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Autore: Tenshi Yoko23    03/05/2011    6 recensioni
Aiko è una ragazza di 16 anni, ma ne dimostra molti di meno e tra le sorelle è l'unica a non avere nessun 'Talento' (poteri). La più piccola tra quattro sorelle, emarginata, lasciata a se stessa fin dall'infanzia.
Un giorno i suoi genitori la mandano a forza a frequentare la Sakura Academy, indirizzata inizialmente in una classe per persone prive di 'Talento'.
Ma succede qualcosa, un torneo. Che cambierà totalmente la vita della nostra eroina e delle persone attorno a lei, tra mille segreti, dolori, scontri, lacrime, tradimenti, amici e nemici nuovi, e... amori...
Prima di questa fic ne avevo scritta un'altra, ma non era un granché quindi ho cancellato l'altro e cominciato questo. Prego che sia piu' interessante dell'altra (spero sempre di non fare troppi errori di grammatica).
Genere: Azione, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*UNO STRANO SOGNO*


Dove sono? Questo posto è buio pesto. Come ci sono finita qui?
«Aiko»
"Un suono" penso sorpresa, allora non sono sola.

«Aiko»
"Aspetta. Non è un suono, è una voce"
Cerco di individuare la fonte di provenienza, ma non ci riesco. In questa oscurità non riesco nemmeno a vedere ad un palmo dal mio naso.

«Aiko»
"Ma sta chiamando me..." chi è?
Una figura mi appare di fronte, ma il suo corpo è avvolto nell'oscurità.

«Chi sei? Come sai il mio nome? Mi conosci?» chiedo curiosa.
« Ascoltami Aiko ormai il mio tempo sta quasi per finire» ignora la mia domanda... 
«Mi senti? Ti ho chiesto chi sei?» ancora niente << Ehi, mi ascolti? >> aspetta, che non mi sta ignorando di proposito, forse non riesce proprio a sentirmi.
«Non separartene mai» la sua voce, già roca e bassa, diventa sempre più debole.
«Da che cosa non devo separarmene?
» chiedo impaurita, comincio ad avere un pò di paura.
«
Non ho scelta. Questo oggetto servirà a proteggerti anche se per svolgere il suo compito dovrai pagare un prezzo 
» dice in un sussurro.
«Proteggermi? E da che cosa? Quale prezzo da pagare?
Cosa sta succedendo?» chiedo allarmata, lacrime amare mi bagnano il viso. Quelle parole mi scuotono profondamente, come se le conoscessi.
"Perchè sto piangendo" mi domando confusa. E' stupido piangere visto che non è successo niente, ma allora perché mi sembra così giusto.
«Chi sei maledizione? E mi vuoi spiegare che cosa succede?
» la mia voce risuona impastata, quanto odio piangere.
«Non piangere piccola, il mio unico rimpianto è di essere così debole. Se fossi più forte forse non saresti costretta a fare questo, spero che non mi odierai quando ti ricorderai di questo giorno
» la sua figura sta pian piano scomparendo.
«Non capisco. Di che cosa mi dovrei ricordare 
» chiedo confusa, non capisco niente di quello che sta dicendo.
«Ricordati che questo è soltanto l'inizio, non si daranno pace finch..cof cof cof » tossisce.
«Stai bene? L'inizio di che cosa? » cerco di toccarlo, ma non trovo consistenza. Che sia un fantasma?
«Il mio tempo sta per scadere. Aiko ricordati che la collana non ti proteggerà per sempre, ma solo fino quando sarà neccessario. Adesso devi andare, ti voglio bene Aiko. Addio! » quando, la figura è  ormai del tutto scomparso, mi rendo conto di sapere chi è.
«Aspetta! Non mi lasciare... » nell'attimo in cui sto per pronunciare il suo nome, mi sveglio dal mio sogno con gli occhi pieni di lacrime. Abbraccio il cuscino, che se al posto suo ci fosse stato qualcuno sarebbe morto, e rannicchio fino ad assumere la forma di una palla.  
S
ento una grande tristezza ma allo stesso tempo anche una forte nostalgia, mi sento sola e abbandonata completamente in balia di me stessa.
Mi sembra di riconoscere quel posto e quella voce che mi ha parlato ma è come se allo stesso tempo mi appare sconosciuta, il nome che un'attimo prima conoscevo, è ritornato ignoto.
Asciugo le lacrime con la manica della mia pigiama, recupero gli occhiali e mi alzo.
Sono ancora scossa dal sogno, se devo fare un esempio di come mi sento adesso, è come se avessi corso per una settimana senza fermarmi un'attimo e che una volta fermata sono stata calpestata da una folla impazzita. Rendo abbastanza l'idea?
Avrei fatto meglio a ritornarmene a letto e continuare a dormire, ma al pensiero di avere ancora un sogno del genere mi spaventa.
Qualcosa non va, ma non riesco a capire cosa. Ci penso per qualche secondo e quando la mia mente ritorna lucido, mi rendo conto << QUESTA NON E' LA MIA STANZA! >> mi pento subito per aver urlato, perché comincio a tossire, mentre la gola mi bruciava terribilmente e reclamava acqua.

Stanza: le pareti sono color rosa confetto (orribile!), il pavimento era in legno, è arredato in modo semplice, con una scrivania dove sono appoggiati dei libri, un armadio rettangolare bianco, infine il letto su cui un minuto prima dormivo. E' un letto singolo, con le coperte blu scuro con le stelline e lenzuola del medesimo tema della coperta.

In un lampo mi ritorna in mente cosa è successo.
<< Padre, madre questa me la pagate cara >>
 non posso urlare, ma se ne fossi capace di sicuro il mio urlo avrebbe fatto il giro del pianeta.



Eccovi il primo capitolo della storia. Scusate per le versioni precedenti non le avevo ricontrollate. Lo so che il capitolo è breve ma prometto che dal prossimo capitolo sarà piu' lungo.
  
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