E se...?
“Dicono che
l’amore è vita, io per amore sto morendo.”
Jim Morrison
§
Avete mai avuto l’impressione di aver fatto il sogno più bello della vostra
vita?
Rimpiangete ancora quella dannata sveglia che l’ha interrotto. La guardate con
odio, avrebbe potuto suonare un minuto dopo, come anche un’eternità più tardi.
Aprite gli occhi e li richiudete subito, consci del fatto che non riprenderete
il sogno là dove è stato interrotto. Non lo rifarete più e il solo pensiero vi fa
male. Vi terrorizza.
Vi sentite quasi in colpa perché una parte di voi sperava che fosse qualcosa di
più. Si può vivere di fantasie? C’è chi vive in mondi incantati, incurante che
fuori dalla finestra la realtà è completamente diversa. Li si può forse
biasimare? Si può pensare di vivere un sogno? Sarebbe assurdo, ma quella
mattina era il mio più grande desiderio.
Avevo ancora l’amaro in bocca, mentre cercavo di ricordare ogni frammento di
esso, per poterlo rivivere a occhi aperti. Sarei rimasta volentieri tra quelle
lenzuola per continuare a pensare a ciò che avevo vissuto.
Vissuto: il termine meno adatto. Forse, prima di quel sogno non l'avevo
veramente fatto.
Mi aveva aperto gli occhi inducendomi a chiedere se avessi preso le decisioni
giuste. E se la mia concezione di giusto fosse sbagliata? Insomma, come posso
essere sicura di me stessa e delle mie azioni, quando basta un sogno a mettermi
in crisi?
Mi alzai da quel letto, spinta da una nuova forza, perché dovevo provare.
Provare che non avevo torto.
Hermione Jean Granger non
sbaglia mai, erano i suoi sogni a farlo.
Di certo, avevo mangiato troppo o forse avevo pensato a lui prima di
addormentarmi.
Lui. Non riuscivo neanche a pronunciare il suo nome senza pensare a come
sarebbe stata la mia vita se avessi fatto quel sogno prima.
Temevo che una volta espresso i miei pensieri ad alta voce, tutto il mio
castello di carta sarebbe crollato.
Mi sarei presa a schiaffi, me li meritavo tutti. Dopotutto un po’ di coraggio
non mi avrebbe fatto male. Erano passati tanti anni dalle mie avventure. Io, Ron e lui.
Dalla fine della guerra, tutto era stato più bello, più dannatamente semplice.
Niente Anatemi che ti inseguono, niente complotti. Niente. Io con Ron.
Lui con Ginny.
E se…?
Sono solo una stupida che insegue i suoi momenti di gloria, come una ragazzina
ho sfogliato quelle pagine del nostro album fino a consumarlo.
Vorrei rivivere quei momenti. Vorrei viverli ancora una volta con te.
Prendere decisioni diverse, ricominciare tutto dall’inizio e vedere se mi avrebbero
portato da te. Come una calamita, sarei entrata nel tuo scompartimento. Avremmo
riso, pianto e urlato insieme.
E se…?
Piango. Mi rimane solo questo.
Il tempo e la morte si sono portati via tutto, come un uragano hanno distrutto
la mia casa.
Sono una miserabile senza tetto che cerca di vivere, inciampando nei propri
errori.
Avanzo verso di te, pochi passi ci tengono lontani e li percorro lentamente.
Ho paura. Non riesco a smettere di piangere e di tremare. Non ci riesco.
Mi dispiace, ti avevo promesso di essere forte. Non posso.
Sono arrivata e mi guardi da una foto. Il tuo sorriso non è come lo ricordavo,
come in quel sogno. Lì era vero. Come socchiudevi gli occhi, illuminati
da una luce maliziosa, e il suono della tua risata argentina.
Quegli smeraldi che si posavano su di me marchiandomi per la loro intensità,
mentre distrattamente allungavi una mano per spostare un mio ricciolo.
Un gesto innocente come te.
Riesco a sentire il tocco delle tue dita sul mio viso, mi basta chiudere gli
occhi.
Continuerò a sognare.
Se la realtà è vedere te sepolto sotto metri di terra.
Continuerò a vivere nel tuo ricordo.
Se è l’unico modo per vederti.
Continuerò a pensare che tornerai da me.
Me l’hai promesso stanotte.
Aspetterò.