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Autore: Jane41258    04/05/2011    4 recensioni
Naruto sorrise e chiuse gli occhi con un rantolo. Lasciò andare la mano ormai fredda dell’amico e la sua ricadde inerte a pochi centimetri di distanza. Non si toccavano, solo una piccola striscia di sangue le univa, una sottile linea rossa.
Fic ad alto contenuto angst sull'ultimo scontro tra Naruto e Sasuke, tra il bene e il male, tra la luce e il buio. Ma sarà veramente così?
SasuNaru con forte presenza di Naruhina, Narusaku e Sasusaku. Allusioni ad altre coppie.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Hinata Hyuuga, Sai, Sakura Haruno, Un po' tutti | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Il cielo era nero, senza luna, senza stelle, senza nuvole. Limpido e calmo, rassicurante, fermo, quasi accogliente, silenzioso, vuoto.
La terra invece ardeva di luce, ruggiva come un animale ferito, sussultava impotente sotto i terribili fendenti, violentata dal fuoco.
Una sottile linea rossa li univa all’orizzonte.
“E’ improbabile che vi sia di nuovo vegetazione” commentò Sai freddo.
Sakura si voltò immediatamente verso di lui, sconvolta e furiosa come una leonessa cui stanno sbranando i figli.
Lo fissò allibita. Il suo volto, investito dalla luce intensa, sembrava ancora più pallido. Gli occhi brillavano come due gemme liquide, ma erano morti. Non vi era più alcuna emozione.
La ragazza decise di non ribattere e riportò lentamente lo sguardo sull’inferno.
I due mostri si stavano affrontando nell'ultimo atto di una tragedia dal finale scontato, pensò Sakura, finalmente i due contendenti combattevano in uno scontro tanto bramato, ardentemente desiderato da entrambe le parti come l’ultima battaglia della guerra tra il bene e il male, tra l’amore e l’odio, tra la luce e il buio. Una guerra iniziata quando i suoi due compagni si erano incontrati per la prima volta. Avevano sorriso, la prima volta che si erano incontrati. Una guerra conclusa nel momento in cui la resa dei conti era iniziata, perché a scontrarsi non c’erano più Naruto e Sasuke con i propri ideali, ma due mostri di fuoco, senza morale, senza sentimenti, senza identità, il cui unico scopo era distruggere l’altro. I due giovani ninja probabilmente non erano nemmeno sopravvissuti allo stravolgimento fisico che aveva subito il loro corpo. Il ragazzo buono aveva lasciato il corpo a un mostro assetato di sangue, esattamente come il ragazzo cattivo.
C’erano tutti ad assistere allo spettacolo. La folla si manteneva a distanza e fissava il grande rogo, immobile. Come avevano fissato per tutta la vita. Solo qualche giovane ninja si era spinto più avanti. Il team dieci era il più vicino. Ino gridava i loro nomi, alternando le grida a scoppi di pianti isterici, Chouji e Shikamaru, nonostante fossero anche loro distrutti, la abbracciavano come se volessero impedire che il dolore, esplodendo, la facesse a pezzi. Rock Lee fissava la scena ipnotizzato, ignorando tutto e tutti, anche le lacrime che gli scendevano lungo il viso. Tenten era accovacciata al suolo e singhiozzava silenziosamente, stringendo un lembo del kimono di Neji, in piedi accanto a lei. Shino era  immobile, con le braccia incrociate, freddo quasi come Sai. Hinata sussultava, stretta tra le braccia di Kiba, e piangeva senza urlare: assisteva impotente alla morte del grande amore della sua vita. Aveva capito prima degli altri che la Volpe aveva cominciato a prendere il controllo senza che Naruto si alterasse, che stava diventando sempre più forte, che avrebbe preso il sopravvento. E invece di aiutarlo, di parlarne all’Hokage, aveva taciuto, come se avesse voluto coprire una colpa di Naruto stesso. Era stata lei a ucciderlo. Lui l’aveva salvata ogni giorno dal baratro e lei l’aveva ucciso, per mancanza di coraggio. Avrebbe cento volte preferito che fosse lei a morire.
Con il Byakugan riusciva ad attraversare le fiamme, ma ciò che vedeva non aveva significato per lei. Era senza senso.

I due mostri, la Volpe a nove code e un orribile gigantesco Serpente a nove teste, combattevano all’ultimo sangue, stretti in un fatale corpo a corpo, in un inferno di fiamme e scoppi d’energia. Naruto, il vero Naruto, il ragazzo biondo con gli occhi color dell’oceano, era incosciente all’interno della mente della Volpe, ma Sasuke poteva guardare attraverso gli occhi del Serpente. Era lui il Serpente. Attaccava la Volpe senza pietà, cercando di indebolirla, di farla soffrire, di annientarla. Voleva uccidere la Volpe per avergli portato via Naruto e Naruto stesso per distruggere tutto ciò che il biondo ninja di Konoha aveva fatto per lui, che non lo meritava. Ma paradossalmente una parte di lui voleva salvare il compagno, non fargli del male e questo frenava le sue mosse.
 Sapeva che sarebbe morto nello scontro e lo desiderava, perché era esattamente quello che meritava, morire per mano di Naruto.
Morse la Volpe alla gola, assorbendo il suo chackra e colpì il ventre dell’animale con un’esplosione di energia pura, ma il demone si ribellò e gli staccò una delle teste con una zampata. Il Serpente usò un’altra testa per trafiggere la Volpe in pieno petto.
“Naruto!” urlò Hinata, cercando di divincolarsi con uno strattone improvviso.

Sai tremò, ma non si mosse. Aveva compreso finalmente il significato del legame, ma non gliene importava più nulla. Avrebbe preferito essere come un tempo, una macchina che non poteva soffrire. Invece i sentimenti lo avevano travolto nel momento peggiore. La sofferenza per Naruto e la rabbia per quell’altro figlio di puttana lo trafiggevano come lame ardenti, gli impedivano di fare qualsiasi movimento, perché sapeva che se si sarebbe mosso sarebbe corso nel fuoco. Non riusciva a pensare ad alcuna frase del suo libro che potesse aiutarlo, riusciva soltanto a subire in silenzio le torture dei propri sentimenti.
“Quello non è più Naruto” mormorò la ragazza dai capelli rosa “Naruto si è sacrificato per salvare il villaggio”
Sakura sapeva che Sasuke si era trasformato di proposito per distruggere Konoha e che Naruto, per tentare di fermarlo, aveva perso il controllo e si era lasciato sopraffare dal demone. Naruto era un eroe, rifletté, un martire, il migliore ninja che fosse mai nato. Era buono, leale, coraggioso, pronto a immolarsi vita per i suoi ideali. Lei però aveva capito troppo tardi di amarlo e per troppo tempo aveva respinto il suo amore per correre dietro a quel mostro di Sasuke. Perché l’Uchiha era il male, era un mostro orrendo anche con le belle fattezze del suo corpo umano. Com’era stata infantile e crudele a preferire una bella faccia a un vero angelo! Sì perché Naruto era un angelo, mandato dal Kami per salvare Konoha. E ora il diavolo stava annientando l’angelo. Lei li amava entrambi, il diavolo e l’angelo, il bene e il male. Vederli morire era un dolore insopportabile, più di quanto avesse mai sofferto e ancora più atroce era sapere che proprio Sasuke che stava ammazzando Naruto. Era una sofferenza che l’annientava, che aveva gettato Sakura nel fuoco con i suoi compagni.  Il corpo che assisteva allo scontro era ormai una marionetta, spogliata di ogni identità.
Se ne stava ritta, inespressiva, proprio come Sai.

Sasuke scagliò via la Volpe, poi ripartì all’attacco. La avvolse in una stretta mortale. Aveva vinto, stava per uccidere il suo avversario, si sarebbe finalmente liberato di quello scocciatore. Si sarebbe liberato di tutti quei sentimenti che lo corrompevano. Strinse la presa, la Volpe ruggì.
Il Serpente guardò la bestia agonizzante negli occhi e si bloccò. Il demone gli restituì lo sguardo sprezzante, ma nell’odio e nel male del baratro che vide in quegli occhi malvagi, c’era Naruto. C’era il suo amico che chiedeva aiuto, una flebile luce che si andava spegnendo.
“Naruto” sibilò l’Uchiha. No, non sarebbe mai riuscito a ucciderlo. Ne aveva avuto molte volte la possibilità, ma non l’aveva mai fatto. Ora finalmente ne capiva il motivo.
Doveva salvarlo, doveva combattere per salvarlo, doveva morire per salvarlo.
La Volpe si liberò facilmente di lui.
“Perché, Uchiha, combatti tanto?” gli chiese.
Sasuke rammentò di quando era lui a deridere Naruto con la stessa domanda, a deridere il suo impegno per salvarlo.
“E tu?” rispose l’Uchiha beffardo “Perché vuoi distruggere il villaggio?”
Non l’avrebbero mai saputo gli altri, Sakura non l’avrebbe mai saputo. Nessuno avrebbe mai saputo che il grande Uzumaki non si era trasformato per difendere Konoha, ma era la Volpe che aveva preso da sola il sopravvento e si era rivoltata contro il villaggio. E Sasuke aveva deciso, dopo anni passati a meditare vendetta contro il villaggio, di schierarsi a sua difesa. Tutti avrebbero creduto che Naruto fosse un eroe morto per salvare il villaggio dal cattivo Sasuke. E andava bene così perché Naruto meritava molto più di lui di essere chiamato eroe. Aveva pianto lacrime di sangue per essere accettato dalla gente della Foglia e aveva messo a repentaglio la propria vita molte volte per proteggerli.
“Perché lo stai difendendo?” scoppiò a ridere la Volpe.
“Per Itachi” rispose serio Sasuke.
Quando si era scagliato contro la Volpe per difendere il villaggio, aveva agito istintivamente, senza apparenti motivazioni. Aveva spiegato frettolosamente nei primi minuti di combattimento la decisione con la voglia di uccidere il biondo. Solo ora invece capiva veramente perché stava sacrificando la sua vita per lo stesso villaggio che aveva ordinato lo sterminio della sua famiglia.
“Per Itachi” ripeté “E per te, Naruto, perché so che moriresti per salvarlo”
Fece seguire alle sue parole una scarica di energia elettrica e di chackra, impegnando tutte le sue forze. La Volpe rise e ogni traccia di Naruto sparì dai suoi occhi. Così Sasuke comprese ciò che doveva fare. Non sarebbe mai riuscito liberare Naruto torturando il suo corpo, doveva distruggere tutto il chackra del demone, annientarlo completamente senza lasciar traccia.
“Addio” soffiò secco, concentrandosi per trasformare tutto il proprio chackra e il proprio corpo Serpentesco in energia offensiva. Istantanee di sé e di Naruto che combattevano, che mangiavano insieme, che scherzavano insieme, che giocavano come due normali bambini, sfilarono davanti ai suoi sedici occhi. Sembrava che fosse passato un secolo.
Ci volle meno di qualche secondo per esplodere.
Il Kyuubi spalancò gli occhi, sorpresa. Era strano che una creatura così malvagia esplodesse producendo una luce così bianca. La luce investì il corpo della Volpe e lo dissolse.

Sakura sentì qualcosa spezzarsi dentro e cadde in ginocchio. Le lacrime le scendevano bollenti sul viso. Era successo qualcosa di definitivo, di irreparabile. Non li avrebbe rivisti mai più, era tutto perduto.
“Naruto!” gridò Hinata e il suo grido sembrò squarciare il cielo impassibile.
Si liberò facilmente della stretta di Kiba e iniziò a correre verso il suo amore. Forse era meglio così per lei, ma Neji fu più veloce, scattò in avanti e l’afferrò con decisione.
“Lasciatemi!” si ribellò la ragazza senza balbettare, né arrossire “Lasciatemi o attiverò il sigillo maledetto!”
“Potete provarci” rispose Neji rafforzando la presa “Ma continuerò a proteggervi.”
“Io...” balbettò lei incerta.
Tutti sentivano che era finita.
Ino gridò il nome di Sasuke e si accasciò, Shikamaru la sostenne ma non riuscì a trattenere le sue stesse lacrime, Chouji prese a singhiozzare, Tenten nascose il viso tra le gambe, Kiba si abbandonò al pianto come un bambino, Shino si voltò, Lee perse il controllo e iniziò a urlare di dolore e a colpire il suolo innocente.
“Naruto, mi hai insegnato molto” sussurrò Neji.
“NARUTO!” ripeté Hinata agitandosi come un uccello in gabbia “IO TI AMO!”
“E’ finita” decretò il ninja della Radice.
Si sentiva incredibilmente vuoto, privo di qualsiasi motivazione, anche quella per respirare. Naruto era morto, il suo flusso di chackra si era interrotto, la sua carne sarebbe marcita nel volgare terreno. Il mondo sarebbe andato avanti, ma non Sai.
Poi guardò Sakura, scossa dal pianto, che mormorava compulsivamente tra i denti i nomi dei due ragazzi che aveva entrambi amato. Aveva amato di più Sasuke, lo aveva sempre amato di più, ma ora le sembrava una stupida maledetta infatuazione. Era tormentata dal senso di colpa e sentiva l’amore per Naruto schiacciare l’altro e bruciarle dentro, consumarla fino a ucciderla.
Decisamente lei aveva bisogno di aiuto, valutò Sai, studiandola mentre accarezzava un fiore, con gli occhi spalancati.
“Nei momenti difficili gli amici devono sostenersi a vicenda”
Ora aveva la motivazione per respirare.
Le si avvicinò lentamente e le mise una mano sulla spalla, mentre una solitaria lacrima gli solcava il viso bianco.

Naruto aprì gli occhi. Era completamente al buio. Non ricordava nulla, cosa ci faceva lì? Se era nel proprio subconscio, dov’era la Volpe?
“Hey!” urlò seccato “C’è nessuno? Sakura, Sai? Maestro Kakashi?”
Sentì la voce di Sasuke dietro di sé.
“Naruto, imbecille!”
Si voltò e tutto venne schiarito da una dolce luce solare. Erano nel prato vicino il bosco di Konoha.
Naruto guardò l’amico, poi le proprie mani. Avevano dodici anni.
“Ma che cazz...”
“Vieni, Naruto!” urlò allegramente il bambino bruno, afferrandogli la mano.
Tutto divenne di nuovo buio e si dissolse. Naruto riusciva solo a sentire la salda presa della mano di  Sasuke sulla sua.
Sentì la voce spezzata dell’amico.
“N-Naruto”
“Sasuke!” rispose rinvenendo con un sussulto.
Il cielo era nero, ma la luce dell’incendio che li circondava gli feriva gli occhi.
“Sas...” tentò di ripetere alzando la voce, ma la gola gli doleva da morire, così come la testa, il collo, il petto, la pancia, le braccia e le gambe.
Fu costretto a sussurrare.
“Cos’è successo?”
“Hai combattuto contro di me per salvare la Foglia”
“Davvero, non me lo ricordo!”
“Sei stato un eroe e sei riuscito nel tuo intento”
Naruto rimase in silenzio. Era strano che Sasuke gli tenesse la mano, ma non si sentì di interrompere il contatto.
“Naruto, ti amo!” sentì urlare in lontananza.
“Io...” borbottò Sasuke, ma un attacco di tosse lo interruppe.
“Sono contento di averti ritrovato. E’ quello che desideravo di più al mondo” dichiarò Naruto a voce bassa. Sasuke chiuse lentamente gli occhi.
“Sasuke!” chiamò il biondo-sangue con una fitta al petto “Non lasciarmi!”
L’Uchiha sbatté le palpebre, stordito.
“Io... io...” balbettò Naruto aggrappandosi al terreno per non morire.
Non poteva morire prima di dirglielo. L’aveva rincorso come un samurai impazzito, l’aveva cercato disperatamente per anni, aveva affrontato ogni dolore e umiliazione per lui, per riaverlo accanto e poter finalmente...
“So cosa stai per dirmi, testa-quadra” intervenne Sasuke lievemente beffardo, senza aprire gli occhi, stringendogli la mano con più forza “L’ho capito anni fa. Stai per dirmi che mi ami, vero?”
“Si” rispose sorpreso Naruto “Io... perdutamente”
Sorrise e guardò l’altro con decisione, quasi a sfidarlo a prenderlo in giro.
Era in uno stato pietoso, letteralmente a pezzi, ma conservava intatta la sua bellezza.
Sasuke aprì gli occhi e fissò per l’ultima volta gli occhi azzurri del ragazzo biondo.
“Anch’io” esalò, lasciandosi andare.
Naruto sorrise e chiuse gli occhi con un rantolo. Lasciò andare la mano ormai fredda dell’amico e la sua ricadde inerte a pochi centimetri di distanza. Non si toccavano, solo una piccola striscia di sangue le univa, una sottile linea rossa.
   
 
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