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Autore: CruellaDeVil    01/05/2011    5 recensioni
Vedete, mia madre non c’è più, da alcuni anni. Se vogliamo essere precisi… diciannove anni, ecco. Ve ne siete accorti? Sì, l’anno in cui c’è stata la Seconda Guerra Magica. Strana la vita, non trovate? Nella Prima è mancata Lilian –mi fa sentire strano nominare questo nome- e nella Seconda mia madre. Mi mette quasi i brividi.
Questa storia ha partecipato al contest "Anti-Lily Evans" indetto da MedusaNoir.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dudley Dursley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Nome (su EFP e sul Forum): CruellaDeVil – L’Altra Madre

Titolo: Due parole per Dudley Dursley

Personaggi: Dudley Dursley, Petunia Evans, Harry Potter, Lily Evans

Tipologia: One Shot

Genere: Introspettivo

Rating: Verde

Avvertimenti: //

Introduzione:

Vedete, mia madre non c’è più, da alcuni anni. Se vogliamo essere precisi… diciannove anni, ecco. Ve ne siete accorti? Sì, l’anno in cui c’è stata la Seconda Guerra Magica.
Strana la vita, non trovate? Nella Prima è mancata Lilian –mi fa sentire strano nominare questo nome- e nella Seconda mia madre. Mi mette quasi i brividi.

NdA: questa storia parla un po’ di Dudley, come ha vissuto gli anni dopo la Seconda Guerra, della sua famiglia e di come ha scoperto Lily Evans,
sebbene sua madre non gliene parlasse mai.

Dudley pare intelligente, ma secondo me con l’età si cambia, soprattutto se cominci a vedere le cose intorno a te… diversamente.
Spero non lo prenderai come un OOC, perché non è affatto così!

Sembra quasi nel finale che si voglia “santificare” Lily, ma ricordati che parlo soprattutto di Dudley, e sono stata molto precisa su questo. ^^

Buona lettura,

Carola.


Due parole per
Dudley Dursley 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quando ero bambino, non mi rendevo conto di quello che accadeva intorno a me, finché non arrivò la lettera per Harry.

Certo, il mio comportamento nei suoi confronti non era cambiato affatto, però qualcosa cominciò a modificare il mio pensiero. Vedevo mio cugino come un perfetto “nemico”, molto peggio di quello che era prima, quando mi aveva “rubato” la mia seconda camera.

Una camera che non serviva a nulla, solo per conservare gli oggetti che avevo distrutto: la prima televisione alla quale avevo tirato un calcio –e distrutto l’intero schermo- perché la mia serie preferita non veniva più trasmessa; la telecamera che era stata comperata per il mio undicesimo compleanno, tre settimane prima che Harry prendesse la stanza; la gabbia vuota, dove una volta stava il mio pappagallo, scambiato poi con qualcosa che nemmeno io rimembro, anche se Harry potrebbe ripetere tutto quello che mi è successo nella vita senza alcun problema.

Devo ammettere che amavo prendere il mio bastone –quello per la mia futura Accademia!- e andare a lasciare qualche livido a tutti, come Harry, ma anche i miei genitori.

Ecco, loro sono stati, penso, le persone più importanti della mia vita. No, di sicuro lo sono stati. Mi hanno sempre viziato, privilegiato, amato e elogiato in confronto a tutti gli altri bambini, non importava chi fossero: io ero sempre il migliore fra tutti.

E sì, io lo credevo davvero, sebbene adesso l’idea mi faccia un po’ ridere. Va bene, continuo il lavoro di mio padre nell’industria di trapani, alcune volte mi lamento esattamente nel suo stesso modo, ma no, non siamo più simili come una volta.

Potrete dire che siamo identici come aspetto –io non porto i baffi, però-, ma adesso siamo molto diversi caratterialmente. O almeno così, sinceramente, io spero.

Perché, ripensandoci, io non tratterei mai in questo modo un bambino per sedici interi anni. No, mai.

Ma non è di questo che voglio narrarvi, miei cari lettori. Quanti sarete? Forse uno, se sono fortunato. Sapete, sono il cugino babbano del più famoso mago di tutti i tempi e non vengo molto ammirato per i miei modi cordiali che gli ho riservato quando ero un semplice bambino/ragazzo. No, e credo che i maghi abbiano ragione nei miei confronti.

Torniamo all’argomento di cui vorrei parlare: mia madre.

Le ho sempre voluto molto bene, in un modo o nell’altro, sebbene non l’abbia mai espresso. Non le ho detto un “ti voglio bene” o “sei davvero dolce oggi, mamma”. Non è mai successo perché sono stato solo uno sciocco, e un egoista. Ecco, soprattutto egoista.

Se adesso dovessi pensare a mia figlia scontrosa con mia moglie, ne rimarrei profondamente deluso. Forse si sentiva qualche volta così, mia madre. Forse, ma non ne sono del tutto sicuro.

Penso che lei sia cambiata quando la madre di Harry è andata a Hogwarts, e lei invece no.

Beh, come so tutto questo? Vedete, mia madre non ha mai parlato dei Potter. Mai, e per nulla al mondo. Era già qualcosa se mio padre sapesse quelle due informazioni generali, quelle che non contano quasi nulla. Ma lei, invece, ha vissuto quasi ogni istante al suo fianco.

Al fianco di lei, quella che le ha distrutto completamente il cuore, le sue emozioni. Magari non è mai stata la più dolce del mondo, ma è stata buona. E anche generosa, se lo vogliamo dire. Magari non tutti diranno questo di lei –era una gran pettegola-, ma io trovo che fosse proprio così. Forse perché sono suo figlio, nel bene e nel male.

Come dicevo, mia madre non ha mai parlato dei Potter, poiché calcolati “fuori dalla normalità” essendo maghi. Se lo trovo giusto? Neanche in questo momento posso dare una risposta perché, sì, anche io sarei rimasto un po’ sconvolto da questa scoperta. E, bisogna ammetterlo, bisogna viverle queste vicende per poterle giudicare, non trovate?

Bene, quindi la mia risposta non esiste.

Sto facendo un giro di parole senza senso, forse è meglio che mi fermi. O forse no? Beh, in fondo, questo è uno dei pochissimi spazi in cui posso parlare liberamente o sbaglio?

Scherzo, davvero. Lascerò il posto a mio cugino, quando sarà il suo turno. Lasciatemi qualche altra riga e non andatevene, anche io posso essere un po’ “interessante”, non vi pare?

Vedete, mia madre non c’è più, da alcuni anni. Se vogliamo essere precisi… diciannove anni, ecco. Ve ne siete accorti? Sì, l’anno in cui c’è stata la Seconda Guerra Magica. Strana la vita, non trovate? Nella Prima è mancata Lilian –mi fa sentire strano nominare questo nome- e nella Seconda mia madre. Mi mette quasi i brividi.

E quando questo successe, decisi, alcuni anni dopo, di incontrarmi con Harry. Anche mio padre era ormai agli sgoccioli, quindi avevo bisogno di comprendere e lui, di rispondermi, non ne aveva affatto voglia. Poi, mio malgrado, fu rinchiuso prima all’ospedale e poi nella mia casa –avevo fatto una camera apposta per lui-, la vita appesa al filo e il battito del suo cuore che continuava grazie a una macchina. Il cibo, a causa di questa malattia improvvisa, passata grazie un tubo direttamente all’esofago. Ricordo ancora quanto fosse diventato magro: non lo riconoscevo più.

Scoprì molte questioni riguardo alla vita di Harry, ma anche riguardo a mia madre. Di questo ne sarò sempre infelice, perché ho sempre voluto parlare con lui in modo “intelligente”, ma non ne ho mai avuto l’occasione, per mia sfortuna. Sapete che poi mi sono laureato a pieni voti? Forse è anche per questo che parlo completamente differente.

Ma vorrei, adesso, arrivare a un giorno importante, che mi ha spinto a scrivere tutto questo.

Era un semplice giorno d’estate –io amavo l’estate- e giocavo in giardino insieme alla mia banda. Avevo solo dieci anni e già avevo attorno a me molte persone. Mi sentivo così forte, a quel tempo. Adesso vedo quel bambino del passato molto stupido. Davvero stupido.

Mia madre era venuta fuori in giardino, chiamandomi a gran voce: « Duddy, caro! Vieni qui, ti devo chiedere un grande favore! ».

A quel tempo sbuffai. Se avessi adesso l’opportunità di vivere quel momento, sarei andato sicuramente ad abbracciarla. Oh, Dio, quanto mi manca mamma.

« Devo proprio? No, non ne ho voglia! » sbraitai, facendo ridere i miei compagni.

« Ma ci sarà una grande sorpresa per te! »

A quelle parole non resistetti –mancava così poco al mio compleanno!- e corsi fino da lei, il volto sudaticcio e il fiato corto. Lei sembrò non accorgersene e prese un fazzoletto dalla tasca del grembiule, tamponandomi delicatamente il viso.

« Devi salire un attimo in camera mia, tesoro. Vammi a prendere un foglio di colore marrone dentro il primo cassetto del mio comodino ».

Incrociai Harry e gli tirai un grande spintone, facendolo quasi cadere dalle scale, ma in realtà non mi ero accorto che non lo avevo nemmeno sfiorato: ero troppo preso dal mio compito. Salii velocemente le scale e mi ritrovai nella camera dei miei genitori, al fianco di quella di zia Marge.

Aprii la porta con furore, senza preoccuparmi di nulla e, con passi pesanti, mi ritrovai davanti al comodino. Con la grande mano grassoccia aprì il cassetto, ritrovandomi subito il foglio marrone. Stavo per chiudere il cassetto, quando scorsi qualcosa: una fotografia.

Stranamente e improvvisamente, mi calmai. Con lentezza la presi e la squadrai, interessato. Ritraeva una giovane ragazza sorridente, che salutava. La foto era in bianco e nero, quindi non riuscivo bene a comprendere chi fosse, ma un dubbio mi arrivò ugualmente.

Ovviamente, come al mio solito, non ci stetti molto a pensare, ma mi sentì pervadere da un’emozione un po’ strana, come se fosse… odio. Esattamente, era un odio profondo.

E cominciai, da quel momento, a odiare quella strana figura nascosta nella camera dei miei genitori, precisamente nel primo cassetto del comodino di mia madre, al fianco sinistro del letto –visto dall’entrata-, sul colore marrone scuro.

Alcune volte ci pensavo e mi sentivo ancora di odiarla maggiormente. Ancora adesso non so esprimere il perché, forse ho solamente preso qualcosa da parte di mia madre.

Quando Harry mi ha fatto vedere le foto dei suoi genitori, la riconobbi. Era lei. Io avevo odiato per interi anni la madre di mio cugino, la sorella di mia madre, Lily Evans.

E fu allora che compresi che non avrei mai modificato le mie emozioni nei suoi confronti, sebbene non l’abbia mai conosciuta, sebbene sia grazie a lei che i maghi sono riusciti a sconfiggere Voldemort, sebbene…

Qualche tempo fa sono andato a trovare mia madre, al cimitero. Stringevo in una mano un mazzo di fiori, dall’altra un riquadro. Li adagiai vicini a lei, sperando di farla felice.

I gigli e la foto di Lily Evans, andata a cercare nella vecchia casa ormai scomparsa. Mi sono messo anche a piangere, vedendola. E, per fortuna, non tutto era andato perduto.

In quel momento non so il perché fossi andato a darle quegli oggetti. Ancora adesso non sopporto Lily Evans, e non cambierò mai opinione, ripeto. Harry verrà a sapere di questo solamente adesso, ma spero che qualcuno possa cambiare qualcosa, possa capire.

Forse mia madre e la madre di mio cugino parleranno e si capiranno. O forse no.

Ma una cosa voglio dirla: mamma, tu sei sempre stata la migliore.

E la sarai per sempre.







QUARTA CLASSIFICATA:

Due parole per Dudley Dursley – L’Altra Madre

Grammatica: 9.7/10
Originalità: 10/10
Caratterizzazione altri personaggi: 10/10
Forma e stile: 8.9/10
Attinenza al tema: 2.5/5
Gradimento personale: 9.5/10

Totale: 50.6/55

Mi è dispiaciuto molto per questa storia, perché (come puoi vedere dal gradimento personale) mi è decisamente piaciuta; il problema è che c’è pochissima attinenza al tema: Lily non è praticamente presente, la storia è (come hai detto tu) soprattutto su Dudley. Ho trovato che si parlava del rapporto con sua madre, di quello con Harry, ma c’è solo qualche accenno a Lily nell’ultima pagina; in altre parole, mi dispiace dirlo (perché forse non è così), ma sembra che tu abbia scritto una storia sul rapporto madre-figlio di Petunia e Dudley e non una fanfiction che mostrasse, come avevo chiesto, una persona reale al posto della divinità “Lily Evans”.
Per il resto la storia è bella, ti ho messo 9.5 solo perché ho voluto lasciare il 10 alla fanfiction che mi aveva colpito maggiormente, quindi – ripeto – la tua mi è molto piaciuta. Ti ho tolto qualcosa in grammatica per “bisogna viverle queste vicende” perché, con l’uso di “-le”, c’è la ripetizione del complemento oggetto; per quanto riguarda lo stile, è bello, però ho trovato alcuni errori: troppi usi dalla parola “madre” (so che ci sono ripetizioni fatte apposta, come ho notato per “… al suo fianco. A fianco di lei…”, ma quelli in cui ti ho penalizzata non mi sembrano lo stesso caso), una ripetizione (e anch’io, a quanto pare, sto facendo ripetizioni della parola “ripetizione”, scusami!) di “bisogna” troppo vicina (“E, bisogna ammetterlo, bisogna viverle queste vicende”), l’uso continuo di “sua” e “mia” (per dire, in alcuni casi avrei utilizzato “mia figlia con sua madre” invece di “mia figlia con mia moglie”, ma poteva essere voluto e quindi non l’ho preso molto in considerazione per il punteggio), l’utilizzo delle virgolette all’inizio (“nemico” e “rubato”: potevi toglierle in una parola, perché appesantiscono un po’) e il “visto dall’entrata” quasi finale perché credo non sia necessario.

  
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