Era lì.
All'estremità esterna dell'occhio sinistro, incatenata fra la palpebra inferiore e le ciglia superiori. Immobile si gonfiava, la prima lacrima.
Acquistò forza e volume dalla disperazione e dal dolore interiore finché non vide la luce con un parto travagliato.
Scavò la guancia a fondo con fermezza e decisione tracciando il sentiero per le sue altre seguaci e, infine, si fermò ondeggiando timorosa sotto il mento, scadendo il tempo come un pendolo antico.
Poi, quando arrivarono copiose le altre lacrime, cadde nel vuoto.
Si sfracellò al suolo morendo con un impercettibile grido di dolore, un silenzioso toc.