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Autore: maryusa    03/05/2011    21 recensioni
-Aspetta un attimo. Stai davvero per fare ciò che io penso tu stia per fare?-
Lei lo fissava interrogativa, senza capire a cosa si riferisse. Poi spostò l’attenzione all’arnese che aveva in mano e sorrise. –Non ti scandalizzerai, spero.-
-No.- Scosse la testa allegro mentre si accomodava sul letto disfatto e ancora impregnato del calore di lei. –Non ti da fastidio se ti guardo … sai, è sempre stato un mio sogno vederti mentre lo fai.-
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mamoru/Marzio, Usagi/Bunny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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-Aspetta un attimo

Con questa mini one-shot inauguro il mio ritorno alle fanfiction.

Finalmente mi sono liberata di vari impegni e scadenze e adesso ho molto tempo da dedicare a me stessa!

Ne approfitterò soprattutto per scrivere e leggere gli arretrati ^_^

Chiedo enormemente scusa alle mie autrici preferite che ho trascurato un po’ … mi farò perdonare al più presto.

 

 

ATTRAZIONE

 

Spesso avvertiva dentro di sé un’incontrollabile bisogno di vederla, di averla intorno, di ascoltare la sua voce. Per questo che si era offerto di andarla a recuperare, ovunque lei fosse. La stava cercando ormai da un po’ di tempo, ma aveva dimenticato di controllare il posto più ovvio: il letto!

Fermo davanti alla sua camera aperta non poteva far altro che osservare incantato quella morbida cascata dorata. Adorava i suoi odango, ma vederla con i capelli sciolti era un vero spettacolo.

E pensare che non molto tempo prima il suo passatempo preferito era prenderla in giro. Ma si era reso conto che ammirare la sua allegria contagiosa e il suo sorriso sincero era molto meglio. Gli venne naturale smettere di punzecchiarla, anche se, di tanto in tanto, scappava qualche dolce presa in giro; perché, inutile negarlo, vederla con la fronte corrucciata, le guance gonfie e l’espressione indispettita, era un qualcosa di estremamente irresistibile.

Aveva dato un nome a ciò che provava: attrazione.

Mamoru considerava l’attrazione un qualcosa di improvviso e mutevole. Improvviso perché lo aveva colpito con la violenza e la rapidità di un fulmine; mutevole perché era in continua crescita.

Quando Usagi si stiracchiò tutta emettendo un poco femminile sbadiglio, lui scoppiò a ridere.

-Ehi!- Sopracciglio sollevato, mani sui fianchi, espressione infastidita. Proprio come piaceva a lui. –Non lo sai che non si sbircia nella camera di una ragazza?-

Mamoru entrò in camera dando bella mostra di sé e del suo costume da bagno. -Siamo tutti in spiaggia, manchi solo tu.-

-Questi giorni di vacanza per me significano RELAX!-

-È una bellissima giornata, il mare è fantastico, e tu te ne stai a poltrire?-

-Prrrr- La linguaccia era la sua risposta a tutto, soprattutto quando sapeva di comportarsi da bambina. -Intendo svegliarmi all’ora che dico io e fare tutte le mie cose con calma.- Si mise seduta davanti allo specchio.

Mamoru era pronto a risponderle, ma qualcosa lo distrasse. -Aspetta un attimo. Stai davvero per fare ciò che io penso tu stia per fare?-

Lei lo fissava interrogativa, senza capire a cosa si riferisse. Poi spostò l’attenzione all’arnese che aveva in mano e sorrise. –Non ti scandalizzerai, spero.-

-No.- Scosse la testa allegro mentre si accomodava sul letto disfatto e ancora impregnato del calore di lei. –Non ti da fastidio se ti guardo … sai, è sempre stato un mio sogno vederti mentre lo fai.-

-Vuoi imparare?- disse maliziosa.

-Sì, cioè no. Insomma vorrei capire come fai, sembra una cosa talmente complicata … -

-Puoi stare a guardarmi ore ed ore e non impareresti. Mi ci sono voluti anni per perfezionarmi.- Ogni parola era carica d’orgoglio.

-Ti dispiace se mi avvicino?-

-Fai come vuoi-

Mamoru si alzò dal letto e si posizionò dietro di lei.

Fissando quegli occhi scrutatori attraverso lo specchio, Usagi iniziò a sentirsi lievemente in imbarazzo. Dopo aver fatto un profondo respiro, iniziò a spazzolare i capelli. Divise la sua lunga chioma in due ciocche. Ne prese una ed iniziò a compiere una serie di gesti automatici. –Guarda, e impara!- Si muoveva lentamente per mostrare meglio ogni passaggio.

-Una vera professionista!- Mamoru osservava sorridente senza distrarsi.

Usagi mise ancora un paio di fermagli e finalmente il suo capolavoro poteva ritenersi terminato. Ci aveva messo circa due minuti per creare un odango di una perfezione sferica impressionante.

Lui fece entrare la palla di capelli appena fatta nel palmo della sua mano. –Devo ammettere che sei brava.- Accarezzò la lunga coda dalla base alle punte.

Il respiro di lei si bloccò. Quel gesto, apparentemente innocente, era un qualcosa di estremamente seducente. Pietrificata continuava a guardarlo attraverso lo specchio senza spiccicare una parola. Da quanto in qua le provocava simili reazioni? Adesso che ci pensava meglio: un uomo mezzo nudo era nella sua camera da letto; ed erano soli. Soli in tutta la villa. Arrossì all’istante.

-Non sembra difficile- Mamoru continuava ad ammirare l’odango.

Le parole del ragazzo l’avevano distratta da quei pensieri sconvenienti. –Dici sul serio?-

-Sì, ho capito come fai … l’importante è iniziare nel modo giusto e poi tutto il resto diventa una passeggiata.-

Passeggiata? -Bene, allora vediamo cosa sei capace di fare … -

-Oh, no, rifiuto l’offerta, non mi sembra una cosa molto virile. -

-Non preoccuparti mi porterò questo segreto nella tomba.-

Mamoru non se lo fece ripetere due volte. I suoi occhi si illuminarono. Non lo sapeva neanche lui il perché, ma provava un certo interesse per quei lunghissimi capelli. –Bene!- Mentre afferrava la ciocca sorrideva come un bambino che aveva ricevuto un nuovo gioco. –Hai fatto così. Questa l’hai fatta passare di qua. Hai messo il fermaglio, poi hai tirato da questa parte …-

-Ahi! Un po’ di delicatezza! Mi stai staccando la testa!-

-Andiamo, sto facendo piano.- In effetti si era reso conto di avere la delicatezza di un orso, ma non si era mai trovato nella situazione di maneggiare così tanti capelli. –Infine hai fatto passare i capelli qua sotto …-

Usagi finse due colpi di tosse per attirare l’attenzione.

Mamoru si fermò a fissarla. Effettivamente c’era qualcosa che non andava in quello che stava facendo.

–Che diamine stai combinando?- disse indicando la sua testa.

Mamoru era sconvolto. Più che un odango quella sembrava una palla da football sgonfia. –Devo ammettere che pettinata così stai anche meglio.- Scoppiò a ridere.

Lei lo imitò. Poi passò a sciogliere quell’obbrobrio. –Se il tuo sogno era di fare l’acconciatore, beh, ho brutte notizie per te.- Sorrideva divertita. Prese la ciocca bionda e creò un nuovo e perfetto odango; questa volta ci mise meno di un minuto e senza guardarsi allo specchio, lasciando Mamoru letteralmente a bocca aperta. -Cinque minuti e sono in spiaggia!-

Lui la guardava ancora attraverso lo specchio, si abbassò e le diede un bacio sulla guancia. –Ti aspetto.- Uscì dalla stanza chiudendo la porta dietro di sé.

Usagi, rimasta sola, si massaggiava la guancia ormai in fiamme e osservava il suo riflesso felice. Era sicura che avrebbe passato una bella vacanza, e si sarebbe sforzata di svegliarsi presto al mattino.

Mamoru considerava ancora l’attrazione un qualcosa di improvviso e mutevole.

Sì, perché d’improvviso era mutata in amore.

 

Fine

 

 

   
 
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