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Autore: Lady Antares Degona Lienan    12/02/2006    5 recensioni
Ma è troppo tardi, Hermione.
Troppo tardi per svegliarsi la mattina in tiepide lenzuola oro e rosse, troppo tardi per scendere la scale di pietra fredda a giungere al camino, e galoppare sulla schiena flessuosa della stanchezza.
Troppo tardi per salutare Harry e Ron, e scrutarli imperiosa per gli occhiali storti, o il naso sporco di marmellata.
{Lei, un incantesimo sbagliato, Harry Potter con un fiore in testa e i suoi occhi di ghiaccio}
Genere: Romantico, Malinconico, Dark, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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b-Tu non sai cosa stai dicendo, Ron

-Tu non sai cosa stai dicendo, Ron!!- l’incalzò Hermione, una faccia contrita a distorcerle i tratti solitamente tranquilli del viso. –Devi essere completamente pazzo per ritenere questa orribile vicenda una… una…-

 

-Una gran figata, Hermione!!- completò per lei Ronald Weasley. Stava cercando di contenere, con scarsi risultati, il sorriso che minacciava di dilagare sul suo viso. –Non ti pare, Harry?- sbatté la mano sulla spalla dell’amico, adagiato su un lettino dell’infermeria, facendo ondeggiare i petali dell’orchidea che quello si ritrovava al posto della testa.

 

-Scusalo, Harry… in realtà non sa quello che dice.- replicò lei seccamente, lanciando al rosso un’occhiata di puro disprezzo. –Mi dispiace tanto, non pensavo di fare un simile guaio…-

 

Una foglia si staccò dal busto, scuotendo l’estremità in un fare di perdono.

 

-Sei davvero carino!! Posso farti una foto?-

 

-Le troppe risate lo hanno stordito!- ruggì, afferrando l’amico per un orecchio e trascinandolo fuori dall’infermeria.

 

Nel frattempo, il suo cervello lavorava alacremente, non di certo rallentato dai brontolii di protesta di Ron. Lei aveva fatto questo apocalittico guaio, e sempre per colpa sua adesso Harry stava lì sdraiato con un’ orchidea al posto della testa. Urgeva trovare una soluzione, e anche rapidamente. Molto rapidamente, prima che si venisse a sapere di tutto ciò, e soprattutto prima che i professori prendessero in considerazione l’idea di farla espellere.

 

-Diavolo, Ronald, vuoi chiudere quel forno prima che io sia a farlo?- sbottò lì seccamente, continuando a marciare con ritmo instancabile.

 

-Posso davvero suggerirti un modo per farlo…?- cinguettò lui tutto occhioni, lanciandole uno sguardo da diabete e carenza di affetto. –Suppongo tu sia inesperta in questo campo… che ne dici?-

 

-Se non vuoi ritrovarti un’erbaccia al posto della testa, caro il mio esperto, segui il mio precedente consiglio.- sfiatò, raggiungendo un delizioso color rosso sulle guance.

 

-Oh, solo un’erbaccia…- mormorò platealmente deluso lui, nell’ atto scenico di mettersi una mano sul cuore. –Così mi ferisci… nemmeno una margherita?- insisté.

 

-Un’ erbaccia è l’unica cosa che troverebbe fertile il vuoto dentro la tua testa.- ribatté seccamente, sventolando una mano con noncuranza.

 

-Ma nemmeno…-

 

-RONALD WEASLEY!!!! Mi sembra strano tutto questo improvviso amore per la botanica!! Se ti trovi tanto a tuo agio con le piante perché non ti trasformi in concime e le aiuti a crescere?!?- sbraitò incollerita, sputandogli in faccia tutto il livore che le si era accumulato nel sangue.

 

Il ragazzo si fermò in mezzo al corridoio, e altrettanto fecero un paio di inattesi spettatori.

 

-Dannazione!!- sibilò Hermione Jane Granger, dandogli le spalle e proseguendo verso la biblioteca trincerata nel silenzio più assoluto.

 

Inutile nascondere che quello che le aveva dato fastidio non erano state le continue insinuazioni di Ron. In maniera alquanto imbarazzante, dovette ammettere, il suo pensiero ritornava al breve scontro con Draco Malfoy. Urgeva trovare un rimedio. Possibilmente, sebbene lo ritenesse improbabile, cercando di conciliare i suoi due problemi.

 

Draco Malfoy & Harry Potter.

 

Una piacevole novità nella monotonia della sua vita a scuola, tra basilischi, centauri, e senza contare l’imminente compito di aritmanzia.

 

 

*§(°)§*

 

 

Dopo due ore di immersione nei libri, Hermione faticava a riemergere dal bunker che lei stessa aveva eretto intorno a sé. Libri di aritmanzia uniti a quelli di incantesimi e maledizioni senza perdono. Ma non riusciva a capire che assurdo anatema avesse usato Draco Malfoy per colpire Harry Potter.

 

In realtà, per colpire lei…

 

Il suo cuore ebbe un leggero fremito, che lei ebbe la prontezza di calmare premendovi sopra con la mano destra. Fece un breve respiro, scosse la testa, lasciando che i ricci castani scivolassero ribelli nello spazio.

 

Stupido, arrogante Draco Malfoy…

 

-Ehi Granger.-

 

Bellissimo….

 

-Vedo che non hai ancora trovato la soluzione al tuo problema.- fece arrogante, appoggiandosi di fianco a lei, un gomito sul libro di aritmanzia e uno sul tavolo di legno di cedro.

 

-E in un improvviso momento di compassione hai deciso di darmi una mano?- chiese scettica in uno sbuffo, abbandonando la testa contro il piano. Un ricciolo di lei andò a scontrarsi contro la guancia pallida del ragazzo.

 

-Non qui. Stasera, al dormitorio serpeverde.- le sussurrò in un secondo, alzandosi con un movimento fluido e degno di una serpe qual era.

 

Tempo un secondo, e di lui non era rimasto che il profumo.

 

 

*§(°)§*

 

 

-Perché…?- si chiese piagnucolando Hermione Granger. –Perché sono così scema? Non so nemmeno cosa ci faccio qui…-

 

Era ferma davanti al ritratto di una donna dall’ aspetto altero e raffinato. Gli occhi di ghiaccio di lei che l’osservavano. Letizia Creanza, il quadro di accesso a Serpeverde.

Se non fosse stato che la donna non aveva la minima intenzione di farla passare.

 

-Non è proprio possibile, signorina. Non sei chiaramente una serpeverde!- aveva obbiettato con occhio scettico e un volto imperturbabile, quasi di marmo. –Commetterei un grave errore a farti passare… e poi chi lo sente il professor Piton!-

 

-Ma io ho un appuntamento con…-

 

-Con?- insisté la donna, piegando un sopracciglio.

 

-Con… lui, insomma… ecco…- la sua bocca era impastata, i movimenti scoordinati, così come i suoi pensieri. –Con Draco Malfoy.- disse mestamente, non senza vergogna.

 

-Impossibile.- osservò Letizia. –Draco Malfoy non potrebbe mai avere un appuntamento con te.-

 

-Tante grazie.-

 

-Dico sul serio.-

 

-Senta, signora…-

 

-Signorina!-

 

-Si, va bene, quello che è! Devo passare, un mio amico ha un’ orchidea al posto della testa…-

 

-Mai sentita scusa più banale.-

 

-Insomma, per aiutare Harry Potter, il mio amico, ho bisogno di parlare con Draco Malfoy, che ha promesso di aiutarmi.- riuscì finalmente a terminare, rossa in volto per l’ ira.

 

-Questa è l’apoteosi dell’ impossibilità!!- ridacchiò la donna, scuotendo i capelli neri e continuando a fissare lo specchio.

 

-No, davvero, lo so che non sembro molto credibile però…-

 

-Ah, Draco Malfoy… mi ricorda vagamente un mio vecchio pretendente… bello, perfetto… se solo non lo avessi avvelenato per invidia… povero Marco, non sapeva proprio cosa lo aspettava… ma si sa, insomma! Fare il doppio gioco contro di me!!-  fece un sospiro, a corona di un’ aria mesta e fintamente disperata.

 

-Senta, io non vorrei…-

 

-Mio povero amo…-

 

-Silentio!!- il corridoio tornò silenzioso, mentre le labbra della nobildonna continuavano a muoversi. Il volto aveva assunto un’ espressione imbronciata, quasi offesa.

 

-Mi spiace.- sussurrò Hermione, riuscendo dopo un po’ a forzare la guardia del quadro. –Ma non stavi proprio mai zitta!!.

 

 

*§(°)§*

 

-è permesso…?-

 

La porta in vetro e metallo, di foggia stranamente moderna, si era aperta silenziosamente, senza un cigolio. Una corrente d’aria fredda si era intrufolata nella stanza, sfogliando pagine di libri aperti. Poi Hermione Jane Granger l’aveva chiusa alle sue spalle, scrutando curiosa all’interno della Sala. Non aveva mai visto dall’interno la stanza di un serpeverde.

 

Non era così fredda come se l’era immaginata, con un enorme letto a baldacchino e le lenzuola chiare. Una finestra enorme, gotica, bucava la parete e conferiva al tutto una luce forte ma abbastanza delicata, quasi rispettosa della pelle chiara del proprietario.

 

E poi, libri ovunque.

 

Non era un ambiente asettico, privo di vita. Testimoni il letto sfatto e il camino accesso, nell’angolo a sinistra.

 

Sentì le sue guance arroventarsi. Il pensiero di essere nella sua stanza le aveva improvvisamente colpito la mente. Era rimasta impreparata. Il nome di Draco Malfoy scottava nella sua testa come le fiamme del camino sulla sua mano fredda. E rotolava, rimbalzava, senza mai perdere di intensità. Dilagava, prima verso lo stomaco e giù, fino ai piedi, fino a pervadere ogni cellula del suo corpo.

 

-Granger…?- lui comparve da dietro una poltrona, un libro dalla copertina scura in mano, a contrasto con la pelle diafana.

 

-Sono qui. Devo dire che la vostra entrata è ben presidiata. Ho rischiato di finire stordita dalle chiacchere di Letizia.- fece imbarazzata, con la lingua che articolava parole in libertà. Sorrise nervosamente.

 

-Non ti mangio, Granger.- fece sospettoso. –Pensavo di venirti a prendere fra un po’.-

 

-In ritardo.- sottolineò lei.

 

-In ritardo.- concesse il biondo, limitandosi ad alzare le spalle.

 

-Siamo veloci, Malfoy. Dimmi che incantesimo gli hai scagliato contro.-

 

-Uh, non ti aspetterai che io te lo dica così.- disse pigramente lui. La sua mano si agitò pigra, in uno svolazzo, aumentando in maniera esponenziale il terrore della Grifondoro. Le gambe affusolate di Hermione divennero improvvisamente rigide.

 

-E allora?- incrociò le braccia al petto, ma l’occhiata arroventata che lui le lanciò la fecero desistere dal fare la superiore.

 

-Devi seguirmi. Al lato oscuro.-

 

Improvvisamente, per Hermione, quella stanza divenne un’enorme trappola per topi, di cui lei non riusciva a scorgere l’ uscita.

 

 

 

 

 

 

 

Purtroppo mi vedo costretta a fare un’altra parte… grazie per i commenti!!

   
 
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