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Autore: _Calypso_    02/05/2011    8 recensioni
Hannah lo guardò, sorpresa, rimanendo ferma dove il ragazzo l’aveva fatta rovinare a terra. Era perfettamente consapevole del fatto che l’evasione dei seguaci di Lord Voldemort avrebbe turbato Neville, soprattutto in riferimento a ciò che era accaduto ai suoi genitori. Era stata informata di questo dalla madre, che al solo sentir nominare il cognome di Neville si era abbandonata ad un pianto disperato. “Meglio morti che come loro” aveva detto alla figlia.
[Quinta classificata al "Dille che l'ami - Perché tutto inizia da qui" contest]
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hannah Abbott, Neville Paciock
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Questa storia è stata ideata in due mesi e scritta in mezz'ora, per l'arcinota disorganizzazione della sottoscritta e per il puro gusto di inviare le storie cinque minuti prima di uscire di casa, secondo il mio fedele mos.

Ha partecipato al "Dille che l'ami - Perché tutto inizia da qui" contest indetto da Pocahontas@Effie (EffieSamadhi su EFP), classificandosi quinta. Approfitto di questo spazio per ringraziare di cuore questa ragazza, poiché è stata una giudicIA veramente rapida ed efficiente. Potete trovarla nell'elenco dei giudici sostitutivi: io ve la consiglio, assolutamente!

Il giudizio è in fondo alla storia, come sempre.

Sunflower

Il freddo attanagliava le membra di Hannah Abbott, mentre usciva dalla serra dopo la lezione che gli studenti del quinto anno di Tassorosso e Grifondoro avevano frequentato insieme. L’unico obiettivo della ragazza era raggiungere il prima possibile la Sala Comune, dove si sarebbe riscaldata davanti al camino con un buon libro, per cui procedeva a testa bassa, noncurante dei sussurri che risuonavano tra i compagni di corso. Per quel motivo cadde letteralmente dalle nuvole, rovinando a terra, quando fu colpita da una brusca spallata, assestatale per errore da Neville Paciock, che le parve distratto ed assorto come lei.

«Ehi! Guarda dove vai!» strillò Hannah, facendo leva sulle ginocchia per rialzarsi, mentre Neville, borbottando scuse, le raccoglieva i libri, finiti sul morbido prato che circondava il castello della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.

«Non… non volevo… non l’ho f-fatto apposta» mormorò il Grifondoro, rosso in viso. Ora che aveva ripreso la posizione eretta Hannah aveva visto ciò che il ragazzo teneva tra le mani e tentava goffamente di nascondere: un ritaglio della Gazzetta del Profeta, da cui campeggiava un titolo a caratteri cubitali riguardante l’evasione di alcuni Mangiamorte.

«Dai, tranquillo, non mi sono fatta niente» gli disse la ragazza con un gran sorriso, aggiustandosi la frangia che le era caduta sugli occhi. «Ci vediamo alla prossima riunione dell’ES, allora?» continuò, rivolgendosi all’amico con gran gentilezza.

«Va bene» borbottò lui, iniziando a correre il più rapidamente possibile verso l’interno del castello.

Hannah lo guardò, sorpresa, rimanendo ferma dove il ragazzo l’aveva fatta rovinare a terra. Era perfettamente consapevole del fatto che l’evasione dei seguaci di Lord Voldemort avrebbe turbato Neville, soprattutto in riferimento a ciò che era accaduto ai suoi genitori. Era stata informata di questo dalla madre, che al solo sentir nominare il cognome di Neville si era abbandonata ad un pianto disperato. “Meglio morti che come loro” aveva detto alla figlia. Hannah aveva quindi appreso che, qualche tempo dopo l’assassinio dei Potter e il trionfo del piccolo Harry sul più temibile mago oscuro del secolo, alcuni seguaci – a detta della madre, i più fedeli – non si erano rassegnati alla sua sconfitta, per cui avevano torturato i genitori di Neville fino alla follia. A guidare quella spedizione era stata Bellatrix Lestrange, il cui volto, deformato dalla pazzia, appariva sulla copertina del Profeta.

La ragazza, con la lealtà e il forte senso dell’amicizia che contraddistinguevano la sua Casa d’appartenenza, non avrebbe mai abbandonato una persona a lei così cara: per questo motivo improvvisamente cambiò idea e si decise ad inseguire Neville.

Iniziò a correre il più velocemente possibile: sapeva che i libri le sarebbero caduti, per cui pensò di tenerli in aria con un Incantesimo di Levitazione. Corse e corse, a perdifiato, fino a raggiungere la sala comune di Grifondoro, ma si bloccò davanti al ritratto della Signora Grassa, non conoscendo la parola d’ordine. Si guardò intorno, sperando di trovare qualche appartenente a quella Casa che stava per entrare, ma le sue speranze si vanificarono. Oltretutto, non era nemmeno sicura che Neville si fosse diretto nella sua sala comune. Si sedette su uno dei gradini della scala che conduceva al ritratto per riposarsi, era ormai quasi senza fiato. Con un piccolo colpo di bacchetta fece smettere di levitare i libri e iniziò a riporli ordinatamente nella sua borsa. Desiderava avere un bell’aspetto, ma aveva il sospetto che i codini disordinati e le guance arrossate dallo sforzo la facessero sembrare una di quelle streghe che vivevano in Svizzera e che servivano Burrobirra in enormi boccali. Da qualche settimana, infatti, aveva iniziato a rendersi conto che il sentimento che la legava al giovane Paciock non era semplice amicizia: Hannah aveva iniziato ad arrossire tutte le volte che lui la salutava, spesso alle riunioni dell’Esercito di Silente i due facevano coppia, alla precedente uscita a Hogsmeade lei ed Ernie avevano fatto comunella con Neville e altri Grifondoro. Lo trovava a suo modo un ragazzo carino, non bello nel senso tradizionale del termine ma dotato di un certo fascino. Era coraggioso e ostinato, appassionato come lei di Erbologia e determinato ad opporsi alla Umbridge con una veemenza alquanto rara nel gruppo segreto di cui entrambi facevano parte.

Persa nelle sue riflessioni com’era, la ragazza non si accorse dello scalpiccio di passi che giungeva alle sue spalle.

«Hannah, cosa stai facendo?» domandò una voce. La bionda si girò di scatto e rimase senza parole nel vedere proprio la persona alla quale stava pensando rivolgersi a lei con un tono così preoccupato.

«N-niente» balbettò lei «v-volevo s-solo chiederti scusa. Per essere stata brusca, prima, quando ci siamo scontrati» aggiunse, arrossendo violentemente.

«Quando io ti sono venuto addosso, vuoi dire?» le disse lui, ugualmente color porpora in viso. «Scuse accettate, anzi, scusami tu» mormorò, abbozzando un mezzo sorriso.

«Senti, Neville, io… volevo dire che mi dispiace per l’evasione di quei Mangiamorte» sussurrò la ragazza, alzandosi in piedi ed avvicinandosi all’amico.

«Tu lo sai, vero? Voglio dire, i tuoi genitori te l’hanno detto che…»

«Sì» disse la ragazza con fermezza, e per la prima volta osò sostenere lo sguardo di Neville «e volevo dirti che di qualsiasi cosa tu avessi bisogno, puoi fare affidamento su di me» continuò, sempre coraggiosamente. Neville avvampò, e per tutta risposta le prese il viso tra le mani e la baciò sulle labbra. Hannah, benché sorpresa, rispose al bacio. Con lentezza socchiuse le labbra e mordicchiò delicatamente il labbro inferiore del ragazzo, il quale ne approfittò per infilare la lingua, con molta dolcezza, nell’apertura di Hannah. Fu un bacio goffo e imbarazzato: era evidente che entrambi erano alle prime armi, infatti la lingua di Neville andò a cozzare contro i denti di Hannah, la quale, baciando l’amico con foga sempre più crescente, si era dimenticata di prendere fiato, e si trovò in dovere di allontanare il ragazzo a forza per non finire soffocata dall’impeto della sua passione.

Quando i due si separarono, sul volto di Neville si era allargato un ampio sorriso, che illuminava il suo volto come Hannah non aveva mai visto. Anche lei sorrideva, mentre accennava le sue scuse, sempre con la timidezza che la caratterizzava.

«È stato un gesto molto dolce» accennò la ragazza. Neville la strinse tra le sue braccia con affetto, ma in modo grossolano e rude. Hannah era sicura che se l’avesse abbracciata con una foga anche lievissimamente maggiore le avrebbe spezzato una costola.

«Hannah, tu mi piaci. Mi piaci davvero, sin dal primo momento in cui ti ho vista. Sei stata la prima ad essere Smistata, avevi un’aria terrorizzata ma eri già magnifica allora. Poi siamo cresciuti, abbiamo preso strade un po’ diverse, ma il tuo pensiero non ha mai smesso di tormentarmi. Ho sempre sperato e sognato che fossi tu la ragazza a cui avrei dato il mio primo bacio. Ti prego, non interrompermi… ti lascerò dire tutto quello che vuoi» le disse, vedendo che la bionda aveva aperto la bocca, nell’intenzione di dirgli qualcosa.

«È dall’inizio di quest’anno che mi sono reso conto che tu non solo sei la ragazza più carina del nostro anno – e non arrossire, perché è vero, anche se sei ancora più bella quando arrossisci -, ma sei anche l’unica vicino a cui mi potrei vedere in futuro. Sei coraggiosa, sei pronta ad affrontare il futuro, saresti in grado di schierarti contro la Umbridge a favore di Silente, se solo ce ne fosse l’occasione. Per me è importante aver trovato qualcuno come te. Credevo che nessuno mi avrebbe mai capito, credevo di non poter mai parlare con nessuno di quello che era successo ai miei genitori. Insomma, non è facile sostenere il loro nome, vero? Soprattutto quando sei un incapace come me» continuò, parlando sempre più velocemente, mentre le sue guance diventavano sempre più rosse.

«Neville» affermò lei, con aria sicura e, rispetto al suo standard, coraggiosa ed addirittura per certi versi spavalda «tu sei un mago straordinario, un ragazzo capace e forte. So che potrei sentirmi al sicuro con te. Inoltre, la professoressa Sprite ci dice sempre che sei il migliore del nostro anno in Erbologia. Nessuno potrebbe pensare che tu sia un incapace. E… piaci anche a me.» Con queste parole la ragazza avvampò e tornò nel suo guscio di paura e insicurezza, appoggiando la testa sulla spalla del moro, il quale era rimasto senza parole.

«Davvero ti piaccio?» le sussurrò lui, basito. La ragazza annuì, con la sua più totale sorpresa.

«Hannah, io e te insieme ce la faremo. Harry trionferà, il Bene vincerà sul Male, i Mangiamorte verranno sbattuti ad Azkaban, il Ministero getterà la chiave e li darà in pasto ai Dissennatori. La loro anima verrà succhiata via, così come è stata succhiata via la mia infanzia e la nostra adolescenza. Io e te insieme saremo felici. Se devo essere sincero lo sono già adesso, dato che ho capito che tu sarai al mio fianco. Pensavo che la felicità non esistesse, ma adesso è facile, è tanto facile capire cosa c'è e amare quel che c'è, ricominciare a vivere per me, con te... ricominciare a vivere per me. Solo ora che ci sei tu la mia vita ha un senso.» La sua voce era modulata, forte e chiara: nella sua dichiarazione, che aveva lasciato Hannah completamente spiazzata, c’era l’eco di quel coraggio Grifondoro che aveva sempre ammirato in lui. Per quel motivo lo lasciò continuare a parlare, abbandonata alla stretta delle sue braccia – che con sua grande gioia si era fatta meno asfissiante – e accoccolandosi al suo petto, mentre si godeva le sue carezze sui capelli, sulle guance e sulle spalle. Non le importava assolutamente niente di essere su una scala, dove tutti avrebbero potuto vederla: chiunque l’avesse vista avrebbe potuto constatare con i suoi occhi cos’era l’amore vero, e dov’era disposto a spingersi. Quell’amore puro, forte e invincibile, che fino a mezz’ora prima aveva non credeva potesse esistere, se non in quelle fiabe Babbane che amava leggerle la madre quando era una bambina.

«Tu sei il mio sole» le mormorò lui «e io continuerò a seguirti. Sarai la luce che illuminerà le mie giornate, il fuoco che mi scalderà nelle notti fredde. Sarò come un girasole, che non farà altro che rivolgersi verso di te.»

Hannah parve confusa. «Neville, che cos’è un girosole

«Girasole, amore mio. È questo fiore qui» disse il ragazzo ridendo e facendo apparire dalla bacchetta del padre un colorato fiore giallo. «Sono dei fiori che seguono sempre il sole, da quando sorge a quando tramonta. Ma tu non tramonterai mai, finché sarò con te» aggiunse, con fare protettivo, mentre ne faceva apparire una corona e la stringeva nel secondo di una lunga, lunghissima serie di baci.

Il personaggio che mi è capitato è Neville Paciock; i partecipanti dovevano scrivere una dichiarazione d'amore ispirandosi alle frasi di una canzone, capitata a caso. Quella capitata a me è "Adesso è facile, è tanto facile capire cosa c'è e amare quel che c'è, ricominciare a vivere per me, con te... ricominciare a vivere per me."  tratta dalla canzone "Adesso è facile" di  Mina feat. Manuel Agnelli.

V classificata - _Calypso_, “Sunflower” [83.00/90.00]

Grammatica, sintassi, ortografia – 19/20.

-          Punteggiatura: perdi 0,5. Certi periodi risultano un po’ troppo lunghi, inframmezzati come sono soltanto da virgole, e questo potrebbe costringere il lettore a correre un po’ troppo. Per il resto tutto bene.

-          Avverbi: perdi 0,5. A volte tendi ad “abusare” degli avverbi: coraggiosamente, lievissimamente, goffamente, ordinatamente, improvvisamente ecc. Va bene dimostrare di conoscerli, ma usarne troppi può danneggiare la scorrevolezza della storia.

Rispetto delle regole – 10/10. È esattamente quello che avevo chiesto: una perfetta dichiarazione d’amore.

Utilizzo della citazione – 10/10. Hai fatto bene a richiedere il cambio di citazione: questa è una delle mie canzoni preferite, e in effetti offriva molti spunti. Sei stata molto brava ad inserire la citazione nel testo, facendola pronunciare a Neville in maniera assolutamente impeccabile. [cit. “Adesso è facile, è tanto facile capire cosa c’è e amare quel che c’è, ricominciare a vivere per me, con te… ricominciare a vivere per me” = ‘Adesso è facile’, Mina feat. Manuel Agnelli]

Caratterizzazione dei personaggi – 17/20.

-          Neville Paciock – 9/10. Questo Neville mi è piaciuto, davvero. Ti ho tolto un punto perché forse il passaggio dalla timidezza al coraggio è troppo rapido, però ti assicuro che è un Neville davvero eccezionale.

-          Hannah Abbott – 8/10. Sappiamo poco di lei, se non che, in un punto imprecisato dopo la fine della guerra, sposa Neville. Peccato che la Rowling abbia parlato poco di lei, perché mi sarebbe piaciuto saperne di più. Mi è molto piaciuto il modo in cui l’hai resa, e se ti ho tolto due punti è soltanto perché non posso valutarne appieno l’IC (e anche perché credo che sappia che cos’è un girasole). Bravissima, comunque.

Originalità della storia – 18/20. Bella, l’idea di ambientare questa bizzarra dichiarazione d’amore durante la loro esperienza scolastica, in un anno decisamente ricco di eventi. Tutta la situazione è molto ben descritta, quindi ancora complimenti.

Giudizio personale – 9/10. Neville è un personaggio molto importante all’interno della saga, anche se si viene a conoscenza della sua complessità e del suo ruolo soltanto dopo la metà della stessa. Mi piace l’idea della Rowling di metterlo in coppia con Hannah, e ribadisco che sei riuscita a rendere davvero bene questa coppia così originale.

Questa storia partecipa alla 100 prompts challenge con il prompt 50. Empatia

The One Hundred Prompt Project

   
 
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