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Autore: unleashedliebe    02/05/2011    14 recensioni
-Sei carina quando sorridi, dovresti farlo più spesso- mi strinse in un abbraccio protettivo.
Non essendo molto alta, sentivo il cuore di Bill battere attraverso la pelle. Batteva forte, come il mio.
-Batte forte- sussurrai sopraffatta dalla situazione.
-E' colpa tua, cretina- rispose scompigliandomi i capelli.
-Mi viene il diabete così- esclamai.
-Ehi! Penso che morire a causa del diabete, non sia così brutto- mi riaccoccolai fra le sue braccia esili.
Dio, eravamo così dolcinati. Ma, mi piaceva. Parecchio.
Abbiamo lasciato Anna (Carotin) con un cellulare in mano, dopo aver ricevuto quel messaggio inaspettato. E ora che farà? Ci saranno tante svolte, e anche Bill si troverà a fare i conti con l'amore, ma non sarà tutto rose e fiori, anzi.
"Immer wenn es wehtut, ist sie ganz allein.
Doch nach dem letzten Mal, hat sie nicht mehr geweint."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '~ Louder love '
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(anna)

Hallo kleine Androiden!
Scusate il ritardo col postare, purtroppo il mio computer ogni tanto mi lascia a piedi inoltre,
è iniziato maggio: l'ultimomesediscuola! E quindi devo sbattere la testa sui libri, per non rovinare
tutto il lavoro di un anno intero, che paaalle!
Senza dimenticare lo shock provocato dalla barbetta di Bill! xD
...e dalla maglietta bianca di Tom *w*
Scusate, ogni tanto mi perdo divagando!
Volevo ringraziare ancora una volta voi, lettrici silenziose&loquaci,
e quelle che l'hanno messa tra le seguite/preferite/ricordate.
Davvero, grazie di cuore, è una soddisfazione grande.
Stay Aliens.


* * * *


Diciassettesimo capitolo: ammettilo



La mattina successiva mi sveglia che era ormai mezzogiorno passato, con un mal di testa incredibile. Un flashback mi riportò a tutto ciò che era successo la serata precedente, portando con sé una sensazione di rabbia mista a tristezza. Dovevo assolutamente parlare con Bill. Svogliatamente mi alzai dal letto e indossai una tuta sformata e comoda, lavandomi velocemente il viso. Uscì dalla stanza lentamente, diretta verso quella del mio ragazzo, ovviamente lui e la band stavano sulle suite. Preferii le scale, non mi andava di incontrare qualcuno in ascensore, soprattutto perché rischiavo d'esser scambiata per una barbona.

Raggiunsi il corridoio, dove alloggiava il cantante, ma, mi bloccai prima di imboccarlo: dalla sua porta stava uscendo Benedetta, con addosso agli stessi vestiti della sera precedente. Rimasi di sasso, e di merda. Indietreggiai e tornai correndo alla mia stanza.

Quello era troppo, un bacio potevo anche sopportarlo, ma una notte di sesso selvaggio col confetto no, decisamente no.

Aprì la porta con uno scatto degno di un atleta e quasi non travolsi la mia amica Andrea, che si era appena svegliata.

-Buongiorno Maia! Come stai?- domandò apprensiva, squadrando il mio abbigliamento e il mio sguardo non amichevole.

-Non so, devo trattenermi dallo scoppiare a piangere e anche dal picchiare quell'essere femminile tutto vestito di rosa a, e dal rendere il mio ragazzo un eunuco!- sbottai io stringendo convulsamente i lati della mia giacca.

-E' successo qualcosa che non so? Il mio sesto senso dice che mi sono persa un po' di cose- annunciò lei.

-Il tuo sesto senso? O la mia faccia scazzata e comportamento isterico? Ho visto Benedetta uscire dalla camera di Bill, con gli stessi abiti che aveva addosso ieri!-

Mi guardò preoccupata per un momento, incerta su come reagire; in fondo, era la prima volta che mi vedeva in quello stato: non avevo mai sofferto per ragazzi, da sempre una che viveva le storie con leggerezza, senza prenderle troppo sul serio. Poi era arrivato lui, e aveva stravolto tutto, rendendomi dannatamente fragile ed esposta, capace a donarmi il sorriso con un gesto e farmi piangere allo stesso tempo.

-Dovresti parlarci, devi chiarire! Magari.. non è successo quello che pensi sia successo!- esclamò con tono carezzevole.

Odiavo quel tono, mi faceva sentire una stupida! Le facevo pena, la povera ragazza innamorata e tradita.

Vedendo che non rispondevo, prese ancora la parola. -Io scendo a pranzare, sono convinta che Bill arriverà da te fra poco, lascialo parlare, con aggredirlo né picchiarlo, mi raccomando!- mi ammonì lei, facendomi sorridere.

Così lei scese, lasciandomi sola con i miei pensieri, cosa alquanto pericolosa.  Poco dopo, come previsto da Andy, qualcuno bussò alla porta.

-Piccola, mi apri?- la sua voce mi fece vibrare il cuore.

-E' aperto- risposi con voce atona.

Fece capolino nella camera, anche lui in tenuta comoda, struccato e con i capelli legati. Bello come sempre.

-Che hai? Ieri sera sei sparita!- fece con tono accusatorio.

-Ah, te ne sei accorto allora! Credevo che Benedetta ti avesse monopolizzato! Sai, dopo il bacio!- dissi fredda e allusiva.

-Il b-bacio?- lo avevo preso in contropiede.

-Vi ho visto, insomma.. eravate al centro della pista- la mia voce aggiunse un tono amaro, come rassegnato.

-....- non rispose.

-Bill..- presi fiato, -perchè?- fu ciò che domandai.

-Solo un bacio, piccola. Mi ha colto alla sprovvista, non ho reagito. Mi dispiace, fino a qualche mese fa ero convinto di essere cotto di Benedetta, poi ho incontrato te e.. l'ho dimenticata. Rivederla mi ha scombussolato- ammise.

-Scombussolato? Che intendi dire?- ero confusa.

-Non ero pronto a fare i conti con lei, ma ho capito che non vale nulla- rispose.

-Ah, allora perché l'ho vista uscire da camera tua prima Bill? Con gli stessi vestiti di ieri!-

-Ieri sera sono tornato in hotel solo, con Georg e Gustav, puoi chiederglielo. Lei si è presentata stamani, io l'ho mandata via- mi spiegò calmo, sincero.

-Non.. non so come fare a crederti Bill- dissi con voce tremante, dalle lacrime e dalla rabbia.

-Dovresti credermi- negai con la testa, abbassando lo sguardo.

-Quindi che vuoi fare? Lasciami?- alzò la voce, alterato.

Lo guardai fissa, rispondendo poco dopo. -Si.- secca e coincisa.

-Non puoi piccola, non puoi- sussurrò avvicinandosi a me, io arretrai contro la parete del letto.

-Si che posso- replicai.

-No, non puoi lasciarmi. Sei fottutamente innamorata di me- la sua voce era sicura, calda.

-Non ti sopporto, Bill Kaulitz-

-Smettila. Ammetti la verità, per te stessa- si avvicinò ancora, sedendosi di fianco a me.

-Non ti amo cazzo! Ti odio e piantala!- sibilai di rimando.

-Tu.. non credi nell'amore. Perché?- mi chiese calmo.

-Io credo nell'amore, perché dici il contrario?- dissi io, anche se aveva colto nel segno.

-Non sono stupido, vedo che.. metti sempre dei paletti e fai fatica a fidarti di me. Qualcosa con i tuoi genitori, forse?-

Aveva indovinato, ancora. Riusciva a leggermi così bene, a sfogliarmi a suo piacimento.

-Mh, sono scettica di mio. In fondo neanche so cos'è l'amore. Da mia madre non l'ho mai avuto, mio padre non so chi sia- scrollai le spalle.

-Non sai cos'è l'amore? E il nostro cos'è?- domandò.

-Non è amore. Io non ti amo, sei solo uno stronzo con due piedi in una scarpa!- risposi arrabbiata.

-Tu mi ami- insistette lui. Evitai di rispondere, tirai su col naso, ormai le lacrime scendevano copiose.

-Guardami negli occhi e di che non sei innamorata di me- mi alzò delicatamente la testa, facendo collidere gli sguardi.

-Non ti sopporto, sei una persona terribilmente egocentrica, viziata e insopportabile! Mi fai stare di merda stronzo!- gli sputai in faccia, metaforicamente.

-Però mi ami- concluse lui.

-Fanculo- mi girai dall'altra parte. Sentì che mi prese per il polso, obbligandomi a voltarmi. Sfuggì alla sua presa e mi alzai, lui mi seguì e mi si parò di fronte.

-Ma che cazzo vuoi? Vuoi lasciarmi andare?- esclamai nervosa.  Mi circondò con le sue braccia, in un abbraccio protettivo.

-Lasciami!- cercai di divincolarmi, aveva più forte di quello che pensavo! Così mi lasciai andare, passiva.

Sospirai, e decisi di accontentarlo. -Sono innamorata di te, sei un fottuto rompipalle, ma ti amo comunque- abbassai il tono.

-Ecco, ci voleva tanto?- disse con tono vittorioso, lo guardai male.

-Ti amo anche io, comunque- confessò guardandomi negli occhi.

Tutta la rabbia repressa si frantumò in un istante, grazie a quelle parole pronunciate con quella voce così calda e dolce.

Bill Kaulitz era diventato la mia droga, potevo decidere di smettere di vederlo, ma mi sarei solo fatta del male.

Potevo morire di overdose, ma sarebbe stato una bella fine, per mano sua.

Mi maledissi per quei pensieri così sdolcinati e melensi.

Durarono poco, perché poco dopo il mio cervello non fu in grado di produrre alcuna reazione.

Il cantante aveva approfittato della mia lotta interiore per fiondarsi sulle mie labbra. Istintivamente, reagì al bacio.

Le sue ossute braccia erano la mia casa.

Così alla fine ci ero cascata, mi ero innamorata di quella diva insopportabile.



* * * *


Si, ogni tanto riesco a fare cose dolci anche io, circa.

Spero vi sia piaciuto.

A.

   
 
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