S’io mai volessi far l’amore
con una vecchia e rammarcita
corteccia qual sei, Gagliarda,
non temere che il mio giardino
ne manchi; frivoli, gli ulivi
giocano coi baci del vento;
e, poco dietro, le betulle
ridono del vetusto noce
brontolone, che s’accontenta
del merlaccio, e quel che gracchia;
e mentre gli olmi s'accivettano
col pettirosso, e lì s’acchiomano
gli aceri d’un voglioso rame
ricciuto, per tentar l’airone,
che non si cede e se la gode,
si strugge, delicato, il rosso
papavero dell’eleganza
raffinata che affoglia il tiglio,
e lui ch’è bello s’ama e tace.