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Autore: MerahKegilaannya    03/05/2011    2 recensioni
Tutto, una volta dentro i salotti diventa gradualmente superficiale e vanesio, proprio come le signore strette in vestiti appariscenti e per niente di classe, questioni ben più importanti avevano creato una fredda pellicola, inconsistente e delicata come carta velina babbana, di insensibilità alle frivolezze sulla pallida pelle alabastrina di Narcissa
-Narcissa cetric-
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy | Coppie: Lucius/Narcissa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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NDA
Ad ambra_mito,  a causa della quale ho scritto questa storia che probabilmente non avrei mai scritto di mia sponte e che mi sta diventando simpatica =)   [anche se nelle recensioni mi elogia in continuazione ù.ù]
Spero ti piaccia, l’ho buttata giù durante l’ora di religione a scuola , scrivevo mentre litigavo sanguinosamente con la mia  prof. Miss bigotta grrrrrrrrrr……….
Comunque………. Buona Lettura ragazzuole <3
 

Les pièces à vivre du Lady Narcissa Malfoy

 
 
La signora Narcissa Malfoy era conosciuta in tutte le più importanti e in  vista famiglie della società altolocata, reputata una donna  estremamente fine, meravigliosamente educata e deliziosamente elegante.
Una vera e propria “Lady” con i fiocchi e i controfiocchi.
I pomeriggi scorrevano lenti, sonnacchiosi e costantemente dediti al pettegolezzo, tra gli strascichi infiniti di ricevimenti ed estenuanti chiacchiere da salotto, consumate immancabilmente con una pregiata tazza di porcellana ricolma di costoso the indiano tra le mani curate e un occhio severo attento a vegliare silenziosamente il composto ed algido erede di casa Malfoy , Draco era un perfetto “sopramobile” per le sue interminabili chiacchiere.
 
Tutto, una volta dentro  i salotti diventa gradualmente superficiale e vanesio, proprio come le signore strette in vestiti appariscenti e per niente di classe, questioni ben più importanti avevano creato una fredda pellicola,  inconsistente e delicata  come carta velina babbana,  di insensibilità alle frivolezze sulla pallida pelle alabastrina di Narcissa, più che una vera e propria persona ormai si era ridotta ad un guscio vuoto, ad un  impalpabile  ed irraggiungibile figura, una sagoma rotta e rattoppata da filo inconsistente più volte in più punti vitali, ricoperta  da uno spesso strato patinato e perfezionato di trucco e vestiti di classe, contiuamente rinnovato e ripreso fino allo finimento.
 
Nulla valeva l’oscura presenza del signore innominabile momentaneamente nascosto nell’ombra , perchè restavano  loro ingenuamente protette dalla tappezzeria    sopraffina e dalla porcellana colorata.
 
- il mondo è cattivo, è stupido,, è ingordo, se riesce a scovare il più flebile raggio di sole lo distrugge. *(1)
Il mondo è apparenza, la vita  è apparenza, l’amore è  apparenza.
Ricordatelo figlia mia, Narcissa, la felicità il più delle volte  non è reale, è solo  e semplicemente apparenza.
 
- come faccio a capire chi ha davvero la felicità madre?
 
- sai Narcissa, ogni famiglia felice è felice allo stesso  modo ma ogni famiglia infelice lo è ognuno a modo suo*(2), essere uno tra tanti è noioso figlia mia.
 
- mi stai augurando una vita e una famiglia infelice, madre?
 
- Narcissa, ti sto solo augurando di essere una brava attrice, di apparire sempre perfetta, di soffrire ma di non darlo a vedere, mai!
Ti auguro di non vivere una vita uguale a quella di tante donnette della borghesia, solo questo figlia mia.
Appari e vivi tranquilla.
 
 
 
Parole marchiate a fuoco con inchiostro indelebile  nel fine cervello di lady Malfoy, reminiscenze schiette della sua infanzia, sulla sua gelida madre, in fondo le voleva bene ma non dava mai a vederlo, Bellatrix era quella che ne soffriva di più.
 
Si era ripromessa milioni di volte durante l’adolescenza di non    diventare mai come la madre.
Ma ora imprigionata in vesti costose ed eleganti color panna, così  simili a quelle di lei, si sentiva trapiantata nei suoi modi e nel suo sorriso, finto come i denti della vecchia prozia Grimilde.
 
Draco riposava composto nel suo lettino intarsiato mentre le prime lucine delle stelle incominciavano a splendere nel cielo immediatamente sopra Malfoy Manor.
 
L’abbacinante biancore virgineo della stanza da letto patronale vuota, la camicia da notte ripiegata sulla cassapanca antica, le finestre sprangate e le tende tirate.
 
- dove sei stato?
 
- fuori .
 
- è morto, ho perso il bambino, tu non c’èri.
 
- ma… come?
 
- è nato morto.
 
Erano davvero gi passati dieci anni?
 
- signor Malfoy! Signor Malfoy!
Lady Malfoy sta bene!
Vuole dirmi il nome di suo figlio cortesemente?
 È un bellissimo maschietto!
 
- gli metta Draco Lucius Malfoy, signora.
 
 
Erano davvero passati solo sei anni dalla nascita di Draco?
 
il signore oscuro era stato sconfitto solo un anno dopo, l’espressione pacata di suo marito era stata spazzata via e al suo posto ne era nata una confusionaria e di dilagante terrore.
 
Lei era passata in secondo piano, di nuovo.
Era di nuovo solo la moglie perfetta,  la madre perfetta, bella e intelligente, educata e ineccepibile.
Era di nuovo una banale presenza al suo fianco nel letto e una sagoma pressoché trasparente a tavola.
 
Nella sua mente abituata pensare e contorta, Narcissa custodiva gelosamente il ricordo della sua prima notte di nozze.
 
Lui bello e  irraggiungibile  rinchiuso nel suo completo beige di fattura deliziosa, i ricami dorati, gli occhi magnetici color ghiaccio , le mani lunghe e affusolate che slacciavano indulgenti e pietose i lacci del corsetto sul  suo abito da sposa color latte, troppo  stretti contro il suo povero costato dolorante, le mani che sbottonavano , slacciavano, sfilavano, lasciandola nuda perfino dei fiori che prima intrecciati tra i boccoli ora erano scompostamente abbandonati sul comodino  laccato, i capelli troppo corti ,appena sotto il mento, per coprire una qualunque delle sue vergogne.
L’aveva spinta delicatamente sotto le coperte ricamate d’argento e smeraldi, sotto le lenzuola di seta  candida, i baci sulla fronte, sulle spalle, sui seni, sul ventre piatto, sulle cosce e poi finalmente sulle labbra, lui calmo e pacato, un sorriso tranquillo che  stirava le labbra sottili, le carezze esperte  che si facevano delicatamente strada fino all’intimità ornata  da un delicato bouquet di riccioli biondo cenere , traumaticamente innocente e deliziosamente vergine, contro il corpo di lui, così  indifesa gli aveva fatto una tenerezza rampante, le aveva strappato una serie di gemiti semi soffocati ora dal pudore di lei, ora dalle labbra morbide e sottili di lui, leggermente screpolate.
 
Quando finalmente era entrato dentro di lei l’aveva fatto in maniera divina, poi aveva semplicemente continuato a spingere elegantemente e a baciarla.
 
La solitudine inquietante della stanza da letto,  l’immobilità statica delle lenzuola contro il corpo, il fruscio della lunga camicia da notte e il sottile filo di luce che filtrava da uno spiraglio nella porta dello studio antistante la camera da letto.
 
L’indomani ci sarebbero stati altri sorrisi da regalare,  altri complimenti cinici, altre tazze di the, altre poltrone dalla tappezzeria pacchiana e altri pettegolezzi scabrosi da incamerare.
Meglio riposarsi.
 
Lady Narcissa Malfoy chiuse  gli occhi.
 
Erano davvero già passati dieci anni?

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
***
 
 
 
 
 
L’orologio a pendolo segnava le quattro e dodici di mattina quando un peso irrisorio fece muovere delicatamente il materasso, e un bacio screpolato si posò leggero sulla fronte di una bella addormentata.
 
 
 
 
 
 
*(1) citazione presa dal cartone animato Rapunzel
*(2)citazione presa dal libro Anna Karenina 
   
 
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