avvolgendocelo e sfregando sulla schiena per scaldarlo rapidamente. - Era proprio necessario? - Domandò a vuoto, poichè l'arabo si dileguò in camera sua a cambiarsi prima di cena.
- Lascia perdere, Aquila Bianca! Uccellino vai a farti una doccia calda per riprenderti! - Disse imperativo Falco, ottenendo un debole assenso con la testa del giovane, che si mosse verso il bagno senza neanche passare per camera sua a prendere l'ennesimo cambio di abiti asciutti.
Ezio sospirò incronciando le braccia, poi le fece ricadere lungo i fianchi e, percorso il corridoio, entrò nella terza camera. 

La porta si aprì di scatto, facendo saltare in piedi i due nuovi coinquilini del Nido.
- Des...?! - Inziò Rebecca, trovandosi spiazzata alla vista dell'Auditore. - Desmond? - Domandò, con tono apprensivo.
- In bagno. - Rispose soltanto l'altro, scrutando nell'armadio alla ricerca di vestiti decenti.
Sembrava irritato per qualcosa. Qualcosa successa sicuramente al ragazzo più giovane del loro gruppo.
- Come sta? - Insistette la mora, allungando il braccio per toccarlo, ma fermandosi a metà intimorita.
Ezio tirò fuori dal guardaroba un pantalone da tuta, una maglia a maniche lunghe e una felpa pesante. - Starà bene. Ma per stasera non fategli troppe domande e lasciatelo riposare. - Rebecca e Shaun annuirono semplicemente, guardando l'assassino uscire di gran carriera dalla camera, dopo aver preso anche della biancheria pulita.
- Ora come ora, avrei voluto non averlo chiamato stamattina... -
- Non rimproverarti. E' stata una reazione naturale. -
- E' che... Sono stata così in pensiero per lui in queste settimane che non ho assolutamente pensato ai guai in cui sia noi che lui potevamo incorrere anche solo rivedendoci... E' stato più forte di me! - Si sentì in dovere di giustificarsi Rebecca e Shaun le poggiò una mano sulla spalla per confortarla, dicendole - Lo so. Tranquilla...! -

°°°
Eccoci qui, con il solito appuntamento del fine settimana.
Che dire...? (non ho mai niente da dire!)
Capitolo a dir poco inutile, ma non sapendo che scrivere eper non lasciarvi a mani vuote (che forse lo avreste preferito... vabbè!) Ho scritto queste righe (ed è anche venuto più lungo di quanto non volessi farlo...!).
Altair è a dir poco incazzato con Desmond! Falco idem. Ezio sta dalla sua parte solo per far numero ma in realtà non si fida neanche lui... Siamo messi proprio bene!!
Spero di non avervi annoiato e/o deluso troppo con questo capitolo!
Saluto  Sheriff Carter, Eva13, Chiby Rie_Chan e Bumbj e li ringrazio epr il loro supporto nelle ultime recensioni! Salutino speciale a Bj che è partite per 5 gg per la SLovenia, diretiti tata!!
Ora vado, See You! ;)

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Assassin's Creed / Vai alla pagina dell'autore: Vesa290