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Autore: Yayman    01/05/2011    3 recensioni
Nooa, ragazzino sedicenne orfano, viene affidato al suo Maestro, un demone, che gli farà scoprire del tutto la sua vera natura sovrannaturale,quando un giorno viene colpito a morte in un combattimento, rimanendo ucciso. Si risveglierà poco dopo, completamente illeso. Ciò succederà altre volte, perchè infatti, Nooa non può morire.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E’ difficile definire con esattezza che cosa provò Nooa, quando morì per la prima volta.  Un gran dolore, e una gran paura insensata. Il suo Maestro gli aveva detto che prima o poi sarebbe successo, eppure la vista del nulla che lo avvolgeva l’aveva completamente sorpreso, colpendolo come una freccia. Certo, poi il tutto scomparve, insieme alla landa desolata intorno a lui. Intorno al suo corpo non vi era nulla, e il terriccio polveroso dove era accasciato per la stoccata mortale si era dissolto insieme al resto, come una pellicola interrotta.
 
Tac, buio totale.

 
Sarebbe dovuta finire li, con la morte di un sedicenne sbadato e troppo distratto per evitare una spada. Eppure non fu così, a quanto pare Qualcuno aveva altri programmi.
Stupefacente, no?
Fu con questo stupore che Nooa si svegliò, dopo qualche ora, a notte fonda.
 
Il suo corpo intatto come sempre, e sul suo petto non c’era traccia del colpo che le avrebbe dovuto stroncare la vita; solo un po’ di polvere e un’ampia macchia scarlatta.
  • Che diamine...?! -  Non potè fare a meno di balzare in piedi, quasi inciampando nei suoi stessi passi.
Incredibile, neanche un dolore, ne un lieve fastidio. Respirava divinamente e si sentiva altrettanto bene, eppure era sicuro di essere stato colpito e ucciso. Ne era certo.
Forse era già morto, in effetti la quiete intorno a lui era piuttosto insolita, nonostante non si vedesse assolutamente nulla dato il buio impenetrabile.
Morto o non morto, devo alzare i tacchi da questo posto.
Si mise a correre senza pensarci troppo, percorrendo quel “campo di battaglia” a grandi falcate, non sapendo bene dove stava andando. Come se gli importasse! Non era rassicurante rimanere allo scoperto, solo Dio sapeva quanto l’aveva assillato il Maestro su quella precisa regola: mai restare troppo in un luogo quando si è disarmati.
Anche se un ragazzino che corre e un campo desolato completamente buio non sono la migliore coppia che si possa ipotizzare. Infatti, non passò molto tempo prima che quest’ultimo inciampasse, finendo faccia a terra, o su qualcosa di simile.
Tipo i piedi del proprio Superiore.
- Uhm? –  Un mugugno disinteressato fu l’unica risposta del colossale demone davanti al ragazzo steso a terra, che si limito semplicemente a sollevarlo per la maglietta, come se fosse un animaletto addomesticato.
Gli occhi dorati illuminarono come due fanali il viso del ragazzino, seguiti subito dopo da un ghigno.
- Oh... Eccoti Nooa, fammi indovinare, appena sveglio, vero? -  Ridacchiò, issandoselo sotto braccio come se fosse un comune sacco, cosa che l’altro non approvò molto... Ma del resto lo faceva ogni volta, sarebbe dovuto essere abituato.
- Si, non mi avevi detto che sarebbe stato...Così strano- Borbottò, tenendosi al braccio sotto il suo stomaco, che lo comprimeva anche troppo fastidiosamente.
- Tranquillo, la confusione passerà. Stanotte ti riposerai-
- Si, come se mi lascerai  dormire- Sbuffò, mentre i passi del demone lo sballottavano a destra e a sinistra, ritmici. Sembrava sapere alla perfezione dove andare, e dopotutto non gli dispiaceva quella sottospecie di “passaggio”. Era certo che il giorno dopo avrebbe fatto fatica a tenersi in piedi, non tanto per la confusione, che per la precisione non percepiva per niente, ma più per il fatto che quel diavolo sapeva essere devastante a letto. Un vero e proprio pervertito... Ma lui che ci poteva fare? Era il suo allievo, COMPLETAMENTE affidato a lui, mente e corpo.
La risata del Maestro risuonò nell’oscurità, maliziosa e irritante come al solito, interrompendo i suoi pensieri.
-Forse, vedrò se ho voglia o meno. Ora zitto e troviamo un posto dove dormire-
Nooa fece per obbiettare, ma immediatamente il diavolo si lanciò in una corsa frenetica, mangiando kilometri come se nulla fosse, fino ad arrivare ad intravedere il paese poco distante. Varcarono il confine, percorrendo le strade a quella velocità, senza urtare minimamente le persone intente ad affollare le vie principali... Evidentemente nessuno li vedeva. Sarebbe stato ben più che imbarazzante farsi vedere in giro come la borsetta di quel colosso dai capelli lunghi e gli occhi dorati, di cui raggiungeva a malapena la spalla, considerando che per la sua età era già piuttosto alto.
-Rallenta idiota, li c’è una locanda!- Sbottò di colpo, intravedendo l’insegna di un ostello davanti a se.
 Non l’avesse mai detto.
 
Rischiò di rimbalzare  fuori da quella presa, quando l’altro inchiodò di colpo, davanti all’ingresso dell’edificio, facendolo arrivare a pochi centimetri dalla porta. Deglutì rumorosamente, guardando con orrore la maniglia di ottone proprio davanti ai suoi occhi. Ancora pochi millimetri e ci si sarebbe sfracellato contro!
Quando poi la porta si aprì, il sangue gli si gelò nelle vene. Nessuno dei presenti poteva definirsi rassicurante, ma preferì non fiatare. Rimase immobile finche non vide la porta della camera aprirsi davanti a se, e finalmente torno sui suoi piedi, non più appeso all’avambraccio del demone.
-Complimenti, Nooa, proprio una bella locanda. Mi piace! – Rise, indicando l’ampio letto matrimoniale che occupava quasi tutta la stanza, minuscola.
Il ragazzo chinò il capo, nascondendo nella chioma ramata il lieve rossore che si impadronì presto delle sue guance.
-Ma stai zitto -  Mugugnò, sedendosi sul bordo del giaciglio.
- Su col morale- Sorrise l’altro, avvicinandosi velocemente, sovrastandolo col proprio peso e facendolo sdraiare sotto di se.
- O hai bisogno del mio aiuto per ritrovare il sorriso?- Sibilò sul suo orecchio, sogghignando nel vederlo avvampare con violenza.
Il viso del rosso, infatti, si fuse presto col colore dei suoi capelli, facendogli istintivamente spingere le mani contro il petto del più grande, che non fece una piega, rimanendo comodamente steso su di lui.
-Non...Non c’è bisogno- Balbettò Nooa, voltando il capo dalla parte opposta.
Un lieve morso del più grande, diretto al suo orecchio, lo fece rabbrividire, chiarendo l’intuizione ch’era fissa nel suo cervello da quando erano arrivati in quella bettola. Anche stanotte, non avrebbe dormito. 
  
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