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Autore: poisonous rose    01/05/2011    6 recensioni
La figura si chinò su di noi, e si avvicinò al mio volto. Papà non si muoveva, perchè non si muoveva?
« Sai, mi servirai tu. Lui era abbastanza inutile. Ci vediamo, piccola. », disse, per poi toccarmi il naso e farmi tremare tutta.
Sgranai gli occhi dopo che lui si smaterializzò chissà dove, ed ebbi l'occasione di capire che cosa era realmente avvenuto.
Spostai il corpo di mio padre sull'erba fredda, e lo vidi.
Gli occhi celesti, la bocca leggermente schiusa e i capelli ancora sconvolti.
Dopo poco, sentii l'urlo di zia Ginny e le lacrime di mamma.
Zio Harry si era chinato vicino a me, nel tentativo di staccarmi.
Sarei morta, piuttosto che lasciare mio padre lì.
« Rose, è morto. », disse, e quella fu la fine.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Weasley, Hugo Weasley, Il trio protagonista, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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How are you, Dad?
 
 
 
 
 
 
 
Avevo sempre amato fare determinate cose. 
Studiare, volare, giocare a Quidditch e fare gli scherzi più impensabili ai miei cugini, con l'aiuto di Fred e Jamie. 
Mi era sempre piaciuto sperimentare gli incantesimi nella Stanza delle Necessità, ricostruita dopo il macello che avevano fatto i miei genitori. 
Ma non mi era mai piaciuto dover affrontare delle cose, dover affrontare delle cose dove in ballo c'erano i sentimenti
Per questo stavo sempre con il capo chino sui libri. Perché io non sapevo come si potessero esprimere i sentimenti, nonostante fossi la prima della classe, non avevo la più pallida idea di come si rivelassero alle persone. Alle volte mi capitava di leggere dei libri dove i sentimenti dei personaggi, venivano sempre dichiarati con una semplicità strabiliante. 
Ma quelli erano i libri, non era la vita reale. Non era mai stata la vita reale, i libri sono sempre serviti a sognare. 
Eppure, io mi chiedevo perché non avessero mai scritto che la vita era tanto bastarda con le persone che non se lo meritavano. 
Mi chiedevo il motivo per cui non avessero mai scritto che la verità, non era mai stata quella descritta nei libri.
Mi chiedevo perché non mi avessero insegnato che, anche se sarai buona tutti i giorni con chiunque, la vita non sarà più clemente con te.
La vita non fa sconti. 
Mai.
 
 
 
 
****
 
 
 
« Papà, mamma ha incendiato la cucina! »
« Di nuovo? Merlino, Hermione! Ti pare che io possa mettere sempre a posto la cucina? Eri tu quella brava a scuola! »
« Ronald Weasley, stai zitto che continui a non saper far lievitare una piuma! »
Ridacchiai, stendendomi al meglio sul divano di casa Weasley, mentre continuavo a fissare la pagina del libro di DCAO. 
"Le maledizioni senza perdono." era il titolo, mi veniva voglia di leggere e di studiare, ma un altro urlo proveniente dalla cucina mi fece chiudere il libro di scatto. 
Era sempre la solita storia: mamma provava a cucinare ma mandava a fuoco la cucina (« Per colpa del forno che non si spegne! », esclamava stizzita), Hugo faceva il matto tentando di estinguere il fuoco, ma stando solo al terzo anno era assolutamente normale che non lo sapesse estinguere (« Dannato Vitious, nemmeno un incantesimo che sia utile! »). E poi c'era papà, che faceva il burlone con la mamma e la prendeva in giro, nonostante la situazione non fosse delle migliori. 
Mi alzai lentamente dal divano color ruggine, aggirando lentamente il tavolo in legno. Attraversai il corridoio e superai le scale, arrivando finalmente in cucina, per poi poggiarmi ad uno stipite della porta mentre la mia famiglia si esauriva. Ridacchiai guardandoli, mentre il fumo si espandeva per tutta la cucina offuscando le loro figure, « Accio bacchetta » mormorai, e questa si precipitò fra le mie mani. Me la rigirai fra le mie mani mentre sentivo le urla di mamma, gli esaurimenti di Hugo e le risate di papà. 
« RONALD BILIUS WEASLEY, SEI UN PESSIMO AUROR! PRENDI LA BACCHETTA E AGGIUSTA LA SITUAZIONE, MERLINO! », urlò mamma furiosa mentre papà continuava a ridere come uno stupido. Vidi un dito puntato contro il petto di papà e ridacchiai scrollando le spalle, mentre iniziava a suonare l'antincendio babbano messo da papà proprio per queste circostanze. Mossi appena la bacchetta, facendole fare un giro su se stessa, ed ecco che il fumo si estingueva lentamente grazie al getto d'acqua, che fuoriusciva dal pezzetto di legno fra le mie mani. Le figure dei miei familiari iniziavano di nuovo a prendere forma. Non appena fu sparito del tutto, andai vicino a papà mentre Hugo si schierava dalla parte di mamma.
« Spiegami come ti hanno dato il diploma da Auror, se tua figlia di appena quindici anni riesce a spegnere un incendio e tu no! », esclamò mentre Hugo annuì facendo muovere i suoi capelli rossi su e giù. Mamma assunse il suo solito cipiglio altezzoso, con le mani sui fianchi e lo sguardo che squadrava dall'alto verso il basso sia me che papà, i capelli voluminosi leggermente elettrizzati. Mi appoggiai al tavolo della cucina, mentre a papà si arrossavano le punte delle orecchie. 
« Così come l'hai preso tu, Hermione! », esclamò stringendo appena gli occhi celestini ad una fessura. 
Sorrisi, amavo quella tipicità della mia famiglia. 
« Mamma, andiamo. Potevi spegnerlo anche tu, invece di inveire contro Papà.. e tu » dissi girandomi verso mio padre « potevi fare la stessa identica cosa, invece che ridere come un ebete. E Hugo, per Merlino, un giorno ti devo insegnare Aguamenti. », dissi ridacchiando. Mi alzai sulle punte, dando un bacio sulla guancia a papà -il quale arrossiva furiosamente- e scompigliando i capelli rossicci ad Hugo -che erano molto simili a quelli della mamma. 
Guardai mamma, mentre assumeva uno sguardo omicida tremendo. Mi avvicinai a lei con un sorrisino stampato in viso, per poi abbracciarla e schioccarle un bacio sulla guancia. Arrossì anche lei. 
« Ringrazio il cielo che, adesso, si possono fare gli incantesimi fuori da Hogwarts, dopo i quindici anni. », disse, ancora abbracciata a me. Le diedi una pacca affettuosa sulla schiena cercando di allontanarmi, quando c'erano troppi sentimenti in giro iniziavo a sentire uno strano prurito su di me. Riuscii a districarmi da quell'abbraccio in tempo per vedere Hermione Granger guardare il marito con uno sguardo pieno d'amore.
« Abbiamo fatto una bella figlia, devo dir la verità. », mormorò mia madre, mentre mio padre annuiva sorridente a quelle parole. 
« Voglio un abbraccio di famiglia, gente! », esclamò Hugo richiamando l'attenzione su di se. 
Il mio sorriso, che sembrava essere definitivo sulle mie labbra da quando ero entrata in cucina, si afflosciò velocemente mentre una mezza risata imbarazzata usciva dalle mie labbra. Indietreggiai frettolosamente, non riuscivo a gestire una situazione quando in ballo c'erano tanti sentimenti. Soprattutto se di mezzo c'erano gli abbracci ed erano quelli della famiglia, era dannatamente imbarazzante
Papà guardò mamma e Hugo, poi sorrisero malignamente per afferrarmi le mani giusto in tempo, prima che scappassi via dalla cucina. Mi tirarono al centro di quell'abbraccio alla Weasley, mentre infilavo il viso sulla spalla di papà e avevo i capelli castani della mamma sul naso.
« Mi state stritolando, per Merlino! », urlai stringendo gli occhi appena. Mossi a destra e a manca il viso, per cercare una fonte da dove poter riprendere fiato. Non volevo morire stritolata prima dei diciott'anni, Merlino!
« Rose, sei sempre la solita! », dichiarò Hugo ridendo fragorosamente. 
Mi lasciarono andare dopo poco, ed ebbi giusto il tempo di andare in salotto a riprendere il libro che sentii uno scoppio fragoroso provenire dalla cucina. Mi girai di scatto, guardando nuovamente il fumo riempire la piccola cucina di casa Weasley-Granger. 
Mi precipitai all'interno della stanzetta, mentre sentivo la mia famiglia tossire come non mai. L'antincendio aveva ripreso a suonare freneticamente e intravidi la porta della cucina buttata sopra il tavolo, era l'entrata secondaria della casa. 
Non era uno scoppio normale, qualcuno stava facendo irruzione in casa mia. 
Afferrai la bacchetta da sopra il tavolo da pranzo, facendo sparire la maggior parte del fumo, ma la metà continuava a perseguitare la cucina. Più provavo a farlo svanire, più si ripresentava in quantità maggiori. Ebbi un fremito di paura nel vedere una figura in lontananza, con dei vestiti scuri e un cappuccio in testa. Non era un mantello, erano dei vestiti simili a quelli babbani. Ma simili, si vedeva lontano un miglio che erano di marca e raffinati. Mi guardai intorno, cercando la mia famiglia mentre la mano con la bacchetta tremava furiosamente. Avevo paura. 
Non ero abituata a queste cose, non ero abituata per niente a situazioni simili. I miei genitori erano i salvatori del mondo magico, non io! Io ero solo la primogenita dei Weasley. Vidi appoggiata al bancone mia madre, che teneva posata sul cuore una mano, mentre respirava a fatica. Mio fratello Hugo seduto per terra, mentre i suoi occhi erano sgranati per lo spavento e minacciavano la fuoriuscita delle lacrime. Papà invece, papà era.. un secondo. Dov'era papà?!
« Papà! », urlai facendo un passo avanti, mentre la figura fuori dalla nostra casa continuava ad avanzare imperterrita. 
Niente, nessuna risposta. Feci un altro passo, mentre guardavo mamma e Hugo spaventati e terrorizzati. Non riuscivano a muoversi. 
« PAPA'!», urlai nuovamente. Questa volta, sentii un lamento proveniente dal pavimento. Mi chinai immediatamente per terra, con la bacchetta ancora in mano. Vidi mio padre steso per terra, una mano sulla fronte e l'altra sopra il ginocchio. Probabilmente era caduto e si era fatto male. Mi si riempirono gli occhi di lacrime e mi buttai addosso a lui, abbracciandolo forte. Sentivo il suo cuore battere forte, ma il mio batteva furiosamente. 
Ero terrorizzata. Eravamo terrorizzati. 
Mi alzai in piedi, tirando su anche mio padre che riusciva, ringraziando il cielo, a camminare. 
Mamma mi guardava stranita, lo sguardo vacuo. Hugo tremava. Papà mi guardava con sguardo perso. 
Aspettavano tutti me. 
« Muovetevi dannazione! Dobbiamo chiamare zio Harry..  MAMMA, PAPA' RIPIGLIATEVI! », urlai nel vederli fermi e immobili. Parvero riacquistare il loro coraggio e determinazione, e afferrarono le bacchette. Guardai Hugo e annuii. Mamma e papà ci avevano istruiti, a undici anni, a che cosa fare in queste situazioni: correre a chiamare zio Harry e impugnare saldamente una bacchetta, pensando ai pensieri più belli possibili per evocare un patronus. Hugo sapeva evocarlo da quando aveva dodici anni, io riuscivo ad evocare una scia grigiastra che spariva dopo poco. Ero spacciata. 
« Corri Hugo! Io aiuto mamma e papà! », urlai, mentre le figure dei miei genitori uscivano fuori di casa e andavano incontro alla figura. Mio fratello mi guardò terrorizzato, mi raggiunse velocemente e mi abbracciò con tutta la forza che aveva in corpo. Socchiusi gli occhi, stringendo l'esile corpo di mio fratello, di appena tredici anni. Capelli rossi, spirito vispo e smistato a Corvonero. 
Il mio fratellino.
« Ci vediamo fra poco. », era una promessa. Infatti, solo dopo aver detto questo mio fratello si allontanò correndo velocemente e afferrando la scopa, volando verso casa Potter, attaccata a casa Weasley.
Uscii fuori dalla mia casa, vedendo una scene a dir poco terrificante.
L'albero di cinquecento anni che era nel mio giardino aveva preso fuoco, mamma e papà combattevano spalla a spalla con le bacchette in mano. Hermione Granger scagliava gli incantesimi con la velocità di una che non aveva fatto che quello in tutta la sua vita, e papà manteneva alta una barriera appena improvvisata, la stessa determinazione che l'aveva accompagnato nella seconda guerra magica. 
La figura incappucciata continuava ad avanzare mentre schivava ogni incantesimo con una semplicità unica.
Tremai.
Io non ero Hermione Granger o Ron Weasley. 
Io ero Rose Weasley, quindicenne iscritta a Hogwarts. Gryffindor e Prefetto.
Io non avevo la più pallida idea di come si potesse combattere a sangue freddo, di come si potesse agire senza paura in un'aggressione di questo tipo. 
Io, i miei cugini e mio fratello, eravamo nati in tempi di pace. Non avevamo subito quello che avevano dovuto sopportare i nostri genitori, non avevamo avuto il peso della guerra sulle spalle. Noi eravamo i figli dei salvatori, non i salvatori. 
Girai appena il capo verso casa Potter e sorrisi rincuorata nel vedere Hugo e Lily in sella ad una scopa, saettare fuori da casa e volare lontano, incuranti del fatto che i babbani li avrebbero potuti vedere o meno. Dopo poco, si posizionarono al mio fianco Albus e Jamie. Li guardai e mi fecero cenno di allontanarci, mentre Harry Potter e Ginevra Weasley prendevano posto vicino ai miei genitori. 
Stavano agendo a mente fredda, tutti e quattro. La mente, il prescelto e le braccia. Eppure, ogni tanto uno di loro si girava verso di noi a guardarci, implorandoci di scappare. Perché noi eravamo l'unica loro fonte di felicità.  Noi eravamo i loro figli. Senza di noi non sarebbero mai sopravvissuti, ma, al contempo, la stessa cosa era per me. 
Io avevo la necessità di avere i miei genitori con me, non potevo permettermi di perderli. 
« Andate voi, andate! », urlai allontanandomi velocemente dai miei cugini. 
Mi guardarono spaventati e irrequieti, avevano più paura di me nel poter perdere i genitori. 
Ma io non potevo lasciare lì quei ragazzini cresciuti troppo velocemente. Non avevo abbastanza fegato per scappare, e nemmeno troppo coraggio per rimanere. Guardai i miei genitori, i miei zii, che alzavano una spessa barriera su di noi. Mi voltai a guardare i miei cugini, che mi pregavano di andare con loro. 
Evocai frettolosamente le loro scope e ordinai loro di salirvici, mi guardarono, incapaci di parlare. Ero figlia di Hermione e Ronald Weasley, sapevano com'ero. Non li avrei lasciati lì, ormai avevo deciso. 
Poi avvenne l'irrecuperabile: mentre continuavo a gridare ai miei cugini di raggiungere mio fratello, un fascio verde mi sfiorò i capelli tagliandoli. Mi girai immediatamente verso la mia famiglia, trovando mio padre accovacciato con le mani a coprirsi il capo e zio Harry a evocare un'incanto patronus. Zia Ginny e la mamma ci stavano intimando di allontanarci immediatamente, se non avessimo voluto fare la fine delle frittelle bruciate di Natale. 
Puntai la bacchetta contro i miei cugini, alzando una folata di vento che li allontanò da noi e mi girai verso il quartetto. 
I miei occhi caddero su mio padre, che nonostante si trovasse per terra, scagliava comunque incantesimi di ogni tipo pur di far fuori quella figura. Avanzai velocemente, il cuore che batteva forte e la bacchetta impugnata in una mano. 
Il cielo si fece scuro. 
Nuvole dense e nere, sfidavano chiunque a uscire di casa, perché poi li avrebbero colpiti con un fulmine. Socchiusi gli occhi ad una fessura, riportando lo sguardo sui miei familiari. Mamma era girata verso di me, nonostante tenesse ancora alta la barriera. Non sentivo le sue urla, non sentivo niente. Sentivo solo il battito frenetico del mio cuore.
Continuai ad avanzare, andando al centro di quel gruppo. Guardai zio Harry, il quale mi restituì uno sguardo carico di preoccupazione. 
Una volta ne avevamo parlato, io e lui. Avevamo parlato dell'eventualità di questi attacchi improvvisi. E io, gli avevo promesso che non sarei scappata. Avrei fatto scappare tutti quanti loro, ma non sarei scappata. Perché sentivo uno strano sentimento dentro di me che mi diceva di rimanere, di combattere e di non scappare. Per questo, quando alzai la bacchetta e mormorai un'Incancerarmus con tutto il fiato che avevo in petto, lui mi guardò con un sorriso mezzo accennato. Posò una mano sulla spalla di mio padre, dicendogli di alzarsi. I miei genitori mi guardarono, mentre schivavo un'Expelliarmus. 
Indietreggiai appena, quando vidi che la figura si era fermata a pochi metri da noi. 
Guardai mia madre, i capelli voluminosi e ricci a far mostra di se sul suo viso esile e concentrato.  Posai lo sguardo su zia Ginny, due passi dietro a zio Harry, ma lì per difenderlo ad ogni evenienza. Harry Potter guardava fisso il nemico, come se avesse paura che da lì sotto sarebbe sbucato Voldemort  in persona. E poi mio padre, che mi stava intimando con lo sguardo di andarmene, altrimenti, se fossimo usciti vivi da quella situazione, mi avrebbe avadakedravizzato lui. 
Avevano assunto tutti quanti un'espressione concentrata, gli occhi socchiusi e le bacchette in avanti. 
La figura avanzò lentamente, guardando mia madre e poi zia Ginny. 
« Pietrificus Totalus! », esclamai puntando la bacchetta contro il diretto interessato. Mosse appena la mano, scagliando l'incantesimo su un cagnolino che stava passando da quelle parti in quel momento.  
La figura incappucciata posò il suo sguardo su di me, fece un altro passo avanti e vidi mio padre avanzare di due passi per proteggermi. Gli tirai il braccio, dicendogli di aspettare e vedere che volesse fare. Zia Ginny e mia madre la pensavano come me, infatti annuirono. Zio Harry fissava la figura come se la conoscesse da una vita. Adesso non aveva paura, solo una magra consapevolezza.  
Inclinai appena il capo, socchiudendo gli occhi ad una fessura.
Quella faccenda non mi convinceva. 
Vidi mio padre indietreggiare nuovamente e alzare appena il capo verso di me, era un avvertimento. 
« Tranquillo.. », mormorai. 
Guardai mia madre ed annuii, non sapevo nemmeno che stessi facendo, non ne avevo la più pallida idea.
Ma sentivo una dannata vocina urlarmi dentro di fare determinate cose, e non potevo non seguirla. Non potevo non ascoltarla, era orribile sentirla urlare. 
Avanzai, andando incontro alla figura ancora incappucciata. 
« Che vuoi da noi? », mormorai. La bacchetta ancora nella mano sinistra, il gomito piegato a novanta gradi e lo sguardo concentrato. 
Non capivo che stessi facendo. Merlino, una persona sana di mente non avrebbe mai fatto una cosa simile! Avanzare verso il proprio nemico! 
Stupida vocina, smettila di parlare!
La figura continuò a fissarmi, quando poi fece un passo avanti mio padre gli lanciò contro un'Expelliarmus che poi l'essere gli rigettò contro, mi girai contro mio padre e urlai, tremante di paura. « Stai fermo, dannazione! », urlai rivolta a mio padre. Sentii un frusciare di abiti, così mi girai immediatamente verso la figura, si era avvicinata maggiormente. Deglutii il vuoto, guardandolo appena spaventata, anche se, avevo una fifa pazzesca.
« Che vuoi? », ripetei avanzando di un altro passo. Mio padre urlò di stare ferma, e avanzò nuovamente prendendo posto dietro di me. « Zitto. », sibilai rivolta a Ron Weasley, il quale sgranò gli occhi. Non gli avevo mai mancato di rispetto, ma in un'occasione come questa, non potevo certamente stare zitta e fare la sua bambina ben educata. 
Io amavo mio padre. 
Lo amavo come nessuno avrebbe mai amato il proprio genitore, probabilmente amavo più lui di mia mamma. Lui che non sapeva esprimersi, lui che era così simile a me. Lui che era così coraggioso e non era per niente il braccio di mamma o zio Harry. Lui era il mio re.
Avrei dato la vita per lui. 
Perchè lui era il mio re, e io non avrei potuto vivere senza di lui. 
« Che vuoi da noi, Miseria? », mormorai avanzando di un altro passo. Era a due passi di distanza da me, un passo e avrebbe potuto uccidermi. Sentii i miei parenti trattenere il fiato, mentre mio padre sibilava come un ossesso. 
Non avrei dovuto essere così avventata e sconsiderata, ma la vocina premeva. Mi stava uccidendo il cervello, o facevo quello che diceva lei, oppure sarei caduta a terra per mantenermi la testa. 
La figura allungò un braccio, mi raggelai sul posto. La sua mano andò a sfiorare il mio braccio, la pelle era diafana e piena di graffi con del sangue sparso ovunque. Tremai, socchiudendo appena gli occhi, la vocina stava quasi svanendo.
Ma fu un attimo, qualcuno mi buttò per terra, e mio padre buttò per terra la figura. Infuriato come non mai. 
Perchè non pensava, quello stupido? Dannazione, avrebbe parlato se lui non l'avesse gettato per terra.
Una risata nacque dal nulla, mentre il cielo minacciava i lampi e, forse, anche le saette. La figura si mise a sedere. La risata proveniva da lei, era una cosa terrificante. Accapponava la pelle. 
La guardai, tremante. Il sedere ancora per terra. 
Papà lo guardò, poi fece per avvicinarsi a me mentre io guardavo la figura. Aveva impugnato la bacchetta. 
Tremai, tremai come una foglia. Come un pulcino senza la mamma. Trattenni il fiato e strinsi la bacchetta fra le mani. Dovevo agire, o la figura avrebbe colpito papà. 
« FERMO! », urlai. Ma lui non diede segno di ascoltarmi. La stessa identica cosa valeva per papà, continuò ad avanzare. Mi guardai intorno, mia madre, zio Harry e zia Ginny erano stesi per terra privi di sensi. 
Eravamo solo noi tre. 
Guardai mio padre, facendogli segno di allontanarsi, ma niente. La figura si alzò di scatto, mentre la stessa cosa feci io.
« Expelliarmus! », urlai per disarmarlo, ma quello con l'altra mano gettò l'incantesimo su zio Harry, che vibrò ma non si svegliò.  
Sentii gli occhi pungere, stavo per piangere. Non potevo farlo. Non ora. Guardai papà e gli dissi di guardare la figura, si girò frettolosamente e non appena vide la
figura con la bacchetta alzata pronta a colpire, si parò dinnanzi a me.
Non ebbi il tempo di fare niente. 
Crollai a terra con il corpo di mio padre addosso, mi mossi appena. 
La figura si chinò su di noi, e si avvicinò al mio volto. Papà non si muoveva, perchè non si muoveva? 
« Sai, mi servirai tu. Lui era abbastanza inutile. Ci vediamo, piccola. », disse, per poi toccarmi il naso e farmi tremare tutta. 
Sgranai gli occhi dopo che lui si smaterializzò chissà dove, ed ebbi l'occasione di capire che cosa era realmente avvenuto. 
Spostai il corpo di mio padre sull'erba fredda, e lo vidi.
Gli occhi celesti, la bocca leggermente schiusa e i capelli ancora sconvolti. 
Dopo poco, sentii l'urlo di zia Ginny e le lacrime di mamma. 
Zio Harry si era chinato vicino a me, nel tentativo di staccarmi.
Sarei morta, piuttosto che lasciare mio padre lì. 
« Rose, è morto. », disse, e quella fu la fine. 


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Sono in ritardo con molte storie, lo so. Ma non potevo evitare di postare un'idea nata in una giornata estenuante. 
Ditemi se vi piace, se non vi piace e se volete che io la continui.
Non sono sicura della riuscita di questa storia, per cui mi farebbe piacere che voi mi diceste seriamente cosa ne pensate.

Spero a presto,
shuttered.


ps. aggiornerò presto tutte le storie, promesso. entro domenica dovrei riuscire ad aggiornare tutte le storie. 
   
 
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