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Autore: _Joey_    02/05/2011    0 recensioni
I ricordi sono come dei vecchi indumenti: se non li vuoi buttare, li metti via, nei cassetti più alti del tuo armadio, e ti dimentichi di averli, fino a quando qualcosa, qualsiasi cosa, ti fa tornare in mente quando li hai indossati, un particolare giorno, un particolare evento, e allora li ripeschi e magari te li provi anche, come un tuffo nel passato. * Gemma torna a Londra dopo tempo e deve confrontarsi con la realtà che a volte cambia e che, a volte, rimane incredibilmente simile a quella che avevamo lasciato.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Undici – Home is where the heart is, where we belong.

Era una normalissima mattina di fine luglio in una Londra un pò meno grigia del solito. A dire il vero, quella mattina fu normale solo in principio, iniziò a non esserlo più quando Doug e Tom si presentarono a casa di Haley, cercando Gemma, e trovandola, ancora un pò assonnata, seduta in cucina e intenta a leggere, sullo schermo del suo MacBook, un'e-mail che qualcuno le aveva mandato da New York.
"Che leggi?"
Domandò subito Dougie, curioso, dopo che entrambi i ragazzi l'ebbero salutata.
"Cose di lavoro, appunti che mi hanno mandato per due feste che dovrò iniziare ad organizzare non appena torno al di là dell'oceano."
Il tono di voce di Gemma si fece sarcastico alla fine della frase. C'era così tanto da dire, e così poca voglia di dirlo.
"Era proprio di questo che volevamo parlarti."
Iniziò a dire Tom, serio. Vedendoli insieme, se l'era aspettata, Gemma, un'imboscata nella quale si sarebbe trovata a dover dare spiegazioni, o a trarre conclusioni.
"Di una festa per un dopo-sfilata?"
Ironizzò, lei. Entrambi i ragazzi sorrisero.
"No. Di New York, e di Danny."
Spiegò Tom. In realtà Gemma sapeva già di cosa erano andati a parlarle Fletcher e Poynter, e si stava domandando perché Harry non fosse con loro, generalmente c'era lui dietro queste mosse, era lui a voler tenere sotto controllo tutto, in senso buono, ovviamente.
"Sappiamo che è una cosa seria tra te e lui, ma il tuo lavoro è al di là dell'oceano, come hai detto tu. Sarà complicato mantenere il rapporto..."
"...così come potrebbe essere complicato tornare a lavorare a Londra."
Per un momento a Gemma venne da sorridere: i ragazzi non stavano facendo quel discorso solo per Danny, per paura che lui stesse male come la prima volta che si erano lasciati, se non peggio, quel discorso era per Gemma stessa, che si stava accorgendo di quanto tutto quel preoccuparsi per lei le fosse incredibilmente mancato. Quando vivi in una nuova città, una città come New York, in cui a molti interessa semplicemente di se stessi, dimentichi com'è avere al tuo fianco qualcuno che ti conosce meglio di quanto ti conosci tu, qualcuno a cui interessa davvero di te, e che farebbe praticamente di tutto per non vederti star male.
"Il rapporto non lo manterremo a distanza, so che è una cosa complicata, e non ho intenzione di provarci, e credo che Dan concordi su questo."
Iniziò a rispondere Gemma, sorridendo.
"Trasferirsi non dovrebbe essere così difficile...dopotutto, ho iniziato a lavorare qui, quindi basterà parlare con l'agenzia e chiedere un normale trasferimento. E' ovvio, prima dovrò tornare a New York per sistemare questi ultimi party, per regolare le carte e i documenti, ma è quasi routine."
La spiegazione della ragazza sembrava non fare alcuna grinza, o piega, sembrava la cosa più naturale, come se non ci fosse neppure da chiedere.
"Ma tu e Dan ne avete parlato, di questa cosa, in generale?"
"No, Doug, non ne abbiamo avuto il tempo. Considera che siamo andati avanti con la consapevolezza che tutto dipendeva da come avrebbe reagito Josh."
Dougie annuì, ed in pochi istanti i tre concordarono tacitamente che era meglio cambiare discorso. Parlarono delle registrazioni, dei McFly che credevano di avere tra le mani alcuni dei migliori pezzi mai scritti, parlarono di Antony che aveva detto a Tyler di stare con Haley per fargli capire che non aveva opportunità, risero di altri pettegolezzi che erano giunti alle loro orecchie, poi decisero di andare a pranzare insieme. Avevano appena pagato il conto del ristorante quando l'iPhone di Gemma squillò, rivelando sul display il nome di Danny.
"Puoi raggiungermi in Tanner Street? E' una traversa fra Tower Bridge Road e Bermondsey Street."
Domandò il ragazzo, con un tono di voce piuttosto entusiasta, subito dopo averla salutata.
"Penso di si, sono con Tom e Dougie, gli chiedo un passaggio."
Rispose Gemma, non troppo convinta da quella richiesta. Che lei sapesse non c'era nulla di particolare a Tanner Street, era un paio di isolati lontana da casa di Tom, ma non ci abitava nessuno che lei conoscesse, in quella via.
"Ok, ti aspetto lì!"
Non le diede neppure il tempo di replicare, che chiuse la chiamata. Se lo immaginava, in quel momento, con quel suo sorriso stampato in volto, era lo stesso sorriso che increspava le sue, di labbra: era un sorriso che sapeva di felicità, non di semplice allegria o buonumore, felicità.
"Dov'è che ti dobbiamo dare un passaggio?"
Chiese subito Tom, indossando gli occhiali da sole, dato che i tre ragazzi erano appena usciti dal locale.
"Tanner Street, fra Tower Bridge Road e..."
"Oh, so dov'è, non preoccuparti, è vicino casa!"
"Ci abita qualcuno, lì?"
Gemma approfittò per chiedere agli amici qualche informazione, troppo curiosa come sempre.
"Non che io sappia."
Le rispose Doug, mentre Tom faceva spallucce, lasciandole intendere la stessa cosa. Il tempo che occorse per raggiungere la meta fu minore di quanto si aspettassero, in poco tempo si trovarono nella via indicatagli da Danny. Gemma scese dalla macchina di Tom, mentre i due ragazzi salutavano l'amico dai finestrini, e sfrecciavano via per poi scomparire dietro un incrocio.
"Allora, che ci facciamo qui?"
Domandò Gemma, mentre Dan le metteva un braccio intorno alle spalle, guidandola all'interno di uno dei palazzi della via.
"C'è una cosa che devi vedere."
Le rispose, facendo scontrare per un attimo il suo sguardo con quello di Em.
Entrarono in un condominio di costruzione evidentemente recente, parlando del più e del meno, mentre Gemma osservava attentamente tutto intorno a lei: i muri erano di mattoni grigi sia all'esterno che all'interno, in netto contrasto con gli infissi d'acciaio, modernissimi; entrarono nell'ascensore, a vetri, e salirono all'ultimo piano, il sesto, poi Danny aprì la porta dell'unico appartamento in quel piano, facendo entrare Gemma per prima, e poi chiudendosi la porta alle spalle. Il pavimento era di parquet, in noce, i muri ancora di mattoni grigi, e le finestre ampie lasciavano entrare moltissima luce nel loft, ancora vuoto.
Gemma stava ancora inquadrando il tutto, quando Dan si spostò davanti a lei, la guardò, sorridendole appena, incapace di decidere se fosse quello il momento adatto. Poi decise di buttarsi, come sempre, com'era da lui.
"Vieni a vivere qui con me."
Le disse, senza riuscire a trattenere un sorriso entusiasta. Gemma fece un respiro profondo, non si aspettava di certo quel genere di sorpresa.
"Da quando è partito Josh sei sempre stata da me, e lì c'è anche Antony, quindi non è proprio il massimo. Io stavo pensando già da un pò ad un appartamento mio, quindi ho colto l'occasione, questo mi piaceva e l'ho comprato. Ma se ci fossi anche tu con me sarebbe molto meglio."
Continuò a dire il ragazzo, avvicinando Gemma a sé, piano, mettendole le mani sui fianchi.
"Ho ancora delle faccende da sbrigare a New York per il lavoro, perché ho intenzione di chiedere il trasferimento qui, nella filiale dell'agenzia di Londra. Questo significa che starò via almeno per un mese. Se l'offerta sarà ancora valida, mi piacerebbe venire a vivere qui con te."
Concluse la ragazza, lasciando che le sue labbra incontrassero quelle di Dan in un nuovo bacio.
"Siamo finiti di nuovo così dopo tre anni, Em, pensi davvero che dopo un mese l'offerta non sarebbe ancora valida?"
Mormorò Daniel sulle labbra di Gemma, sorridendo appena, per poi baciarla di nuovo.
Ecco che era arrivato, quel nuovo inizio, ecco che finalmente stavano facendo qualcosa di quel 'noi', ecco che, contro ogni previsione, la vacanza di Gemma a Londra, era diventata un nuovo progetto per entrambi, qualcosa che non aveva davvero nessuna scadenza, la dimostrazione che, con una seconda occasione, c'è rimedio anche allo sbaglio più grande.
  
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