nick
su forum e efp: pikkola pron91 (forum), pikkola
prongs (EFP)
titolo: My Slytherin Boyfriend
pairing: Blaise/Neville
personaggi secondari
citazione:
Piangendo non richiamerai i morti
dall’oltretomba.
prompt:
macchina volante
genere:
Romantico, Commedia, Generale
rating: rosso
avvertimenti:
One-shot, yaoi
introduzione:
Neville e Blaise si frequentano da quasi un anno, ma ancora non
è
chiaro se sono una coppia o no. Nonostante ciò, Neville, che
sta per andare a
vivere ad Hogwart come insegnante di Erbologia, chiede a Blaise di
andare con
lui. Scoprirà cosa significa ‘stare’ con
un Serpeverde.
NdA: Non
avevo mai scritto una yaoi, né tantomeno su questo pairing,
ma mi sono
divertita. E mi è anche venuta voglia di farci una long che
abbia questa shot
come capitolo. Potrei farlo, magari, quest’estate. Spero che
vi piaccia. Ho
messo il rating rosso solo per sicurezza.
My Slytherin Boyfriend
Blaise
spense la
sigaretta sul portacenere in vetro di murano. Neville da dietro le sue
spalle
lo guardò male: odiava il fatto che fumasse. Detestava il
fatto che non gli
importasse della sua salute.
Ma era Blaise ed un Serpeverde, e non si dice ad un Serpeverde cosa
deve o non
deve fare. I Serpeverde fanno una cosa solo se gli va e Blaise l'aveva
insegnato molto presto a Neville.
Stavano insieme da circa un anno. O almeno, Neville credeva che
stessero
insieme. Non se l'erano mai detto chiaramente, ma Blaise passava ogni
notte con
Neville e, di tanto in tanto, lo portava fuori a cena e, se la teoria
dei
Serpeverde sopracitata era vera, allora Blaise stava con Neville
perché ci
voleva stare veramente.
Ma qui sembrava sorgere un problema: a Neville era stato offerto il
posto di
insegnante di Erbologia a Hogwarts, ora che la professoressa Sprite era
andata
in pensione, e perciò, nel giro di poche settimane, avrebbe
dovuto trasferirsi
lì.
Blaise si voltò di nuovo verso Neville e, dopo averlo
guardato negli occhi,
decise di trascurare il malcelato disappunto per la sigaretta che aveva
appena
finito di fumare.
Passò lascivamente una mano sul petto del suo compagno e
quello si sciolse
sotto di essa. Si baciarono in modo sensuale per pochi momenti,
perché presto
Neville lo allontanò dolcemente. Blaise lo guardò
incuriosito. Raramente
Paciock rifiutava un bacio, mentre più spesso avveniva il
contrario.
Neville fece un sorriso a mezza bocca e si puntellò su un
gomito. Sembrava che
stesse per parlare, ma per un tempo non definito si limitò a
boccheggiare con
un'aria davvero stupida.
Allora Blaise domandò: "Che ti prende, Paciock?"
"Io... devo chiederti una cosa", bofonchiò Neville, con
riluttanza.
"Sarebbe?", chiese Blaise, inarcando le sopracciglia scure. Paciock
non era mai stato molto eloquente, ma in quel momento si stava
comportando come
una ragazzina pudica.
"Vuoi... Vuoi venire a vivere con me a Hogwarts?"
Blaise spalancò gli occhi color Terra di Siena*.
Poi tra gli sghignazzi, disse: "Spero che tu stia scherzando,
Paciock."
L'espressione ferita sul viso di Neville gli suggerì che,
tutt'altro, era
piuttosto serio.
Allora Blaise cessò di ridere e divenne serafico.
"Paciock, sapevo che presto saresti partito per Hogwarts e non mi pare
di
averti fatto capire che volevo venire con te."
"Ma noi... io ho solo pensato..."
"Tu non dovresti pensare mai, Paciock. Non sei fatto per pensare. Tu
sei
fatto per stare sotto di me e basta."
Neville assunse un espressione arrabbiata e si alzò di
scatto dal letto, senza
curarsi di prendersi la coperta per coprire la sua nudità.
Poi si voltò e
cominciò a dirigersi alla sedia sulla quale giacevano
accatastati
disordinatamente i suoi vestiti.
Blaise roteò gli occhi, infastidito dal comportamento da
Drama Queen di
Neville. Allora anche lui, a malincuore, lasciò il soffice
materasso e si
approssimò a Neville. Quindi premette il petto contro
schiena del compagno e lo
abbracciò da dietro. Entrambi alzarono gli occhi sullo
specchio che stava
davanti a loro e vi scorsero due bei giovani avvinghiati. Erano molto
diversi
l'uno dall'altro e non solo nel colore della pelle. Uno aveva un
espressione
altezzosa ed autoritaria, mentre l'altro appariva triste e deluso. Ma
erano
belli insieme; belli come un dipinto.
Blaise accostò le proprie labbra all'orecchio destro di
Neville. "Io
voglio stare con te", vi soffiò.
Neville arrossì, ma non disse nulla.
"Ma non posso venire a vivere a Hogwarts. Io ho un lavoro e anche tu
dovrai lavorare. E inoltre, non voglio vivere insieme a dei marmocchi
ignoranti. Ma non illuderti: non ti libererai di me. Verrò a
trovarti molto,
molto spesso, dovessi anche comprarmi una macchina volante
per
raggiungerti."
Neville sorrise teneramente e voltò il viso così
che potessero baciarsi.
Capiva Blaise: lui era come un animale selvatico e non lo si poteva
relegare.
Non voleva finire in gabbia. Perciò Neville l'avrebbe
lasciato libero e, finché
Blaise avesse voluto stare con lui, sarebbero stati bene.
Blaise riuscì a convincerlo a tornare tra le coperte e
passarono alcuni minuti
in silenzio, l'uno tra le braccia dell'altro.
Poi Blaise disse: "Io... non ti ho fatto il regalo di compleanno."
Neville lo guardò e vide che pareva imbarazzato. Ma
l'imbarazzo non era un
espressione che Blaise sapeva portare bene.
"Ma io ho compiuto gli anni quasi due settimane fa."
"Lo so... Però non ti ho fatto il regalo."
"Non importa", replicò Neville. Ed era vero, non ci era
rimasto male.
D'altronde, gli bastava stare con Blaise; non aveva bisogno di
ulteriori
regali.
Blaise scosse le spalle. "In realtà, vorrei portarti in un
posto
oggi."
"Dove?", domandò Neville, incuriosito.
"Lo saprai quando saremo lì, Paciock."
A quel punto non discussero più, decidendo di dilettarsi in
attività molto più
piacevoli.
---
Neville sentì la familiare sensazione della
Materializzazione congiunta. Blaise
gli strinse forte la mano finché non poterono finalmente
respirare ancora.
Neville strizzò gli occhi e la vista si
focalizzò, così che finalmente poté
capire dove Blaise l'aveva portato: un cimitero.
Neville alzò le sopracciglia mentre si voltava verso Blaise
per dire:
"Molto romantico". Blaise gli lasciò la mano e
cominciò a
camminare.
Senza voltarsi, asserì: "Suppongo di no. E' il cimitero dove
è sepolto mio
padre, d'altronde".
Neville spalancò la bocca, allo stesso tempo esterrefatto ed
imbarazzato.
Rimase immobile con lo stomaco attorcigliato fino a quando la voce di
Blaise lo
raggiunse nuovamente: "Muoviti, Paciock. Non hai paura di perderti?"
Blaise tentava di mantenere un atteggiamento indifferente, ma Neville
sapeva
che indossava quella maschera solo quando si sentiva vulnerabile.
Perciò frenò
il suo spirito da Grifondoro e non accettò la provocazione.
Raggiunse il ragazzo e lo prese nuovamente per mano. E quella strinse
la sua
impercettibilmente.
Insieme camminarono tra i sentieri verdeggianti, superarono numerose
tristi
lapidi, fino a che non giunsero ad un pino e lì, alla sua
ombra si ergeva una
pietra con poche righe incise sopra. Solo quando furono davanti ad
essa,
Neville riuscì a leggerle chiaramente:
Kenneth Zabini
26 ottobre 1946 - 11 agosto 1982
Padre e sposo esemplare. Ti compiangono i tuoi cari.
Neville respirò profondamente e lasciò
che le parole gli venissero
naturali. "Ti manca?"
Blaise alzò le spalle e replicò: "Non saprei. Ero
molto piccolo quando è
morto, perciò non mi ricordo com'era, né se gli
volevo bene."
Neville si morse il labbro inferiore. Non riusciva a distogliere gli
occhi da
quella lapide.
"Come è morto?"
"Infarto."
Neville alzò le sopracciglia, perplesso.
"Ma aveva solo trentasei anni!" esclamò, voltandosi verso
Blaise.
Quest'ultimo non mosse ciglio, come se la morte di suo padre non lo
toccasse
affatto.
"E' quello che mi è stato detto."
Neville colse nelle sue parole un'amarezza ed una rassegnazione che lo
sconvolsero. Era come se Blaise sapesse che gli avevano mentito, ma non
potesse
farci nulla.
Prese l'altro per le spalle e lo manipolò così
che furono faccia a faccia.
"Vuoi dire che l'hanno ucciso?"
Blaise evitò il suo sguardo. "Non lo so", rispose, con voce
flebile.
"Blaise. Blaise, guardami. Dimmelo. Possiamo andare a fondo di questa
storia. Possiamo..."
Allora gli occhi scuri di Blaise lo fulminarono e Neville tacque
immediatamente.
Blaise scosse il capo più volte e Neville pensò
che fosse un gesto nervoso.
"No, Paciock. Noi non possiamo fare niente. Niente, d'accordo?"
"Ma..."
"Smettila. Lui è morto. E' morto tanti anni fa e io non me
lo ricordo
nemmeno."
Neville non riusciva a capire: Blaise lo sapeva, lui sapeva che gli
avevano
mentito riguardo alla morte di suo padre, eppure si rifiutava di
indagare, di
scoprire la verità.
"Blaise, non devi accettarlo. Non devi. Puoi... Puoi soffrire... Puoi
piangere..."
Blaise fece una risata vuota. "Piangere?", chiese con voce sardonica.
"E a che cosa servirebbe? Piangendo non si richiamano i morti
dall'oltretomba, Paciock."
Neville abbassò il capo, deluso dall'amarezza delle parole
di Zabini. Erano
così diversi, e lo dimostravano ogni giorno di
più. Poteva vederlo allo
specchio, o nelle fotografie. Poteva percepirlo ogni volta che facevano
l'amore, quando Blaise tratteneva i gemiti di piacere e lui invece
gridava il
nome del Serpeverde. Ed ora, Blaise stava riconfermando quanto fossero
dissimili nel carattere.
Blaise parlò, costringendolo a cadere dalle nuvole. "Io l'ho
accettato,
Neville. Fallo anche tu. Ti ho portato qui perché visito mio
padre, ogni anno,
oggi, l'undici agosto. E ogni volta, ci vengo da solo. Ma quest'anno,
ho
pensato che non c'era bisogno che venissi da solo. Che potevi farmi
compagnia."
Mentre diceva tutto ciò, l'espressione di Blaise era
così tenera, così vulnerabile,
che Neville non poté trattenersi dal sorridere.
Allora le loro labbra si incontrarono e fu una dolce aggressione. Fu un
continuo lambirsi a vicenda. E presto le loro lingue si accarezzarono
l'un
l'altra, con passione. Poi Neville si staccò da Blaise,
strappandogli un ultimo
bacio, e disse: "Non c'è più bisogno che tu
faccia le cose da solo.
Possiamo fare tutto quello che vuoi, insieme."
---
Neville si asciugò il sudore dalla fronte con la manica
della maglia e sospirò,
esausto. Quella mattina si era svegliato tardi e quindi aveva dovuto
preparare
i bagagli in fretta e furia. Ovviamente, la magia spesso facilitava le
cose, ma
Neville aveva comunque dovuto più volte salire e scendere le
scale per
controllare di aver preso tutto. Avrebbe tanto voluto riavere la
Ricordella che
la Nonna gli aveva regalato al suo primo anno ad Hogwarts, ma quando
aveva
quindici anni l'aveva persa e non l'aveva mai più ritrovata.
Proprio mentre pensava alla sua piccola sfera di vetro,
suonò il campanello.
Corse alla porta d'ingresso e, quando la aprì, vi
trovò Blaise che sfoggiava il
suo sorriso migliore.
"Ciao!" disse Neville, sorpreso. Non si era aspettato che Blaise
venisse a trovarlo proprio oggi.
"Ti sei dimenticato una cosa!" esclamò Blaise, sorridendo
beffardo.
Neville si portò le mani ai capelli, disperato.
"NO! Cosa?!"
"Il biglietto del treno di Hogwarts."
Neville lo guardò come se gli fossero spuntate delle
orecchie da asino.
"Ma... che stai dicendo?"
"Il biglietto, Paciock. Il. Biglietto."
Blaise aveva un espressione sogghignante.
"Blaise, non serve il biglietto per l'Espresso di Hogwarts. Non
è mai
servito a nessuno."
Neville non capiva. Che cosa si era fumato Zabini?
Blaise gli rubò un bacio e poi disse: "Ti dico che non hai
preso il
biglietto. Perciò dovrò portarti io a Hogwarts.
Mi capisci, Paciock? Comprendi
quello che ti sto dicendo?"
E allora Neville comprese. Capì che Blaise aveva voglia di
accompagnarlo, ma
non voleva ammetterlo. E pensò che era così
dolce, così tremendamente adorabile
quel comportamento da Serpeverde che, se avessero avuto tempo, si
sarebbe
spogliato e avrebbe permesso a Blaise di prenderlo lì, sulla
soglia di casa,
senza nemmeno lubrificarlo. Ma, purtroppo, il tempo era un gran
bastardo, e
Neville, ora, non poteva proprio fare quello che avrebbe voluto fare.
Perciò, a
malincuore, disse: "Sono proprio sbadato. Per fortuna, ci sei tu,
Blaise."
Il Serpeverde sorrise e, con un colpo di bacchetta, fece levitare tutti
i
bagagli di Neville fuori dalla casa. Poi prese il compagno per mano e
lo guidò
fino al retro. E lì, la mascella di Neville cadde a terra.
Non poteva crederci. Non poteva.
---
"Sì, Blaise, ti prego. Più veloce."
sussurrò Neville.
Blaise ghignò e cominciò a spingere forte e con
rapido ritmo e, ben presto,
venne dentro Neville. Allora prese il pene del Grifondoro tra le mani e
cominciò ad accarezzarlo finché anche Neville
culminò.
Allora, i due ragazzi si stesero sui sedili, lasciandosi cullare dal
lieve
ondeggiare della Limousine.
Poi, dopo alcuni minuti, Blaise ruppe il silenzio: "Molto meglio del
treno, eh?"
"Decisamente", disse Neville, sorridendo.
I ragazzi continuarono ad accarezzarsi teneramente, ma di nuovo, il
silenzio fu
interrotto dalla voce di Neville.
"Non posso crederci che stiamo volando dentro ad una Limousine."
"Solo il meglio per il mio ragazzo", replicò Blaise, con
un'espressione soddisfatta.
E Neville non avrebbe mai capito quel viso, quegli occhi.
Ma d'altronde, non aveva bisogno di capirli.
Gli bastava ammirarli.
Perché quando hai un ragazzo Serpeverde, nulla è
prevedibile.
Men che meno, il fatto che te ne innamorerai.
-fin
*http://it.wikipedia.org/wiki/Terra_di_Siena
SPAZIO AUTRICE:
Seconda classificata al Harry Potter Slash contest di MarchesaVanzetta
I giudizi saranno pubblicati in un secondo momento
Questa è stata in assoluto la prima vera slash che ho scritto...e mi è davvero piaciuto molto scriverla. Spero che vi sia piaciuta.
Baci,
pikkola
prongs.