Titolo:solo un po' di neve

A volte le cose non vanno come ci si aspetta, tutto ti trascina verso il basso sempre di più; come questa coltre di neve che ricopre la terra, oscura il cielo e non ti fa vedere a un metro di distanza.

Ti accorgi che tutto ti sta sfuggendo di mano, che quello in cui credevi, o in cui forse ti illudevi di credere, in realtà non esiste; pensare di essere migliore, cercare di esserlo, non deludere mai nessuno, sopratutto tuo padre, ti porterà ad essere soddisfatto di te stesso.

Eppure è così semplice vedere in faccia la realtà: ti sei piegato a fare qualcosa che non volevi, a compiacere un uomo che ama solo se stesso e che ti ha sempre visto come un mezzo, come un oggetto per arrivare a realizzare i suoi desideri e, alla fine, ti ha messo al servizio di un pazzo che porterà tutto alla distruzione; mai alla felicità, o alla realizzazione dei tuoi sogni. Sì, proprio sogni, perché tutti li hanno; anche uno come me, che non poteva permettersi di cercare, vedere e sognare l'ha fatto, e ora ne paga le conseguenze.

Seduto sotto un albero a pensare alla mia vita che va a rotoli, alzo gli occhi al cielo e vedo piccolissimi fiocchi di neve che imbiancano tutto, coprono ogni cosa, e non lasciano scampo; per lo meno sono solo e posso rilassarmi, mettere via la maschera che indosso ogni giorno, ogni istante .

Ho parlato troppo presto. Sento un rumore alle mie spalle, vorrei proprio sapere chi cavolo è che deve stressare: sono le sei del mattino, sono uscito con la mia scopa con l'idea di fare un giro e, invece, mi sono seduto in riva al lago, nonostante la neve e il freddo. E' un messaggio chiarissimo: “voglio stare da solo”.

Non mi volto nemmeno. -Vattene, chiunque tu sia- dico solo.

-Già scontrosi di prima mattina, Malfoy?- Mi domanda una voce, anche troppo conosciuta.

-Sparisci Weasley-.

Niente da fare, sento i passi che avanzano ancora un po'

-Già sei proprio socievole, non c'è che dire; ma io sono molto più accomodante di te-. Così dicendo si avvicina ancora e alla fine mi giro, furioso per tutti i miei pensieri e, sopratutto, perché non riesco mai a farmi rispettare da lei: ha sempre la battuta pronta, non c'è mai verso di farle saltare i nervi. Oltretutto, normalmente nessuno mi contraddice, un vattene è un vattene, mentre lei fa tutto di testa sua; proprio come ora, che mi è accanto.

-Senti se proprio non riesci...- inizio. Ma mi blocco: è accanto a me e tiene in mano un po' di neve.

-Che cavolo fai?-le chiedo, senza riuscire a trattenermi.

-Ti piace?- mi dice, mettendomi in mano un piccolo pupazzo di neve che dovrebbe assomigliarmi. -Sei tu! E' da quasi mezzora che ti osservo, hai quest'espressione stampata sulla faccia che non ho resistito, tieni!

-Ho fatto una magia: non si scioglie e non ti congela le mani se lo tieni, così puoi portarlo in giro o in camera, e ricordarti di essere più tranquillo-

Mi risparmio di chiederle se sia scema o meno, anche perché sono senza parole

-Io non ho questa espressione- ribatto sicuro, e un po' offeso.

-Come no Malfoy! Bah, se sei convinto tu, lo siamo tutti. Ora devo andare ci si vede!-. Fa per girarsi, salutandomi leggermente con una mano, quando la fermo.

-Io non sono così- ripeto, piccato,c ontinuando ad osservare il pupazzo che, con espressione accigliata e un po' nostalgica, mi fissa.

Lei scoppia a ridere.

-Certo che sei così! O, almeno, io ti vedo così..-aggiunge abbassando il tono di voce. Ci fissiamo negli occhi qualche attimo. fino a quando non decido di rompere quel contatto.

-Ginevra -

Sussulta, sentendo pronunciare il suo nome. -Non ci provare. Io sono sbagliato, cattivo e pericoloso. Lascia perdere e torna a letto. -

Faccio per buttare via il mini-Malfoy che ha fatto, quando lei mi ferma.

-Draco tu sei esattamente così, e ormai è tardi perché io non ci provi...-. Si avvicina, mettendosi in ginocchio accanto a me; mi sfiora i capelli con una mano, poi arrossisce un po'.

-Però non sei sempre così: a volte sei orgoglioso, testardo, arrogante e presuntuoso, e anche scemo. Ma che ci vuoi fare, nessuno è perfetto!- aggiunge, con un sorriso birichino al quale non so come rispondere.

-Portati dietro il mio regalo così... -

Non la lascio nemmeno finire; la sua mano è ancora poggiata sulla mia testa, la stringo nella mia, chiudo gli occhi un secondo e le poso un bacio leggero sul dorso. Quando li riapro vedo che riesce a leggerci dentro qualcosa di diverso, di profondo.

La lascio e mi alzo.

-Ginevra sparisci- le dico dolcemente, quasi senza pensarci.

-Sai dove trovarmi- mi risponde andandosene.

Già; so dove trovarla, ma non so se avrò mai il coraggio di allungare la mano e riafferrare la sua. L'unica cosa certa è che ora devo trovare un posto per questo coso che mi fissa, perché non so proprio dove metterlo.

Devo trovare un posto dove poggiarlo, mentre aspetto un'altra nevicata, che la porti di nuovo vicino a me.