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Autore: nalu    04/05/2011    0 recensioni
Amo la coppia Lily e Severus, e so che forse molti di voi non la penseranno come me dato che, se davvero Lily e Severus si fossero messi insieme non sarebbe nato Harry Potter ma....qui ci sono Severus e Lily da piccoli... ho provato a immaginare il loro rapporto. Spero vi piaccia!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Lily/Severus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Ciao a tutti! Eccomi con una nuova One-shot: parla di alcuni episodi d'infanzia di Lily e Severus. Mi scuso con chi non gradirà la presenza di alcune cose inventate da me nella storia, ma che servivano per comprenmderla meglio... Buona lettura   
                                              
-Voglio essere una principessa-
Questo era sempre stato il desiderio di Lily Evans, piccola e graziosa bambina di nove anni non ancora compiuti. Parlava sempre di queste fantastiche fanciulle dall’aria regale con eccessiva enfasi, e con un profondo desiderio da sciogliere anche il cuore più duro. Le ammirava tantissimo, e popolavano tutti i suoi sogni più infantili. Ormai aveva in cassetta tutti i cartoni che avevano come protagoniste loro: La Bella Addormentata Nel Bosco, Cenerentola, la Bella e la Bestia, La Sirenetta, Biancaneve e i sette nani, Aladdin, Pocahontas…. Ogni giorno faceva scorrere le sue piccole dita sulle copertine di esse, indecisa su quale scegliere. Ogni giorno, dopo la fatidica scelta, si affrettava ad estrarre la cassetta e ad infilarla nel videoregistratore. Ogni giorno lo schermo si illuminava di una prima immagine di un castello alto dalle forme spigolose, sfarzoso e bellissimo, attraversato da una scia argentata che lo circondava, con la scritta ‘Walt Disney’ sotto. Ogni giorno Lily contemplava, con gli occhi che le brillavano, quell’immagine ormai così familiare che gli trasmetteva ogni volta tanta, tantissima felicità. Ogni giorno lei aspettava, in trepidante attesa, l’inizio del cartone che raccontava la storia di una delle sue  tante meravigliose beniamine.  Ed ogni giorno, quando lei era intenta a guardare con particolare attenzione essa, arrivava la solita visita del suo amichetto preferito. 
“Vieni Sev. Vieni a sederti qui.” Diceva all’appena arrivato ospite, che sostava sul ciglio della porta della propria stanza. Picchiava con la manina il pezzo di pavimento accanto a sé, con scarso interesse,con gli occhi ancora incollati allo schermo che aveva di fronte.
 Lui era abituato a questa accoglienza. Ubbidiva senza fiatare, sedendosi, il più silenziosamente possibile, vicino a lei. Sapeva che Lily odiava essere disturbata mentre vedeva i suoi ‘sacri e intoccabili’ cartoni sulle principesse, ma se non le davi fastidio, stando in silenzio fino alla fine del suo tradizionale rito pomeridiano, avevi qualche speranza di parlare con lei, dopo.
 Così Severus se ne stava così, mogio mogio, con le ginocchia al petto e un album da disegno aperto appoggiato su esse. Munitosi di matita cominciava a tracciare, con delicati movimenti della mano, vari segni. Ogni tanto cancellava con la gomma e molto spesso girava la testa, colma di lunghi capelli corvini, in direzione di Lily, per qualche secondo, per poi posarla di nuovo sul disegno a cui stava lavorando, come ad accurare dei particolari o per aggiungere nuovi elementi
Era cosi ogni giorno. 
 Ed anche quel giorno,non era cambiato nulla. 
Appena sullo schermo apparse la scritta ‘The End’, Lily si alzò e ripose la cassetta al suo posto, tra i suoi simili, già immaginando la fiaba che avrebbe visto il giorno dopo; Severus, invece, si affrettò, a chiudere l’album da disegno e a posarlo, insieme alla matita e alla gomma, nello zainetto che aveva appoggiato, appena arrivato, vicino alla finestra, la quale era alle spalle di Lily e dava su un giardino molto piccolo ma curato fin nei minimi particolari. Allora i due bambini si tolsero le scarpe e si sedettero a gambe incrociate sul letto a baldacchino di lei.
 <<  Allora, Sev ti è piaciuto il film che ho scelto oggi? >> chiese lei, con aria sognante, sorridendo.
Sorrise anche lui. <>
Lily lo interruppe. << Si, va bè buffone, ho capito cosa vuoi dire. Ma non prendere in giro la mia Belle. Lei è super-bellissima!! >>
<< Parli come se fosse una persona in carne e ossa…. Lily quando capirai che loro non esistono? Che persone come loro, con abiti grandi e belli e luccicanti, non ci sono per davvero? >> disse Severus un po’ irritato. Non voleva che Lily fantasticasse su cose non vere, che si illudesse su dei sogni che non si sarebbero mai avverati. Non voleva che lei assomigliasse a quelle ragazze, che tutto erano, tranne che la sua Lily. Non voleva che lei cambiasse. Non voleva che un giorno lei se ne andasse per cercare il suo ‘Principe Azzurro’.  
Ma fu la cosa più sbagliata che potesse dire. Lily si senti d’un tratto molto triste. I suoi occhi si riempirono di lacrime. << Come puoi dire così? Tu non capisci un bel niente! Sei cattivo! >> scoppiò a piangere. Enormi gocce di cristallo scesero dai suoi occhi, verdi come foglie in primavera, e le rigarono le guance paffute e rosee. Si voltò di scatto dando le spalle al bambino, che rimase scioccato.
 Lui, però, non voleva nemmeno farla piangere. Si affrettò a rimediare. << Lily, scusami. Non volevo dire quelle stupidaggini. >> le poggiò una mano sulla spalla, che lei scostò rapidamente con uno schiaffo.
<< Mi dispiace >> ritentò Severus e riprovò a toccarla, pronto a ritirare la mano al primo movimento della bambina. Ma lei non si mosse. Severus fu molto sollevato e in quel momento decise: se lei voleva essere una principessa allora sarebbe stata una principessa. A qualunque costo. << Ti aiuterò io a diventare una principessa, se è quello che vuoi. Te lo prometto Lily >> disse con decisione.
Lei disse, con voce ancora incerta dal recente pianto: << Davvero? >> . Non riusciva a capire quel cambio improvviso di opinione, ma non le importava; le stava promettendo una cosa bellissima. 
<< Sì, davvero >> e levò la mano dalla sua spalla per lasciarla girare.
Lily si volto e gli sorrise, raggiante. << Va bene. Giochiamo adesso? >>

I giorni seguenti furono tranquilli e sereni. Certo, qualche litigata di poco conto si scatenava ogni tanto, ma i due migliori amici trovavano sempre il modo di fare la pace. Quel giorno erano al parco vicino casa di Lily, che era famoso per la sua immensa quantità di alberi; loro erano seduti sotto di uno di essi, e si godevano quel pezzo di ombra che l’albero riusciva ad offrire, un vero sollievo se paragonato al sole che batteva in quei giorni. La scuola era finita il giorno precedente, per la felicità di entrambi, ed avevano deciso di inaugurare quella prima giornata di libertà dai compiti scolastici, passandola al parco. Insieme ovviamente. Ormai si vedevano tutti i giorni. Severus non sentiva il bisogno di spendere il suo tempo con altri ragazzini, perché nessuno di loro era suo amico. Aveva solo Lily; le voleva molto bene. Lily, da parte sua, qualche volta si sentiva un po’ in colpa perché lasciava la sua sorellina Petunia da sola a casa, ma quel disagio spariva subito se pensava a quanto si divertiva con Severus, e che era impossibile odiare una persona del genere, cosa che purtroppo Petunia pensava. Quindi era altamente improbabile cercare di passare una giornata tutti e tre insieme. Inoltre Lily si rendeva ogni giorno più conto che quel bambino non aveva vissuto una bella infanzia: parlava con la mente di un adulto, la maggior parte delle volte; ragionava molto più di lei; riusciva a capire dei concetti che a lei sfuggivano; riusciva a nascondere le emozioni molto bene; e non era sempre felice. Insomma, era un uomo nel corpo di un bambino. Era cresciuto troppo in fretta; non aveva quella spensieratezza che di solito avevo tutti i piccini. E lei era molto dispiaciuta per questo. Si sentiva triste per lui. Per quel motivo aveva deciso di approfondire l’amicizia con Sev: per cercare di trasmettergli un po’ di quel calore che caratterizza l’infanzia, che a lui era mancata del tutto. Spesso immaginava che quel suo comportamento era dovuto alle continue liti dei suoi genitori, e al freddo rapporto col padre, come lui qualche volta le raccontava, cercando di apparire indifferente. Ma lei capiva che lui ci stava male, che dentro soffriva, e cercava di stargli vicino il più possibile. Dopotutto era il suo migliore amico.
In quel momento il bambino era appoggiato al tronco del grande albero e, come al solito, disegnava sul suo affezionatissimo album. Credeva che il paesaggio che gli si stava presentando davanti agli occhi fosse strabiliante e meritasse di essere ricordato in uno dei suoi tanti disegni: quel prato verde, brulicante di vita e di piccoli animali, si estendeva a vista d’occhio, interrotto regolarmente da una quercia,  da un faggio, da un castagno, da un ciliegio, da un olmo o da un pino; a completare il quadro c’era l’esile figura di Lily, stesa a pancia in giù, intenta a colorare uno di quegli album che di solito si trovano in cartoleria, quelli con i disegni già fatti. Severus non riusciva a vedere quale disegno stesse colorando, a causa dei lunghi capelli rossi di lei che le scendevano come una cascata ai lati del viso, coprendo come una tenda l’album, ma era sicuro che si trattasse di qualche principessa o roba del genere. La conferma gli venne quando lei, per caso, si spostò una ribelle ciocca di capelli dietro l’orecchio, lasciando intravedere una giovane ragazza dai capelli neri corti, tra i quali spiccava un fiocchetto rosso, e un semplice vestito dal corpetto blu, con le maniche a sbuffo,blu anch’esse ma con qualche schizzo di rosso, e una lunga gonna gialla. Biancaneve. Prevedibile. Scosse la testa e ritornò al suo disegno.
<< Ehi, non mi hai più detto niente del corso di disegno che stai seguendo ormai da tanto tempo. Come va? >> chiese Lily, lanciando un’occhiata all’amico, seduto accanto a lei. Aveva sempre saputo che Severus era un abile disegnatore. Infatti era stata lei stessa a incitarlo ad iscriversi a quel corso che si teneva in una delle stanze della biblioteca pubblica. Lei pensava, dai pochi disegni che aveva visto o più che altro rubato di nascosto tanto tempo addietro, che Severus avesse talento. Inoltre lui non le faceva mai vedere i suoi lavori. Diceva che aveva vergogna. E intanto lei diventava sempre più curiosa. Chissà: forse un giorno sarebbe diventato un pittore. 
<< Ah, va tutto bene. Tranne per qualche bambino dispettoso che mi dà sempre fastidio:  ho rovinato loro tutti i disegni. È quasi finito il corso; stiamo facendo l’ultima parte. Dobbiamo imparare a disegnare una persona, che è molto difficile. Ci sono tantissime cose che devi fare bene, altrimenti il disegno viene brutto >> spiegò Severus. Era da più di un mese che si esercitavano con le persone, ma chissà perché l’unico soggetto che gli veniva bene era uno solo: con più precisione gli veniva bene solo una bambina. Aveva l’album pieno di suoi ritratti; naturale che si vergognasse a farglieli vedere.
<< Non sapevo che era così difficile. Io sono una vera schiappa: non sono proprio portata per disegnare. Io sono portata di più per le buone maniere, per osservare attentamente il bon-ton, per parlare educatamente, per ballare su una pista da ballo con uno di quei vestiti bellissimi, pieni di brillantini. Sono portata di più per essere una principessa, insomma >> disse Lily, con ovvietà, gesticolando con le mani. 
Severus alzò gli occhi al cielo. << Eh, infatti madmoiselle. Quel ruolo è fatto sicuramente per lei. Mi chiedo perché non hanno ancora invitato una così graziosa fanciulla al palazzo reale, per un incontro con il principe. Sareste una coppia fantastica >> disse, con un sorriso sulle labbra.
Di risposta Lily gli fece una pernacchia. << Sfotti pure. Ricorda, Sev, che mi hai fatto una promessa >>. Si fece tutto a un tratto seria, ricordandola.
 << Mantengo sempre la parola data. Tra qualche giorno sarà tutto pronto >> rispose lui, guardandola negli occhi. Da quando le aveva promesso di aiutarla, era stato giorno e notte a pensare a come fare affinché ciò avvenisse. L’idea gli era venuta per caso e non faceva che lavorarci in ogni momento libero:voleva che tutto fosse perfetto; voleva che lei fosse felice.
 << Sarà tutto pronto per che cosa? >> disse Lily; quel non sapere la faceva irritare così tanto. E Sev non le accennava niente. Diceva che doveva essere una sorpresa.
 << Tu non ti preoccupare e lascia fare a me. >> rispose Severus, evasivo. 
<< No, mi devi dire cosa stai facendo, non puoi non raccontarmi niente. Io devo sapere! Non puoi… >> protestò Lily mettendosi a sedere, ma fu interrotta dalla voce calma e pacata di Sev. << Ti fidi di me? >> le disse.
 << Certo che mi fido di te, ma… >> 
<< Niente ma >> la interruppe di nuovo << Mi basta sapere questo. Non devi far altro che rilassarti e aspettare. Ok? >>  
<< Ok, va bene. Farò come dici tu. Ma solo perché ti voglio bene.  >> rispose lei imbronciata, incrociando le braccia al petto. Ma si vedeva che non era arrabbiata sul serio.
 << Oh, che onore! Sapere di importare qualcosa per la celebre principessina Lily Elizabeth Sarah Margaret Ingrid Claire Evans! >> dichiarò, con aria solenne, inventando al momento tutti quei nomi aggiuntivi.
Lei cominciò a ridere di gusto, l’aria imbronciata sparita dal suo volto, e a picchiare con piccoli buffetti delle mani ogni parte del corpo di Sev, facendolo cadere disteso sull’erba  << Cretino! Idiota! Non mi chiamerò certamente così!  >> e continuava a picchiarlo per gioco. Non si fermava nemmeno ai ripetuti “Ahi!”di lui, palesemente falsi. E nel mentre ridevano, ridevano a crepapelle; l’album di Severus era finito pochi metri più in là, spazzato via dalla furia che portava il nome ‘Lily’.
Dopo parecchi minuti si stesero sull’erba, uno di fianco all’altro. Un lieve rossore colorì le guance di Severus e guardò Lily con uno sguardo intenso che poche volte si era visto che rivolgesse a qualcuno: lei stava con gli occhi chiusi, i lunghi capelli rossi aperti a ventaglio sull’erba, e respirava profondamente per riprendere un po’ di fiato. Poi la imitò e chiuse gli occhi neri come l’oblio e si rilassò completamente. Ad un certo punto sentì Lily raggomitolarsi contro il suo fianco; lui le cinse le spalle con un braccio, imbarazzato. 
<< Ecco, bravo. Dormiamo un po’ adesso >> disse lei, con l’aria di chi è già per metà nel mondo dei sogni.
<< Mmm, mmm >> annuì lui. E si lasciò trasportare dal sonno….

Il grande giorno arrivò. 
Severus, nella camera di Lily, camminava nervoso da un capo all’altro in attesa che arrivasse la sua amichetta. Ripassò mentalmente quello che aveva fatto quel pomeriggio: aveva chiamato Lily e le aveva detto di incontrarsi al parco; ma lui già sapeva che non ci sarebbe andato; si era recato, invece a casa sua e si era nascosto dietro un cespuglio del suo giardino appena l’aveva vista camminare per raggiungere il luogo dell’incontro; a quel punto aveva raggiunto la porta della casa e aveva bussato; era apparsa sulla soglia la madre di Lily che le aveva detto che sua figlia era appena uscita; Severus, allora, le aveva raccontato della sorpresa che voleva fare alla sua piccolina; la mamma era stata contentissima e gli aveva detto di salire in camera di Lily per preparare quello che doveva; mentre saliva le scale che portavano alla camera  aveva evitato di proposito Petunia che stava per dirne una delle sue; era entrato nella cameretta e aveva cominciato a tirare dallo zaino, che si era portato con sé, l’album da disegno e lo scotch; poi aveva cominciato ad applicare in fila i disegni, su una parete spoglia del muro; infine aveva messo il tocco finale.
 E ora era lì. Sapeva che Lily sarebbe arrivata da un momento all’altro, vedendo che nessuno arrivava al parco. Non osava immaginare la sua rabbia. Intanto che pensava continuò a camminare su e giù stropicciandosi le mani; si sedette sul bordo del letto ma dopo un secondo si rialzò e ricominciò a camminare. Era molto nervoso. 
Ad un certo punto sentì il campanello della porta suonare dal piano di sotto. La sua agitazione crebbe ancora di più.
 << Ehi cara, come mai già di ritorno? >> sentì la madre che chiedeva a qualcuno, che già poteva immaginare chi era. Infatti: << Severus non c’era! Aveva detto di venire e poi lui non è venuto! >> la voce di Lily sembrava molto infastidita. 
<< Vabbè piccola, avrà avuto i suoi motivi. Sali in camera, adesso: ti chiamo quando la cena è pronta >> disse la madre. Lily non si preoccupò nemmeno di rispondere e salì a passi pesanti tutti i gradini delle scale di marmo bianco. Ma all’improvviso si intromise la voce di Petunia: << Lily, guarda che Piton è in camera tua! Ha convinto la mamma a farlo entrare, ma secondo me ti sta rubando tutti i giocattoli! >> .
Severus digrignò i denti: possibile che quella doveva rovinare sempre tutto?
A quel punto i passi di Lily divennero più veloci. Qualche secondo dopo la vide aprire di botto la porta, che andò a sbattere contro il muro: aveva il volto livido di rabbia. 
<< Tu! Tu, che ci fai qui! Sai per quanto ti ho aspettato?! E non sei nemmeno venuto! Sono stata da sola come una scema per tantissimo tempo! >> urlò.
Severus, non sapendo proprio che cosa dire, indicò con un dito la zona del muro vicino la finestra.
Lily portò automaticamente gli occhi in quella direzione: la sua vista fu invasa da una marea di colori, ma soprattutto da uno stesso volto che si ripeteva più volte. Guardò meglio e si accorse che quello era il suo, di volto. Ed era ripetuto quattro volte. Il primo disegno rappresentava lei che era seduta su una poltrona d’oro, finemente decorata; aveva un’aria così superba, così aristocratica, che faticava a riconoscersi; ma gli occhi erano i suoi: verdi, così intensi che sembravano reali. Ma la colpì molto il suo vestito: era di un bianco immacolato, con un corpetto ricamato a fili d’argento, e una gonna che scendeva a balze sul fondo. Non si poteva non notare la capigliatura: i suoi capelli, che di solito erano lisci, in quel disegno ricadevano a boccoli sulle spalle. E infine aveva una corona, la più bella che avesse mai visto: era come quelle delle regine, grandi e piene di diamanti, che le ricoprivano interamente. Stupefatta guardò gli altri disegni. Il secondo la rappresentava in una magnifica sala, dove stava prendendo il tè con un’eleganza da far invidia a una famiglia reale in persona. Era in compagnia di altre bambine, tutte molto chic come lei, solo che di queste si vedeva solo la parte di dietro, visto che era lei la protagonista di quel disegno. Indossava un abito arancione, stile impero che scendeva fin sui piedi. Tra i capelli aveva una rosa dello stesso colore del vestito, che faceva risaltare ancora di più i suoi fantastici occhi. I capelli erano lisci, sciolti sulle spalle. Il terzo aveva una sorta di intimità, molto fine. Questa volta era in una sala più grande, e molto più sfarzosa. C’erano tende drappeggiate di rosso e oro a coprire tutte le grandi finestre che c’erano in quella stanza circolare, immensamente grande, troppo troppo gigante. Lei era al centro di una pista da ballo e stava danzando con un bambino. Dopo un po’ lo riconobbe: era Severus. Aveva i capelli corvini ordinati, tirati all’indietro con il gel, quando di solito erano perennemente spettinati. E poi aveva uno smoking,molto elegante, di colore nero. Ma ancora una volta la protagonista del quadro era lei: aveva un vestito di colore blu notte. Esso le lasciava la spalle scoperte, e le ricadeva sul petto, circondandola come una sorta di collana, avvolgendole anche le spalle; man mano che scendeva diveniva sempre più aderente fino a quando, in vita, non si allargava di botto e scendeva aggraziatamente verso i suoi piedi, dove si intravedevano delle bamboline, blu anch’esse. I capelli erano alzati in un’acconciatura complicata, che comprendeva trecce e boccoli che si intrecciavano ai lati del viso, dove vi aveva appoggiato due fermagli a forma di cuore di colore azzurro cielo, che si abbinavano con la collana azzurra che portava al collo. Infine il quarto disegno era quello più colorato di tutti. Ritraeva di nuovo la sua figura, ma questa volta era tra alcune delle principesse Disney che tanto amava. Cenerentola con il suo meraviglioso vestito azzurro, con i guanti che le arrivavano sopra il gomiti anch’essi azzurri, e con un cerchietto sulla testa ancora una volta azzurro; uno chignon le alzava i capelli e le scarpette di cristallo le rendevano ancora più graziosi i piedini. Aurora con il suo solito vestito rosa, di una tonalità più scura al corpetto, e più chiara alla gonna che, a differenza di Cenerenola, scendeva morbida sulle sue lunghe gambe; aveva le spalle scoperte e aveva una corona e una collana, entrambe dorate; i capelli erano mossi e le arrivavano morbidi giù alla schiena. Belle con il suo strabiliante vestito dorato era impeccabile. Esso lasciava anche a lei le spalle scoperte ma ,quelle che avrebbero dovuto essere spalline, le ricadevano dolcemente ai  lati delle braccia, come a fare un fiocco; il vestito si apriva enormemente in vita, come una di quelle grandi tende interrotte di tanto in tanto da cordoni che fungevano da migliore effetto estetico; aveva i guanti che le arrivavano al gomito; i capelli, invece, erano attraversati da uno spesso nastro color dell’oro, erano mossi e si poggiavano sul collo. Biancaneve con il suo vestito dalla gonna gialla e dal corpetto blu; i capelli erano corti e aveva un fiocco rosso tra essi. E infine c’era lei che, come sempre era la sovrana indiscussa del disegno. Era al centro; aveva un vestito che richiamava tutti i colori dell’arcobaleno, come se avesse assorbito i colori dai vari abiti che la circondavano. Esso era di seta pura, la si poteva riconoscere facilmente, quindi aderiva perfettamente al corpo. I suoi capelli erano più lunghi che mai ed erano raccolti in una treccia che le scendeva di lato, su di una spalla, ed arrivava quasi fino ai piedi. Tra essi, inoltre, aveva una farfalla che irradiava una luce che illuminava tutti il paesaggio attorno: un semplice, candido, azzurro cielo, macchiato qua e là da qualche bianca nuvola. Per completare la già perfetta opera c’era una scritta, che era posta al di sotto dei quattro disegni: ‘Alla Principessa Lily’.
Lily, dopo aver contemplato per un altro po’ quel miracolo che aveva davanti, si guardò intorno, scoprendo le guance rigate di lacrime di gioia. In quel momento si accorse che erano accorse a vedere anche la madre, che era appoggiata allo stipite della porta e sorrideva beatamente, e la sua sorellina Petunia che, al contrario, era rimasta a bocca aperta, incredula,  e sembrava una statua tanto era immobile. 
Infine si girò verso Severus e lo guardò con occhi adoranti. << Sono…Sono…. È bellissimo >> riuscì a stento a sussurrare.
 << Adesso lei è una principessa. E una vera principessa non può permettersi di piangere >> rispose calmo Sev. Non sapeva che altro dire. Non aveva previsto la sua reazione e di conseguenza non aveva previsto come si sarebbe dovuto comportare. Tanto meglio: avrebbe improvvisato.
<< È vero. Io sono una principessa. >> rispose Lily, più a sé stessa che a lui. Con il dorso della mano si asciugò velocemente le lacrime e poi rivolse a Sev un sorriso gentile. << Buon uomo, chi siete voi? E cosa vi porta nella mia umile reggia? Siete forse venuto a cercare aiuto? Se è cosi io sarò ben lieta di concedervelo. Chiedete pure. >> disse cortese Lily, sempre col sorriso stampato sul volto. Aveva le mani poggiate sul grembo, proprio come fanno le principesse. 
 A quel punto Severus si inginocchiò davanti a lei e rispose: << Io non sono altro che un semplice cavaliere. Sono arrivato fin qui per cercare voi, mia incantevole principessa. Sono qui, al vostro servizio. Ogni vostro desiderio è un ordine. >> detto questo le prese, in gesto galante, la mano e la baciò. 
Cercando di mantenere un tono nobile, lei rispose. << Caro messere, credo di non poter usufruire dei vostri servigi. Vedete in questo momento si è realizzato il mio desiderio più grande. Non credo di averne degli altri. Ma se volete, potreste restare qui, a palazzo, per un po’ come mio ospite. Potremmo diventare ottimi amici. Che ne dite? >>
 << Accetto con molto piacere la vostra proposta. Se per voi non è un disturbo, ovviamente. Ma come la devo chiamare, mia dolce donzella: Lily Elizabeth Sarah Margaret Ingrid Claire per caso? >> disse Severus, e nel mentre si rialzò in piedi arrivando all’altezza di Lily, che a stento tratteneva le risate.
<< Sì, Lily Elizabeth Sarah Margaret Ingrid Claire, va bene, suppongo >> 
Lily gli sorrise, estremamente felice. Aveva finalmente realizzato il suo più grande sogno: diventare una principessa. Grazie al suo migliore amico, Severus.               

  
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