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Autore: Nevermindk    03/05/2011    6 recensioni
Ecco la mia prima ff, su una delle mie serie preferite, Bakuman, dei sensei Ohba e Obata!Avverto che ci sono contenuti shonen-ai tra i due protagonisti, quindi se il genere non vi piace, poi non dite che non lo avevo detto :)
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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“Heeeeey Takagi, Mashiro, siete qui?” una vocina stridula seguita dal campanello della porta ci fa riprendere. Shujin si alza come un razzo e barcollando si appoggia a uno scaffale, facendo cadere un Mecha, rompendolo in mille pezzi.
“Ahah! Vi ho sentiti miei cari, dai aprite, vi ho portato del ramen istantaneo!”
È la voce di Kaya.
Shujin si aggiusta i capelli, e mi porge la mano. La afferro, imbarazzatissimo.
Dopo avermi aiutato, mi pulisco un po’ i jeans e la camicia e mentre lui si avvia verso la porta, comincio a raccogliere i pezzi del robot sparsi sul pavimento, rimetto i pezzi nella scatola  e li raggiungo, bloccandomi però alla fine del corridoio.
“Ciao, come mai ci hai messo tanto ad aprirmi?”  Kaya avvolge le braccia intorno al collo di Shujin, si solleva sulle punte e lo bacia. Shujin è restio e la allontana, tenendola per i fianchi.
A quel punto la ragazza mi vede, mi sorride e staccandosi da Takagi ci precede nel corridoio andando verso lo studio : “ Su, che ho fame!” Osserviamo Kaya appoggiati alla porta, Shujin raccoglie la busta che aveva fatto cadere per terra e la posa su uno scaffale mezzo vuoto. Mangeremo dopo quelle patatine. Kaya ci porge le nostre ciotole di ramen. Non ho fame.
Entriamo nello studio, io vado di nuovo dietro la scrivania, inzuppo il pennino nell’inchiostro e cerco di levare via gli eccessi con un fazzoletto.
Akito e Kaya sono sul divano seduti vicini, qualche volta lei blocca una manciata di noodles con le due bacchette e facendo gocciolare il brodo sul pavimento, imbocca il suo amato. Lui le sorride e si lascia imboccare.
Io li guardo, li guardo con il pennino sospeso a mezz’aria, sento qualcosa di strano allo stomaco. No, non è fame.
“OH MERDA…” mi sono distratto per un attimo e l’inchiostro ha cominciato a sgocciolare imbrattando tutta la tavola. Colto dal panico mi alzo di scatto e nell’azione di prendere un fazzoletto dalla confezione colpisco per sbaglio l’intera boccetta che inevitabilmente si riversa su tutta la scrivania.
“Ma che cazzo fai!” Shujin molla il suo ramen sul tavolino e corre verso la scrivania, prende una manciata di fazzoletti e inizia ad asciugare. L’inchiostro è finito anche sui bordi di alcune tavole già finite.
Con le mani nei capelli osservo il casino che ho combinato, gli occhi mi si riempiono di lacrime mentre sento Kaya ridere a crepapelle sul divano.
Mi copro la faccia con le mani.
“Vuoi darmi una mano miseriaccia!?!” con il sudore sulle tempie Shujin continua a tamponare la scrivania con i fazzoletti, come si fa quando esce il sangue dal naso.
Il cuore mi rimbomba in testa, e in uno scatto d’ira, urlando, getto per terra tutto quello che prima incasinava la scrivania.
Tutto si ferma, Kaya smette di ridere, Shujin smette di tamponare, mi fissano. Io li fisso, le lacrime negli occhi bruciano, così supero le torri di fogli che ho gettato sul pavimento e corro via; infilo le scarpe velocemente e sbatto la porta alle mie spalle.
Corro per le scale. Ho il fiatone, e non riesco a vedere bene dove sto andando per colpa delle lacrime che mi coprono gli occhi.
Davvero non lo so perché a volte ho queste reazioni esagerate. Mi pento ogni volta che faccio una scenata del genere, ma non posso farci niente.
Corro per la strada, ho il fiatone e mi fa male la milza. Dopo cinque minuti rallento e mi fermo. Sono piegato in due e fisso l’asfalto. Mi stringo le braccia intorno al petto e cerco di respirare. Le lacrime continuano a scendermi.
Mi rialzo, non vale la pena stare ancora male per stupidaggini. Asciugo le lacrime da viso e mi avvio verso casa.
Ma per cosa sto male poi? Per il fatto che il mio migliore amico mi ha baciato? Per il fatto che mi è addirittura piaciuto? Per il fatto che sto dubitando su tutto ciò che c’era di solido fino a poco tempo fa nel mio cuore?
Intravedo il tetto di casa mia in lontananza, dietro le chiome di qualche albero, giro a destra poi a sinistra e sono a casa. Le luci nella cucina sono accese, è ora di cena. Molto probabilmente la mamma e il nonno stanno aspettando che il riso finisca di cuocere prima che arrivi il papà.
Apro la porta ed entro.
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Ok questa volta è un pò più corto xD e forse anche un pò confuso, ma cercherò di rendere più chiaro tutto nel prossimo capitolo, che (spero) arriverà entro il week end, mi dovete scusare ma sono impegnatissima con la scuola e in più non sapevo come andare avanti .__. ma ora ho di nuovo parecchie idee in testa èwé.
Comunque vorrei ringraziarvi per le recensioni, mi hanno tirato un pò su di morale ^^. Grazie ancora, alla prossima!
  
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