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Autore: Kicca    01/05/2011    2 recensioni
Un Orchetto rovinò a terra ai piedi di Monica che osservò disgustata il ventre lacerato. Alzò lo sguardo e quello che vide la pietrificò. Il cuore iniziò a batterle ancora più velocemente. Non riusciva a credere ai suoi occhi. “Sto sognando! E’ l’unica spiegazione plausibile!” pensò non staccando gli occhi di dosso all’individuo davanti a lei. Nonostante l’oscurità riusciva benissimo a vedere due orecchie a punta che spuntavano tra la lunga e folta chioma nera.
Spero che la storia vi piaccia! Mi raccomando recensite! :D
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di J. R. R. Tolkien, mentre Monica e gli amici sono di mia proprietà, quindi se li volete usare o prendere come spunto, prima siete pregati di chiedermelo. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.


ERINTI


CAPITOLO 13: LASTIE.

La nuova arrivata montò sulla balaustra e si lasciò cadere dall'altra parte con una leggera spinta, atterrando davanti al gruppetto. Si avvicinò a Melime ed Elveon con un largo sorriso che le illuminava il bel viso. Il piccolo Elfo l'abbracciò di slancio al collo.
- Non sapevamo del tuo ritorno! - esclamò contenta l'Elfa bionda.
- Già! Avevo pensato di avvisare, ma ho preferito farvi una sorpresa! - commentò l'altra ammiccando.
- Ci sei riuscita perfettamente! - dichiarò Elladan sorridendole.
- A dire il vero non era previsto che tornassimo così presto... avevamo pensato di recarci a Brea passando sopra le Colline Vento e poi scendendo per il Decumano Est, ma mi è giunta voce che vi è stato un po' di trambusto qui ad Imladris, ultimamente, così ho deciso di fare ritorno per conoscere i giovani Uomini ospiti dell'Ultima Casa Accogliente! - riferì voltandosi verso il gruppetto.
- Elladan! - lo richiamò con tono di rimprovero il gemello, guardandolo male.
- Mi dispiace deluderti, fratello, ma questa volta io non c'entro niente! - si difese l'altro alzando le mani, quindi si voltò verso Melime.
- Non sono stata io ad avvisarla! - dichiarò sorpresa.
- Le notizie viaggiano in fretta! - esclamò Lastie sorridendo divertita verso Elrohir – Non prendertela con chi non ha colpa. - lo rimbeccò – E non sperare che ti dica come lo sono venuta a sapere! - I due si fissarono in cagnesco, poi la giovane Donna spostò di nuovo l'attenzione sui ragazzi. Li osservò uno ad uno fino a che non incontrò gli occhi nocciola di Monica. Restarono entrambe a fissarsi per un lungo momento, poi un piccolo sorriso le inarcò le labbra – Voi dovete essere Dama Monica! - esclamò raggiungendola.
Questa si era incantata ad osservarla. Aveva intuito che non fosse un'Elfa perché non era circondata da quell'aura eterea che li caratterizzavano. Eppure non aveva mai visto una Donna così bella, nonostante indossasse degli abiti logori e sporchi e avesse i capelli scompigliati e arruffati che le ricadevano sulle spalle. Era alta e slanciata, ma non esile; il suo portamento era fiero. Gli occhi erano due profonde pozze grigio-celesti che la scrutavano curiosi. Si riscosse ed affermò.
- E' davvero incredibile... - mormorò con un sorriso malinconico.
- Quanto somigli ad Erdie? - chiese accennando un sorriso, la giovane.
Quella la guardò sorpresa – Credevo non foste ancora a conoscenza della cosa! - riferì.
- Sono stata informata poche ore fa. - le comunicò lanciando un'occhiata ad Elrohir.
Lastie la imitò – Ti sei deciso finalmente! Quanto volevi far penare ancora questa poveretta? - sbottò seccata – Sei proprio uno stupido! - l'Elfo stava per ribattere, ma lei continuò rivolgendosi di nuovo alla ragazza – Vi prego di perdonarlo, spesso non si ferma a riflettere e quindi non sa' cosa potrebbero comportare le sue azioni! -
- Mi stai insultando! - le fece notare il diretto interessato con aria per nulla compiaciuta.
- Ne sono pienamente consapevole! - replicò lei sogghignando.
- Ecco che ricominciano! - mormorò Elladan sospirando sconsolato – Non hanno nemmeno fatto in tempo a rivedersi! -
Monica, che stava spostando lo sguardo dall'una all'altro, si girò verso quest'ultimo corrugando la fronte.
- Fanno sempre così, non vi preoccupate! - intervenne Melime che sembrava si stesse divertendo mentre i due continuavano a discutere.
- Lastie, scusa se interrompo il vostro battibecco, ma non credo che sia il momento più opportuno... non dovresti fare rapporto? - le ricordò Glorfindel.
- Oh sì, giusto! - esclamò battendosi un pugno sul palmo della mano – Me ne stavo dimenticando... tutta colpa tua! - concluse la frase guardando male l'Elfo moro.
- Bene! Allora ci conviene sbrigarci prima che arrivi l'ora di pranzo! - suggerì Elladan iniziando a spingere il gemello prima che questo potesse aprir bocca, seguito da Glorfindel.
Lastie si voltò verso Monica – Ci rivedremo a pranzo! - comunicò sorridendole prima di salire le scale e scomparire nel corridoio.
- Tipo interessante! - commentò Leonardo, ricevendo subito dopo un'occhiataccia da Sabrina.
Monica intanto aveva raccolto la guaina della sua spada da terra, rinfoderandola – Io torno nella mia stanza, ho bisogno di darmi una rinfrescata! - annunciò.
Gli amici affermarono. Elisa si propose di accompagnarla. Voleva sapere il prima possibile cosa fosse quella storia di Erdie. Una volta raggiunta la stanza dell'amica, questa le raccontò tutto. La moretta stentava a crederci – Fammi capire bene... - disse portandosi una mano alla fronte, cercando di riordinare le informazioni appena ricevute – Mi stai dicendo che tu assomiglieresti a questa Erdie che è morta anni fa? - riassunse.
- Da quello che hanno detto Elrohir e Lastie, sono identica! - dichiarò davanti allo specchio, intenta ad allacciarsi la casacca.
- E come si spiegherebbe la cosa? - le domandò lanciandole un'occhiata perplessa.
L'amica ci pensò su un po' – Non lo so! - rispose alzando le spalle.
Il suono della campana che annunciava il pranzo fece cadere lì il discorso.

Finito di mangiare, Glorfindel informò la giovane che nel pomeriggio non si sarebbero allenati. Così lei ne approfittò per passare un po' di tempo con gli amici, che era da giorni che trascurava. Questi ne furono felici, sopratutto Alessandro che ora si era rilassato e tranquillizzato nel vedere la sorella decisamente più allegra.
Evidentemente stava riuscendo a nascondere egregiamente il suo turbamento. Da quando si era ricordata che prima o poi avrebbero lasciato quel posto, il suo umore era decisamente peggiorato. Ma si stava sforzando di apparire rilassata e spensierata.
Si erano raggruppati in una delle terrazze che caratterizzavano l'Ultima Casa Accogliente, godendosi la bellissima giornata calda. Lastie ed Elveon si unirono a loro: la prima era curiosa di scoprire qualcosa riguardante il mondo da cui provenivano; il piccolo Elfo, invece, non si era lasciato sfuggire l'occasione di poter passare del tempo con le sue due fanciulle preferite. Ascoltò rapito e affascinato i racconti dei ragazzi che descrissero gli strani giochi che erano abituati a fare i bambini del loro mondo; o i bizzarri oggetti che usavano per le svariate cose. Quello che lo colpì di più fu il treno: un lungo serpente di metallo che correva su delle assi di ferro, in grado di trasportare le persone da una città all'altra in pochissimo tempo.
Furono talmente presi dalla conversazione che, quando giunse l'ora di cena, ne rimasero sorpresi.

Al loro tavolo, quella sera, si aggregarono anche Lastie e Elveon che, non sazio di tutto quello che aveva ascoltato fino a quel momento, reclamò che gli venisse raccontato altro, a tutti i costi.
Anche i quattro Elfi, che ormai da giorni si erano uniti al gruppetto, prestarono attenzione alle loro parole. Era la prima volta che i ragazzi si dilettavano a descrivere la Terra in loro presenza e ne furono felici.
Avevano iniziato a mangiare da circa dieci minuti quando Milena li raggiunse. Era dovuta passare in camera, invece di seguirli direttamente nella grande sala. Stefano si voltò ad accoglierla con un sorriso, ma si fece subito serio nel notare il suo viso pallido. - E' successo qualcosa? - chiese a bassa voce quando gli si sedette accanto.
La giovane scosse la testa e accennò un sorriso tirato – No, niente! E' solo che, nonostante siano ormai giorni che viviamo qui, ancora non ricordo bene la strada per arrivare fin qua... mi sono persa! - dichiarò cercando di parlare nel modo più naturale possibile, ma la sua voce era leggermente tremolante e affannata.
Il ragazzo però non vi badò, anzi, la canzonò per il suo scarso senso d'orientamento.
Nemmeno gli altri vi fecero caso, concentrati com'erano sui loro discorsi. Nessuno scorse nei suoi occhi verdi il velo di terrore che li aveva avvolti.

Avevano da poco terminato di cenare. I ragazzi si erano fermati a parlare lì nel salone con gli amici Elfi; Lastie aveva raggiunto Elladan e Melime con Elveon, che aveva iniziato a ripetere ai genitori tutto quello che gli era stato raccontato.
Monica preferì allontanarsi e passare un po' di tempo da sola. Inventò una scusa e uscì dal salone. L'unico posto che le venne in mente dove poter trascorrere del tempo senza essere disturbata, fu la Biblioteca. Almeno sarebbe riuscita a distrarsi leggendo qualcosa. Una volta lì, si diresse verso lo scaffale su cui vi erano riposti i tomi tradotti, sotto lo sguardo indagatore di due Elfi seduti in disparte, ognuno ad un tavolo. Li salutò con un leggero cenno del capo quando passò loro davanti, quindi si concentrò sui titoli che aveva di fronte. La tentazione di rimpossessarsi della “Copia del Libro Rosso” fu fortissima, ma alla fine optò per qualcosa di nuovo. Afferrò un libro a caso sulla sua sinistra: era di grandezza normale, racchiuso sempre in una copertina di pelle scura. Raggiunse un tavolo libero, vicino le arcate che davano sulla terrazza. La fiamma della candela che illuminava il suo posto tremolava alla leggera brezza che entrava dalle arcate. Riusciva a percepire distintamente il fresco e inebriante profumo dei pini. Infine spostò lo sguardo sul dorso del libro e sgranò gli occhi nocciola, stupita. Il titolo era scritto in argento e con una grafia arzigogolata: “Grammatica Sindarin”.

Bé... almeno mi terrà abbastanza impegnata!” pensò inarcando le labbra in un sorriso divertito.
Si sedette e iniziò a sfogliare interessata le prime pagine.

Lastie si fermò davanti la porta in legno semiaperta. Era arrivata fin lì su consiglio di Glorfindel e sperava che non si sbagliasse. Varcò l'entrata e fece scorrere gli occhi grigio-celesti nella stanza fino a che non scorse una figura seduta ad un tavolo, leggermente piegata in avanti. Sorrise nel vederla tanto concentrata. La raggiunse cercando di fare il più piano possibile e, una volta che le fu alle spalle, si chinò sopra di lei - Non è una lettura troppo impegnativa per voi? - domandò, scoppiando poi a ridere al salto che la poveretta fece per la paura.
- Vi scongiuro... non lo fate più... se tenete almeno un minimo alla mia vita! - si lamentò la ragazza scoccandole uno sguardo bieco – Già devo stare attenta agli agguati di Glorfindel, se poi vi ci mettete anche voi… -
Un'altra risata risuonò nella Biblioteca. Dei secchi colpi di tosse, provenienti da uno dei presenti, fece notare alla giovane Donna che il suo comportamento non era gradito. Questa si chinò di nuovo sulla vicina – Venite... andiamo a fare due passi. - sussurrò e prima che Monica potesse ribattere, l'afferrò per un braccio e la trascinò fuori sulla terrazza, lasciando il libro aperto sul tavolo.
- Avete bisogno di qualcosa? - le chiese la castana che stava provando a dare un senso a quella reazione.
- Non in particolare... stavo solo cercando qualcuno che mi facesse compagnia! - spiegò sorridendole divertita, continuando a trascinarla.
- Ma io ero occupata a fare altro... - provò a replicare.
Quella si fermò di botto, rischiando che l'altra le finisse contro, e la guardò in silenzio alcuni istanti – Non credo che quello sia un buon modo per imparare il Sindarin... sopratutto è assolutamente noioso. - ribatté seria – Se proprio vi siete messa in testa di imparare la lingua elfica, vi consiglio di farvela insegnare da qualcuno... sarebbe decisamente più produttivo! - concluse sorridendole.
- Ah... capisco! - esclamò poco convinta.
- Se volete posso insegnarvela io! - suggerì entusiasta.
- Bé... - fece per acconsentire, ma venne di nuovo interrotta.
- Ma non questa sera... - dichiarò – sarebbe più propenso domani mattina! Meglio avere la mente riposata e sgombra da torvi pensieri. -
Monica acconsentì. In fondo il suo ragionamento non faceva una piega. E da come la stava guardando sembrava avesse intuito che ci fosse qualcosa che la inquietava. Decise comunque di non rivelarle niente.

Proseguirono la passeggiata in silenzio, ognuna immersa nei propri pensieri, sotto i raggi argentati della luna calante.
- In che rapporti eravate con Erdie? - chiese all'improvviso la castana. Non sapeva nemmeno lei che cosa l'avesse spinta a porre quella domanda. Le era balenata in testa e aveva dato fiato alle parole.
Lastie sembrò sorpresa. Poi un sorriso dolce le illuminò il viso – Era una compagna affidabile e una carissima amica... la consideravo come una sorella! - rispose rattristandosi.
- Oh... mi dispiace... non avrei dovuto... - farfugliò imbarazzata, maledicendosi per il suo poco tatto.
- No, invece sono contenta che me lo abbiate chiesto! - la tranquillizzò – Mi piace parlare di lei! Mi aiuta a non dimenticarla! - nel mentre, si avvicinò ad una panchina di legno e vi ci sedette – Vedete... gli altri sono molto restii a farlo... sopratutto Elrohir... ma penso che questo l'avete notato! - concluse mentre la osservava sedersi lì accanto.
La ragazza affermò con il capo e si girò a guardarla negli occhi – Questa mattina mi ha detto che anche per lui e per Elladan era come una sorella. -
- Esatto! Ma Elrohir risente più di tutti del peso della sua morte! - proferì distogliendo lo sguardo, rivolgendolo poi al cielo stellato – Ricordo il giorno in cui perì come se fosse ieri... ho quegli ultimi momenti vividi nella testa, come se mi fossero stati impressi con il fuoco... - la voce era bassa e melodica, ma piena di tristezza e malinconia – Facevamo parte di una spedizione che aveva avuto il compito di controllare la zona tra l'Anduin e gli Emyn Muil... sapete dov'è? - spostò lo sguardo sulla vicina, giusto il tempo di vederla affermare con il capo, quindi ritornò a contemplare i puntini luminosi sopra la sua testa – Giravano delle strane voci in quel periodo. Vi erano stati degli avvistamenti di strane creature. All'inizio non demmo peso a ciò, credendole solo delle dicerie. Ma quando la gente iniziò a scomparire nel nulla, Re Elessar e il Sovrintendente Faramir vollero vederci chiaro. Avevano bisogno di qualcuno che si sapeva muovere bene e velocemente su terreni dissestati e impervi... e chi se non meglio dei Raminghi e degli Elfi? Per quanto riguarda questi ultimi, si offrirono di parteciparvi Elladan ed Elrohir, che si trovavano a Gondor in visita alla Regina Arwen, che aveva appena partorito. Invece, per i Raminghi, mi offrii io volontaria e due miei sottoposti... -
- Voi fate parte dei Raminghi?! - esclamò l'altra, in quel momento sembrava l'impersonificazione dello stupore.
Lastie ridacchiò divertita per l'espressione buffa che le si era disegnata sul viso – Sì! E se proprio vogliamo essere precisi... in questo momento state parlando con il loro Capitano! - precisò sorridendo soddisfatta.
Ci mancò poco che a Monica le si slogasse la mandibola. Boccheggiò alcuni secondi, incapace di dire una parola; poi cercò di riprendersi dalla sconvolgente notizia, provando a ricomporre le idee e in quel momento un pensiero la investì come una doccia fredda – N-non... non sarete mica... una... Dunedain... - il largo sorriso che si formò sul viso dell'altra confermò la sua supposizione e peggiorò notevolmente il suo stato d'animo. Ormai era andata completamente in tilt. Non sapeva più come comportarsi e iniziò ad agitarsi sulla panca.
La giovane Donna ridacchiò divertita e vedendola in difficoltà non aggiunse altro sul proprio conto, ma riprese a raccontare la storia – Dove ero rimasta? Ah, sì... eravamo pronti a partire, noi cinque... Re Elessar e il Sovrintendente avevano approvato il piccolo gruppetto constatando che eravamo il numero giusto per poter muoverci velocemente e passare inosservati. Eravamo tutti a conoscenza dell'esistenza di spie del Male in cui avremmo potuto imbatterci e un numero maggiore di persone avrebbe destato sospetti. Ma la sera prima della partenza si aggiunse un altro componente, quasi di forza: ovviamente sto parlando di Erdie. Era un tipo che non si lasciava mai sfuggire l'occasione di un po' di avventura e, non appena venne a sapere della missione, volle a tutti i costi farne parte. Non servì a niente opporsi. Quando si metteva in testa una cosa, non c'era verso di farle cambiare idea. - il suo volto si rabbuiò improvvisamente e il tono, fino a quel momento leggero e allegro, andò via via scemando – Con il senno del poi, sapendo quello che le sarebbe accaduto, avrei cercato in ogni modo di non farla venire con noi... anche a costo di mettere a repentaglio la nostra amicizia. Se sono qui, ora, a raccontarvi tutto ciò, lo devo solo a lei e al suo sacrificio. - sospirò e continuò – Ci impiegammo due settimane per scorgere le prime tracce degli esseri di cui ci era stato parlato. Erano insolite, perché non rassomigliavano a nessuna delle creature che conoscevamo. Erano leggermente più piccole di quelle di un Troll e camminavano anche loro su due gambe, ma avevano artigli che lasciavano solchi in profondità. La cosa strana era che, ogni volta ne trovavamo alcune, improvvisamente scomparivano nel nulla. Non riuscivamo a capire come potesse accadere e la cosa non era affatto positiva. Anche perché un essere di quella stazza è impossibile che scompaia nel nulla. Iniziammo così a supporre che potessero avere delle ali, anche se non trovammo alcun indizio che approvasse l'ipotesi. Di piume più grandi del normale non vi era traccia in giro. Allora pensammo che quelle fossero formate da membrane, come quelle dei pipistrelli. Ma ci sbagliavamo. - il tono di voce cambiò di nuovo facendosi cupo – All'incirca un mese dopo la nostra partenza, erano i primi di gennaio, scorgemmo delle tracce fresche e Elladan percepì dei rumori in lontananza. Ricordo che quel giorno nevicava e per paura che quelle potessero scomparire sotto la coltre bianca, ci precipitammo verso la direzione indicata, ma finimmo in una radura vuota ai margini dell'Anduin. Non ci eravamo minimamente resi conto di essere finiti in trappola. Probabilmente quella creatura era da giorni che ci teneva sotto controllo... e era affamata. Era l'alba, avevamo appena deciso di ritornare sui nostri passi quando ci attaccò alle spalle. Fu talmente veloce che ci accorgemmo della sua presenza quando ormai era troppo tardi. Veon, uno dei mie sottoposti, ci cadde davanti i piedi, il ventre squarciato. Elladan venne colpito al fianco e scaraventato a terra metri più avanti. Quando ci voltammo ci trovammo davanti un mostro: poco più basso di un Troll e la metà della sua stazza; ricoperto di pelle scura, marrone e nera; alle mani lunghi artigli affilati; aveva una grande bocca da cui spuntavano una miriade di denti affilatissimi; quello che impressionavano di più erano gli occhi: tondi e completamente bianchi; le braccia erano lunghe, gli arrivavano quasi a terra; la sua velocità e la sua forza erano impressionanti grazie alla muscolatura massiccia. Emanava un odore nauseabondo... che sapeva di morte. Non ci impiegò molto a metterci tutti fuori gioco. Eravamo spacciati. O così credevo... La creatura si fiondò su di me, pronta a finirmi. Ma Erdie si frappose fra di noi e venne trapassata da parte a parte da un artiglio. Riuscì comunque nell'intento di bloccarlo. Elrohir non se lo fece ripetere due volte e colse l'occasione sferrando due fendenti che gli mozzarono il braccio a metà. Stava per colpirlo di nuovo, ma quello scomparve da sotto il nostro sguardo. E finalmente capimmo come mai ne avevamo perso sempre le tracce: si era rifugiato sotto terra. -
- Ma come... è possibile? - domandò sconvolta Monica.
- Si muove fra i cunicoli che scava a diversi metri di profondità. Ha un udito molto sviluppato. - rispose appoggiando la schiena al muro dietro di loro.
- Erdie... era morta? - chiese dopo alcuni istanti di silenzio.
- No, ma era ferita gravemente! Ce ne rendemmo subito conto quando io e Elrohir la soccorremmo. L'artiglio l'aveva colpita all'addome e stava perdendo molto sangue... Provammo a farla stare lunga, ma, con nostra sorpresa, impugnò la spada che le era caduta e si rialzò, intimandoci di recuperare Elladan, Varno, i cavalli e andarcene. Non abbiamo avuto nemmeno il tempo di replicare che la creatura sbucò di nuovo dal terreno e ci si fiondò addosso, con più furia di prima. Elrohir stava per venire colpito, ma Erdie doveva aver intuito la mossa e bloccò il colpo. Ci gridò contro di andarcene, poi iniziò ad ingaggiare una lotta contro quello. Noi non ci muovemmo. Non avevamo nessuna intenzione di lasciarla lì da sola in balia del mostro. Recuperai la mia spada e mi lanciai contro di esso per darle una mano. Elrohir fece altrettanto. Non riuscimmo ad arrivare a lui che Erdie venne ferita di nuovo, questa volta ad una gamba. Il colpo precedente l'aveva indebolita e faceva fatica a muoversi. Io e Elrohir gli fummo addosso prima che potesse finirla. Anche Elladan, che si era appena ripreso, ci venne in aiuto e riuscimmo ad ucciderlo. Non avemmo il tempo di festeggiare... dal terreno ne sbucò un altro... molto più grande del precedente, sia d'altezza che di stazza. Capimmo immediatamente che non ce l'avremmo mai potuta fare. Elrohir, con un moto di disperazione, gli si avventò contro. Ma venne in poco tempo scaraventato a terra. Il mostro lo afferrò una mano e iniziò a stritolarlo mentre lo avvicinava alla sua bocca, pronto a mangiarlo. Ma una freccia lo colpì ad un fianco impedendogli di fare alcunché. Erdie si era rialzata di nuovo. Si teneva a stento in piedi, ma il suo arco era saldo fra le mani. Scoccò un'altra freccia che si conficcò nel braccio che aveva portato vicino la testa. Quello lasciò andare Elrohir, che cadde in malo modo a terra, e infuriato si diresse verso di lei. Fu per un solo istante che incrociammo lo sguardo con il suo, prima che la creatura ci sbarrasse il campo visivo. Ci bastò per capire... In quel momento Elrohir iniziò a dimenarsi. Voleva raggiungerla e, non riuscendo a camminare, iniziò a trascinarsi disperatamente verso di lei. Cercai di trattenerlo e di impedirgli di muoversi. Elladan gridò il suo nome. Alzai lo sguardo appena in tempo per vedere tre artigli che la trapassavano di nuovo da parte a parte. Le due figure sul ciglio di un precipizio che si stagliavano contro il sole rosso che sorgeva. Con gli occhi pieni di lacrime la vidi fare due passi incerti verso il dirupo e, con nostro stupore, si lasciò cadere trascinandosi dietro l'orribile creatura che, sbilanciata e presa alla sprovvista, non ebbe il tempo di potersi aggrappare a qualcosa. - un silenzio pesante calò sulle due e durò per diversi minuti – Mi precipitai verso il burrone e mi affacciai, sperando di vederla aggrappata ad una roccia lì sotto... non volevo credere che fosse morta... ma di lei non c'era nessuna traccia. Il dirupo era talmente profondo e buio che non si riusciva a scorgere nulla. - sussurrò. Si percepiva benissimo la sua sofferenza – Elrohir ancora non si da pace! Si ritiene il maggior responsabile... se non fosse stato così avventato e non avesse messo a repentaglio la sua vita, Erdie non sarebbe andata in suo soccorso e non sarebbe morta. E' questo quello che si ripete ogni giorno. Come al solito tende ad addossarsi tutta la colpa, come se noi altri non ci sentissimo meno responsabili. -
Monica non disse niente, ma ora capiva perché l'Elfo moro l'aveva trattata così freddamente nel primo periodo che si erano conosciuti. Non doveva essere stato facile per lui ritrovarsi davanti una ragazza che somigliava spudoratamente a una delle persone che aveva perso e a cui aveva tenuto di più. Probabilmente anche per gli altri non era risultato semplice. E dire che aveva urlato loro contro tutte quelle parole. Ora si sentiva veramente uno schifo – Forse ho esagerato un po'... - mormorò risentita.
Lastie si voltò a guardarla perplessa – Di che state parlando? -
L'altra, rendendosi conto che doveva aver parlato ad alta voce, arrossì imbarazzata – Ah... ehm... ecco... - farfugliò agitata – Vedete... la prima sera che siamo arrivati qui ad Imladris, c'è stato un piccolo diverbio fra me e tutti i presenti... - spiegò ridacchiando nervosa.
- Un piccolo diverbio? - ripeté stupita quella.
- Sì... Messer Elrond ci aveva appena illustrato la situazione in cui vi trovate ora... riguardo il Male che si sta sempre di più rafforzando e la sua morsa che si sta facendo sempre più stretta... e che non avevano più la forza di reagire... così io gli ho urlato contro che non avrebbero dovuto arrendersi... e poi li ho insultati chiamandoli vigliacchi! - raccontò vergognandosi sempre di più – In effetti non so' proprio cosa mi sia preso in quel momento... - stava cercando di spiegare, quando la vicina scoppiò in una fragorosa risata.
- Siete stata fantastica! - si complimentò fra una pausa e l'altra per riprendere fiato – Quanto avrei voluto essere anche io presente per vedere le facce di tutti! Accidenti! Mi ci dispiace davvero! - dichiarò leggermente contrariata – Quindi devo a voi il fatto che si siano ripresi dallo stato di depressione in cui erano sprofondati ultimamente... quando sono arrivata questa mattina non riuscivo a credere di vederli così cambiati e addirittura felici... avete fatto un ottimo lavoro! Vi ringrazio davvero di cuore! - esclamò dandole una pacca sulla schiena.
La ragazza la guardava confusa e stralunata. Non si aspettava di certo i suoi ringraziamenti – Ma li ho insultati... - provò a replicare.
- Ogni tanto gli fa bene! - fu la risposta pronta che ricevette – Tu non puoi nemmeno immaginare le litigate che faccio con tutti ogni volta che ritorno qui e li vedo sempre più stanchi e con il cuore colmo di paura, privi di ogni speranza! Non sopporto di vederli così... quindi cerco sempre di svegliarli, di far capire loro che ancora non abbiamo perso contro il Male... e sì... anche io li insulto! Quindi state tranquilla! - rivelò sorridendole – Forse le vostre parole hanno avuto un riscontro migliore proprio grazie alla vostra somiglianza con Erdie... probabilmente avrebbe reagito anche lei come voi, se si fosse trovata in una situazione simile... ma quando morì il Male non si era propagato ancora in modo così vasto... -
La castana credeva ancora di essere stata troppo sfrontata, ma le parole di Lastie l'avevano confortata.
- Oltre a ciò, devo anche ringraziarvi per aver dato una bella lezione a Morwen! - aggiunse sogghignando compiaciuta – Non sapete quanto sono stata contenta quando mi è stato riferito questa mattina da Elladan... voi, una semplice ragazza, che la batte in una sfida al tiro con l'arco... non so' come ci siete riuscita, ma avete tutta la mia stima! Siete incredibile! - era davvero euforica – Ah! Quanto avrei voluti esserci anche lì... avrei potuto godere appieno della sua sconfitta! Mi sono persa un po' troppe cose che meritavano di essere viste! Non va bene! - sbuffò seccata.
- Non vi sta particolarmente simpatica, Romenwen, vero? - chiese sorridendo.
- Assolutissimamente no! - rispose decisa – Non so' se siete al corrente di quello che ha combinato tempo fa... -
- Sì. - la interruppe facendosi seria – Elrohir mi ha raccontato quello che è successo a Minas Tirith e qui con Elveon... Anche io la trovo un tipo poco rassicurante... non mi piace per niente! Quando l'ho umiliata davanti a tutti mi ha lanciato uno sguardo omicida... credevo mi sarebbe saltata addosso e mi avrebbe uccisa all'istante! -
- A nessuno piace... purtroppo dobbiamo sopportare la sua presenza... è l'unica maniera per tenerla sotto controllo! Comunque state attenta. -
Monica si irrigidì, preoccupata, quindi affermò con il capo. L'unica cosa che la confortava era il fatto che ultimamente l'Elfa non si era fatta vedere in giro. Doveva essersela presa davvero molto. Stava sperando di non rivederla per i seguenti giorni, quando una risatina agghiacciante le fece voltare all'unisono verso la loro sinistra. Lei ovviamente sbiancò.
- Ma guarda un po' che strana coppia vedo qui... - cantilenò una voce e da dietro una colonna comparve appunto Romenwen - la ragazza fortunata... - disse fissando gelidamente Monica, prima di spostare lo sguardo su Lastie – e niente di meno che il Capitano dei Raminghi... - il disprezzo con cui sottolineò le ultime parole fu pienamente percettibile – speravo vi sareste trattenuta più a lungo nella vostra scampagnata insieme ai vostri cani da guardia... - gli occhi blu che luccicavano di un bagliore sinistro.
- Bada bene a quello che dici... perché non ti permetto di insultare i miei uomini! - proferì quella infuriata scattando in piedi.
- Non mi sembra di averli insultati... in fondo sono così leali e ubbidienti... ditemi, scodinzolano anche quando li elogiate? - continuò imperterrita.
- Tu... - esclamò l'altra digrignando i denti, scattando verso di lei, ma venne bloccata prontamente da Monica che le si piazzò davanti trattenendola per le braccia.
- Lastie, vi prego... non abbassatevi al suo livello... non ne vale la pena! - le sussurrò guardandola timorosa. Le sue parole sembrarono far ragionare la Dunedain che le sorrise.
- Abbassarsi al mio livello?! - ripeté quasi sconcertata quella – Ma mia cara... come potrebbe succedere... se entrambe siete decisamente inferiori a me! -
- Vi ricordo che un essere inferiore come me vi ha battuta in modo impeccabile la settimana scorsa... - un sorriso soddisfatto le inarcò le labbra quando notò un velo di disappunto calare sul viso dell'Elfa.
- Non vi vantate così tanto quando avete avuto soltanto un colpo di fortuna! - sibilò assottigliando lo sguardo.
- Fortuna o no... il risultato non cambia... voi avete perso! - ripeté seria. Un lamento lì vicino la avvertì che Lastie stava cercando in tutti i modi di trattenersi dallo scoppiare a ridere.
- Da quando avete acquistato tutta questa fiducia in voi? All'inizio mi sembravate molto turbata e confusa... il fatto che le persone più rilevanti di questo posto vi considerano importante e abbiano tutta questa confidenza con voi deve compiacervi molto e vi ha fatto acquistare più sicurezza... ma sappiate che lo stanno facendo solo perché somigliate vagamente a quella Erdie! Non capisco cosa ci fosse di così speciale in lei... solo perché si è sacrificata per salvarvi... doveva essere davvero stupida... -
- Non osare parlare così di Erdie! - esclamò minacciosa Lastie scandendo bene le parole una ad una.
- Perché altrimenti cosa fai? - la provocò quella sogghignando divertita.
- Non esiterei a mettervi le mani addosso! - proferì furibonda mentre Monica continuava a trattenerla, ma la cosa stava risultando difficile.
- Prego, provateci pure... sempre se ci riuscite! - esclamò Romenwen che sembrava non aspettasse altro.
La giovane Donna si liberò dalla presa di Monica con uno strattone e si lanciò sull'Elfa.
- Lastie, no! - gridò l'altra spaventata. Poi sgranò gli occhi sorpresa, come del resto fece anche la Dunedain.
Elrohir l'aveva bloccata con un braccio teso davanti a lei mentre guardava serioso l'Elfa – Basta così! - intimò con tono deciso, quindi si voltò verso Lastie e la guardò greve – Un Capitano non dovrebbe perdere la calma così facilmente... - la rimproverò sorprendendola. Lei cercò di replicare, ma lui glielo impedì – Non capisco come sia venuto in mente ad Elessar di dare a te quella carica... sei ancora una bambina! -
Quella lo guardò sconvolta, credendo di non aver capito bene – Stai scherzando, vero? - chiese in un sussurro, con un groppo alla gola, mentre Romenwen osservava la scena compiaciuta.
- Ho detto ai tuoi uomini di prepararsi a partire... - continuò l'Elfo imperterrito.
- Aspetta un momento... tu non puoi dare ordini ai miei uomini! - strillò lei, ora era infuriata. Stava tremando dalla rabbia.
- Non li sto dando a loro... ma a te! - specificò rimanendo freddo e calmo – Partirete entro domani sera! - dichiarò lapidario.
- Tu non puoi dirmi cosa devo fare... sono io che decido quando partire! - gridò, le lacrime che le pungevano agli angoli degli occhi.
- L'ho appena fatto! - ribadì impassibile – E ho tutta l'autorità di farlo! Quando crescerai potrai fare come ti pare! -
La Dunedain restò a fissarlo sbigottita alcuni secondi, poi assottigliò lo sguardo e strinse i pugni lungo i fianchi – Ti odio! - disse prima di voltarsi e allontanarsi velocemente.
Romenwen gli afferrò un braccio e gli sorrise trionfante – Sono pienamente d'accordo con voi... è proprio un'incapace... -
- Non mi toccare! - la interruppe gelido allontanando l'arto, quindi si voltò verso Monica che aveva seguito la scena ammutolita e confusa – Venite... vi riaccompagno alla vostra stanza! -
La ragazza non obiettò e lo seguì senza degnare di uno sguardo l'Elfa. Ma sentiva chiaramente i suoi occhi blu taglienti puntati sulla sua schiena.

Per tutto il tragitto non fece altro che pensare al comportamento di Elrohir. Quella mattina si era accorta che i due non andavano molto d'accordo, ma aveva intuito che Lastie lo prendesse in giro e lo insultasse solo per punzecchiarlo. Invece, a quanto pareva, a lui non stava per nulla simpatica. Gli lanciò un'occhiata di sbieco e si stupì di vedergli un'espressione afflitta sul bel viso. Si chiese perché, ma preferì non indagare. Non voleva che l'altro si arrabbiasse anche con lei. Però il suo comportamento le sembrava alquanto strano.
Una volta cambiata si infilò sotto le coperte e ripensò a quello che le aveva raccontato Lastie quella sera. Poi una creatura mostruosa prese forma nei suoi pensieri prima di addormentarsi.
Quella notte ebbe gli incubi.

Si svegliò la mattina di soprassalto. Aveva sognato che il mostro aveva ucciso tutti i suoi amici e lei era rimasta a guardare impotente tutta la scena. Si cambiò e uscì dalla stanza. Aveva intenzione di andare a cercare Lastie, era preoccupata per lei. Ma non la trovò da nessuna parte. Essendo ora di colazione e avendo un certo languorino si diresse nella Sala grande. Sperò di trovarla lì, ma di lei non c'era traccia. In compenso i suoi amici erano tutti presenti e si stavano abbuffando al loro tavolo. Li raggiunse sorridente, augurandogli il buongiorno.
- Dove eri finita ieri sera? - volle subito sapere il fratello.
- Sono stata a fare due passi con Lastie! - li informò prima di addentare un pezzo di torta – A proposito... l'avete vista per caso in giro? -
Tutti negarono. Fece la stessa domanda ad Alyon e gli altri tre, quando si unirono a loro per la colazione, ma nemmeno loro l'avevano vista.
- Ho sentito dire che ripartirà questa sera! - riferì Varnothar.
- D'avvero?! - chiese stupito Nolon – Ma è appena tornata! -
L'Elfo biondo alzò le spalle – Sembra che glielo abbia ordinato Elrohir. - aggiunse.
- A proposito... sta mattina l'ho incrociato... e sembrava un po' giù di corda! - si intromise Turion, voltandosi a guardarlo. Era seduto all'altro tavolo e aveva l'aria assente.
- Deve essere successo qualcosa fra lui e Lastie... come minimo avranno litigato un'altra volta! - suppose Nolon.
Monica stava ascoltando i loro discorsi, ma non disse niente. Non le sembrava educato andare a raccontare in giro cosa fosse successo la sera precedente. Lanciò anche lei un'occhiata a Elrohir e lo vide improvvisamente irrigidirsi. Corrugò la fronte e si voltò nella direzione in cui stava guardando e vide Lastie, appena entrata, dirigersi a passo spedito verso il loro tavolo. Si fermò dietro di lei e, con poco garbo, ordinò a Alyon di spostarsi. Quindi si sedette fra i due sbuffando. La ragazza la osservò riempirsi il piatto con gesti bruschi. Aveva lo sguardo accigliato e si vedeva lontano un miglio che era di pessimo umore. Notò con sorpresa che aveva gli occhi leggermente arrossati. Forse quella sera aveva pianto, quando se ne era andata.
- Che c'è? - sbottò all'improvviso lei, guardandola male.
- Niente... scusami! - farfugliò imbarazzata, riabbassò lo sguardo sul piatto e non osò più rialzarlo sulla vicina. E ritenne che ricordarle la sua promessa di darle lezioni di elfico, quella mattina, potesse essere una buona idea.

Avevano appena terminato di mangiare e si stavano tutti intrattenendo nella Sala grande a chiacchierare. Melime aveva raggiunto Lastie prima che se ne andasse e scomparisse di nuovo. Quest'ultima sembrava poco propensa a parlarle, ma restò lo stesso a sentire cosa l'Elfa bionda avesse da dirle. Monica invece stava raggiungendo Elveon che si trovava con Elladan. Questo era intento a parlare con Glorfindel e suo padre, mentre Elrohir, poco più in là, ascoltava la conversazione.
All'improvviso vide con la coda dell'occhio un Elfo entrare nella stanza e dirigersi velocemente verso questo gruppetto. Inizialmente non lo riconobbe, anche se aveva la sensazione di averlo già visto. Poi si ricordò di lui: era Feanor. Si domandò cosa facesse lì. Anche Elrond e gli altri sembrarono sorpresi di vederlo.
- Feanor... è successo qualcosa? - domandò preoccupato Elladan.
- No, o meglio... niente di grave, anzi... - si affrettò a rispondere quello – Sono venuto a informarvi che gli Orchetti hanno abbandonato da ieri il loro accampamento al di là del Bruinen! -
I presenti lo guardarono allibiti – Come è possibile? - chiese Glorfindel.
- Non lo so... fino a ieri mattina presiedevano la sponda del fiume, poi ieri pomeriggio non vi era più traccia di loro! - rispose quello – Li ho fatti subito seguire e ieri sera mi è stato inviato un messaggio: sembra stiano andando a Nord! -
- A Nord? - ripeté confuso Elrohir.
Calò il silenzio mentre tutti stavano soppesando le notizie. Monica si era fermata a pochi passi di distanza da loro. Non aveva capito niente di quello che avevano detto, dato che avevano parlato in Elfico, ma aveva intuito che doveva essere successo qualcosa. Vide Elrond sospirare e spostare lo sguardo su di lei. I loro occhi si incrociarono e vi lesse una profonda tristezza. Intuì subito, ancor prima che lui parlasse, cosa avrebbe detto. Ebbe un tuffo al cuore e il respiro le si mozzò in gola in attesa di quelle fatidiche parole.
- Aspetteremo che ci giungano altre notizie dal Nord... se queste saranno positive, preparatevi a partire... riporteremo i ragazzi a casa! - annunciò ad alta voce.


SIGNIFICATO DELLE PAROLE ELFICHE:

Lastie: Ascoltatrice.
Veon: Uomo, virile.
Varno: Difensore.


NOTE DELL'AUTRICE:
Io non capisco... mi ero bloccata per moltissimo tempo all'inizio, poi, tutto ad un tratto, mi è venuta l'ispirazione e ho finito il capitolo in tre giorni! O.o I misteri della vita!
Vabbuò... misteri a parte... spero vi sia piaciuto!
Lastie è un personaggio che mi sta a cuore, quindi spero vi abbia soddisfatto.
Credo vi state domandando “E adesso?” E adesso niente. I baldi giovani se ne tornano a casa! Sono rimasti anche troppo nella Terra di Mezzo. Mi sono dilungata un più del dovuto, in effetti. Considerando il fatto che sulla Terra il tempo trascorre tre volte più velocemente che sulla Terra di Mezzo... fatevi due conti... dovrebbero essere passati circa due mesi dalla loro scomparsa. E sinceramente non so nemmeno che scusa inventarmi per giustificare una così lunga assenza. Ma ci penserò dopo, qualcosa mi verrà in mente... spero! :S
Ah! Faccio un
annuncio. Siccome sono convinta che due paia di occhi siano meglio di uno, ho pensato di chiedervi se qualcuno è interessato a farmi da Beta... ovviamente questo messaggio è diretto a persone che sanno dove sta di casa la punteggiatura e che abbiano una buona conoscenza della coniugazione dei verbi. Insomma che amano la scrittura come deve essere e non le storpiature e che abbiano una conoscenza buona dell'italiano!
In più dovrà sopportare me e i miei scleri!! e forse questo sarà il lavoro più difficile! XD
Se qualcuno è interessato mi faccia sapere! :)
Detto ciò passo a rispondere alle recensioni:

Straw X Kisshu: Carissima, eccoti finalmente il capitolo! Scusa se ti ho fatto penare nell'attesa! :(
Comunque sono contenta che ti sia piaciuto Glorfindel, anche a me piace molto! ^^ Ahahahahah! Glorfindel e Monica... XD Mi vien da ridere solo a pensarci! Non credo durerebbero molto insieme... probabilmente Glorfindel la esaspererebbe! :P Cercherò di non farti attendere molto per il prossimo capitolo. Già ho tutto in mente, quindi non dovrei avere problemi (spero non siano le mie ultime parole famose -.- ).

Ramona37: Sono contenta che il precedente capitolo ti sia piaciuto e spero che questo non sia da meno! ^^ Aspetto la tua recensione! ;)
Nayomi: Felicissima che ti sia piaciuto come ho caratterizzato Glorfindel! Non speravo in tanto successo! :D Oddio... la tua migliore amica deve essere tremenda, allora! XD Per quanto riguarda Romenwen... non ha avuto una grandissima parte... ma è brava a comparire nei momenti meno opportuni! -.- Spero ti abbia soddisfatta! :) Non so' se nel prossimo capitolo farà la sua ricomparsa... ma sono più propensa per il no... forse una fugace apparizione!
Ringrazio di cuore voi che avete recensito e ovviamente anche coloro che non lo fanno, ma continuano a leggere i miei scempi! XD Se continuate a leggere vuol dire che la mia storia vi piace e questo mi rende super contenta! *.* Ma non siate timidiiii! Suvvia... lasciatemela una recensioncinaaa! Mi rendereste ancora più lieta!!
Bacione a tutti.
Kicca

   
 
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