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Autore: MinervaPiton    03/05/2011    1 recensioni
Lillie è sempre stata una ragazza solare che accettavasempre ciè che la vita le offriva ma un giorno una telefonata le ha cambiato al vita. Cosa ne avrebbe pensato il suo ragazzo? cosa avrebbe dovuto fare?
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ormai erano mesi che stavano insieme, avrebbe dovuto condividere tutto con lui, eppure ancora non ci riusciva. Il sentimento che provava per lui era profondo e con il tempo si era radicato dentro di lei.
Si erano conosciuti per caso in un momento in cui la ragazza si sentiva sola e senza amici e da li era nato tutto, anche la loro amicizia che poi si era addirittura trasformata in amore e dopo tutte avversità che avevano superato restando comunque uniti lei non riusciva ancora a confessargli quella cosa, quella piccola, grande cosa che la stava uccidendo dentro.
“Manca poco ormai e io sono così codarda che non riesco nemmeno a dirglielo” continuava a pensare la ragazza e intanto i giorni passavano e ogni volta che i due si vedevano ei faceva come se niente fosse, come se nulla stesse per cambiare.
Il fatidico giorno arrivò in fretta e lei non era ancora riuscita a dirgli quanto lo amasse e quando gli dispiacesse ma ogni volta che stava per farlo riusciva a trovare una scusa da raccontare a se stessa. Il giorno prima era riuscita a convincersi che il suo ragazzo non era abbastanza forte per riuscire ad affrontare quella notizia, lui il bellissimo e popolarissimo Tyler Austin, il fantastico quarterback della squadra di football.
“O oggi o mai più” si disse Lizzie quella mattina appena si fu alzata. Con quei pensieri che le frullavano nella mente la ragazza prese il cellulare e appena premette il tasto chiamata appena raggiunse la voce ‘amore’ nella sua rubrica.
Il telefono squillò un paio di volte dopo di che una voce assonnata rispose dall’altro capo della cornetta.
‹‹ Ciao amore, come stai??? ›› chiese il ragazzo tra uno sbadiglio e l’altro.
‹‹ Bene, grazie… Ho bisogno di parlarti possiamo vederci al parco tra una mezzoretta è importante ›› disse la ragazza. Sapeva che non poteva girarci intorno aveva aspettato troppo tempo per dargli quella notizia e ora doveva farlo, doveva farlo per lei ma soprattutto per lui, non meritava di soffrire così a causa sua.
‹‹ Ma stai bene? Cosa ti succede ti sento preoccupata… ››
‹‹ Sto bene, per favore fai in fretta ti aspetto lì ›› e così dicendo la ragazza riagganciò il telefono.
Dici minuti dopo si stava dirigendo verso il parco con un’insolita lentezza. Quando arrivò dieci minuti dopo scoprì che il suo ragazzo era già li che l’aspettava. Si bloccò di colpo, di tutto il discorso che si era preparata ne ricordava a mala pena l’inizio, il panico la colse all’improvviso, sperava che una volta giunta al parco avrebbe potuto ripassare il discorse e poi il suo ragazzo era sempre in ritardo, proprio questa volta doveva arrivare in anticipo?
‹‹ Adesso puoi dirmi che cosa è successo per buttarmi giù dal letto alle sette del mattino di sabato? ›› chiese il ragazzo con un tomo un po’ più burbero del solito dovuto soprattutto alla sveglia anticipata.
“Perché l’ho chiamato? Avrei potuto fare a meno di dirglielo…”
‹‹ Io… ›› iniziò incerta la ragazza ‹‹ Io devo dirti una cosa ›› continuò dopo una breve pausa.
‹‹ A quasto ci ero arrivato anche io quando al telefono mi hai detto che dovevi parlarmi ›› disse Tyler con una nota di sarcasmo.
“Sei una codarda, diglielo no? In fondo devi solo dirgli due parole” ma nonostante stesse cercando di auto convincersi le parole continuavano a non uscirle dalla bocca.
‹‹ Noi… Io ei miei, intendo… Beh ecco… Ci trasferiamo ›› riuscì finalmente a dire la ragazza.
‹‹ Cosa hai detto? ›› chiese il ragazzo. Sapeva che c’era qualcosa che non andava, aveva visto la tristezza riempire gli occhi della sua ragazza ogni giorno di più e alla fine aveva intuito che c’era qualcosa che non andava ma mai si sarebbe aspettato una rivelazione del genere.
‹‹ Ho detto che ci trasferiamo ›› disse la ragazza sottovoce anche se con un po’ di convinzione in più.
‹‹ Avevo capito, soltanto che speravo stessi scherzando ›› Tyler era sconvolto, non riusciva a capacitarsi del perché il suo unico amore da molti mesi ormai dovesse trasferirsi. ‹‹ Perché? Perché ti devi trasferire?››
‹‹ Ogni volta va a finire così, quando mi ambiento i miei cambiano lavoro o vengono trasferiti, mi dispiace io non voglio trasferirmi ma questa volta sono davvero costretta ››
‹‹ Perché? Ormai sei maggiorenne, finisci qui l’ultimo anno di liceo e dopo vai college ››
‹‹ Non è per questo che me ne vado ›› iniziò a spiegare la ragazza ‹‹ non è per i miei genitori, è per me. Non posso restare qui, devo andarmene ›› e così dicendo la ragazza scappò via piangendo.
Il giorno dopo nella sua ex classe fu dato l’annuncio che Lizzie si era trasferita in Europa a causa del lavoro dei genitori e l’unica persona che non rimase colpita dall’annuncio era la migliore amica della ragazza alla quale era stato raccontato tutto tempo prima.
‹‹ Tu lo sapevi! Ammettilo Emily ›› l’accusò l’ex fidanzato di Lizzie.
‹‹ Si, me lo ha detto un paio di settimane fa solo che ogni volta che provava a dirtelo non trovava il coraggio di andare fino in fondo, non prendertela con lei, ci ha provato ›› e così dicendo Emily se ne andò via con un macigno al posto del cuore, consapevole che nemmeno la sua migliore amica gli aveva raccontato tutto e che nemmeno lei aveva trovato il coraggio di farlo.
Le settimane seguenti passarono al rallentatore per i due ragazzi che non avevano più avuto notizie di Lizzie da quando si era trasferita. Un giorno durante la lezione di Filosofia il telefono di Emily squillò, la professoressa la guardò e appena noto il colorito che aveva assunto dopo aver controllato chi era che la chiamava le disse di uscire per rispondere. La ragazza non se lo fece ripetere due volte e uscì subito. Passò un quarto d’ora e la professoressa preoccupata dalla prolungata assenza della sua studentessa uscì per vedere se aveva finito di parlare al telefono. Appena uscita la professoressa si bloccò di colpo, Emily era seduta a terra con le spalle contro il muro e le ginocchia al petto che piangeva come una bambina. Le si avvicinò e dopo averla fatta alzare le chiese cosa era successo, per tutta risposta la professoressa ricevette un cenno con la testa e dopo essersi alzata Emily entrò in classe e fece uscire Tyler. La professoressa fece per andarsene quando la ragazza la trattenne ‹‹ Aspetti, per favore. Almeno dopo lo riferirà lei alla classe, io non ne ho la forza. Tyler siediti per favore. ›› Iniziò la castana.
‹‹ Cos’è successo, Emily? Parla per favore ›› disse il ragazzo con crescente agitazione.
‹‹ Devo dirti una cosa, Lizzie non se n’è andata solo a causa del lavoro dei genitori… ››
‹‹ Cosa stai dicendo? ››
‹‹ Sto dicendo che Lizzie se n’è andata perché aveva bisogno di cure mediche e l’unico posto in cui esiste una cura, anche se in via sperimentale, era una città in Europa ›› disse Emily al biondo che era sempre più sconcertato.
‹‹ Chi era al telefono Emily? ›› chiese il ragazzo che lentamente stava iniziando a ricostruirei pezzi e a capirci qualcosa.
‹‹ Erano i genitori di Lizzie, la sua malattia negli ultimi giorni è peggiorata e ora è entrata in coma ›› raccontò Emily tra un singhiozzo e un altro. Ci fu un attimo di silenzio dopo del quale il cellulare squillò di nuovo, Emily rispose subito, sperava che la sua amica si fosse risvegliata dal coma.
‹‹ Pronto? ›› era una delle infermiere del policlinico in cui era ricoverata la sua amica. Restò al telefono per alcuni minuti senza proferire alcuna parola alla fine riagganciò e scoppiò a piangere. Infine, dopo essersi calmata iniziò di nuovo a parlare.
‹‹ Era una delle infermiere del policlinico dove era ricoverata Lizzie, si è svegliata dal coma e ha parlato. I medici l’hanno visita e appena prima che si addormentasse ha pure parlato ››
‹‹ Ma è fantastico ››
‹‹ No, pensaci ›› intervenì la professoressa ‹‹ perché mai avrebbe dovuto piangere per la tristezza se fosse andata così ›› fece notare.
‹‹ Lei non ti ha mai dimenticato, i genitori mi hanno detto che le sue ultime parole sono state “Ti amo Tyler non mi perdonerò mai di averti fatto soffrire in questo modo”. Non si è più risvegliata dopo. Tyler, Lizzie è morta poco fa ››
Il ragazzo ci mise un po’ per assimilare la notizia e mentre la professoressa si asciugava le lacrime che avevano iniziato a rigarle il viso fuggì andando a chiudersi in bagno. La ragazza dal canto suo non riuscì a rientrare in classe e dopo che qualcuno le ebbe portato fuori dalla classe le sue cosa fece un permesso e andò a casa. Nessuno dei due ragazzi fu visto a scuola per tutto il resto della settimana e quando infine tornarono non vollero parlare con nessuno, specialmente di Lizzie. Alla fine i compagni di classe si stufarono di provare a stare con loro e ben presto finirono per dimenticare la ragazza.
Nessuno e più il coraggio di nominare il suo nome e così alla fine finì per essere dimenticata da tutti tranne dalle due persone che le avevano voluto bene fino alla fine e che la portarono nel cuore per il resto della loro vita.



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Spazio autrice
voglio solo dire due parole ai miei lettori, questa è la prima storia che scrivo e spero che vi piaccia, recensite in molti, anche con critiche, in fondo sono costruttive e ti aiutano a migliorare
un saluto a tutti e ci rivediamo presto con una nuova storia
  
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