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Autore: WhiteRaven_sSR    02/05/2011    2 recensioni
Cosa succederbbe se per una volta anche l'organizzazione XIII decidesse di prendersi un giorno di ferie? E se a disturbarli si mettessero anche pirati, fatine e indiani?
Lo scoprirete solo leggendo...
Genere: Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Organizzazione XIII
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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capitolo2 Lo Sfidante del Destino stava tranquillamente passeggiando lungo la bianca spiaggia, godendosi il sole pomeridiano.
Si era diretto alla sua sinistra, senza una meta precisa, osservando il paesaggio circostante: un mare azzurro e calmo, con qualche onda in lontananza, creata da una nave poco distante che, non sapeva per quale motivo, sembrava muoversi sul posto in continuazione; le palme a pochi metri da dove lui si trovava, incurvate ed immobili, senza un filo di vento che le smuovesse; e poi quelle voci, in lontananza…voci?
Sentì che poco distanti riecheggiavano delle voci, rimbombando come chiuse in uno spazio limitato ma cavo, quasi come l’eco in montagna, ed era curioso di scoprire di chi si trattasse.
Così, senza fermarsi, proseguì in direzione dell’eco, tuttavia senza perdere il suo passo calmo e pacato.
Poco dopo sentì uno strano rumore sommesso, probabilmente attutito da tutta quella sabbia e fece appena in tempo a girarsi che si ritrovò a pochi centimetri dal viso di Saix.
“Luxord, ti è caduto questo mentre ti allontanavi” disse, porgendogli il cellulare con cui aveva telefonato fino a poco prima.
Il numero dieci pensò che quel ragazzo era inquietante, ma cercò di essere il più naturale possibile.
“Ah, grazie, mi stavo giusto chiedendo perché non fosse ancora suonato”
Luxord controllò le chiamate perse e constatò che erano davvero tante…
*suoneria in sottofondo*
Lo Sfidante del Destino rispose alla chiamata: “Pronto? Ah, ciao…”e nel frattempo Il Mago che Danza sulla Luna si osservò attorno, aspettando che il compagno finisse di chiacchierare con quella che probabilmente, era una sua ammiratrice.
Poi, come il numero dieci poco prima, udì una specie di eco in lontananza e senza proferir parola si avviò nella direzione da cui proveniva.
“Ehm, ti richiamo, ok?” concluse la sua telefonata Luxord, correndo dietro al numero sette.
Lo raggiunse in un minuto: “Ehi Saix, le hai sentite anche tu quelle voci?”
“Quali voci?”
Nuovamente riecheggiarono nell’aria.
“Queste voci” incalzò Luxord.
Ci fu una pausa in cui nessuno dei due disse nulla.
Poi Saix riprese: “No, non le sento”
“E allora dove stai andando?”
Nuovamente ci fu una pausa di silenzio tra i due, nonostante i rumori in sottofondo ci fossero ancora. Questa volta si udì anche un canto.
“Hai sentito?” chiese Saix
“Cosa?”
“Le voci”
Il numero dieci doveva ammetterlo, quando Saix ci si metteva, era davvero ritardato. Non capiva tuttavia se non lo facesse apposta o se fosse tutta una copertura per mascherare la sua vera intelligenza.
E sinceramente, nemmeno gli importava.
Così entrambi i membri finalmente si diressero verso i rumori che avevano sentito e non gli ci volle molto a raggiungere un’altura che dava sul mare. Sembrava una di quelle enormi scogliere a forma di mezzaluna, con tanti piccoli isolotti e sassi che sbucavano dall’acqua, nelle immediate vicinanze.
Tirava un vento fastidioso, così i due decisero che avrebbero fatto il giro, cercando un sentiero con il quale sarebbero potuti scendere fino a raggiungere l’acqua marina.
Ed in effetti, a pochi metri di distanza, c’era una stradina piuttosto intricata che costeggiando la scogliera, arrivava fino ad una minuscola spiaggia, lunga giusto qualche metro appena.
I due ragazzi allora si avviarono per la stradina, togliendo le ciabattine per evitare di scivolare, e facendo attenzione a dove mettevano i piedi, cominciarono a scendere.
E fu solo una volta giunti a metà che Saix, con la sua sbadataggine, mise un piede su una cosa molto simile ad un sasso, che tuttavia lo punse con una delle sue chele…
“Stupidi granchi!” si mise a gridare, perdendo l’equilibrio e rischiando di cadere.
Tuttavia, fortunatamente, si aggrappò giusto in tempo al costume di Luxord, il quale a sua volta scivolò ed entrambi si ritrovarono aggrappati, chi alla roccia, come il biondo, chi a qualcos’altro, lasciando il compagno quasi denudato…
“Maledizione Saix, staccati!” gridò il numero dieci, tenendosi con una mano alla parete di roccia e con l’altra il costume, per evitare di rimanere completamente senza.
“Ma poi cado” piagnucolò l’altro.
Il Mago che Danza sulla Luna sembrava ben deciso a non mollare la presa e sarebbe rimasto attaccato li se non fosse stato per un leggero scricchiolio della stoffa…così il costume si lacerò sui lati e prima che si rompesse del tutto, la mano di Luxord scivolò dalla roccia, facendo finire entrambi i ragazzi su, o meglio, dentro una collina di sabbia, che gli attutì la caduta.
Riemersero dalla sabbia dopo qualche secondo, sputacchiando granelli ovunque Luxord che imprecava più che mai e Saix che si guardava attorno come se nulla fosse.
Saix non aveva sentito tutto il discorso, ma aveva afferrato un“…tu, maledetto…ammazzo…correre”, ma non lasciò che il compagno terminasse la frase: “Guarda, un pesce!” esclamò indicando un punto nell’aria.
“Cosa vuoi che me ne freghi dei tuoi pesci, sce…” si bloccò all’istante.
Girando la testa nella direzione indicata dal numero sette, il biondo aveva scorto uno scoglio piatto sulla quale era sdraiata una bellissima fanciulla addormentata, dai lunghi capelli biondi fin sotto alla schiena, quasi all’altezza del…della coda?
Luxord si stropicciò gli occhi.
Tuttavia l’immagine non cambiò di una virgola e ragionando, concluse che quella doveva essere una sirena.
Con suo enorme stupore, Saix era già partito in direzione della ragazza e non appena l’ebbe raggiunta, la salutò: “Mi ricordi tanto un pesce”
La sirena, svegliatasi di soprassalto, inizialmente fu spaventata, poi quando realizzò che i due individui vicino a lei erano due ragazzi, fece un sorriso, stupendo agli occhi dei due, ma sarcastico in realtà.
“Saix, non molestare la signora” intervenne Luxord avvicinandosi e cercando di spostare il compagno, che si stava già leccando i baffi.
Prese dolcemente la mano della giovane e baciandole il dorso, si presentò: “Salve, dolcezza, può farti compagnia il forte Luxord?”
La ragazza facendo finta di imbarazzarsi, con enorme stupore dei due, iniziò a cantare, con una voce melodiosa, angelica.
In pochi minuti, altre quattro sirene uscirono dall’acqua, qualcuna mora, qualcuna rossa ed imitando la compagna, cantarono come fossero un coro, mentre si avvicinavano sempre di più ai due.
Li fecero stendere assieme a loro sulla roccia piatta, iniziando a coccolarli come due bambini, facendoli rilassare a tal punto che si sentivano come in paradiso.
La parlantina di Luxord tuttavia non si smorzò: “Oh, ragazze, come siete brave, a Luxord ricordate tanto una sua amica che cantava in quel locale…”
E nel frattempo nemmeno Saix si era distratto dal suo “obiettivo”: “Pesce…”
Era tutto così rilassante, infinitamente piacevole e sembrava fosse una situazione che sarebbe potuta durare all’infinito…ma evidentemente il cellulare di Luxord non la pensava così, poiché iniziò a squillare freneticamente.
In meno di dieci secondi si scatenò l’inferno: le sirene iniziarono a tapparsi le orecchie e ad urlare, saltando nell’acqua per il fastidio. La loro quiete era stata turbata ed il loro influsso ammaliante non aveva funzionato.
“Pronto?” rispose Luxord incurante del fatto che, dietro di lui, le sirene parevano decisamente infuriate…
   
 
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