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Autore: Joey Potter    01/05/2011    3 recensioni
“Ancòra cinque minuti, zia!” Gellert rispose con la voce impastata dal sonno a quelle mani che cercavano di scostargli le coperte dal volto.
Il giovane mago sbruffò infastidito, voltandosi sul fianco destro e tentando di ricostruire quel bel sogno dal quale era stato strappato.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Silente, Gellert Grindelwald | Coppie: Albus/Gellert
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Morgengrauen – Alba

 

 

 

“Ancòra cinque minuti, zia!” Gellert rispose con la voce impastata dal sonno a quelle mani che cercavano di scostargli le coperte dal volto.

Il giovane mago sbruffò infastidito, voltandosi sul fianco destro e tentando di ricostruire quel bel sogno dal quale era stato strappato.

“Shh! È l’alba, Gelt! Bathilda sta ancora dormendo.” La voce di Albus fu un breve sussurro, ma ebbe il potere di svegliarlo del tutto. Di svegliare tutte le parti del proprio tutto.

Immediatamente fu seduto nel mezzo del letto, i due specchi d’acqua limpida che erano gli occhi di Albus a guardarlo rapito.

Ebbe l’accortezza di coprirsi il basso ventre con un lembo di lenzuolo, ma le guance gli si imporporarono di rosso.

“Ho trovato un breve e vago passaggio che sembrerebbe accennare al secondo proprietario della Bacchetta di Sambuco, ma il mio cumbrico è un po’ arrugginito.” Affermò Albus ricoprendolo di vecchi volumi senza apparire vagamente turbato o interessato dall’arrossire di Gellert.

Il largo e luminoso sorriso del ragazzo convinsero il più giovane a soprassedere all’improbabile ora in cui era stato svegliato bruscamente, ma cercò di convincersi che il merito dell’incredibile avvenimento fosse tutto della Ricerca.

I Doni erano la sua sola ragione di vita, in quella piattezza che sembrava essere diventata la sua esistenza dopo l’espulsione, ma il forte pulsare del proprio cuore sembrava non saperlo, incantato com’era a rimirare il rosso delle labbra di Albus.

“Gelt, mi ascolti?”

“Eh? Sì.”

“E cos’ho detto?” sul viso si dipinse una smorfia maliziosa.

“Vecchio libro, vecchie lingue celtiche, Bacchetta di Sambuco, secondo proprietario, bla bla blà-bla bla blà. Morti e lacune del testo, assassinii e frammenti di testimonianze.”

La forte risata di Albus riempì l’aria, e lo stomaco di Gellert cominciò a fare piccole capriole estasiato dalla bellezza di quel suono.

“Shhh! Sveglierai mia zia!” disse cercando di soffocare la propria pateticità.

Odiava le sensazioni che il giovane aveva il potere di fargli provare: odiava sentirsi così idiota.

“La tua sfacciataggine è senza limiti, Gelt!” commentò Albus senza accennare a smettere di ridere.

“Shhh! Smettila, smettila.” Allungò le braccia per tappare la bocca di Albus, tentando si soffocare gli sghignazzi.

Per tutta risposta il mago gli mordicchiò il palmo della mano e Gellert gli scoccò un’occhiata contrariata.

I tremiti di Albus smisero immediatamente, ma nessuno dei due sembrò accorgersene.

Rimasero in quella posizione, immobili.

Gellert si perse nello sguardo limpido e divertito dell’altro e comprese di aver toccato il fondo.

“Hai finito?” chiese, dopo quella che era stata per entrambi un’eternità, recuperando il proprio freddo autocontrollo.
“Sì. Ma per il futuro…” Albus si fece immediatamente serio e abbassò lo sguardo. “…potresti provare metodi alternativi, per tapparmi la bocca.” Sussurò.

Nella camera scese il silenzio.

Albus aprì più volte la bocca, ma la richiuse immediatamente, senza trovare le parole giuste per rimediare all’affermazione.

“Oh.”

“Già. Ma anche questo è un metodo funzionante. Molto funzionante. Anzi, dimentica quello che ho detto, questo metodo è l’unico funzionante.”

Gellert si avventò sulle sue labbra, famelico.

Lo baciò con rabbia, con passione, con tenerezza.

Lo baciò con dolcezza, perché Albus riusciva a mescolare in lui tutti quegli strani e diversi sentimenti.

Lo baciò con amore, smettendo solo per qualche secondo, per riprendere fiato e ricominciare subito dopo.

 

 



 

L'angolino dell'autrice

Solitamente tendo a rendere Albus quello più intontito dal sentimento d’amore, ma ho sempre pensato che anche Gellert si sentisse così, spero solo di non averli resi troppo OOC. Se così fosse, è dovuto a un mio voler renderli completamente giovani: tendo fin troppo a immaginarli saggi e controllati come appaiono in vecchiaia, dimenticando che anche loro hanno avuto sedici anni.

Tante piccole note sparse:

-Sembra che Gellert fosse quindicenne o sedicenne, all’epoca della famosa estate; in ogni caso era sicuramente più giovane di Albus.

-La “Ricerca”, con la R maiuscola, è la ricerca dei Doni. In maiuscolo per l’importanza data da Gellert. Quella Ricerca, nessun’altra.

- Il “cumbrico” è un antica lingua scozzese.

Questa schifezzuola ha partecipato al secondo turno della Grindeldore Challenge indetta da aGNeSNaPe sul forum di EFP, classificandosi terza.
Qua il giudizio della mia giudiciA preferita, che ringrazio:

Terza classificata - Joey

Grammatica 9.5/10
Stile 9/10
IC 10/10
Originalità 8/10
Gradimento personale 8/10

Totale: 44.5/50

Grammatica praticamente perfetta: un verbo che non mi ha convinto e qualche virgola e maiuscola persa via. IC ottimo, come sempre. Lo stile difetta un po’ in qualche frase centrale, ma assolutamente niente di grave! L’originalità perde due punti per la scena abbastanza banale della visita a sorpresa: tuttavia, il fatto che l’intruso stavolta sia Al ti ha fatto guadagnare punti. Mi è piaciuto enormemente il riassuntino alla domanda “cosa stavo dicendo, allora?”.
Il gradimento personale è sempre molto buono, as you can see… brava la mia Joey!

 

 

   
 
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