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Autore: Black Mariah    04/05/2011    5 recensioni
STORIA IN REVISIONE: AL MOMENTO SONO STATI REVISIONATI I PRIMI 5 CAPITOLI
-Sì?- rispose la ragazza.
-Promettimi una cosa...- disse con lo sguardo rivolto verso il cielo celeste.
-Dimmi...- lo esortò lei.
-Non lasciarmi.- disse con una voce magnetica che fece rabbrividire la ragazza. - Non andare via perchè se resti potrei aspettare qui anche per tutta la notte- fece.
La ragazza non colse il vero significato di quelle parole, ma quest'ultime continuavano a rimbombarle nella testa.
“Perchè se resti potrei aspettare qui anche per tutta la notte”.
Anche quella era una frase perfetta per una canzone.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Gerard Way, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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-Adesso che vuoi fare?- chiese Gerard inarcando le labbra in un grande sorriso. La vista di Annie davanti a lui gli metteva un'incredibile voglia di vivere. Era contento, era eccitato al solo pensiero di fare qualcosa con lei. Non aveva mai provato niente del genere prima di allora e ne sembrava entusiasta.

-Non sei ancora stanco?- chiese la ragazza che aveva appena smesso di leggere un opuscolo del Comic-con di cui avevano appena varcato l'uscita.

-Sai quanto me che due giorni lontani dai palchi per noi musicisti sono come le vacanze di Natale a scuola, quindi voglio fare ancora qualcosa- esclamò.

La mostra era stata pazzesca e lui tra l'altro, che era un intenditore, si era riempito il petto di orgoglio quando, mentre girovagavano nel salone, faceva da guida ad Annie che, per essere una ragazza e per non aver fatto nemmeno la scuola d'arte, era abbastanza ferrata in materia. In particolar modo gli era piaciuta l'espressione inebetita della ragazza quando l'aveva portata nell'ala dedicata ai Dc Comics e a quella dedicata a Batman. Una lontana espressione esterrefatta l'aveva intravista sul suo volto quando lei l'aveva visto la prima volta, ma Gerard sapeva che non c'erano paragoni tra le due cose. Di certo Annie se avesse potuto toccare il cielo con un dito quella sera al Dakota, prima che lui avesse fatto lo stronzo, l'avrebbe fatto.

-Mmm hai ragione- rispose la ragazza dopo aver messo a posto nella borsa una dozzina di giornaletti, fumetti e souvenirs della serata. -E poi quando mi capita di stare di nuovo con te?- aggiunse sorridendo e facendo l'occhiolino al ragazzo di fronte a lei che si era letteralmente sciolto per quelle parole.

-Non c'è bisogno che ti accanisci così su quella povera borsa!- disse Gerard vedendo come Annie stesse forzando la sua tracolla per farci entrare tutte le cose acquistate.

-Sì, ma non entrano!- fece lei. Gerard istintivamente cercò di aiutarla. Le ordinò i fumetti e cercò di infilarglieli nella borsa nera. Sfiorò le sue mani che per un secondo si bloccarono a quel tocco tanto dolce quanto caldo e vellutato. Ad Annie sembrò essere stata toccata dal sole in persona a quanto bruciavano di vita quelle mani. Non poteva dirlo a Gerard, non poteva dire nulla di tutto ciò che le passava per la testa, ma avrebbe tanto voluto stare vicino a lui per tutta la notte, avrebbe voluto che lui le fosse vicino, anche con una semplice carezza, prima di ritornare alla vita normale in cui lei era la fan e lui il supercantante.
Forse però non sarebbe tornato tutto come prima perchè...insomma...loro si erano baciati e non una volta sola. Era vero, era stato solo un misero bacio che non contava nulla da parte di Gerard secondo lei, ma che per Annie invece sarebbe stato il più bel ricordo di tutta una vita.
-Ehm...grazie...- fece lei imbarazzata dopo che Gerard l'ebbe aiutata.

-Puoi metterli in macchina e poi te li prendi!- propose il ragazzo mentre cercava tra le sue tasche le chiavi del suo SUV.

-Ok- si limitò a dire lei.

-Tu devi svaligiarti l'intera fiera! Per forza poi non c'è spazio!- disse scherzando Gerard per continuare il discorso. Annie fece un gran sorriso ma sembrava imbarazzata da quel commento.
-Sai che scherzo, vero?- aggiunse qualche istante dopo Gerard per non essere frainteso. Certo che scherzava. Lui quella sera non aveva comprato niente solo perchè ci era stato il pomeriggio prima, e sia lui che Mikey avevano sommerso Frank, Ray e Bob, che gli avevano accompagnati, di fumetti e modellini dei loro supereroi preferiti. In quel momento che ci pensava conosceva a memoria il Comic-con e ci era stato due volte in due giorni, ma andarci con Annie era stato diverso.

-Sì- disse lei con una vocina tenera e dolce che spiazzò Gerard. -Dunque proseguiamo a piedi?- aggiunse pensando a ciò che le aveva proposto di fare il ragazzo.

-Mmm, a dire il vero mi è appena venuta un'idea...Ti va di andare alle colline? Ci sei mai stata?- le chiese Gerard.

-Le "colline"?- ripetè Annie confusa.

-Hai presente la grande scritta HOLLYWOOD?!- scherzò Gerard mimando con il braccio la grande insegna californiana davanti alla confusione della ragazza. Davvero non sapeva cosa fossero le colline?

-Certo che so della scritta di Hollywood!- sbottò Annie che si sentiva un po' presa in giro dal ragazzo.

-Beh, vorresti andare lì?- le chiese Gerard ridendo.

-Gerard Arthur Way se non la smetti di ridere giuro che mi auto-cancellerò dal vostro sito e non ordinerò mai più un singolo vinile!- minacciò la ragazza. Gerard rise ancora di più a quella sua frase. Era assolutamente assurdo. Gerard che rideva in quella maniera dolce e assolutamente meravigliosa, con quelle sue guanciotte rosee che si alzavano facendo assumere ai suoi occhi verdi uno dei più bei sorrisi che avessero mai potuto assumere, già, perchè i suoi occhi verdi sorridevano di cuore.

Gerard d'altra parte era davvero solare e rideva non perchè lei lo facesse ridere, ma perchè era talmente vera e trasparente che ogni cosa che lei facesse davanti a lui gli risultava meravigliosa e sincera, e poi era irresistibile mentre cercava di infilare decine di fumetti in una borsa minuscola.

-Dai tutti quanti sanno delle colline di Los Angeles!- continuò a punzecchiarla Gerard.
-Ma sì e che non mi è venuto subito in mente! E poi non ti vantare tanto di essere californiano! Sei nato come me nei sobborghi di New York!- disse lei e gli diede un colpetto nello stomaco. Era un gesto spontaneo che le era venuto da fare, lo faceva sempre quando si trovava a suo agio con una persona, e benchè con Gerard Way non è che quanto fosse a suo agio, l'aveva fatto lo stesso... forse essere se stessa anche davanti a lui le iniziava a risultare più facile.

Sebbene Annie avesse paura di avergli fatto male, Gerard rispose in un'altra maniera, totalmente diversa...

Da quanto tempo non la baciava? Forse erano passate tre ore. Erano state di gran lunga troppe.
La ragazza non si aspettava minimamente un altro bacio da lui e non era nemmeno pronta psicologicamente.
-Se Frank lo viene a sapere da qualche foto su internet mi ucciderà- disse Gerard quando si staccò dalle sue labbra.

-Sapere cosa?- chiese Annie un po' frastornata da quel bacio.

-Beh, di questo...di...noi- tentennò Gerard.

Quel "...di noi" rimbombò nella testa della ragazza.

Gerard aprì la macchina e entrambi saltarono dentro. Era un Suv nero, Chevrolet, di quelli strafighi che facevano vedere in tv. La macchina odorava di fresco e di nuovo e i sedili di pelle avana erano lisci e rinfrescanti.

-Quanto ci vuole?- chiese Annie dopo essersi messa la cintura.

-Mmm...un pochino- rispose Gerard pensandoci su. -Cos'è non ti va di andarci?- le chiese giusto per essere sicuro.

-Sì che mi va! Chiedevo così...Posso accendere lo stereo?- chiese lei.

-Certo...Ah, vedo che sei pratica...- disse Gerard vedendo che la ragazza sapeva esattamente cosa premere. Non era facile perchè lo stereo era incorporato alla macchina e aveva delle modalità di funzione tutte sue.

-Sì, quest'impianto è ugale a quello della mia macchina- rispose Annie schiacciando i pulsanti dello stereo Kenwood.

-Che macchina hai?- chiese curioso Gerard. Chissà quale macchina avrebbe potuto guidare una ragazza come lei.

-Eheh...- mugulò lei pensando alla sua bimba. La sua macchina era stata un regalo per festaggiare il disco di platino vinto qualche tempo prima.

Gerard sicuramente pensò che sarebbe stata una macchina particolare se lei aveva fatto quel sorrisetto compiaciuto.

-Beh, i SUV piacciono anche a me e con i soldi guadagnati in questo periodo mi sono regalata un'Audi Q7- disse sbrigativa e abbassando un po' il volume dello stereo che era partito a mille.

-Alla faccia!- fece Gerard. Annie rise.

Presero la super strada e la ragazza era intenta a guardare un po' le luci e le macchine che le sfrecciavano intorno e un po' Gerard che guidava. Era fottutamente sexy mentre guidava. Perchè lo trovava sessualmente attraente in ogni minima cosa che faceva? Anche quella mano messa lì per caso sul cambio, e l'altra appoggiata sul volante con il gomito vicino al finestrino erano terribilmente attraenti.

Mentre si stava perdendo in viaggi mentali abbastanza sconci che andavano oltre i baci che si erano scambiati prima, un suono familiare le arrivò all'orecchio. Era una canzone che le dava una carica tremenda. Alzò il volume.

Al Dakota, quando aveva scoperto la presenza di Gerard aveva smesso di cantare causa ammutolimento. Quella sera, in quella macchina, a meno di un metro di distanza da lui, con quella canzone dei Guano Apes che rimbombava nell'abitacolo, si era lasciata andare e aveva iniziato a cantare con una forza mai avuta prima, con una voce che avrebbe fatto sciogliere chiunque.

-Open your eyes, open your mind- iniziò a cantare.

Gerard l'ascoltò. Rimase esterrefatto dalla potenza di quella voce, ma rimase meravigliato anche dal fatto che lei avesse iniziato a cantare così all'improvviso. La guardò e le sorrise, Annie ricambiò.

-...proud like a god don't pretend to be blind-

Se non avesse saputo trattenere i suoi spiriti avrebbe accostato e l'avrebbe spogliata. Quella voce, quel viso, quel corpo, trapelavano un magnetismo unico, trapelavano vita, musica, sesso ed energia pura.

-...trapped in yourself, break out instead, beat the machine that works in your head!- Il finale fu unico. Annie ci mise tutta la forza che aveva e non aveva nemmeno paura di stonare, la voce le usciva come se stesse parlando, come se stesse facendo la cosa più naturale del mondo.

Stava cantando davanti a Gerard e non si era nemmeno emozionata e lui questa volta sembrava anche apprezzare.

La canzone terminò e Annie abbassò il volume. Gerard la guardò imbambolato ma con un gran sorriso stampato in volto. Quella ragazza sapeva sorprenderlo quando meno se l'aspettava.
Annie ritornò a guardare fuori dal finestrino mentre aveva nella testa ancora il motivetto di "Open your eyes".

Gerard avrebbe voluto scoprire qualcosa in più su di lei e sulla sua vita privata. Voleva conoscerla, ecco. Avrebbe voluto sapere della sua famiglia, di dove era cresciuta, se era andata al college, cosa le piaceva mangiare e anche quanti ragazzi aveva avuto. Cercò di iniziare un discorso.

-Mmm...allora, che mi racconti?- esordì. Quella domanda, nel momento esatto in cui l'ebbe pronunciata, gli sembrò molto idiota.

Annie rimase un po' confusa -In che senso?- rispose sorridendo.

-Ok, sarò sincerò. Il fatto che tu conosca tante cose di me e che io non conosca quasi nulla di te mi infastidisce. In senso positvo per carità, voglio conoscerti. Tutto qui.-

Quella risposta così sincera spiazzò letteralmente la ragazza. Non si aspettava un'affermazione del genere. Gerard voleva conoscerla. Forse quel bacio...aveva significato qualcosa anche per lui.

-Oh, beh...non lo so- fece Annie imbarazzata. -Che vuoi sapere?- Si voltò a guardarlo.

Aveva lo sguardo fisso sulla strada, come se non volesse girarsi per l'imbarazzo.
-Mmm...iniziamo dalle generalità- disse Gerard sorridendo, sempre attento alla strada.
La ragazza sorrise. "Generalità".

-Allora, mi chiamo Annie Victory Clay, sono nata il 3 luglio 1984 a New York, ho vissuto fino a diciotto anni in Connecticut, poi mi sono trasferita di nuovo a New York per l'università. Ti bastano come generalità?- chiese sorridendo.

-Ci portiamo sette anni di differenza...- pensò ad alta voce Gerard.
-Già- ribattè l aragazza ignara dei pensieri loschi del cantante.

Sette anni per lui non erano molti...

-Che università hai frequentato?-

-Psicologia clinica alla Columbia- rispose calma lei.

-Wow!- esclamò Gerard.

-Perchè sei meravigliato?- chiese la ragazza.

-No, così. Non me l'aspettavo. E' tosta!- disse lui.

-Abbastanza- aggiunse la ragazza.

Wow, psicologia clinica, era una facoltà molto difficile e poi lui sapeva quanto importanti fossero gli psicologi, quanto importanti fossero stati per lui i suoi terapisti. E quella ragazza lì, timida, forse anche complessata era una psicologa. Magari non lo era a tutti gli effetti ma aveva studiato per diventare una terapista. Rimaneva sempre più meravigliato.
-E come mai hai scelto quella facoltà? Ti piaceva?- chiese Gerard.

-Beh...dire che mi piaceva non è proprio esatto- rispose Annie. Avrebbe dovuto dirgli davvero perchè aveva scelto quella facoltà? -In pratica...-iniziò tentennando -Da ragazzina, fino ai diciotto, diciannove anni...ho sofferto di disturbi alimentari...ecco- concluse imbarazzata -...e mai nessuno mi ha aiutato, mia madre non voleva mandarmi da nessuno specialista perchè non si era accorta che il novanta per cento delle cose che mangiavo finiva nel water e che la sera saltavo sempre la cena...-

A Gerard venne un colpo al cuore.

-Quindi ho preso psicologia perchè avrei voluto aiutare persone che, come me, non stavano in pace con il proprio fisico, che soffrivano di depressione o altri tipi di problemi. Avrei voluto aiutare chi come me era stato male per un commento poco carino di altri ragazzi o chi era stato rifiutato da qualcuno perchè non in perfetta forma...Lo so è stupido come ragionamento ma...mi sentivo di fare ciò all'epoca...- terminò Annie. Dire quelle cose a Gerard non le pesò più di tanto, credeva che si sarebbe imbarazzata, invece gli aveva detto la verità, come sempre tra l'altro. In fondo sapeva che lui l'avrebbe capita e infatti lui sapeva come ci si sentiva. Aveva sofferto di obesità da ragazzo e sapeva cosa si provava quando un pantalone che ti piace non ti entra o una giacca ti sta male perchè sei troppo grasso...
Nessuno si innamora dei ragazzi grassi.

-Non è affatto stupido- disse Gerard con una voce abbastanza seria pensando per un attimo alla sua adolescenza. -Hai fatto la cosa migliore. Io credo che adesso sarei stato un'altra persona senza l'aiuto dei miei terapisti e so anche quanto possa ferire un commento stupido...-
Annie sorrise con la testa china, guardava le sue mani... Erano così simili.

-Non so se posso chiederlo...ma...perchè hai iniziato a...-

-Vomitare?- chiese lei anticipando Gerard. Il ragazzo fece sì con la testa. Lui non gli avrebbe chiesto proprio quella cosa così esplicitamente ma il concetto era quello.
-Mi dichiarai ad un ragazzo e lui beh, puoi immaginare- rispose Annie. Erano passati otto anni da quel giorno in cui lei si fece avanti ma parlarne la faceva ancora star male. La faceva stare male perchè al contrario di quello che si pensava, anche quando una persona dimagrisce e si trasforma è sempre minata dalle solite paure e dalle solite incertezze. Ha sempre paura di soffrire per lo stesso motivo...per il proprio fisico.
Gerard capì che forse era meglio non andare avanti per quell'argomento, che era un argomento abbastanza delicato per entrambi e che avrebbe fatto intristire il suo passeggero.
-Mmm...vediamo quali sono i tuoi interessi? Libri, musica, film...dimmi tutto!- fece lui.
-Oddio sembra di essere intervistata!- scherzò lei.

-Ahah, beh, io sono più simpatico di un intervistatore che deve spiattellare le tue cose personali su un giornale!- replicò Gerard.

Annie pensò "Di gran lunga più simpatico" ma si limitò a rispondere -Hai ragione. Comunque...beh, i miei interessi sono disparati...Mi piace disegnare anche se non sono alla tua altezza- iniziò e Gerard a quelle parole si girò a guardarla sorridendo. Ora era lei che guardava la strada. -Poi mi piace fare sport. Da ragazza ero nella squadra di nuoto, e da ciò puoi capire la fisionomia delle mie spalle...- commentò lei. Le sue spalle piacevano molto a Gerard. -Mmm...film preferiti...sicuramente Tha dark knight, poi Jurassik park, Troy...e...Harry Potter è immancabile tra questi- concluse strizzando gli occhi in un sorriso.
-Libri?- chiese Gerard pensando "casualmente" a Frank.

-"Ultimo giorno di un condannato a morte" di Hugo- rispose.

-Wow...- commentò Gerard.

-Perchè dici sempre "wow"?- chiese Annie davanti a quella risposta. Qualsiasi cosa dicesse, lui commentava sempre "wow".

Gerard rise -Beh, sei imprevedibile, tutto qui. Mi piaci...insomma sei abbastanza impegnata, hai idee tue, sei particolare e fuori dal comune.-

Annie si era fermata al "mi piaci".

-A parte l'episodio traumatico del liceo dei ragazzi che mi racconti?- chiese sfrontato Gerard. Sì, aveva proprio deciso di sputtanarsi alla grande.
-Eh- mugulò Annie.

-Quanti ne hai avuti?- chiese lui malizioso e sorridendo alla ragazza. Annie di tutta risposta lo guardò un po' male. Da dove se ne usciva con tutte quelle domande personali?
-Dai, tanto so che sai di Kat, di Eliza e forse anche della ragazza con cui sono andato al ballo del liceo!- disse Gerard per sdrammatizzare. La verità era un'altra. Con quanti ragazzi era andata a letto? Voleva saperlo, cazzo. Un senso di possessione l'aveva pervaso e soprattutto era geloso. Sarebbe stato geloso di tutti quelli che l'avrebbero guardata con occhi strani.
La ragazza diventò rossa ma aveva deciso di non volersi far prendere in giro così da lui.
-Sì, che so di loro. E so anche che quando eri alla Visual Arts te ne andavi per le strade di New York a pedinare Cristina Ricci.- rispose. Così si imparava.

Gerard rise. Colpito e affondato.

-Però non mi hai risposto! Allora? La lista è lunga?- richiese.

-Perchè lo vuoi sapere?- domandò Annie guardandolo e portandosi le braccia al petto.
-Curiosità- rispose lui mentendo.

Quelle mani sul volante erano perversamente attraenti.

-E' una lista cortissima in verità.- disse lei sincera guardando fuori dal finestrino.
Gerard si rincuorò. Fu come se gli avessero tolto un peso. E così solo pochi ragazzi avevano potuto godere di quel corpo perfetto...

-E tu piuttosto?- si azzardò a chiedere lei. -Mi fai l'interrogatorio e intanto non mi dici nulla di te-

-Che devo dirti? Sai già tutto!- rispose allegro.-Ohoh, senti chi c'è in radio!- aggiunse dopo riconoscendo quella melodia. Alzò il volume.

Annie sorrise, sia per il tempismo di quella canzone, che arrivava proprio quando lei aveva chiesto a Gerard di dirle qualcosa in più su di lui, e sia per la situazione curiosa in cui si trovavano.

-Adesso però devi cantare per me- disse Annie esaltandosi al sentire quella musica. Era assurdo. Stava ascoltando Desolation Row dei My Chemical Romance in macchina di Gerard Way.

-Solo se la canti anche tu!- controbattè il ragazzo.

-Cinderella, she seem so easy- iniziò lei. Voleva sentirlo cantare.

Il ragazzo non le aveva mai cantato così vicino. La sua voce non era mai stata così percepibile, toccabile con mano.

-"It takes one to know one,” she smiles- aggiunse lui con una voce strepitosa. -And puts her hands in her back pockets, Bette Davis style!-

Le loro voci si erano unite in un'unica meravigliosa melodia. Mai Gerard si era trovato così in armonia con un altro cantante. Rimase così sorpreso dall'eufonia delle loro voci che si girò a guardarla con un gran sorriso stampato in volto.

-“You Belong to Me I Believe”- le disse più che cantarglielo.

Gerard credeva che quella ragazza gli appartenesse. Avrebbe dovuto essere sua in qualche modo.
I loro occhi si incontrarono per qualche istante. Per Annie fu come essere colpita da una scarica elettrica. Quelle luci verdi le avevano appena illuminato l'anima, le avevano appena rischiarato il cammino.

Annie tacque e lo ascoltò.

-And someone says,”You’re in the wrong place, my friend
You better leave”
-

Le mancò il respiro. La sua voce...

-And the only sound that’s left, after the ambulances go...Is Cinderella sweeping up on...Desolation Row!-

Quell'ultima frase la pronunciò mimando il gesto dello spazzare con la mano, come aveva fatto nel video.

Gerard non si era accorto che Annie lo stava guardando totalmente persa dentro di lui e dentro le sue movenze, non c'erano parole che potessero descrivere il suo stato d'animo in quel momento. Era come se stesse realizzando per la seconda...terza volta un sogno.
-Credo proprio che dovremmo fare un singolo insieme!- disse Gerard quando la canzone fu terminata facendole l'occhiolino.

Un singolo insieme a Gerard Way. Cantare con il proprio cantante preferito. Si poteva chiedere di meglio?

Annie sorrise. Non riusciva a parlare.

-Dico sul serio! Le nostre voci insieme sono...-

-Una cosa sola?- concluse Annie.

-Già- confermò Gerard soddisfatto guardandola.

"You belong to me, I believe"

"Mi appartieni" pensò guardandola.

"Lo so".

E in qualche modo l'avrebbe conquistata.



Ed ecco un altro capitolo! E' un po' melenso lo so e affronta una tematica abbastanza triste e seria ma in questi giorni il mio umore è un po' nero e dunque è nato questo capitolo che tra l'altro credo sia molto profondo dati i discorsi che vengono affrontati! Comunque ringrazio ringrazio ringrazio! Ho creato anche una pagina facebook a questo link https://www.facebook.com/pages/Black-Mariah-Efp/105133312907556?ref=ts se vi va mette mi piace così potete seguire gli aggiornamenti!

   
 
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