Baci Miki 87
Re
Uther si mise a fissare gli allenamenti dei propri cavalieri dalla
finestra
della sua camera, vide il figlio duellare contro Sir Gwaine,
all’inizio non fu
per nulla entusiasta della scelta di Arthur di far divenire quei
quattro dei
cavalieri, per giunta senza il suo permesso e la sua presenza, ma
doveva
ammetterlo si era ricreduto perché tutti e quattro si erano
rivelati dei grandi
cavalieri, nonostante la lingua lunga di Gwaine che ogni tanto gli
faceva
venire un forte dolore alla testa. Con movimenti lenti si
avvicinò al suo
scrittoio, doveva finire di revisionare gli ultimi documenti, si era
ormai già
rassegnato a passare tutta la mattina davanti alle pergamene, quando un
servo
bussò alla sua porta “Scusate Maestà,
ma vi è un certo Sir Gareth che chiede
udienza, dice di essere un vostro vecchio amico e di aver bisogno di
voi” Uther
a quel nome abbozzò un sorriso “Certo fatelo
passare”. Ricordava bene Gareth
era il più grande cavaliere che avesse mai conosciuto,
leale, forte e
intelligente, più di una volta aveva salvato la sua vita e
quella di re Gregory
durante la grande guerra, quando vide la figura dell’uomo
varcare la soglia
della sua stanza notò che anche il tempo aveva lasciato dei
segni su di lui, i
capelli color dell’ebano erano leggermente striati di grigio,
il corpo sembrava
appesantito e dalla fronte si poteva intravedere una cicatrice
“Maestà” dicendo
ciò il cavaliere si inchinò, il re allora
lasciò il suo scrittoio e si avvicinò
all’uomo “Alzati Gareth amico mio, per me
è una gioia vederti” “Anche per me
Maestà” gli occhi di Gareth non erano cambiati,
neri come la pece, avevano
mantenuto quell’espressione attiva e intelligente
“Dimmi che cosa ti porta qui
a Camelot?” il cavaliere si avvicinò alla porta e
fece entrare un giovane
ragazzo, dopo di che la chiuse dietro le sue spalle e con aria
circospetta
disse “Lui” Uther squadrò il ragazzo che
aveva di fronte, non era molto alto,
magro, il viso era un ovale perfetto con incastonati due giade, mentre
i
capelli erano di un color nocciola chiaro, cercò di capire
se avesse mai visto
quella figura, ma la memoria gli disse di no, il giovane nel frattempo
gli fece
un piccolo inchino e iniziò a parlare
“Maestà sono qui per chiedervi asilo
politico” Uther a quelle parole sobbalzò, non gli
era mai successo una cosa del
genere, nessuno gli aveva mai chiesto asilo politico nel suo regno
“Vedete re
Uther colui che avete di fronte non è quel che
sembra” notando l’aria spaesata
e stupita del sovrano Gareth continuò “Ecco in
realtà lui è una lei.. avete di
fronte la Principessa Alina Vermillion figlia di Re Gregory Vermillion,
la mia
signora” per poco a Uther non venne un coccolone, con occhi
sbarrati guardò la
giovane figura che si affrettò a spiegargli che cosa era
successo, dell’attacco
al castello, della fuga e dell’idea di fingersi un uomo, per
tutto il tempo del
racconto il sovrano non distolse gli occhi dalla giovane donna che gli
stava di
fronte, poté notare una certa somiglianza con la Regina
Isabel ma lo sguardo,
quello sguardo era quella del suo vecchio amico Gregory, non vi era
alcun
dubbio. Quando Alina finì il suo racconto il re di Camelot
si alzò dalla sedia,
fece qualche passo verso la finestra con un’espressione
pensierosa, la
principessa già si vedeva cacciata via e invece successe
qualcosa di
imprevedibile, Uther le sorrise avvicinandosi a lei “Per me
è un onore
Principessa Alina averla come mio ospite” Gareth si
rilassò e ringraziò gli
dei, vide Alina sorridere al re e lasciarsi fare il baciamano
“Ve ne sarò
eternamente grata Re Uther, giuro che un giorno mi
sdebiterò” “Converrete con
noi Maestà che sia il caso di continuare questa farsa, non
vorrei mai che una
fuga di notizie arrivasse ai mercenari, potrebbero trovare la
principessa o
addirittura attaccare Camelot” Uther fece un gesto di
assenso, poi chiamò uno
dei servi e gli ordinò di preparare gli appartamenti per gli
ospiti, dopodiché
aggiunse “Questo sarà un nostro segreto, nessuno
saprà che voi siete una
principessa”.
Arthur
era di pessimo umore, si era svegliato prima dell’alba a
causa d’incubo, una
strana agitazione l’aveva percorso e si era ritrovato seduto
sul letto con la
fronte impregnata di sudore, appena il suo battito cardiaco era tornato
normale
aveva cercato di focalizzare il sogno fatto, ma non vi
riuscì. Merlin lo trovò
già seduto davanti al tavolo intento a leggere delle
pergamene, quando il servo
ironizzò sul fatto di trovare il suo signore già
sveglio e di non metterci
delle intere veglie a svegliarlo, il principe gli lanciò
un’occhiataccia torva,
ciò ammutolì subito il mago che si
affrettò a servirgli la colazione. Come se
non bastasse mentre era nel bel mezzo di un duello di allenamento con Perceval, un valletto era
corso di lui dicendogli
che il Re esigeva immediatamente la sua presenza, tutti persino suo
padre
sapevano quanto odiasse essere interrotto o disturbato dai suoi
allenamenti,
perciò Arthur decretò che doveva essere davvero
importante quello che doveva
dirgli il Re. Con passo svelto il giovane Pendragon
attraversò il campo
dall’allenamento ordinando a Merlin di togliergli
l’armatura velocemente, poi
con grandi falcate si diresse verso le stanze di Uther con il fidato
servo
subito dietro. Quando il principe entrò si stranì
nel vedere il padre ridere
fragorosamente, era dai tempi in cui Morgana era con loro che
l’uomo non rideva
in quel modo “Sei arrivato Arthur, lascia che ti presenti un
mio carissimo
amico, Sir Gareth il miglior spadaccino che conosca”
l’uomo al fianco del padre
fece un leggero inchino al futuro re al trono, mentre
quest’ultimo ne studiava
la figura, fin da quando era piccolo suo padre gli aveva raccontato le
grandi
gesta di Sir Gareth, il grande cavaliere “E’ un
piacere conoscerla” “Non quanto
me principe” fu dopo che Arthur si accorse della figura che
stava vicino alla
finestra, un giovane ragazzo mingherlino con due grandi occhi verdi
“Lasciate
che vi presenti mio figlio Edwin” il ragazzo fece un inchino
verso il principe,
poi tornò a guardare fuori dalla finestra come se nulla
fosse, ciò irritò il
principe che si dovette mordere la lingua per non rimbeccare il figlio
del
cavaliere “Gareth e suo figlio si fermeranno per un
po’ qui a Camelot, ho
pensato che per te e i tuoi cavalieri fosse istruttivo allenarvi e
apprendere
da un grande cavaliere” Arthur fece solo un gesto
d’assenso, non era mai
contrario a sfidarsi e ad apprendere da altri cavalieri, questa sarebbe
stata
una grande occasione.
Merlin
seguì fedelmente il principe nelle stanze reali, il biondo
si mise dietro al
paravento e iniziò a spogliarsi ordinando al servo di
preparargli un bagno
caldo, senza farsi vedere e sentire il giovane fece una piccola magia
per
mantenere l’acqua alla giusta temperatura, quando il suo
signore si immerse
nella tinozza iniziò a raccogliere i vestiti di Arthur che
come al solito aveva
lanciato a casaccio “Insopportabile”
“Grazie sire siete sempre così gentile con
me” “Non te idiota, ma il figlio di Sir
Gareth” Merlin sgranò i suoi grandi occhi
blu, non capiva il perché dell’astio del principe
verso il giovane appena
arrivato “Che cosa vi ha fatto?” Arthur
sospirò rumorosamente “Non l’hai
visto?! Mi ha ignorato, dico io come si è permesso?! Io sono
il principe
ereditario di Camelot” di una cosa era sicuro Merlin, mai
attaccare l’orgoglio
di Arthur, ma soprattutto mai e poi mai ignorarlo, il principe era un
vero
concentrato di egocentrismo amava stare al centro della scena
“Comunque domani
te ne occuperai tu Merlin, gli farai fare un bel giro del castello e
della
cittadella” al mago non dispiacque poi molto
quell’incarico perché così non
avrebbe dovuto pulire i panni sporchi di Arthur, lucidare
l’armatura e affilare
le spade.
Il
giorno seguente Meriln si presentò davanti alla stanza del
giovane Edwin, quando
bussò se lo ritrovò subito davanti “Sir
Edwin sono qui per conto del principe
Arthur, egli avrebbe pensato che avreste gradito qualcuno che vi
facesse da
guida nel castello” i due occhi color giada lo fissarono
stupiti e poi
divertiti, non aveva mai visto una tonalità di verde
così intensa, poco dopo
Edwain iniziò a ridere, non capendone il perché
Merlin fissò il giovane con
sguardo perso e si grattò leggermente la testa
“Scusatemi è che siete talmente
buffo, ditemi la verità non siete abituato a parlare in modo
tanto pomposo” il
mago arrossì fino alla punta delle orecchie mentre con un
sorriso ebete fece un
segno d’assenso con la testa “Bene, allora per te
sarò semplicemente Edwin,
lasciamo da parte questi inutili formalismi, tu sei?”
“Merlin” si affrettò a
dire e a porgere la mano al ragazzo. I due bighellarono per il
castello, Merlin
cercò di far vedere a Edwin le parti più
importanti del castello, come la sala
del trono, quella da pranzo e quella dei ricevimenti “E la
biblioteca dove è?”
Merlin fu sorpreso di quella richiesta, di solito i cavalieri evitavano
come la
peste quel luogo, persino Arthur si avvicinava raramente, mentre il
giovane
Edwin vi entrò e potè leggere nei suoi occhi
entusiasmo, con un dito percorse
quasi tutto uno scaffale, ne prese un libro e con occhi quasi sognanti
chiese
“Secondo te se chiedessi al re di poter consultare dei libri
mi darebbe il
permesso?” Merlin scosse leggermente le spalle, furono
interrotti dal frastuono
che arrivava dalla finestra che dava sul campo d’
addestramento, alcuni
cavalieri si stavano allenando “Vieni Edwin, andiamo a vedere
i valorosi
guerrieri”.
Arthur
si stava allenando contro Lancelot, i due erano concentratissimi sulle
mosse
dell’altro, tutta Camelot sapeva che i due erano tra i
migliori cavalieri del
regno, Gwaine al fianco di Perceval
e Elyan , guardava
annoiato la scena, avrebbe voluto essere lui uno dei due combattenti
invece di
starsene li a fissare, ma avrebbe dovuto pazientare ed aspettare il suo
turno,
in lontananza scorse la figura di Merlin insieme a un ragazzo piuttosto
mingherlino “Hey Merlin che fai batti la fiacca?”
“No sto facendo da cicerone
all’ospite del Re, Edwin loro sono Gwaine, Elyan, Perceval
e Lancelot che sta duellando con il principe, lui invece è
Edwin il figlio di
Sir Gareth” Gwaine studiò la figura di fronte, non
poteva credere che quel
ragazzino fosse il figlio di uno dei più grandi cavalieri
della storia, aveva
delle braccia così ossute che sicuramente non avrebbero
retto una spada e
persino il corpo era troppo magro, in un combattimento sarebbe
sicuramente
crollato subito “Siamo sicuri che sia il figlio di Sir
Gareth?” ecco che Gwaine
iniziava a parlare senza prima connettere il cervello, i due cavalieri
di
fianco a lui cercarono di trattenere una risata, mentre Merlin guardava
in modo
scioccato l’amico “Certo che lo sono,
perché ne dubitate?” “Perché
non sembrate
affatto il figlio di un cavaliere, insomma siete così
mingherlino, scommetto
che non sareste capace di tenere una spada in mano” la
mascella di Merlino si
aprì automaticamente, Gwaine lo stupiva sempre con la sua
mancanza di tatto, ma
soprattutto anche gli alti due che se la ridevano sotto i baffi, mentre
Edwin
stupì sia il mago che il cavaliere che aveva di fronte, con
uno scatto prese la
spada di Elyan che aveva attaccato alla cinghia e con aria strafottente
disse
“Sir Gwaine vi sfido, oppure avete paura di battervi con un
ragazzo
mingherlino” il cavaliere fece uno dei suoi soliti sorrisini,
finalmente
avrebbe fatto un po’ di movimento anziché starsene
li a guardare, non gli era
mai piaciuto starsene con le
mani in
mano, con un movimento fluido sguainò la spada e si
preparò all’attacco. Merlin
dall’altro canto iniziò a sudare freddo, Edwin non
aveva la minima possibilità
di farcela, era tentato a fermarlo chiedendo l’aiuto di
Arthur, ma anche questi
guardava divertito la scena insieme agli altri cavalieri, persino
Lancelot che
sembrava quello con più sale in zucca aveva l’aria
di volersi divertire alle
spalle del ragazzino. Edwin aspettò il primo colpo, come
temette Gwaine era
davvero forte, aveva sentito il braccio destro tremargli leggermente
quando le
loro spade cozzarono una contro l’altra, il secondo colpo lo
evitò con un
movimento fluido, mentre per il terzo dovette pararsi
un’altra volta “Ma come
prima facevate tanto lo spavaldo e adesso sembrate voler
fuggire” Edwin non si
fece prendere dall’agitazione, come gli aveva insegnato
Gareth ogni nemico ha
un punto debole, persino il più forte, parò e
schivò un altro paio di colpi e
poi notò la falda, il cavaliere si sporgeva troppo e
lasciava il fianco
sinistro esposto, preso dall’adrenalina il ragazzo
schivò il colpo di Gwaine e
iniziò ad attaccare a sua volta, il rumore delle spade
riecheggiò in tutto il
campo attorno ai due si creò una piccola folla tra cui si
aggiunse Sir Leon,
Edwin con un movimento fluido si portò alla sinistra del
cavaliere pronto a
colpirlo, ma questi intuì e riuscì a schivare il
fendente, all’ennesimo attacco
Edwin riuscì a disarmare il nemico facendo roteare le spade,
era un giochetto
che Gareth usava sempre con lui e alla fine era riuscito a farlo suo,
poi puntò
immediatamente la spada alla gola dell’avversrio
sorridendogli in modo
strafottente. La piccola folla restò ammutolita, nessuno
avrebbe mai scommesso
una sola moneta sul giovane, il primo ad applaudire il ragazzo fu
Parsifal
seguito da Elyan “Complimenti ragazzo ne hai di
stoffa” Merlin invece non poté
trattenere un sospiro liberatorio “Edwin” dal fondo
del cortile si sentì l’urlo
di Sir Gareth l’uomo insieme al Re si avvicinò al
gruppo, il cavaliere sembrava
molto arrabbiato appena fu vicino al figlio gli scoccò
un’occhiataccia e questi
diede la spada al suo legittimo proprietario ed abbassò la
testa mortificato
“Che diavolo è successo?” chiese con
tono duro Uther al principe “Ci stavamo
allenando padre” “Questo lo sapevo da me, ma
perché uno dei tuoi cavalieri
duellava contro un mio ospite?!” Gwaine stava per rispondere
ma fu preceduto da
Edwin “Scusatemi Sire la colpo è tutta mia,
vedendo i cavalieri allenarsi ho
chiesto a Sir Gwaine di duellare amichevolmente con me e lui
è stato tanto
gentile ad accontentarmi, qui l’unico colpevole sono
io” Merlin avrebbe voluto
intervenire, non era affatto vero era stato il cavaliere ad istigare
Edwin e
Arthur non aveva fatto nulla per difenderlo, non era giusto che si
prendesse
una colpa che non aveva, stava per parlare ma un movimento della mano
di Edwin
gli fece intendere di starsene zitto, per fortuna il Re decise di non
prendere
nessuna punizione dato che si era svolto tutto in modo amichevole.
I
muscoli a contatto con l’acqua calda si rilassarono subito,
Alina non poté
trattenere un sospiro di sollievo, con delicatezza si passò
il panno su tutto
il corpo e poi appoggiò la schiena alla tinozza per stendere
tutto il corpo
facendolo rimanere in ammollo, grazie a Merlin era riuscita a riempire
l’intera
tinozza il ragazzo poi le aveva chiesto se avesse bisogno di aiuto,
rimase
colpito della sua reticenza dicendo che era capacissimo di farsi il
bagno da
solo “Magari ne fosse capace anche Arthur” si
lasciò sfuggire il moro che
ottenne un suo sorriso, in realtà anche Alina si faceva
aiutare dalla sua serva
Evy che ogni volta le districava i nodi nei suoi lunghi capelli che si
facevano
quando li insaponava, mentre ora non ci sarebbe stata la sua fedele
serva a
pettinarle i corti capelli,senza volerlo una calda lacrima percorse il
suo
viso, ma con un gesto stizzito si immerse completamente nella tinozza,
poi
prese un grosso panno e avvolse il suo esile corpo. Sul letto vi erano
già i
vestiti per il banchetto che Uther aveva deciso per quella sera in suo
onore e
per Gareth, fortunatamente il suo mentore era riuscito ad avere dei
vestiti un
po’ più eleganti, dopo essersi asciugata Alina
avvolse il petto attorno a una
grande benda per comprimerlo, poi indossò i pantaloni neri,
la maglia bianca
elegante,la casacca blu notte e infine gli stivali, prima di uscire
dalla
stanza si diede una veloce pettinata ai capelli per dargli una forma,
ma
vendendo che non vi riusciva con una mano li scompigliò ed
andò verso il
banchetto, ricordando le parole del mentore che gli chiedeva di non
farsi
ancora notare troppo.
“Merlin
ti vuoi dare una mossa? Per colpa tua sarò in
ritardo” certo la colpa sarebbe
sempre stata del povero servo, fa niente se quell’Asino reale
era rimasto fino
all’ultimo spiraglio di luce ad allenarsi e lui aveva dovuto
fare tutto
velocemente. Aiutò Arthur a indossare la casacca rossa, che
a dire del principe
era quella che risaltava meglio la sua figura, a volte il principe
reale si
comportava come una di quella sciocche dame di corte che adorava
pavoneggiarsi,
ma Merlin si tenete per se quel pensiero e finì di preparare
il principe “Devo
ammettere che alla fine quell’Edwin non è poi
tanto male” “Forse perché ha
salvato le vostre reali chiappe e quelle dei vostri cavalieri davanti
al Re?” Arthur
scoccò un’occhiata ammonitrice al servo che
immediatamente abbassò lo sguardo
tentando di trattenere un sorriso. Con grandi falcate Arthur
attraversò
l’immenso corridoio e sulla sua strada incontrò il
giovane Edwin “Buona sera”
il ragazzo fece un solo gesto con la testa, poi volse la sua attenzione
a
Merlin facendogli un grande sorriso “Buona sera Merlin,
grazie ancora per
avermi aiutato con la tinozza” il mago sorrise a sua volta
dicendo che era uno
dei suoi doveri, mentre il principe roteò gli occhi ed
entrò nella sala dove vi
erano già suo padre con Sir Gareth.
Il
banchetto fu molto suntuoso, il Re aveva dato disposizione che le
migliori
cibarie fossero preparate per i suoi ospiti, persino il vino era quello
delle
feste più importanti, Uther dopo aver fatto un brindisi
verso l’amico invitò
tutti a divertirsi.
Dopo
il banchetto Arthur si intrattenne con i suoi cavalieri, parlarono di
armi e
allenamenti poi il discorso cadde sulle dame che erano presenti in
sala, Gwaine
ovviamente fu il più colorito a descrivere Lady Helisa a suo
dire la dama più
bella di tutta Camelot, Arthur non iene poteva fare una colpa in
effetti la
dama era piuttosto incantevole, ma bastava solo una veglia in sua
compagnia per
detestarla, talmente era egocentrica e antipatica. La dama in questione
si
avvicinò al piccolo gruppo di cavalieri scortata da altre
due dame, con un
sorriso cortese fece un piccolo inchino al principe che a sua volta la
salutò
con una baciamano “Maestà scusate
l’impudenza, ma io e le mie care amiche
vorremmo chiederle di presentarci al suo ospite” il principe
si mosse verso Sir
Gareth, ma lady Helisa con un leggero colpo di tosse attirò
l’attenzione del
principe e la ragazza indicò il giovane Edwin, cosa che
lasciò sbigottito sia
lui che gli altri cavalieri, non immaginava ce le dame potessero
provare
interesse per il figlio del cavaliere, a lui sembrava un ragazzo
così
insignificante. Arhur chiese a Merlin di chiamare il ragazzo davanti al
suo
cospetto perché doveva parlargli di una cosa urgente, allora
il servo si
avvicinò all’ospite il quale era intento a parlare
con Gaius, il principe vide
il servo parlucchiare con Edwin, gli sembrò che il ragazzo
avesse alzato gli
occhi al cielo e avesse sussurrato qualcosa che fece ridere Merlin, poi
i due
si avvicinarono al gruppo “Sir Edwin vorrei presentarvi Lady
Helisa” la dama
rivolse un sorriso al ragazzo che da perfetto gentil’uomo
fece un baciamano perfetto
alla dama “Ditemi Sir Edwin anche voi siete abile con la
spada come vostro
padre?” “Questo dovreste chiederlo a Sir Gwaine,
comunque devo fare ancora
molta strada per arrivare ai livelli di mio padre” la dama
fece una risatina,
alquanto da oca a dir di Edwin, e fu seguita a ruota dalle altre due,
mentre
Gwaine grugnì qualcosa. La dama non sembrava voler lasciare
in pace il
poveretto, continuava a fargli domande su domande e Edwin da ragazzo
ben
educato rispose a tutte, dopo pochi minuti Arthur e i suoi si erano
dileguati e
ora se la ridevano alle spalle del povero mal capitato
“Poveretto non vorrei
essere al suo posto, delle volte Lady Helisa è
così assillante, soprattutto se
la sua preda è a pochi cm”.
Edwin
riuscì con una scusa a scampare da Lady Helena, senza farsi
notare uscì sul
balconcino vicino alla sala dove poté emettere un sospiro di
sollievo, alla
fine le feste di corte erano uguali in ogni regno, tutte terribilmente
noiose
dove molte dame non facevano altro che esibirsi come pavoni per far
vedere i
loro nuovi abiti o gioielli, mentre gli uomini non facevano altro che
parlare
di armi e guerre, solo con Gaius aveva trovato un piacevole argomento,
le
piante curative, ma il loro discorso era stato interrotto a causa di
quell’oca.
Alina doveva ammetterlo fingersi Edwin era molto arduo, ogni qual volta
che
qualcuno le faceva una domanda sul privato doveva mentire e tenere ben
a mente
quello che aveva detto per non contraddirsi. Quando constatò
che la dama era al
di fuori della sua visuale uscì dal nascondiglio per
avvicinarsi a Gareth “Io
andrei a riposare, Re Uther vi ringrazio ancora per questo meraviglioso
banchetto, la vostra ospitalità non ha eguali” il
Re si pompò di orgoglio e le
diede la buona notte, mentre Edwin tentò di non farsi
beccare dall’oca.