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Autore: Christine_    02/05/2011    6 recensioni
Io, Gisele Lewis, prendo te, Austin Samuels, come mio acerrimo nemico e prometto di esserti sempre tra i piedi, nel lieve fastidio e nella atroce sofferenza, in indigestione o in peste bubbonica, nel male e nel malissimo, e di odiarti e disonorarti ogni giorno della mia vita finché la TUA morte non ci separi.
Dalla storia:
- NO, NO, NO. Austin, ma che diamine stai facendo? - Urlo dal megafono, spaventando tutti i presenti.
Austin mi guarda sconvolto, alzando le braccia. - Che ho fatto? -
- Gis. Sta provando a malapena da mezz'ora. Sta andando bene! - Gary cerca di farmi ragionare, ma io lo ignoro.
- No che non sta andando bene. - Mormoro, prima di riaccendere il megafono.
- Austin. Un po' di sentimento. Lo so che ti è molto difficile, visto che probabilmente non ne hai, ma sei un attore, o almento dovresti esserlo. Quindi, concentrati e NON FARMI ESASPERARE. -
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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no, non ci siamo mai visti
no, non ci siamo mai visti!

Oh, che bella giornata! Mi sento davvero bene, oggi! Ieri il pranzo con Edward è andato benissimo e oggi mi aspetta prima una riunione con Martin e poi-
- E così lui può e io no - faccio un salto di quasi un metro e mi giro spaventata. Austin, dovevo sospettarlo.

- Che vuoi? - dico stizzita voltandomi di nuovo.
- Ho saputo che sei uscita a pranzo con Edward, ieri - dice afferrando la sigaretta che ho fra le dite e facendo un tiro.
- E con questo? - rispondo riprendendomi la sigaretta dalle sue mani.
- Mi chiedevo perchè lui poteva e io no - mi chiede, stavolta non troppo beffardo. Ci sono caduta una volta, non sono così scema.
- Ci sono tante cose che non sai - dico tirando fuori l'i phone. Gary, cazzo muoviti! Faccio l'ultimo tiro alla sigaretta e la butto, mentre lui con il piede la spegne.
- Ad esempio non so dove ci siamo già visti, perchè sento di averti già visto -mi dice piazzandosi davanti. Oh, no! Non se lo può ricordare davvero! Con uno scatto prendo gli occhiali da sole appoggiati in testa e me li infilo.
- E' perchè non ci siamo mai visti, ecco perchè - dico sbrigativa, iniziando a guardare un punto fisso alla fine della strada. Gary non è mai stato in ritardo, mai. Proprio oggi? Cavolo!
- Invece io credo proprio di sì. Se ti sfilassi gli occhiali, magari - dice e avvicina la sua mano al mio volto, non riesco a muovermi. Cavolo, Gisele, scansalo! A farlo spostare però è il suono del clacson della macchina di Gary.
- Devo .. andare. E comunque ti ripeto che non ci siamo mai visti - gli dico mentre salgo in macchina.
- Mi ricorderò, vedrai - lo sento dire mentre Gary preme sull'acceleratore e partiamo.
Sbuffo, sprofondando nel sedile. Non posso andare avanti così per i prossimi mesi, cavolo.
- Q-qualcosa non va? - mi chiede Gary titubante.
- Non lo so - rispondo sfilandomi gli occhiali.
- Ti sei praticamente lanciata in macchina - mi fa notare. Eh, una parola a spiegartelo. Senza rispondere apro la borsa e tiro fuori lo specchietto per vedere se sono presentabile. Bah, posso andare.
- Gisele, non mi hai risposto -
Oddei, quant'è precisino questo ragazzo!
- Non c'è nulla da rispondere, Gary - dico attaccando il cavo dell'i phone alle casse della macchina.
- Sicura? - 
- Sicura, Gary. Sicura - 
- Non me la racconti giusta -
Eccone un altro da strozzare. Ma perchè nessuno si fa una flebo di fatti suoi? Austin che non crede che non ci siamo mai visti - a ragione; Gary che non crede che sia tutto okay - a ragione. Bè, a ogni modo vivranno bene tutti e due senza sapere la verità. Mentre scelgo canzone arriva un messaggio di Edward < Ti rapisco anche per il pranzo di domani. Un bacio> Ah, tu puoi rapirmi quando vuoi. Mi scappa un sorriso e subito Gary interviene.
- Austin? - 
Ma allora è testardo!
- Ma che Austin e Austin. Capisco che ti piaccia ma tiri sempre in ballo lui -
- Non è a me che piace. E' a qualcun altro qui - 
Lo guardo con la faccia più scettica possibile.
- Sei proprio sulla strada sbagliata. E poi al telefono era Edward. Sto a pranzo con lui anche domani - dico risoluta prima di mettere i Coldplay e di incrociare le braccia sul petto.
- Quindi Austin ti è praticamente indifferente -
- Bravo, indifferente è la parola perfetta - 
Gary sorride e sospira mentre riparte al verde di un semaforo.
- Quel sospiro? - 
- Prima o poi scoprirò cosa c'è stato fra voi due - non finisce di dire che preme sul volume del telefono e alza la musica. Chris Martin mi inonda le orecchie con la sua Fix You. E mi ritrovo a pensare alle parole di Gary. Mannaggia a lui e ai troppi pensieri.


- Sono a casaaaaa - urlo aprendo la porta e gettando la borsa a terra.
La voce di Audrey mi arriva soffusa, e deduco che sia sotto la doccia. Infatti, avvicinandomi alla camera, sento lo scrosciare dell'acqua.
Mi sfilo i tacchi e infilo le mie amate pantofole, prima di spogliarmi e mettermi una comodissima tuta. Il tempo di accendere lo stereo che Audrey piomba in camera mia in accappatoio mentre si friziona i capelli. Bè, dire che è camera MIA è un eufemismo. Abbiamo provato le prime settimane ad avere due camere separate, ma non è servito a nulla. La metà della sua roba si è trasferita in camera mia, stessa cosa per la mia roba. Poi, d'inverno abbiamo iniziato a dormire insieme nel mio lettone, e da lì è andata a puttane l'idea delle due camere. Viviamo in simbiosi continua, in effetti ho pensato di non resistere quando ho dovuto fare uno stage di dieci mesi dall'altra parte dell'America.

- Allora, vendicata? - mi chiede.
- Magari. E' troppo bravo a recitare per poterlo incastrare - dico iniziando ad accendere il pc.
- Quindi gli renderai la vita un inferno nei prossimi mesi - 
- Tu sì che mi conosci - dico e le tendo un paio di scarpe appena prese dalla scarpiera.
- E queste? - mi chiede afferrandole.
Le indico il vestito appoggiato sul letto - hai tirato fuori quello, me le avresti chieste - le dico sorridendo.
- Eeh, tu sì che mi conosci - mi dice alzandosi e dandomi un bacio sulla guancia.
- E non ti preoccupare che gliela farai pagare a quello stronzo. Se riesci a resistergli -
- Ovvio che - inizio a dire prima di sentire le sue ultime parole.
- Ciccia, io gli so resistere -le dico mentre le inseguo per la casa.
- Dove hai messo il phon? - mi risponde entrando nella "sua" camera.
- Audrey, non cambiare discorso - le urlo entrando in bagno e prendendo il phon.
- Aah, dove l'avevi messo? - mi chiede afferrandolo e entrando in bagno di nuovo.
- Al suo posto. Audrey, rispondimi - 
Lei di tutta risposta accende l'aggeggio malefico e canticchia ridendo. Che dite, la strozzo?
- Audrey - faccio ringhiando mentre le sfilo il phon dalle mani.
- Gigi, se te lo dico mi dici che non è vero. Sprecherei il fiato - 
- Tu provaci - le dico con ancora l'aggeggio acceso.
- Guardati le mani - mi dice appoggiando le sue suoi fianchi.
Dò uno sguarda alla mia mano destra e prima di poter parlare lo fa lei.
- Hai le unghia mangiate. E da come sono conciati i capelli credo proprio che tu li abbia tormentati. Ergo, stavi morendo mentre ti stava davanti -
Mi sfila soddisfatta il phon dalla mano sinistra che cattura la mia attenzione. Cavolo, le ho mangiate anche lì.
- Guarda che non sono nervosa solo per quello. E' il mio primo lavoro importante e .. -
Audrey spegne il phon e mi regala la faccia più scettica che abbia mai visto. Vi stavate chiedendo qual è il lato negativo di vivere con la persona che più vi conosce? Eccolo. Non potete convicerla di cose che non pensate neanche voi, perchè non vi crede, e ve lo legge negli occhi.
- Okay, magari mi ha fatto un effetto strano - ammetto abbassando lo sguardo.
- Era quello che volevo sentirmi dire - dice riaccendendo il phon, per poi scoppiare a ridere.
Io mi appoggio al muro davanti a lei, con le braccia incrociate sul petto.
- Non sei d'aiuto - le dico.
- Scusa, more - risponde spegnendo per l'ennesima volta questo coso - magari ti fa ancora uno "strano effetto" ma tu sei Gisele Lewis, cavolo! Ne hai fatta di strada da lui .. fagli vedere chi sei - mi dice stringendomi la mano.
- Dici che ce la faccio? -
- Ovvio - mi urla e mentre vedo che lo sta per accendere ancora, la blocco.
- Ferma. Adesso ti devo raccontare del pranzo di ieri - le dico con un sorriso a 32 denti.
- Cosa ha sparato Gary, stavolta? - 
- Non Gary. Edward mi ha invitata a pranzo - 
Ad Audrey si srotola la mascella.
- E io che esco ancora con Josh! Sapevo di aver sbagliato lavoro! Ma perchè esco ancora con lui? - 
- Perchè ti piace da morire? -
Ci riflette un attimo e poi annuisce. - Dai, racconta - 
Ecco, adesso potete scommetterci che i capelli si asciugheranno da soli.

Eccomi qua!
So che magari sarebbe stato meglio un bel capitolone corposo, ma volevo dedicare un solo capitolo all'amicizia con Audrey.. che è molto importante.
Sarà che è un sentimento a cui credo tantissimo.. l'amicizia quella vera. Quella fatta di litigate, di amiche che fanno notare gli errori, le cose che non vanno.. per crescere insieme.
Le amiche che si consolano e quella che sono in grado di condividere la gioia dell'altra anche se non stanno passando proprio il migliore dei periodi.
Credo che sia una delle cose più importanti nella vita di una persona!
Con questo, vi lascio.
Non vedo l'ora di leggere cosa ne pensate!
Un abbraccio stritolante dei miei,
Christine.
  
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