Questa storia è stata ideata in due mesi e scritta in mezz'ora, per l'arcinota disorganizzazione della sottoscritta e per il puro gusto di inviare le storie cinque minuti prima di uscire di casa, secondo il mio fedele mos.
Ha partecipato al "Dille che l'ami - Perché tutto inizia da qui" contest indetto da Pocahontas@Effie (EffieSamadhi su EFP), classificandosi quinta. Approfitto di questo spazio per ringraziare di cuore questa ragazza, poiché è stata una giudicIA veramente rapida ed efficiente. Potete trovarla nell'elenco dei giudici sostitutivi: io ve la consiglio, assolutamente!
Il giudizio è in fondo alla storia, come sempre.
Sunflower
Il freddo attanagliava le membra di Hannah Abbott,
mentre
usciva dalla serra dopo la lezione che gli studenti del quinto anno di
Tassorosso e Grifondoro avevano frequentato insieme. L’unico
obiettivo della
ragazza era raggiungere il prima possibile la Sala Comune, dove si
sarebbe
riscaldata davanti al camino con un buon libro, per cui procedeva a
testa
bassa, noncurante dei sussurri che risuonavano tra i compagni di corso.
Per quel
motivo cadde letteralmente dalle nuvole, rovinando a terra, quando fu
colpita
da una brusca spallata, assestatale per errore da Neville Paciock, che
le parve
distratto ed assorto come lei.
«Ehi! Guarda dove vai!»
strillò Hannah, facendo leva sulle
ginocchia per rialzarsi, mentre Neville, borbottando scuse, le
raccoglieva i
libri, finiti sul morbido prato che circondava il castello della Scuola
di
Magia e Stregoneria di Hogwarts.
«Non… non volevo…
non l’ho f-fatto apposta» mormorò il
Grifondoro, rosso in viso. Ora che aveva ripreso la posizione eretta
Hannah
aveva visto ciò che il ragazzo teneva tra le mani e tentava
goffamente di
nascondere: un ritaglio della Gazzetta
del Profeta, da cui campeggiava un titolo a caratteri
cubitali riguardante
l’evasione di alcuni Mangiamorte.
«Dai, tranquillo, non mi sono fatta
niente» gli disse la
ragazza con un gran sorriso, aggiustandosi la frangia che le era caduta
sugli
occhi. «Ci vediamo alla prossima riunione dell’ES,
allora?» continuò, rivolgendosi
all’amico con gran gentilezza.
«Va bene» borbottò
lui, iniziando a correre il più
rapidamente possibile verso l’interno del castello.
Hannah lo guardò, sorpresa, rimanendo
ferma dove il ragazzo
l’aveva fatta rovinare a terra. Era perfettamente consapevole
del fatto che
l’evasione dei seguaci di Lord Voldemort avrebbe turbato
Neville, soprattutto
in riferimento a ciò che era accaduto ai suoi genitori. Era
stata informata di
questo dalla madre, che al solo sentir nominare il cognome di Neville
si era
abbandonata ad un pianto disperato. “Meglio morti che come
loro” aveva detto
alla figlia. Hannah aveva quindi appreso che, qualche tempo dopo
l’assassinio
dei Potter e il trionfo del piccolo Harry sul più temibile
mago oscuro del
secolo, alcuni seguaci – a detta della madre, i
più fedeli – non si erano
rassegnati alla sua sconfitta, per cui avevano torturato i genitori di
Neville
fino alla follia. A guidare quella spedizione era stata Bellatrix
Lestrange, il
cui volto, deformato dalla pazzia, appariva sulla copertina del Profeta.
La ragazza, con la lealtà e il forte
senso dell’amicizia che
contraddistinguevano la sua Casa d’appartenenza, non avrebbe
mai abbandonato
una persona a lei così cara: per questo motivo
improvvisamente cambiò idea e si
decise ad inseguire Neville.
Iniziò a correre il più
velocemente possibile: sapeva che i
libri le sarebbero caduti, per cui pensò di tenerli in aria
con un Incantesimo
di Levitazione. Corse e corse, a perdifiato, fino a raggiungere la sala
comune
di Grifondoro, ma si bloccò davanti al ritratto della
Signora Grassa, non
conoscendo la parola d’ordine. Si guardò intorno,
sperando di trovare qualche
appartenente a quella Casa che stava per entrare, ma le sue speranze si
vanificarono. Oltretutto, non era nemmeno sicura che Neville si fosse
diretto
nella sua sala comune. Si sedette su uno dei gradini della scala che
conduceva
al ritratto per riposarsi, era ormai quasi senza fiato. Con un piccolo
colpo di
bacchetta fece smettere di levitare i libri e iniziò a
riporli ordinatamente
nella sua borsa. Desiderava avere un bell’aspetto, ma aveva
il sospetto che i
codini disordinati e le guance arrossate dallo sforzo la facessero
sembrare una
di quelle streghe che vivevano in Svizzera e che servivano Burrobirra
in enormi
boccali. Da qualche settimana, infatti, aveva iniziato a rendersi conto
che il
sentimento che la legava al giovane Paciock non era semplice amicizia:
Hannah
aveva iniziato ad arrossire tutte le volte che lui la salutava, spesso
alle
riunioni dell’Esercito di Silente i due facevano coppia, alla
precedente uscita
a Hogsmeade lei ed Ernie avevano fatto comunella con Neville e altri
Grifondoro. Lo trovava a suo modo un ragazzo carino, non bello nel
senso
tradizionale del termine ma dotato di un certo fascino. Era coraggioso
e ostinato,
appassionato come lei di Erbologia e determinato ad opporsi alla
Umbridge con
una veemenza alquanto rara nel gruppo segreto di cui entrambi facevano
parte.
Persa nelle sue riflessioni com’era, la
ragazza non si
accorse dello scalpiccio di passi che giungeva alle sue spalle.
«Hannah, cosa stai facendo?»
domandò una voce. La bionda si
girò di scatto e rimase senza parole nel vedere proprio la
persona alla quale
stava pensando rivolgersi a lei con un tono così preoccupato.
«N-niente» balbettò
lei «v-volevo s-solo chiederti scusa.
Per essere stata brusca, prima, quando ci siamo scontrati»
aggiunse, arrossendo
violentemente.
«Quando io ti sono venuto addosso, vuoi
dire?» le disse lui,
ugualmente color porpora in viso. «Scuse accettate, anzi,
scusami tu» mormorò,
abbozzando un mezzo sorriso.
«Senti, Neville, io… volevo
dire che mi dispiace per
l’evasione di quei Mangiamorte» sussurrò
la ragazza, alzandosi in piedi ed
avvicinandosi all’amico.
«Tu lo sai, vero? Voglio dire, i tuoi
genitori te l’hanno
detto che…»
«Sì» disse la
ragazza con fermezza, e per la prima volta osò
sostenere lo sguardo di Neville «e volevo dirti che di
qualsiasi cosa tu avessi
bisogno, puoi fare affidamento su di me» continuò,
sempre coraggiosamente.
Neville avvampò, e per tutta risposta le prese il viso tra
le mani e la baciò
sulle labbra. Hannah, benché sorpresa, rispose al bacio. Con
lentezza socchiuse
le labbra e mordicchiò delicatamente il labbro inferiore del
ragazzo, il quale
ne approfittò per infilare la lingua, con molta dolcezza,
nell’apertura di
Hannah. Fu un bacio goffo e imbarazzato: era evidente che entrambi
erano alle
prime armi, infatti la lingua di Neville andò a cozzare
contro i denti di
Hannah, la quale, baciando l’amico con foga sempre
più crescente, si era
dimenticata di prendere fiato, e si trovò in dovere di
allontanare il ragazzo a
forza per non finire soffocata dall’impeto della sua passione.
Quando i due si separarono, sul volto di Neville si
era
allargato un ampio sorriso, che illuminava il suo volto come Hannah non
aveva
mai visto. Anche lei sorrideva, mentre accennava le sue scuse, sempre
con la
timidezza che la caratterizzava.
«È stato un gesto molto
dolce» accennò la ragazza. Neville
la strinse tra le sue braccia con affetto, ma in modo grossolano e
rude. Hannah
era sicura che se l’avesse abbracciata con una foga anche
lievissimamente
maggiore le avrebbe spezzato una costola.
«Hannah, tu mi piaci. Mi piaci davvero,
sin dal primo
momento in cui ti ho vista. Sei stata la prima ad essere Smistata,
avevi
un’aria terrorizzata ma eri già magnifica allora.
Poi siamo cresciuti, abbiamo
preso strade un po’ diverse, ma il tuo pensiero non ha mai
smesso di
tormentarmi. Ho sempre sperato e sognato che fossi tu la ragazza a cui
avrei
dato il mio primo bacio. Ti prego, non interrompermi… ti
lascerò dire tutto
quello che vuoi» le disse, vedendo che la bionda aveva aperto
la bocca,
nell’intenzione di dirgli qualcosa.
«È dall’inizio di
quest’anno che mi sono reso conto che tu
non solo sei la ragazza più carina del nostro anno
– e non arrossire, perché è
vero, anche se sei ancora più bella quando arrossisci -, ma
sei anche l’unica
vicino a cui mi potrei vedere in futuro. Sei coraggiosa, sei pronta ad
affrontare il futuro, saresti in grado di schierarti contro la Umbridge
a
favore di Silente, se solo ce ne fosse l’occasione. Per me
è importante aver
trovato qualcuno come te. Credevo che nessuno mi avrebbe mai capito,
credevo di
non poter mai parlare con nessuno di quello che era successo ai miei
genitori.
Insomma, non è facile sostenere il loro nome, vero?
Soprattutto quando sei un
incapace come me» continuò, parlando sempre
più velocemente, mentre le sue
guance diventavano sempre più rosse.
«Neville» affermò
lei, con aria sicura e, rispetto al suo standard,
coraggiosa ed addirittura per
certi versi spavalda «tu sei un mago straordinario, un
ragazzo capace e forte.
So che potrei sentirmi al sicuro con te. Inoltre, la professoressa
Sprite ci
dice sempre che sei il migliore del nostro anno in Erbologia. Nessuno
potrebbe
pensare che tu sia un incapace. E… piaci anche a
me.» Con queste parole la
ragazza avvampò e tornò nel suo guscio di paura e
insicurezza, appoggiando la
testa sulla spalla del moro, il quale era rimasto senza parole.
«Davvero ti piaccio?» le
sussurrò lui, basito. La ragazza
annuì, con la sua più totale sorpresa.
«Hannah, io e te insieme ce la faremo.
Harry trionferà, il
Bene vincerà sul Male, i Mangiamorte verranno sbattuti ad
Azkaban, il Ministero
getterà la chiave e li darà in pasto ai
Dissennatori. La loro anima verrà
succhiata via, così come è stata succhiata via la
mia infanzia e la nostra
adolescenza. Io e te insieme saremo felici. Se devo essere sincero lo
sono già
adesso, dato che ho capito che tu sarai al mio fianco. Pensavo che la
felicità
non esistesse, ma adesso è facile, è
tanto facile capire cosa c'è e amare
quel che c'è, ricominciare a vivere per me, con te...
ricominciare a vivere per
me. Solo ora che ci sei tu la mia vita ha un
senso.» La sua voce era
modulata, forte e chiara: nella sua dichiarazione, che aveva lasciato
Hannah
completamente spiazzata, c’era l’eco di quel
coraggio Grifondoro che aveva
sempre ammirato in lui. Per quel motivo lo lasciò continuare
a parlare,
abbandonata alla stretta delle sue braccia – che con sua
grande gioia si era
fatta meno asfissiante – e accoccolandosi al suo petto,
mentre si godeva le sue
carezze sui capelli, sulle guance e sulle spalle. Non le importava
assolutamente niente di essere su una scala, dove tutti avrebbero
potuto
vederla: chiunque l’avesse vista avrebbe potuto constatare
con i suoi occhi
cos’era l’amore vero, e dov’era disposto
a spingersi. Quell’amore puro, forte e
invincibile, che fino a mezz’ora prima aveva non credeva
potesse esistere, se
non in quelle fiabe Babbane che amava leggerle la madre quando era una
bambina.
«Tu sei il mio sole» le
mormorò lui «e io continuerò a
seguirti. Sarai la luce che illuminerà le mie giornate, il
fuoco che mi
scalderà nelle notti fredde. Sarò come un
girasole, che non farà altro che
rivolgersi verso di te.»
Hannah parve confusa. «Neville, che
cos’è un girosole?»
«Girasole, amore mio. È questo fiore qui» disse il ragazzo ridendo e facendo apparire dalla bacchetta del padre un colorato fiore giallo. «Sono dei fiori che seguono sempre il sole, da quando sorge a quando tramonta. Ma tu non tramonterai mai, finché sarò con te» aggiunse, con fare protettivo, mentre ne faceva apparire una corona e la stringeva nel secondo di una lunga, lunghissima serie di baci.
Il personaggio che mi è capitato è Neville Paciock; i partecipanti dovevano scrivere una dichiarazione d'amore ispirandosi alle frasi di una canzone, capitata a caso. Quella capitata a me è "Adesso è facile, è tanto facile capire cosa c'è e amare quel che c'è, ricominciare a vivere per me, con te... ricominciare a vivere per me." tratta dalla canzone "Adesso è facile" di Mina feat. Manuel Agnelli.
V classificata - _Calypso_, “Sunflower” [83.00/90.00]
Grammatica, sintassi, ortografia – 19/20.
- Punteggiatura: perdi 0,5. Certi periodi risultano un po’ troppo lunghi, inframmezzati come sono soltanto da virgole, e questo potrebbe costringere il lettore a correre un po’ troppo. Per il resto tutto bene.
- Avverbi: perdi 0,5. A volte tendi ad “abusare” degli avverbi: coraggiosamente, lievissimamente, goffamente, ordinatamente, improvvisamente ecc. Va bene dimostrare di conoscerli, ma usarne troppi può danneggiare la scorrevolezza della storia.
Rispetto delle regole – 10/10. È esattamente quello che avevo chiesto: una perfetta dichiarazione d’amore.
Utilizzo della citazione – 10/10. Hai fatto bene a richiedere il cambio di citazione: questa è una delle mie canzoni preferite, e in effetti offriva molti spunti. Sei stata molto brava ad inserire la citazione nel testo, facendola pronunciare a Neville in maniera assolutamente impeccabile. [cit. “Adesso è facile, è tanto facile capire cosa c’è e amare quel che c’è, ricominciare a vivere per me, con te… ricominciare a vivere per me” = ‘Adesso è facile’, Mina feat. Manuel Agnelli]
Caratterizzazione dei personaggi – 17/20.
- Neville Paciock – 9/10. Questo Neville mi è piaciuto, davvero. Ti ho tolto un punto perché forse il passaggio dalla timidezza al coraggio è troppo rapido, però ti assicuro che è un Neville davvero eccezionale.
- Hannah Abbott – 8/10. Sappiamo poco di lei, se non che, in un punto imprecisato dopo la fine della guerra, sposa Neville. Peccato che la Rowling abbia parlato poco di lei, perché mi sarebbe piaciuto saperne di più. Mi è molto piaciuto il modo in cui l’hai resa, e se ti ho tolto due punti è soltanto perché non posso valutarne appieno l’IC (e anche perché credo che sappia che cos’è un girasole). Bravissima, comunque.
Originalità della storia – 18/20. Bella, l’idea di ambientare questa bizzarra dichiarazione d’amore durante la loro esperienza scolastica, in un anno decisamente ricco di eventi. Tutta la situazione è molto ben descritta, quindi ancora complimenti.
Giudizio personale – 9/10. Neville è un personaggio molto importante all’interno della saga, anche se si viene a conoscenza della sua complessità e del suo ruolo soltanto dopo la metà della stessa. Mi piace l’idea della Rowling di metterlo in coppia con Hannah, e ribadisco che sei riuscita a rendere davvero bene questa coppia così originale.
Questa storia partecipa alla 100 prompts challenge con il prompt 50. Empatia