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Autore: Infinite Sky Driver    03/05/2011    2 recensioni
Non lasciarmi sola, ti prego.
Salì in macchina, sempre lo stesso volto di qualche attimo prima. Non riuscivo a vedere niente, se non quei fari rossi che si allontanavano da me sempre di più.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Non dovevo...io.. scusa. E' stato un terribile errore, sono solo un idiota; ho creduto che questo fosse amore, ma in realtà non è così, perdonami” le sue parole, colme di tristezza, prima di andarsene. Sicuramente quella reazione fu a causa della mia espressione. L'avevo guardato come si fa con i malviventi, o qualcuno di cui si ha paura, il mio migliore amico. Ero così ottusa da non aver capito i suoi sentimenti? Ed ero così stupida da aver pensato di assecondarli?


Andai velocemente verso l'auto posteggiata vicino al semaforo ed entrai. Al posto di guida Taemin, appoggiato alla portiera, tranquillamente, dormiva con la sua solita espressione angelica. Era davvero bello.
Mi feci pena in quel momento. Baciavo il suo amico, e me ne tornavo tranquillamente da lui? Come potevo guardarlo in faccia?
Si svegliò, grazie al cielo, altrimenti avrei preso quella dannata porta e sarei scappata da quel posto, lontano da tutti. Si voltò, ancora con gli occhi socchiusi, mise a fuoco la mia figura, e sorrise.
No, questo non doveva farmelo, non me lo meritavo, un sorriso come quello.
-Hei, com'è andata? Sei riuscita a scoprire qualcosa?-
Misi le mani tra le gambe e il sedile.
-No...non mi ha detto molto, in realtà...-
Lui appoggiò una mano sul mio ginocchio.
-Vedrai che col tempo andrà meglio...-
“Spero tanto che sia vero..” pensai.
Mise in moto la macchina e mi portò verso casa.
Ogni tanto mi bagnavo le labbra, sperando di non sentirlo. Invece lo sentivo eccome, sempre la stessa sensazione di disagio, paura, rabbia verso me stessa, che non mi ero opposta subito.
Guardai fuori dal finestrino, il cielo buio schiarito solamente dalla luce fioca di qualche lampione.
Lo guardai poi con la coda dell'occhio, il suo viso serio che veniva illuminato dai fari delle auto in senso opposto. “Io lo amo”, quel pensiero suonava come un'auto convinzione.
“Io lo amo, vero?” Iniziai a mordermi un'unghia,proprio ora che mi ero ripromessa di smettere.
-Non mangiarti le unghie- sorrise Tae senza distogliere lo sguardo dalla strada.
Anche lui mi stava lanciando occhiate veloci e furtive.
-Che c'è?- Disse in tono calmo.
Il mio cuore iniziò a battere più forte.
-Lo so che hai qualcosa, non cercare di nascondermelo-
 Poi iniziò a battere più veloce.
-Non c'è niente...- Il battito tornò regolare.
-Non dire balle-
Cambiò marcia.
Ero preoccupata, sentii le labbra secche, ma non volevo più sentire quel sapore, no, le avrei lasciate secche per interi giorni, o settimane, se necessario a farmi andare via quella sensazione.
Non riuscivo però a mentirgli, non a lui, che mi aveva sempre detto qualsiasi cosa, che mi era sempre rimasto...fedele.
Sono un verme. Come posso pensare alla mia fedeltà dopo quello che è successo. Poteva sembrare solo una piccola cosa, ma per me era pesante come un macigno.
-Io....io...- avevo la gola secca.
Lui aveva sempre lo sguardo sulla strada, serio.
-Key... mi ha baciata-
Lo dissi in un fiato, il più velocemente possibile.
Aprì leggermente la bocca per parlare, ma non parlò. rimase a pensare a qualcosa, fino a raggiungere il più completo distaccamento dal mondo.
Allo stesso tempo la macchina si fermò. Eravamo davanti a casa mia.
Spense il motore. La stessa espressione di prima, impassibile, dipinta sul viso.
-Io.....io non volevo, io non voglio, ecco...non potevo non dirtelo, mi dispiace, sono...- dissi sottovoce, mentre gli occhi iniziavano ad inumidirsi.
Aprì la sua portiera e uscì dalla macchina, poi anche la mia porta si aprì.
Appoggiai la mano sulla parte superiore senza notare di averla messa a pochi centimetri dalla sua.
Velocemente la scansò, tenendo lo sguardo fisso sull'oceano.
Mi fece male. Una freccia al cuore. Un dolore profondo, all'anima, che non potevo curare con una semplice medicina, ma solo con il suo amore. In quel momento però, proprio il suo amore si stava allontanando, lo vedevo come un punto lontano e ormai irraggiungibile.
“Non ti lascerò mai, sarò sempre il tuo angelo che veglia su di te”
Questo, mi aveva detto la scorsa sera, seduti sul nostro scoglio, quello dove potevamo vedere i delfini danzare nel mare, quello dove gli avrei detto che lui mi sembrava un delfino quando ballava, libero, gioioso, spettacolare.
Chiuse malamente la portiera facendola sbattere, facendomi tornare alla realtà.
-Tae...io....io...mi odio...-
Non mi fece neanche finire la frase, incrociò il suo sguardo con il mio per un attimo.
Tristezza; delusione; rabbia. Ecco quale fu l'espressione che mi rivolse, le sue emozioni.
“Non lasciarmi sola, ti prego”
Salì in macchina. Mise in moto e partì a tutta velocità, lasciandomi lì, sul marciapiede davanti a casa.
Non riuscivo a capire a cosa stessi pesando in quel momento, non sentivo niente, non vedevo niente, se non i fari rossi della macchina che si allontanavano da me sempre di più fino a scomparire, finchè non sentii le lacrime, amare e indelebili, che non avrei mai dime
nticato.

  
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