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Autore: ary_gg    05/05/2011    10 recensioni
Post lotta Klaus è un piccolo omaggio interamente Delena. Elena e i suoi sentimenti. La morte si sa ci mette di fronte a nuove consapevolezze.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'ALBA

 

SESTO CAPITOLO

 

Elena uscì dalla doccia in asciugamano e si diresse verso l'armadio. Faceva molto caldo. Amava il fatto di essere una di quelle persone che riesce a sopportare il caldo. Poi adorava l'estate. Le dava un senso di libertà. Rimase a fissare l'armadio per una buona mezz'ora, senza scegliere cosa indossare. Da quando in qua presti attenzione a cosa mettere? Non lo faceva più da una vita. Sbuffò contrariata da se stessa. Iniziamo bene! Si disse. Alla fine optò per una canotta viola, una gonna di jeans e una paio di ballerine. Tutto quel tempo aveva fatto asciugare rovinosamente i suoi capelli in una piega decisamente mossa. Alzò gli occhi al cielo e preparò la piastra. Poi però senza nemmeno accorgersene si ritrovò a ritoccare qualche boccolo qua e là con l'arricciacapelli. Stefan preferisce il liscio. Ignorò quel pensiero e scese di sotto prendendo le chiavi dell'auto. Era d'accordo con Stefan per vedersi prima. Si guardò allo specchio d'ingresso ravvivando i capelli. Sono pazza. Entrò in auto e si diresse verso casa Salvatore. A metà strada ricevette un messaggio. Stefan. Continuò per la sua strada. Tanto tra cinque minuti lo avrebbe visto, cosa poteva esserci di così urgente? Parcheggiò l'auto nel vialetto. Prese il cellulare e lesse il messaggio. Sarebbe stato meglio leggerlo prima. Ormai era lì non poteva certo tornare indietro. Entrò in casa e fu invasa da un profumo meraviglioso. Sorrise. Si diresse in cucina. Cucina usata sempre pochissimo per ovvi motivi.
"Buongiorno Elena" disse Damon prima che potesse scorgerla.
Elena finalmente entrò in cucina e sorrise appena. "Buongiorno."
Damon appena sentì la sua presenza, sorrise e alzò lo sguardo su di lei. Il sorriso gli morì in gola e per distrazione si tagliò. Il suo viso tornò serio e guardò la ferita rimarginarsi, mentre lui deglutiva a vuoto. Se il suo cuore battesse ancora, avrebbe perso un battito. Poteva essere ogni giorno più bella? L'estate le donava di certo. Damon finì di bere il sangue nel suo bicchiere e lo tolse dalla visuale di Elena. La ragazza sorrise. "Non ce n'è bisogno. Ormai sono abituata." Gli disse avvicinandosi un pò.
"Tanto avevo finito." Disse lui secco, tornando a tagliuzzare qualcosa e osservandola sottecchi. "Stefan ..."
"Si lo so." Si affrettò a dire lei.
"Ogni tanto dimentica di dover far colazione diversamente dagli altri." Disse lui sorridendo ironicamente.
"Non importa. Ormai ero a metà strada quando mi ha avvisato." Elena si avvicinò ai fornelli cercando di sbirciare qualcosa.
Damon le si avvicinò velocemente e le fermò la mano. "Non se ne parla signorina."
Elena sentì un brivido lungo la schiena. Decisamente troppo vicini. Sbuffò.
"Non era un semplice barbecue?" Disse lei ironica e guardandolo con occhi vispi.
Lui la guardò accennando un mezzo sorriso. "Infatti. Ho preparato solo qualcosa."
Elena si voltò di spalle e sorrise allontanandosi un pò. Poi tornò a guardarlo. "Posso almeno darti una mano?"
"No grazie" disse lui continuando nella sua opera. Poi la guardò e sorrise. "Sei un disastro."
Elena lo guardò offesa. "Oh ma dai..."
"No, no signorina, davvero. Va in salotto e aspetta."
Elena sbuffò forte per farsi sentire. Poi si sedette sul piano colazione di fronte alla cucina. "Resto qui." Disse scocciata.
Bene questo significa che rischierò ancora di tagliarmi le dita. Pensò Damon. "Fa come vuoi."
Dopo cinque minuti Elena alzò gli occhi al cielo. "Mi fai almeno assaggiare qualcosa? Sto morendo di fame, non ho fatto colazione."
"Peggio per te." Disse il vampiro dandole le spalle.
Elena scosse la testa rassegnata. Damon sorrise e prese delle patatine che sarebbero dovute essere parte dell'aperitivo. Poi si avvicinò a lei con la ciotola. "Cerca magari di non finirle tutte però."
Elena lo guardò divertita. Ho vinto ancora. Pensò. Scese dal piano prima di prendere la ciotola, senza calcolare il fatto che tra lui e il marmo del ripiano c'era davvero poco spazio. Troppo poco in effetti. Si ritrovò incastrata tra lui e il ripiano. Elena deglutì e il suo cuore cominciò a battere troppo velocemente. "Grazie." Disse in un sussurro alzando gli occhi su di lui.
"Prego." Disse lui serio. Elena lo vedeva completamente padrone di se stesso come al solito. Questo la faceva innervosire. Lei era lì, rischiava davvero di fare qualcosa di poco convenevole, era in difficoltà e lui rimaneva tranquillamente lì a fissarla come se...come...al diavolo Damon Salvatore! Pensò. Ormai il profumo di lui le aveva invaso la testa ed era certa gli sarebbe rimasto anche addosso. Adorava il suo profumo. Elena! Come al solito i pensieri razionali la sgridavano continuamente. Non riusciva a staccare i suoi occhi da quelli di lui, ad un certo punto, non sapendo nè quando, nè per quanto, il suo sguardo si posò sulla sua bocca e le immagini del sogno tornarono vivide a farsi sentire. Mi sa che questa volta ho perso. Pensò. Il cuore accelerò il suo battito già frenetico. Sentì la porta d'ingresso aprirsi. Damon spostò lo sguardo cercando di focalizzare il suono. Poi la guardò di nuovo e finalmente si spostò. Elena rimase con la ciotola in mano e deglutì nuovamente cercando di far tornare il suo respiro regolare. Poggiò la ciotola sul ripiano dando le spalle a Damon e sistemò i capelli dietro l'orecchio.
Stefan si affacciò alla porta della cucina. "Elena?"
Elena alzò lo sguardo verso Stefan e gli sorrise rigida. Elena si accorse quanto fosse più facile per lei trovarsi con un Salvatore alla volta. Se c'erano entrambi diventava fredda e instabile. "Ehi." Disse poi lei andandole incontro. Damon intanto tornò ad occuparsi della cucina, ignorando i due. Sentirono bussare alla porta ed Elena quasi si precipitò ad aprire. No decisamente tutti e tre nella stessa stanza non potevano starci. Lentamente arrivarono tutti gli ospiti e si trovarono in giardino a mangiare. La situazione era alquanto strana. Caroline cercava di tenere banco vedendo la situazione un pò gelida. Ma soprattutto la tensione era palpabile tra i due fratelli. Si rivolgevano a malapena la parola. Dopo la lotta con Klaus praticamente erano tornati a non parlarsi. Elena sentiva il peso di quella situazione, si sentiva la causa di quella situazione. Probabilmente lo era. Damon e Stefan avevano passato l'ultimo periodo, prima dello scontro decisivo con Klaus, a litigare sul modo migliore per tenerla al sicuro. Elena non lo sapeva. O meglio non avrebbe dovuto saperlo. Una volta però, si trovò ad ascoltare l'ennesima sfuriata di Stefan nei confronti di Damon. Lo accusava di esserle troppo vicino. In quel momento Elena avrebbe voluto dire a Stefan che non era vero. Che invece di arrabbiarsi avrebbe dovuto ringraziarlo perchè li stava aiutando. Tutta quella storia aveva cambiato tutti, aveva cambiato tutto, aveva cambiato lei.
Intanto la situazione pareva distendersi. Se non per il fatto che Damon era eccessivamente taciturno. Ogni tanto interveniva con le sue solite battute, ma per lo più erano risposte che dava a Rick o a Caroline. Evitava caldamente di parlare con Stefan e anche con Elena. Ogni tanto la osservava di nascosto, quando era certo che nessuno se ne accorgesse. Elena non aveva mai sofferto il caldo come quel giorno. Si sentiva soffocare. Come stretta in una morsa. Intanto intavolava conversazioni con tutti, ma non aveva il coraggio di rivolgere la parola a Damon. Aveva tanta voglia di insalata, ma quella aveva scelto proprio di starsene vicino a Damon. Non azzardò a chiederne un pò. Sei un'idiota. Si disse. La verità era che si sentiva in imbarazzo. Damon si era certamente accorto del fatto che ormai lei fosse decisamente instabile accanto a lui. Ormai non riusciva a nasconderlo. Damon non gli era indifferente e ormai doveva ammetterlo a se stessa. Vide Damon alzarsi da tavola. "Vado a prendere altro vino." Proferì portandosi via anche quel poco di insalata che era rimasta. Si è portato l'insalata! Doveva chiedere a qualcuno se era certo che i vampiri non potessero leggere nella mente. Damon entrò in casa e si diresse in cucina appoggiando poco delicatamente l'insalatiera sul ripiano in marmo. Si appoggiò con i palmi delle mani su quello stesso ripiano e sospirò rumorosamente. "Ehi." Damon alzò lo sguardo e vide Alaric con i mano qualche piatto vuoto e una bottiglia anch'essa vuota. "Grazie." Disse Damon prendendo dalle sue mani quelle cose e riponendole nel lavandino. Poi cercò nel frigo altro vino. "Tutto ok?" Chiese Alaric.
"Certo Rick" disse Damon ancora alla ricerca del vino nel frigo. Poi prese la bottiglia e la aprì. "Andiamo?" Disse il vampiro dirigendosi verso il giardino.
"Aspetta." Damon si fermò e si voltò a guardarlo scocciato. "Comportati come sempre se non vuoi destare sospetti. La cosa si sta facendo alquanto strana."
"Ma di che parli?"
"Di te, Stefan ed Elena. Risolvete le vostre questioni. Le fate vivere male anche a noi."
"Non c'è niente da risolvere. Possiamo andare ora?"
"No. Senti puoi fingere quanto vuoi, ma io non ho diciotto anni. Sono un uomo e so rendermi conto quando qualcosa non va. Sei innamorato di lei, ok. Questo l'ho capito da un pezzo, ma c'è qualcosa di diverso. Fino ad ora hai sempre assunto un certo comportamento per mascherare il tutto. Ora non ce la fai più probabilmente. Quindi, risolvi la questione. Per favore."
Damon lo guardò poi si diresse in giardino seguito da Alaric. La giornata trascorse molto più tranquillamente. Damon sembrò ritrovare la sua parlantina ed Elena si rilassò un  pò per questo. Ringraziò mentalmente Alaric. Se il resto dei presenti non si era accorto di nulla, di certo a lei non era sfuggito. Al tramonto restarono solo Damon, Elena e Stefan. Mentre il maggiore dei fratelli si occupava della cucina. Stefan ed Elena sistemavano il giardino. Elena era taciturna e sentiva il bisogno di parlare con Stefan seriamente. La sua situazione si faceva pesante e di certo non voleva farlo soffrire. In realtà non era certa nemmeno lei di volerlo lasciare. Elena percorse la stradina in mattoni e arrivò al gazebo. Si sedette all'interno. Stefan la seguì e si sedette accanto a lei. "Mi dici cosa c'è che non va?"
"Mmh?" Elena mugugnò qualcosa. Non stava prestando attenzione a ciò che Stefan le aveva detto.
"Ecco. Intendevo questo. Elena dove sei? Torna a terra ti prego. Dimmi che c'è."
"E' tutto..."
"Non dirmi è tutto ok, per favore!" Stefan alzò un pò la voce. Non voleva farlo. Infatti abbassò lo sguardo.
"Io...mi dispiace." Sospirò e si alzò appoggiando le mani sul cornicione del gazebo. "Mi sento come se...come se all'improvviso questa enorme bolla in cui siamo scoppierà."
Stefan si alzò e le poggiò le mani sulle spalle e poi le cinse la vita. "Lo so che sembra irreale, ma è tutto normale ora. Non dovresti preoccuparti. A meno che...non ci sia dell'altro."
Il cuore di Elena accelerò il suo battito e abbassò lo sguardo. "Non lo so."
Stefan sospirò e allentò la presa. Elena mise le braccia su quelle di lui. "No aspetta. Abbracciami ti prego." Perchè da domani non so cosa accadrà. Questo non lo disse, ma si voltò e abbracciò Stefan. Mise le mani attorno al collo di lui e lo baciò. Poi si staccarono e Stefan la guardò negli occhi. Non sapeva cosa dirle. Non sapeva cosa chiederle. Semplicemente in quel momento non voleva sapere. Le parole però uscirono da sole.
"Ti amo." Elena sentì una fitta. "Ti amo anche io." Non posso averglielo detto!  Io...non so più niente.

Elena parcheggiò nel vialetto di casa. Si sentiva stanca, confusa e in colpa. In colpa perchè aveva detto qualcosa di cui non era certa. Salì le scale lentamente e si passò una mano sulla fronte. Aveva uno strano presentimento addosso. Aprì la porta della sua stanza e senza molta sorpresa vide Damon seduto davanti alla finestra con lo sguardo puntato all'esterno. Il cuore di Elena sembrò risvegliarsi. Ma non ti stanchi mai di battere così freneticamente?
"Che ci fai qui?" Disse Elena chiudendosi la porta alle spalle e chiudendo poi la porta del bagno che condivideva con Jeremy.
Damon non accennava a guardarla o a parlare.
"Damon?"
Si voltò e la guardò un pò stizzito. Oh ma bene...LUI è quello arrabbiato. IO dovrei esserlo.
"Cosa diavolo sta succedendo Elena?"
Elena lo guardò perplessa. "Damon che...sei tu quello che è venuto qui!" Disse Elena spalancando gli occhi.
Damon sorrise ironicamente, poi si alzò. "Fai sul serio? Sei strana. Sei strana da..." La frase gli morì in gola.
"Da?" Disse lei arrabbiata e incrociando le braccia al petto. "Avanti...sentiamo. Non ti sei mai fatto molti problemi a dire ciò che pensi."
"Ecco vedi è questo!" Disse lui arrabbiato e avvicinandosi. "Stamattina facevi la carina, sembrava avessimo recuperato un certo rapporto. Poi a momenti diventi insofferente, sembra quasi che mi odi."
Elena deglutì a quella vicinanza. "Io...io non ti odio...lo sai."
"No Elena non lo so! Non so più niente!"
Elena lanciò un'occhiata alla porta del bagno. "Ti prego non alzare la voce!"
Damon sospirò. "Senti, dimmi cosa c'è che non va. Dimmelo perchè rischio di impazzire. Elena, davvero, te lo chiedo per favore." Si avvicinò ancora di più e incatenò i suoi occhi a quelli di lei. "Non sei più la stessa da dopo lo scontro con Klaus."
Elena si sentì mancare il respiro. No ti prego. Abbassò lo sguardo. Damon le si avvicinò ancora e la afferrò delicatamente per le braccia. "Guardami. E' per...è per il sangue...Elena non..."
Elena lo guardò con gli occhi lucidi. "Non siamo mica andati a letto insieme." Sputò poi lui.
Elena si sentì toccata da quella cosa e ruppe il contatto con lui. Perchè si illudeva che fosse diverso?

Damon si sentì morire nel momento in cui capì di aver almeno visto la punta dell'iceberg con cui si stava continuamente scontrando, ma nel momento in cui vide gli occhi di Elena farsi lucidi, non ce la fece. Farsi odiare era più facile che farsi amare. Lui non era fatto per farsi amare.
"Vattene, ti prego." Gli diede le spalle e sentì la sua voce tremare. Probabilmente aveva esagerato. Ma almeno lei avrebbe evitato di farsi mille problemi. Avrebbe evitato di farsi mille domande. Mentre lui avrebbe evitato di illudersi per l'ennesima volta. Eppure quel vattene ti prego gli bruciava addosso. Quella stanza profumava di vaniglia, profumava di lei. Andarsene probabilmente significava perderla nuovamente. Forse questa volta per sempre. Ne era consapevole. Ma lei era sull'orlo delle lacrime lo sentiva. Sentiva il suo cuore battere. Lo aveva sentito ogni singola volta che accelerava il battito. E nelle ultime settimane accelerava per lui. Avrebbe dovuto dirglielo, avrebbe dovuto scusarsi. Invece inspirò di nuovo quel profumo e poi sparì da quella stanza.

 

Elena voleva solo che se ne andasse. Lei si era fatta delle domande da quel giorno. O meglio avrebbe cominciato a farsele, ma lui...lui è uno stronzo. Oddio, ma come poteva solo pensare di...Probabilmente nemmeno davvero la amava, era una semplice ripicca nei confronti di Stefan. Era solo un qualcosa a cui arrivare, per dimostrare a se stesso che se voleva, poteva avere tutto ciò che desiderava. Elena non sentì più la sua presenza e si voltò. Se n'era andato. Sentì una fitta al cuore. I suoi occhi non furono più in grado di trattenere le lacrime, che uscirono copiose e le invasero il viso. Improvvisamente si sentì invadere dalla rabbia. Stupidamente andò in bagno, accese la piastra e iniziò a stirarsi i capelli. Intanto le lacrime continuarono a farle compagnia.

 

 

 

SPAZIO PSEUDO-AUTRICE

 

Non mi odiate vi prego xD Ok so che magari il finale è un tantino contro il Delena, mentre l'inizio era così pieno di Damon ed Elena, ma abbiate pietà...Damon è un testardo che parte in quinta mentre Elena ha sempre bisogno di valutare tutte le possibilità...ormai sappiamo che le cose facili non piacciono no? Ok linciatemi pure se vi va. Allora volevo anche commentare un attimino la parte Alaric/Damon. Innanzi tutto io li amo. Credo che davvero Alaric rappresenti l'unica persona che prenda Damon di testa. Nel senso che credo Damon lo percepisca come una persona al suo pari, nonostante lui si un vampiro e lui un umano, forse perchè è un uomo non un ragazzino. E' la cosa che ho voluto specificare. Insomma io quando vedo Alaric che guarda la dinamica Damon-Elena, credo che sappia bene come stanno le cose. Oddio in realtà lo sanno tutti xD Ma io penso che Alaric se ne sia accorto moooolto tempo prima, forse anche prima di damon stesso, bo lo vedo un pò come un mentore. Ok dopo questa mia analisi pazza di Damon e Alaric passiamo ad altro...mmm che dire...bè non so penso che il capitolo parli da solo, Elena ha cominciato a cedere ai suoi istinti. Voi direte NO non ha fatto un cavolo! Bè l'ha ammesso a se stessa e scusate se è poco visto come ragiona xD Poi ha cominciato anche ad affrontare il discorso con Stefan, poi si è tirata indietro, ma l'ha iniziato a fare...bene...oh altra cosa non so se l'avete notato ma il momento Damon/Elena e poi l'arrivo di Stef è un pò un richiamo al sogno...loro due in una posizione non esattamente amichevole, la porta che si apre, Stefan...bè sicuramente è diverso, ma c'è un richiamo U_U Bene direi che basta così...se avete domande bè chiedete nelle recensioni sarò felice di rispondervi xD Oh non oso parlare della 2x20 che è meglio...mi sto zitta, se su quella precedente bisognava stendere un velo pietoso direi che questa puntata è bella e da cancellare -.- seriamente?? Kevin? Julie? Volete essere ammazzati?? Va bè pace...vedremo domani (ansiaaa) Baci alla prossima Ari

   
 
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