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Autore: TittaH    06/05/2011    4 recensioni
Si può amare il prossimo fino all'annullamento di se stessi? Si possono rincorrere e realizzare i propri sogni? Si può definire vita, una vita di cui si sa già l'ora della fine?
Genere: Sentimentale, Suspence, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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8 - Aurora

...La solitudine che indossa è più normale di una prudente saggia e isterica morale... 


 

Un abbraccio di quelli che non finiscono più, di quelli che riesci a sentire il cuore dell'altro esplodere e fare delle capovolte, di quelli che se stringi un altro po' ti sembra di poter ammazzarti, ma dal quale se ti allontani senti di poter morire ancora.
Le mani di Nadine non facevano altro che esplorare la schiena di Shannon che la teneva stretta a sè.
Tomo era impegnato con la sua Vicki; si baciavano e si sorridevano complici, intrecciando i loro sguardi senza dire una parola.
Jared li guardava felici, ma sentiva un vuoto dentro sè. Si sentì stupido ad invidiare un sentimento puro come l'amore, eppure si sentì incompleto.
Aveva raggiunto i suoi sogni con la band, superando se stesso, ma restava comunque un tassello mancante al puzzle della sua vita.
Scosse il capo, mandando via quei pensieri, quando vide la donna staccarsi da suo fratello e avvicinarsi a lui.
Lei si buttò a pesce tra le sue braccia e lui la strinse forte.
Sentiva lo sguardi dolce e apprensivo di Shan addosso; lui sapeva che si era affezionato alla sua rossa, sapeva che gli mancava una figura femminile, però non era mai arrivato a pensare male del fratello.
Si fidava.
"Mi sei mancato!" disse Nadine all'orecchio del cantante.
Si staccarono dolcemente e si sorrisero.
"Anche tu." rispose il biondo, sincero.
Uscirono dall'aereoporto trascinandosi dietro le loro valigie. Mike aveva dato una settimana libera, quindi Tomo sparì, dopo aver abbracciato la donna calorosamente, per andare con la sua futura moglie e divertirsi un po'.
Nadine doveva tornare a casa perchè doveva aiutare Drake in alcune cose.
"Pensavo," esordì la rossa stringendosi maggiormente sotto la presa salda del braccio del batterista attorno alla sua spalla, "Potremmo andare a casa mia adesso. Drake vorrebbe vedervi e poi vi invito a cena. Cibo italiano!" concluse notando l'espressione affamata di Jared.
"D'accordo!" dissero all'unisono i fratelli Leto, entrando nell'auto nera messa a disposizione dal loro manager. Nadine entrò nella sua Smart, con la quale aveva raggiunto a sorpresa l'aereoporto, dirigendosi verso casa mentre i due uomini dicevano all'autista di seguirla.



"Cosa ci fai quì?" domandò Drake, chiudendo la porta di casa.
Una ragazza dai lunghi capelli castani e dagli occhi enormemente verdi fece capolino in cucina.
Indossava un abitino blu cobalto accompagnato da un paio di sandali bassi e bianchi, con una borsa abbinata sotto braccio; le unghie erano curate e smaltate con una french perfetta.
La sua espressione era tra il curioso e lo spaventato.
L'uomo la fece sedere offrendole da bere, stupendosi dato che non la vedeva da anni.
Cinque, per l'esattezza.
"Ti ripeto: cosa ci fai quì? Nadine potrebbe tornare da un momento all'altro e sai che..."
"Come sta?" chiese con la sua voce tremante, ignorando la domanda del moro.
Lui sbuffò, massaggiandosi gli occhi e voltando lo sguardo verso l'entrata di casa.
"Non bene." rispose piatto.
"E perchè non mi avete avvisata? Sai che Joshua sarebbe dispsoto ad aumentare il mantenimento."
Sembrava indignata.
Lei che per cinque anni non si era fatta sentire, lei che se ne era fregata della condizione grave della sorella, lei che aveva sedotto il marito di Nadine, lei che non aveva voce in capitolo si era permessa di dire a Drake cosa deve o non deve fare?
Era il colmo!
"Ascolta e fallo bene, perchè non ripeterò: sei sparita e non sei venuta per nulla a trovare tua sorella neanche in quegli anni in cui faceva la chemioterapia e stava male; le hai rubato il marito, l'unico sprazzo di vita che la faceva star bene, e le hai spezzato il cuore; l'hai trattata come un pezzo di merda! Ed ora come ti permetti di venir a fare la morale a me? A me che l'ho seguita e non l'ho mai abbandonata, a me che le ho dato il cuore e la sto aiutando. A me, Aurora, a me?! Credi che se Joshua aumenti lo stipendio il tumore di Nadine smette di farle del male? Risolvi tutto coi soldi, tu, ma sai cosa ne fa lei dei vostri soldi...?"
Non fece in tempo a finire la frase, perchè si sentì lo scatto della serratura.
La porta si aprì e, se prima si sentivano delle risa- che Drake riconobbe come quella di Nadine, Jared e Shannon- poi sentirono solo il silenzio più totale.
Gli uomini i guardavano interrogativi, mentre le due donne si fissavano: una aveva le lacrime agli occhi, l'altra la guardava in cagnesco.
"Che cazzo ci fai a casa mia?" domandò, Nadine, piatta senza alcuna sfumatura o emozione nella voce.
L'altra la guardò supplicando.
"Stava andando via." esclamò l'amico arrabbiato.
"Drake, io..." provò a spiegare Aurora, ma l'urlo di sua sorella la spaventò facendola scappare nello stesso modo in cui era arrivata.
"FUORI!"
Sentirono la porta chiudersi e videro Nadine sedersi sul divano e premersi una mano sul volto.
Non piangeva, ma respirava a fatica e bisbigliava qualcosa fra sè e sè.
I due musicisti salutarono Drake, vedendolo teso e nervoso, e si sedettero accanto a lei.
Shannon le passò una mano sulla schiena come per rassicurarla, e Jared ruppe il ghiaccio.
"Posso chiedere una cosa?"
"E' mia sorella!" rispose la rossa immaginandosi la domanda che si era fatta spazio nella mente del frontman, che la guardò corrucciato.
"Ma, avevi detto di essere figlia unica."
Silenzio.
"Mi hai mentito!" disse, poi, alzandosi e mettendosi di fronte a lei con le mani sui fianchi.
Vide suo fratello che lo guardava di sbieco e si calmò.
"Ha i suoi motivi, vero Dì?" esordì Drake.
Nadine si mise in piedi, facendo spazio a Jared che si sedette, e dopo ver preso un respiro profondo cominciò a raccontare.
"Sono nata il cinque Aprile del 1976, da un'effimera relazione tra una prostituta ed un porco. Non ho mai conosciuto mio padre, ma sinceramente non ricordo nemmeno il volto di mia madre. Non c'era mai in casa ed io crescevo con mia nonna. Ho il cognome di mio nonno, Sweet, che era tutto tranne che dolce; ma non ricordo nemmeno lui perchè è morto quando avevo un anno e mia madre aveva scoperto di essere incinta di un'altra bambina."
Si fermò un attimo per prendere fiato e per ingoiare le lacrime che bruciavano e spingevano per uscire, al ricordar quegli avvenimenti che la devastavano.
"Quando è nata Aurora avevo un anno e mezzo, quasi due. Lei porta il nome della mia amata nonna, mentre io ho il nome di chissà quale amica puttana di mia madre. Amavo mia nonna, era tutto il mio mondo; lei mi faceva da mangiare, mi rimboccava le coperte e mi raccontava una storia, mi aiutava a fare i compiti e mi amava. Amavo il suo dolce sorriso e le sue tenere lacrime quando leggevo la poesia di Natale. Amo il Natale, ma da quando lei non c'è non lo festeggio più. E' morta che avevo diciotto anni, era molto vecchia e per di più malata di tumore al fegato."
Mandò giù quel groppo che le si era formato in gola, consapevole di dover saltare un pezzo importante della sua vita legato a quella malattia.
"A quell'età sono andata a vivere con Drake, che conosco da quando ho cinque anni. E' il fratello maggiore che non ho mi avuto!" riprese, poi, scoccandogli uno sguardo dolce.
Lui sorrise.
"Con noi viveva anche Aurora, dato che nostra madre era stata trovata morta in un burrone. Ho iniziato l'università di Psicologia, ma non l'ho finita perchè le tasse erano troppe e troppo ingenti. Ma ho conosciuto Joshua. Siamo stati fidanzati per nove anni, poi ci siamo sposati. Viveva con noi, eravamo quattro in casa. Presto però rimanemmo in due, perchè scoprìì che mia sorella se la faceva con mio marito. Ho divorziato con lui tre anni dopo il nostro matrimonio."
Rimasero sconvolti.
Jared la guardava e non sapeva se essere dispiaciuto e disgustato, per il comportamento di Joshua e Aurora, o se essere orgoglioso della sua forza.
Shannon boccheggiava incredulo.
Per un attimo Nadine ebbe paura che dopo tutte quelle rivelazioni- che non erano nemmeno tutte- lui non la volesse più, ma quando vide che le andò incontro e l'abbracciò, capì di essere stata capita.
Lanciò uno sguardo sorridente a Jared e Drake e si sentì sollevata.
La sua coscienza ora era più leggera.

  
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