# 3 – The first meeting
Dopo
un’estenuante riunione di due ore con Benton e Johns, ora
finalmente respiro un
po’ di aria fresca.
Sono all’entrata del Metropolitan Police Service, in piedi
sugli scalini, che riesamino i fascicoli. Mi viene da ridere.
Non so ancora
come, ma sono stato assegnato al caso. Io, in prima persona, come una
volta,
come a Washington!
Sarò il difensore ufficiale di Pierce e finalmente
entrerò
di nuovo in un’aula di tribunale. Non ho capito bene come
è successo ma, a
quanto pare, i miei ufficiali hanno avuto dei problemi a collaborare
con
l’agente Booth e
Hanno
“Da
ambo le parti, ovviamente, signore” preciso io.
Il
SecNav mi fulmina con lo sguardo. Mi fissa, ci pensa un po’
su e poi esclama:
“Da
Washington mi sono state dette meraviglie su di lei, Capitano. Me ne
dia una
prova!” esclama con aria di sfida camminando verso di me.
Sono
perplesso, ho capito bene?
“Si
occupi lei, di Pierce! Quale miglior difesa del capo del Jag,
no?”
Si,
ho capito proprio bene, porca miseria. Cioè, da un lato non
sto nella pelle di
tornare alle mie amate indagini sul campo e alle battaglie in
tribunale.
Ma
dall’altro.. guardo Benton e Johns con la coda
dell’occhio. Ho appena soffiato
il caso a due miei ufficiali? Tecnicamente mi è stato
affidato, ma non credo
che loro la vedranno così.
“Signore,
non ne vedo il motivo, sono sicuro che i miei uomini riusciranno a
trovare il
modo di collab…” ma niente, non mi ascolta proprio.
“Ormai
ho deciso!” dice fermo “Andare d’accordo
con gli sbirri, americani o inglesi
che siano, è fondamentale. E di sicuro lei ha più
esperienza in questo!” si
pulisce gli occhiali con un fazzoletto di tela. “Comunichi il
cambiamento al
Comandante Burke e mi tenga aggiornato!” inforca gli occhiali
e se ne va
sbattendo la porta, impedendomi così di replicare nuovamente.
Guardo
i miei ufficiali, sono visibilmente sorpresi. Credo che sia la prima
volta che
accade una cosa del genere qui da loro. A Washington capitava di
continuo.
“Mi
dispiace molto, so che stavate facendo un ottimo lavoro”
dico, sentendo il
bisogno di scusarmi per il modo in cui sono appena stati trattati.
Johns
mi sorprende. Li credevo quantomeno seccati e invece sorridono.
Il
mio sguardo si fa interrogativo.
“Sono
anni che il SecNav ci tratta come burattini” mi spiega,
Benton interviene “Il
comandante che l’ha preceduta non ha mai osato contraddirlo,
lei è il primo in
tanti anni!” dice sollevato. Che fosse ora che qualcuno
gliele cantasse?
Dalle
facce stupite che avevano, di sicuro, non si aspettavano che fossi
proprio io a
farlo, visto che non metto in riga neppure il mio stuff, quando mi
parla alle
spalle.
Sorrido
anche io e ribadisco “Comunque mi dispiace davvero, se non
sbaglio però potete
tornare al caso Thorp, a cui stavate lavorando prima di
Pierce” esclamo
tornando nel mio ruolo di Capitano.
“Potete
andare” dico mentre mi accingo a cercare il bigliettino da
visita di Burke.
Johns
esce, sulla porta Benton invece si volta e mi dice
“Signore…” gli faccio segno
di parlare “Volevo solo avvertirla di una cosa” si
interrompe un attimo, poi
prosegue “La dottoressa Brennan è un
po’…strana” Ma questa
poi. Che vuol
dire strana?
“Capirà,
Signore” e poi esce.
E così mi ritrovo
fuori dal Met ad attendere
l’agente Booth e
Della
gente passeggia serena, è una bella giornata nonostante
l’aria molto fresca.
Una coppia cammina nella mia direzione. Lui ha un completo nero con una
camicia
bianca e una cravatta con dei disegnini buffi, che ancora non
distinguo; sta
disperatamente cercando di attirare l’attenzione della donna
accanto a lui. Ma
lei è al telefono e non lo tiene minimamente in
considerazione. Anzi con una
mano cerca di evitare che le strappi il cellulare
dall’orecchio.
“Dille
che non è stata colpa mia” lo sento gridare alla
donna, mentre cammina
spazientito con le mani appoggiate ai fianchi
Si
fermano a pochi passi da me e la donna risponde “Angela,
Booth vuole che tu
sappia che non è stato lui a far scappare i due ufficiali
del Jag”
“Esatto
e dille anche..naa dammi qua” prendendole il telefono di mano
“Per
prima cosa, in questo paese non posso muovermi liberamente, secondo
è la prima
volta che lavoro con il Jag…” camminando avanti e
in dietro, tiene la mano
libera aggrappata per il pollice al passante dei suoi pantaloni.
C’è scritto Cocky
su quella cintura? ora che ci penso ho sentito bene? La donna
l’ha chiamato
Booth…
Lei,
neanche mi leggesse nella mente si volta verso di me e mi fissa. Guarda
la
divisa. Si volta di scatto verso il partner e con l’indice
comincia a
tamburellargli la spalla per chiamarlo.
“…e
terzo, quei due sono stati molto maleducati! Ehi che
fai…” lei si riprende il
telefono, sussurra qualcosa a bassa voce all’interlocutore di
là
dell’apparecchio e se lo mette in tasca.
“Mille
grazie Bones, stavo parlando!” le dice allargando le braccia.
Lei distoglie gli
occhi da lui per guardare me, un paio di scalini più su.
L’uomo
segue il suo sguardo e si volta dalla mia parte.
Non appena mi vede e capisce chi sono, si irrigidisce. Si guardano un’altra volta e poi mi raggiungono.
Angolo dell'autrice:
ebbene
sì, pubblico anche questo capitolo..mi sono detta che
è meglio accelerare un pò la cosa!!! XD
buona lettura a tutti, recensite se vi va, mi farebbe molto piacere!!
grazie mille,
baci
Ivi87