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Autore: Nannaria    05/05/2011    6 recensioni
Draco aveva deciso, perciò, in una notte di riflessioni, che non sarebbe potuto diventare un Mangiamorte.
Ma quale futuro poteva avere allora?
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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Fin dal primo anno ad Hogwarts, Draco Malfoy aveva avuto il rispetto e l’ammirazione dei suoi compagni di casa, senza aver alcun bisogno di guadagnarseli.

Con la consapevolezza che il suo cognome coincidesse con prestigio ed autorità, non si era preoccupato di cercare nuove amicizie, erano gli altri che facevano di tutto per essere suoi amici, ovviamente.

Tiger e Goyle gli si erano appiccicati addosso fin da subito, cercando di riflettere su di loro un minimo della bellezza e della sicurezza proprie di un Malfoy, per altro senza riuscirci.

Draco aveva accettato la cosa di buon grado, sapendo che gli sarebbero tornati utili.

Dopo che suo padre era finito dritto ad Azkaban, però, essere un Malfoy era diventato un difetto, invece che un pregio.

Ed era tutta colpa di Harry Potter.

Era incredibile come lo Sfregiato si mettesse d’impegno per distruggere prima la sua autostima e poi la sua vita.

Infatti, mentre tutti i suoi compagni di casa facevano i salti mortali per ricevere l’approvazione del piccolo serpeverde, Potter aveva osato non stringere la sua mano quando gliel’aveva tesa, aveva rifiutato la sua amicizia.

Quindi Draco aveva visto scoppiare come una bolla di sapone la certezza che lui avrebbe sempre avuto quello che voleva, alla tenera età di undici anni.

Ed era tutta colpa di Harry Potter.

Crescendo Draco era dovuto scendere a patti col fatto che anche se l’essere un Malfoy ti rendeva bellissimo, ricchissimo e naturalmente Purosangue, la sua vita non sarebbe stata perfetta, avrebbe dovuto farla diventare lui.

Si era promesso, quindi, dopo l’arresto di suo padre che avrebbe fatto di tutto per non commettere i suoi stessi errori.

Questo aveva portato, però, a delle complicazioni.

Essendo Draco lo studente più brillante della scuola, secondo solo alla Granger, si era accorto che suo padre aveva fatto l’errore di affidarsi a qualcuno, cosa che, come gli era stato ribadito centinaia di volte nella vita, un Malfoy non doveva fare mai. E a prova di questo ora marciva ad Azkaban.

Diventare un Mangiamorte voleva dire servire Lord Voldemort.

Voleva dire essere trattato ne più ne meno come un elfo domestico qualsiasi, con la sottile differenza che l’unica possibilità di liberazione era la morte.

Draco aveva deciso, perciò, in una notte di riflessioni, che non sarebbe potuto diventare un Mangiamorte.

Ma quale futuro poteva avere allora?

Rifiutare il Marchio Nero era come andare di fronte al Signore Oscuro e dirgli << Ciao, non sarò mai dalla tua parte, niente di personale, eh!>>

E nessuno, se avesse compiuto un atto del genere, sarebbe sopravvissuto più a lungo del tempo che serve per pronunciare Avada Kedavra.

Per lui quindi non era possibile, essendo un Malfoy, rimanere neutrale: elfo domestico, o morto.

Oppure, e Draco faceva fatica solo a pensarlo, tra le schiere di Potter.

Sapeva che sarebbe bastato poco per essere protetto dal vecchiaccio,

sarebbe bastato fare la parte del povero serpeverde pentito e lui l’avrebbe accolto a braccia aperte come un figlio ritrovato dopo anni, perché Silente era un idiota e si fidava di tutti.

Solo una cosa lo frenava dall’attuare il piano, piuttosto semplice per le sue capacità, ed era di nuovo tutta colpa di Harry Potter.

Sì, perché Draco Malfoy la mano la tende una volta sola nella vita, perciò se sei tanto stupido da lasciarti scappare quell’occasione, stai pure sicuro che l’unica cosa che sarà cosà generoso da concederti sarà il suo odio. Draco era perciò pronto a usare la sua astuzia per fare in modo di rendere la sua vita migliore, ma non era disposto a mettere da parte l’orgoglio.

  
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