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Autore: Jay Boulders    06/05/2011    5 recensioni
Missing Moment riguardante Hermione, Ron e la presenza di Viktor Krum al matrimonio di Bill e Fleur.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley, Viktor Krum | Coppie: Ron/Hermione, Vicktor/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Ridevano così tanto che nessuno notò il ritardatario, un giovane con i capelli scuri, un gran naso ricurvo e folte sopracciglia nere, finché non consegnò il suo invito a Ron e disse, lo sguardo puntato su Hermione: «Sei dafero pelissima».
«Viktor!» strillò lei, lasciando cadere la borsetta di perline, che fece un rumore sproporzionato rispetto alle sue dimensioni. Arrossì, si chinò per raccoglierla e disse: «Non sapevo che ti avessero... santo cielo... che bello vederti... come stai?»
Le orecchie di Ron erano di nuovo scarlatte. Dopo aver esaminato l'invito di Krum come se non credesse a una parola di quel che c'era scritto, chiese a voce troppo alta: «Come mai sei qui?»
«Mi ha infitato Fleur» rispose Krum, inarcando le sopracciglia.
Harry, che non aveva nulla contro di lui, gli strinse la mano; intuì che sa-rebbe stato prudente allontanarlo da Ron e si offrì di accompagnarlo al suo posto.
«Tuo amico no ha molto piacere di rifedere me» disse Krum entrando nella tenda ormai affollata. «O è parente?» aggiunse, con un'occhiata ai capelli ricci e rossi di Harry.
«Un cugino» borbottò Harry, ma Krum non lo stava ascoltando. Alla sua comparsa era serpeggiata una certa agitazione, soprattutto fra le cugine Veela: in fondo era un celebre giocatore di Quidditch. Mentre gli invitati continuavano ad allungare il collo per vederlo meglio, Ron, Hermione, Fred e George percorsero il tappeto di fretta.
«È ora di sedersi» consigliò Fred a Harry, «o verremo investiti dalla sposa».
Harry, Ron e Hermione presero posto in seconda fila, dietro Fred e Ge-orge. Hermione aveva ancora le guance rosse e Ron le orecchie scarlatte. Dopo qualche istante borbottò a Harry: «Hai visto che stupida barbetta si è fatto crescere?»
Harry rispose con un grugnito piuttosto neutro.

La cerimonia si svolse con la tradizionale formulazione delle promesse e i rituali auguri ai due neo-sposini.
Hermione unendosi al flusso di persone pronte a congratularsi, venne avvicinata nuovamente da Krum.
Ron rimasto al tavolo in compagnia di Ginny, guardava in cagnesco la scena, tentando di rubare da varie angolazioni ciò che stava succedendo anche se la visuale non era delle migliori.
«Ti rendi conto vero, che il fissarli ostentatamente non sortirà alcun effetto?» domandò con fare vago la sorella.
Il ragazzo fece finta di non sentire, domandando dove fosse finito Harry, «L’ho visto parlare con il padre di Luna poco fa», vide il fratello con la mascella serrata spostare il suo sguardo sulla pista da ballo.
Non le ci volle molto a capire che l’oggetto di una tanto improvvisa ira fosse la visione di Hermione e il bel bulgaro stretti in un lento.
Non ebbe il tempo di dire nulla, che vide Ron avvicinarsi deciso e minaccioso ai due, fermandosi a pochi metri di distanza.
Harry tornando al tavolo, osservò tutta la scena presagendo una brutta sensazione.
«Non avresti dovuto lasciarlo andare, Ginny» disse preoccupato, avvicinandosi alla ragazza intenta anch’essa a guardare l’evolversi della situazione.
«Pensi che mi avrebbe dato ascolto?» la domanda volutamente retorica, non ottenne alcuna risposta.

Nello stesso momento, Ron fissava ancora i due intenti a ballare. Finalmente lo sguardo di uno dei due incrociò quello del rosso.
Viktor tenendo ancora Hermione tra le braccia guardò atono Ron, ancora immobile a poca distanza da loro.
Senza separarsi da lei, le si rivolse «Erma-ini, io penvsare che tuo amico fuole dire qualkovsa te».
La ragazza, impiegando un po’ di fatica per capire cosa intendesse, si sciolse lentamente da lui, voltandosi e ritrovandosi “il suo amico” davanti, con uno sguardo freddo e irritato come pochi.
«Ron?» lo chiamò, dopo alcuni secondi di immobilità e silenzio che rendevano la situazione ancora pesante.
Lui, continuando a non dire nulla le si avvicinò senza degnare di ulteriori sguardi il bulgaro, ed ignorandolo completamente la prese per un braccio e finalmente parlò «Balliamo».
Più che una domanda, parve una brusca affermazione che stupì non poco la ragazza conscia nella situazione di disagio in cui l’aveva messa.
Si voltò verso il suo partner fino a poco prima «Viktor, ti dispiace se ballo un po’ con Ron adesso?» chiese con evidente disagio nella voce.
«Ci fediamo dovpo Erma-ini» e si allontanò dalla pista.
Appena il tempo di voltarsi, sentì le braccia di Ron circondarle la schiena, in quello che sembrava più vicino ad un abbraccio che ad un ballo.
Gli passò incerta le braccia intorno al collo e voltò la testa verso l’esterno per non rischiare di scontrarsi con la sua spalla, tanto erano vicini.
Dondolarono per un po’ sul posto, non facendo molto caso al ritmo della musica.
«Non sei stato molto carino con lui» constatò lei, continuando a tenere il volto verso l’esterno.
«Non riesce ancora a pronunciare il tuo nome. Come fai a ballare con uno che non sa neanche chiamarti correttamente?» constatò stavolta lui, ignorando completamente il rimprovero appena ricevuto.
«Non penso siano cose che ti riguardino. E comunque vorrei vedere te al suo posto, in un Paese che non è il tuo a cercare di interagire con una lingua che non è la tua.»
Il lieve movimento che facevano spostandosi sul posto, venne interrotto da lui. Hermione lo sentì distanziarsi, facendo lo stesso per par condicio.
«Cosa c’è?»
Ricevette uno sguardo sprezzante, ferito. «C’è che lo difendi sempre. C’è che se non ti invito ad un Ballo sono uno stupido insensibile e se lo faccio sono un maleducato. E c’è che… che è ancora troppo vecchio per te! Anzi ora ancora di più!»
«Ti ricordo che sono passati tre anni anche per me! E che posso ballare, uscire o… o baciare chi voglio senza che tu debba avere niente da ridire!»
Incapace di replicare in modo adeguato, senza dire cose che non avrebbe voluto dire, Ron si sentì messo spalle al muro «B-bene! Bacia chi ti pare, fa come ti pare! Quando poi i tuoi figli non riusciranno a pavlare in movdo covfetto non venire a lamentarti da me!»
«Non sono tua sorella! Se questa possessività ce l’hai con i ragazzi di Ginny non devi di certo comportarti così anche con me!» ed abbandonò la pista, lasciandolo lì solo in mezzo agli sguardi stupiti della gente.

   
 
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