Anime & Manga > Romeo x Juliet
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Autore: Lilith of The Thirsty    04/05/2011    2 recensioni
Ciao a tutti questa è la mia prima FF su RomeoxJuliet e spero possa piacervi!!! ^^ Recensite e fatemi sapere il vostro parere sono molto curiosa!! ^^ Ed ecco a voi la trama!
"Angelica, devi compiere il tuo destino. Insieme all'ultima discendente dei Capuleti dovrai far rivivere la leggenda dell'antica famiglia perchè tu sei l'iris blu!
Spezza il cuore ai tuoi nemici, combatti e otterrai la vittoria!"
La profezia del vecchio non poteva essere errata ma qualcosa non andava, la fanciulla aveva già sperimentato l'insidia dell'amore e il cuore ne era colmo. Lei non poteva uccidere i figli del suo nemico... o forse sì?
Se vi ho incuriosito leggete!!^^ Baci e grazie!!!
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

 




Il sole illuminò la città ancora addormentata di Neo Verona cominciando a farla risplendere nel suo manto dorato.
In una piccola casa alla periferia dei grandi palazzi, raggi splendenti di sole filtravano attraverso le tende di una camera da letto colpendo il viso di una ragazza che dormiva beata.
Piano piano schiuse gli occhi azzurri che scrutarono gli oggetti della stanza, si alzò e spalancò le finestre gustandosi la brezza mattutina.
I capelli castani con riflessi dorati si agitavano ai colpi del vento leggero che dava il suo benvenuto alla ragazza, sorridendo cominciò a vestirsi come ogni giorno.
Prese una fascia bianca e se la legò intorno al petto stringendo molto per nascondere le sue forme, indossando successivamente una camicia bianca e un gilet nero. Calzò gli stivali maschili sopra i pantaloni e si diresse verso lo specchio, prese una parrucca nera sotto la quale nascose i suoi fluenti capelli e uscì per fare colazione.
“Oh, ben svegliata tesoro! Dormito bene?” chiese con voce calma sua madre mentre le preparava il latte con qualche biscotto.
“Sì, come sempre!” disse, felice, sedendosi e ammirando i capelli biondi e ricci della donna che erano stati raccolti sapientemente in una morbida crocchia. Gli occhi verdi di lei la fissarono con il suo solito fare medico, ormai la conosceva bene e sapeva quanto fosse stanca di quel travestimento.
“Su mangia, devi rimetterti in forze Ange!”
“Quante volte ti ho detto che devi chiamarla Henry quando è vestita in quel modo?” sbuffò suo padre scendendo dalla scala.
Era un uomo magro con i capelli corti tutti sale e pepe, gli occhi neri e un po’ di barba sulle gote. Ange ingoiò un biscotto senza parlare mentre sua madre e suo padre cominciavano a discutere ancora una volta per il suo camuffamento. Se da piccola si era divertita adesso tutto era diventato troppo pesante, non capiva da cosa suo padre voleva proteggerla e che cosa mai potesse voler dire ogni volta che affermava: “Dobbiamo rispettare il suo volere, non dimenticarlo Maria…”.
Si alzò, era stanca di quel battibecco e per quietarli entrambi disse che andava bene così e che non le importava più nulla.
Uscì per andare a sellare il suo cavallo, il suo turno di lavoro cominciava tra poco e doveva sbrigarsi perché il suo capo era un tipo piuttosto burbero.
“Henry!” esclamò sua madre correndole incontro con un pezzo di stoffa tra le mani.
“Dimmi mamma…”
“Il tuo pranzo tesoro mio…”
“Grazie!”
Prima che lei potesse montare a cavallo però sua madre l’abbracciò e le sussurrò all’orecchio di stare attenta.
“Inoltre piccola mia questa sera ci sarà un ballo in piazza per la gente del popolo e tu ci andrai…”
“Ma madre!”
“Vestita da donna!”
Ange rimase sbalordita, sua mamma le fece l’occhiolino e la incitò ad andare al lavoro mentre rientrava in casa. Riusciva sempre a comprenderla ogni volta, era tipico di una donna come lei sapere tutto su tutti.
La ragazza travestita saltò in groppa al suo destriero bianco e galoppò verso il mulino per prendere in consegna i sacchi di farina, stranamente si sentiva leggera e libera. Se era vero quello che le aveva detto sua mamma quella sera finalmente avrebbe potuto essere se stessa in mezzo ad altra gente e indossare qualcosa di femminile.
Aveva sempre sognato di incontrare il vero amore ad un ballo, di danzare sotto gli occhi di tutti mostrando che era una donna. Da quando era nata quella possibilità le era stata preclusa per volere rigido di suo padre, ora più che mai voleva liberarsi da quell’assurda costrizione. Ricordava quante volte ne avesse parlato con sua madre disperata e di come lei comprensiva le aveva ripetuto che prima o poi la sua occasione sarebbe giunta. Finalmente il momento era arrivato. Un solo dubbio però le si affacciò nella mente: dove diavolo poteva trovare o comperare un vestito per quell’occasione senza che suo padre lo venisse a sapere?
   
 
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