Ringrazio chi ha
commentato, dal primo all’ultimo.
Per rispondere ad
alcune cose, dico:
bea, grazie per i complimenti, li apprezzo
soprattutto perché ho un alta opinione delle tue ff. comunque hai azzeccato,
gli aerei all’epoca avevano cabine piccole e scomode. Sul film… beh
naturalmente so che esiste e l’ho visto, ma più che altro l’idea mi è venuta
paragonando Inuyasha a Tom hanks in ‘Salvate il soldato Ryan’ hehe… poi dopo ho pensato a
Pearl Harbor. Ciau!
Lisachan, sono felice che consideri questa ff ‘qualcosa di godibile’. Grazie. Come ti sei accorta, dei personaggi
ancora non hanno preso parte alla storia, quindi si capisce che la fic è più complicata di quello che sembra…
Solo una piccola
cosa: preveduto e previsto, come perduto e perso, e altri, sono sinonimi. Certo
non si usano molto, sono parole alquanto arcaiche, ma sono grammaticalmente corrette^^
Capitolo 3. - Parte
seconda
Ore 8:02 am
“A tutti gli aerei,
è il Colonnello che vi parla. Ripeto: è il Colonnello Totosai
che vi parla. Annuncio che la prima parte dell’operazione è
andata a buon fine. Ripeto: la prima parte dell’operazione è riuscita,
siamo riusciti a coglierli di sorpresa. Tora, Tora, Tora.*”
Gracchiò una voce alla radio. “Bene…ora… mi scusi potrebbe dirmi
che cosa… Aha…Si… Si ricordo! L’obiettivo primario è
stato modificato in quanto le tre portaerei americane non si trovano più nella
baia. Ripeto: obiettivo primario cambiato, colpire e distruggere le otto
corazzate.”
“E bravo lupastro…”
fu il commento di Inuyasha.
“Tra poco tocca a
noi…” Disse mesto Miroku, appoggiando la testa allo
schienale del sedile.
“Che
hai Miroku? Sei un veterano tu… hai affrontato
missioni molto più difficili di questa.” Disse Inuyasha senza staccare gli occhi dal radar.
“Si
ma…Questa volta è diverso.” Proferì. “Non mi piace attaccare alle spalle.”
“Per i principi
morali ci sarà tempo una volta tornati sulla Soryu,
ora dobbiamo darci da fare.” Concluse Inuyasha.
“Che
i Kami ci assistano…” Miroku
abbassò lo sguardo, sconsolato.
Ore 8:54 am
“Ci siamo. Ecco Pearl Harbor.” Inuyasha afferrò l’apparecchio.
“Shikon a squadrone, Shikon a
squadrone: Obiettivi in vista, continuare a volare in formazione fino a nuovo
ordine. Ai caccia Zero il
compito di coprire i bombardieri dal fuoco nemico, sembra che la battaglia
infuri laggiù, passo e chiudo.”
Una distesa di fuoco
e fiamme occupava quella che una volta era la tranquilla baia di Pearl Harbor. Il
Maresciallo Koga come da ordini si era ritirato,
lasciando dietro di sé morte e distruzione. Molte navi erano state colpite,
due corazzate erano completamente distrutte, rottami
di aerei americani lasciati imprudentemente ala contro ala ancora fumavano. Inuyasha vide però che alcuni caccia USA
erano operativi, e volavano verso di loro. Testardi…
“Shikon
a squadrone, obiettivi agganciati, abbandonare la formazione, prepararsi
all’attacco.” Inuyasha posò
la radio e mosse il collo lateralmente, stirandolo.
L’hanyou virò in alto, lasciando ai caccia i pesci piccoli.
Subito si buttò in picchiata, evitando per un pelo i colpi di una batteria
antiaerea di una nave ancora in piedi.
“Fanculo” Inuyasha
sganciò la bomba siluro di cui era armato, colpendo in pieno
“Si!” Urlò Shippou da dietro.
“Soldato, raddrizza
quel maledetto alettone!” Ringhiò Inuyasha.
“Mi scusi…” Shippou tornò ai suoi compiti.
Inuyasha mirò ancora in alto, da lì
poteva avere un quadro generale della situazione. Il suo squadrone era
nettamente in vantaggio, ma stavano subendo comunque
delle perdite. Con un colpo d’occhio l’hanyou si
accorse di un particolare importante: gli enormi serbatoi di petrolio del
porto erano totalmente incustoditi. E nessuno dei suoi
uomini se ne stava occupando.
“Shikon
a squadra: ma che vi passa per la testa? Distruggete quei
serbatoi!” Gridò Inuyasha alla radio.
“Ryokotsusei
a Shikon: Signore, dobbiamo attenerci agli obiettivi
primari.” Rispose un uomo.
“Ma
quel petrolio è di fondamentale importanza! Rifornisce le
navi di mezza America!” Miroku riflette sulle
parole dell’amico. In effetti poteva aver ragione…
“Caporale, noi
abbiamo il compito di eliminare le corazzate e gli incrociatori, non ci è stato ordinato di…”
“Al diavolo!” Inuyasha gettò via il ricevitore. “Se
nessuno se la sente, ci vado io.”
Nessuno parlò.
Sapevano per esperienza che era meglio non contraddire il Caporalmaggiore in
questi casi.
L’hanyou virò a sud-est, dove si trovavano gli impianti
petroliferi. Mossa azzardata.
“Dannazione…” Alcuni
caccia americani Curtiss P- 40b
‘Tomahawk’ gli erano dietro.
“Shippou
dammi più spinta al motore.” ordinò Inuyasha.
“Ma Caporale abbiamo compiuto già un lungo viaggio e…”
“Fallo e basta!” Un
tono che non ammetteva repliche.
“…Subito.” Eseguì Shippou.
L’aereo accelerò, ma
anche così riusciva a malapena a tenersi a qualche decina di metri dai vicini caccia. Troppo vicini.
In pochi istanti,
dei colpi precisi da dietro raggiunsero l’ala destra del bombardiere.
“Cazzo
no!” Inuyasha sudava freddo. Stava cercando con tutte
le sue forze di rimanere in quota.
Con una forte
esplosione, il motore andò in pezzi.
“Miroku
cerca di contenere i danni! Ce la facciamo a restare su?” Gridò
l’hanyou sovrastando il rumore del vento che
penetrava nell’aereo.
“E’ gia tanto se
siamo vivi!” Miroku slacciò la sua imbracatura,
alzandosi, e tentò di riparare alla meglio l’ala destra, quasi completamente
distrutta.
Un'altra raffica dei
Tomahawk, e la fragile fusoliera si staccò
completamente dal resto del bombardiere, facendo sbalzare via
Miroku, che batté forte la testa sul cruscotto.
“Non ce la faccio!”
Gridò Inuyasha. Il motore danneggiato davanti a lui gli impediva di vedere qualcosa oltre al denso fumo nero,
stavano precipitando.
Il bombardiere B5N,
ridotto ad un missile aria-terra, perdeva quota vertiginosamente. Diventato
ormai una scia di fuoco nel cielo, si schiantò vicino al serbatoio petrolifero
principale, sfiorandolo di poco.
Un boato precedette
l’incendio che divampò nei resti dell’aereo.
“Merda…
Miroku!” Inuyasha era
ancora cosciente, aveva una brutta ferita alla tempia, e il polso sinistro
probabilmente slogato, ma era vivo, dopotutto era un hanyou.
Si tirò via a stenti
e si guardò attorno. Schiacciato sotto le lamiere fuse dell’ala, c’era Miroku, svenuto. Lo trascinò per la divisa lontano da
quella trappola.
Poi tornò nella
parte posteriore, o meglio ciò che ne restava, per trovare il secondo pilota.
“Shippou!”
Urlò l’hanyou, prendendo a calci le lastre di metallo
ardente.
“S-sono
qui…” Una flebile voce da sinistra.
“Ti tiro fuori.” l’hanyou afferrò le braccia di Shippou, tirandolo.
“Ahhh!
La gamba…” Imprecò Shippou contorcendo il volto per
il dolore.
Inuyasha se lo caricò sulle spalle, allontanandosi.
Con un ultimo sbuffo di fiamme, il bombardiere esplose, scagliando in aria una
miriade di frammenti carbonizzati.
L’hanyou si nascose ai piedi di una Torre di controllo di uno
dei quattro piccoli aeroporti di Pearl Harbor, l’Ewa. Era stremato. Ma non c’era
tempo per riposare. Un piccolo gruppo di soldati americani attirati dal rumore
si stava dirigendo proprio verso di lui. Era in trappola,
c’era solo spesso cemento intorno, un vicolo cieco. Si alzò in piedi a
fatica, nonostante fosse stanco e disarmato, si preparò allo scontro. Con un
leggero movimento del braccio destro, contrasse le dita artigliate, allargò le
gambe e abbassò la testa.
“Non è una buona
idea…” Un uomo
incappucciato sbucò dietro Inuyasha,
prendendolo per una spalla.
“Seguimi.”
Disse l’uomo, infilandosi in una stretto passaggio al
lato del muro, che l’hanyou non aveva notato.
Che altro poteva fare? Afferrò
Miroku portandolo sulla schiena, poi guardò Shippou seduto poco più in là.
“Ce la faccio.”
Disse lo youkai con un gemito.
Entrarono in un buio
e piccolo corridoio, seguendo quello sconosciuto.
Fine Capitolo.
*Gli alti comandi
giapponesi comunicavano alle truppe tramite dei messaggi cifrati. Il 1°
Dicembre l’ammiraglio disse al colonnello, che a sua volta ripeté ai soldati, ‘Si scali il monte Niitaka’, che stava a significare la conferma
dell’operazione militare. Il 7 Dicembre lo stesso colonnello, per indicare la
riuscita dell’attacco a sorpresa, trasmise alla radio il famoso messaggio ‘Tora, tora, tora.’ (Tigre)