Con questa mini one-shot inauguro il mio
ritorno alle fanfiction.
Finalmente mi sono liberata di vari impegni e scadenze e adesso ho molto
tempo da dedicare a me stessa!
Ne approfitterò soprattutto per scrivere e leggere gli arretrati ^_^
Chiedo enormemente scusa alle mie autrici preferite che ho trascurato un
po’ … mi farò perdonare al più presto.
ATTRAZIONE
Spesso avvertiva dentro di sé
un’incontrollabile bisogno di vederla, di averla intorno, di ascoltare la sua
voce. Per questo che si era offerto di andarla a recuperare, ovunque lei fosse.
La stava cercando ormai da un po’ di tempo, ma aveva dimenticato di controllare
il posto più ovvio: il letto!
Fermo davanti alla sua camera
aperta non poteva far altro che
osservare incantato quella morbida cascata dorata. Adorava i suoi odango, ma vederla
con i capelli sciolti era un vero spettacolo.
E pensare che non molto tempo prima
il suo passatempo preferito era prenderla in giro. Ma si era reso conto che
ammirare la sua allegria contagiosa e il suo sorriso sincero era molto meglio. Gli
venne naturale smettere di punzecchiarla, anche se, di tanto in tanto, scappava
qualche dolce presa in giro; perché, inutile negarlo, vederla con la fronte
corrucciata, le guance gonfie e l’espressione indispettita, era un qualcosa di
estremamente irresistibile.
Aveva dato un nome a ciò che
provava: attrazione.
Mamoru considerava
l’attrazione un qualcosa di improvviso e mutevole. Improvviso perché lo aveva
colpito con la violenza e la rapidità di un fulmine; mutevole perché era in
continua crescita.
Quando Usagi si stiracchiò tutta
emettendo un poco femminile sbadiglio, lui scoppiò a ridere.
-Ehi!- Sopracciglio sollevato, mani
sui fianchi, espressione infastidita. Proprio come piaceva a lui. –Non lo sai
che non si sbircia nella camera di una ragazza?-
Mamoru entrò in camera dando bella
mostra di sé e del suo costume da bagno. -Siamo tutti in spiaggia, manchi solo
tu.-
-Questi giorni di vacanza per me
significano RELAX!-
-È una bellissima giornata, il mare
è fantastico, e tu te ne stai a poltrire?-
-Prrrr- La
linguaccia era la sua risposta a tutto, soprattutto quando sapeva di
comportarsi da bambina. -Intendo svegliarmi all’ora che dico io e fare tutte le
mie cose con calma.- Si mise seduta davanti allo specchio.
Mamoru era pronto a risponderle, ma
qualcosa lo distrasse. -Aspetta un attimo. Stai davvero per fare ciò che io
penso tu stia per fare?-
Lei lo fissava interrogativa, senza
capire a cosa si riferisse. Poi spostò l’attenzione all’arnese che aveva in
mano e sorrise. –Non ti scandalizzerai, spero.-
-No.- Scosse la testa allegro
mentre si accomodava sul letto disfatto e ancora impregnato del calore di lei.
–Non ti da fastidio se ti guardo … sai, è sempre stato un mio sogno vederti
mentre lo fai.-
-Vuoi imparare?- disse maliziosa.
-Sì, cioè no. Insomma vorrei capire
come fai, sembra una cosa talmente complicata … -
-Puoi stare a guardarmi ore ed ore
e non impareresti. Mi ci sono voluti anni per perfezionarmi.- Ogni parola era carica
d’orgoglio.
-Ti dispiace se mi avvicino?-
-Fai come vuoi-
Mamoru si alzò dal letto e si
posizionò dietro di lei.
Fissando quegli
occhi scrutatori attraverso lo specchio, Usagi iniziò a sentirsi lievemente in
imbarazzo. Dopo aver fatto un profondo respiro, iniziò a spazzolare i capelli.
Divise la sua lunga chioma in due ciocche. Ne prese una ed iniziò a compiere
una serie di gesti automatici. –Guarda, e impara!- Si muoveva lentamente per
mostrare meglio ogni passaggio.
-Una vera professionista!- Mamoru
osservava sorridente senza distrarsi.
Usagi mise ancora un paio di
fermagli e finalmente il suo capolavoro poteva ritenersi terminato. Ci aveva
messo circa due minuti per creare un odango di una perfezione sferica
impressionante.
Lui fece entrare la palla di
capelli appena fatta nel palmo della sua mano. –Devo ammettere che sei brava.- Accarezzò
la lunga coda dalla base alle punte.
Il respiro di lei si bloccò. Quel
gesto, apparentemente innocente, era un qualcosa di estremamente seducente.
Pietrificata continuava a guardarlo attraverso lo specchio senza spiccicare una
parola. Da quanto in qua le provocava simili reazioni? Adesso che ci pensava
meglio: un uomo mezzo nudo era nella sua camera da letto; ed erano soli. Soli
in tutta la villa. Arrossì all’istante.
-Non sembra difficile- Mamoru
continuava ad ammirare l’odango.
Le parole del ragazzo l’avevano
distratta da quei pensieri sconvenienti. –Dici sul serio?-
-Sì, ho capito come fai …
l’importante è iniziare nel modo giusto e poi tutto il resto diventa una
passeggiata.-
Passeggiata? -Bene, allora vediamo
cosa sei capace di fare … -
-Oh, no, rifiuto l’offerta, non mi
sembra una cosa molto virile. -
-Non preoccuparti mi porterò questo
segreto nella tomba.-
Mamoru non se lo fece ripetere due
volte. I suoi occhi si illuminarono. Non lo sapeva neanche lui il perché, ma
provava un certo interesse per quei lunghissimi capelli. –Bene!- Mentre
afferrava la ciocca sorrideva come un bambino che aveva ricevuto un nuovo gioco.
–Hai fatto così. Questa l’hai fatta passare di qua. Hai messo il fermaglio, poi
hai tirato da questa parte …-
-Ahi! Un po’ di delicatezza! Mi
stai staccando la testa!-
-Andiamo, sto facendo piano.- In
effetti si era reso conto di avere la delicatezza di un orso, ma non si era mai
trovato nella situazione di maneggiare così tanti capelli. –Infine hai fatto
passare i capelli qua sotto …-
Usagi finse due colpi di tosse per
attirare l’attenzione.
Mamoru si fermò a fissarla.
Effettivamente c’era qualcosa che non andava in quello che stava facendo.
–Che diamine stai combinando?- disse indicando
la sua testa.
Mamoru era sconvolto. Più che un
odango quella sembrava una palla da football sgonfia. –Devo ammettere che pettinata
così stai anche meglio.- Scoppiò a ridere.
Lei lo imitò. Poi passò a
sciogliere quell’obbrobrio. –Se il tuo sogno era di fare l’acconciatore, beh,
ho brutte notizie per te.- Sorrideva divertita. Prese la ciocca bionda e creò
un nuovo e perfetto odango; questa volta ci mise meno di un minuto e senza guardarsi
allo specchio, lasciando Mamoru letteralmente a bocca aperta. -Cinque minuti e
sono in spiaggia!-
Lui la guardava ancora attraverso
lo specchio, si abbassò e le diede un bacio sulla guancia. –Ti aspetto.- Uscì
dalla stanza chiudendo la porta dietro di sé.
Usagi, rimasta sola, si massaggiava
la guancia ormai in fiamme e osservava il suo riflesso felice. Era sicura che
avrebbe passato una bella vacanza, e si sarebbe sforzata di svegliarsi presto
al mattino.
Mamoru
considerava ancora l’attrazione un qualcosa di improvviso e mutevole.
Sì, perché d’improvviso
era mutata in amore.
Fine