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Autore: Kat Logan    06/05/2011    9 recensioni
Un'amica da ritrovare, un matrimonio imminente, una coppia consolidata, un nuovo nemico. Per le Outer le avventure non finiscono mai. Seguito di "All we are"
Hotaru viene rapita e portata in una dimensione sconosciuta, ma quando uno degli alleati di Haruka e Michiru è la morte, chi potrebbe essere la nuova terribile minaccia?
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Haruka/Heles, Hotaru/Ottavia, Michiru/Milena, Setsuna/Sidia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
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- Questa storia fa parte della serie 'Il mio ultimo respiro, per te.'
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Avvertimento:
L'intero capitolo è su Miyuki e comprende anche la sua storia. Alla fine l'ho scritta senza filtri. Se a qualcuno può dar fastidio (considerando i fatti crudi) lo invito a fermarsi qui o al limite a non procedere più avanti dell'ultimo pensiero della morte scritto in corsivo. -Kat-

 
 
Miyuki si trovò a terra.
La morte l'aveva scaraventata al suolo senza toccarla, con solo un gesto veloce della mano.
"Potrebbe smetterla?" domandò quasi implorante. 
Sul suo viso era dipinta una smorfia di dolore.
"Dovrei...fare qualcosa...per te?"  Lo sguardo sul volto della morte mentre pronunciava lentamente quella frase era accigliato.
"Senza di me, saresti un'anima in pena che vaga tra la terra e l'aldilà, poco più di un fantasma, tu, mia cara sei insignificante...non sei niente!"
La segretaria tremò.
Il suo padrone era in piedi davanti a lei, nei suoi occhi poteva vedere una furia animale, una rabbia intensa che di umano non aveva nulla.
"Te lo ripeto un'ultima volta, cosa credevi di fare? eh?"
La mia pazienza è al limite.
La donna scoppiò a ridere senza muoversi dalla sua posizione.
Un sentimento malsano la spingeva a sghignazzare davanti al dio della morte, che per giunta era su tutte le furie.
"TI FACCIO RIDERE?!"
Questo è troppo.
La morte la prese per i capelli e la sollevò. Portò il viso verso il suo orecchio e le sussurrò "Ora vediamo se hai ancora voglia di ridere..."
Tirò le labbra in un sorriso sadico e portò la mente altrove. Il suo pensiero andò a posarsi sulla pelle liscia e profumata di Hotaru, sui suoi dolci lineamenti, sui suoi occhi grandi abitati da lampi violacei che si accendevano quando si posavano su di lui.
Ed ecco il fuoco bruciare. 
La fiammata che lo logorava mentre il suo cuore batteva all'impazzata come se fosse stato nel petto di un uomo vivo.
Le urla di Miyuki lo distaccarono di poco da quel sogno ad occhi aperti.
"La smetta!"
Stava implorando.
La voce di Hotaru.
"Ho detto basta! La prego! La smetta!!"
Il suo sorriso.
Le grida della donna si fecero più intense, si accasciò tenendosi con una mano lo sterno e tossì violentemente. Lui la seguì scivolando al suolo senza dare segno del dolore lancinante che stava provando, rimase tutto d'un pezzo, senza fiatare.
"Allora..." cominciò con voce flebile "vuoi dirmi cosa diavolo hai combinato, o vuoi soffrire ancora un pò in mia compagnia?"
Le mani magre e pallide si contrassero sul pavimento, stringendo tra le dita dei piccoli granelli di sabbia scura.
Miyuki rimase un attimo in silenzio, come a prendere fiato. Delle piccole gocce di sudore le perlarono la fronte scivolando veloci e silenziose sulle sue guance come fossero lacrime.
"Le ho detto..." 
Tentò di alzarsi raccogliendo le forze.
"Le ho detto che non sarebbe più andato da lei" pronunciata quella frase la voglia di ridere le risalì prepotente dentro, ma questa volta si trattenne.
"Io non ti avevo detto di riferirle questo!"
"Lo so".
"Vuoi proprio soffrire vero?!"
La donna deglutì nervosa.
"Ho già abbastanza problemi, non ti ci mettere anche tu!"
La voce della morte era diventata piatta. Inespressiva.
Il suo sguardo gelidò non la sfiorò, vagò altrove. Lontano come non era mai stato da lei.
Preferisce pensare a una stupida ragazzina e provare le pene dell'inferno piuttosto che guardarmi.  Ormai il suo sguardo è sempre per lei, ovunque lui sia.
Si portò una mano al petto stringendo la camicetta bianca.
Un dolore la stava invadendo, ma non era solo ciò che sentiva la morte in quel momento, era qualcosa che apparteneva a lei. Una fitta.
La gelida fitta della gelosia.
Era come una morsa di ghiaccio che le avrebbe congelato le arterie di lì a poco.
"Lei..." si bloccò intimorita prima di porre la sua domanda.
"Lei è convinto sia così bello provare dei sentimenti per qualcuno, nonostante tutto ciò?"
La morte senza girarsi rispose con un chiaro e limpido "E' stupefacente" per poi allontanarsi.
 
Sia maledetto il giorno della tua morte Miyuki. Sia maledetto il fatto di averti legata a me.
 
La donna barcollò.
Si trascinò al suo ufficio dove tirò un sospiro di sollievo sprofondando sulla sedia.
Con un gesto lento della mano si tolse gli occhiali dalle sottili lenti rotonde, lasciandoli cadere sulla scrivania.
Chinò il capo e chiuse gli occhi, annullando ogni rumore attorno a lei.
Un pianto.
Le sembrò di sentirlo distintamente nelle sue orecchie.
Un pianto di bambino disperato e in un attimo fu di nuovo a quel giorno.
 
Era a terra, i capelli corvini lunghi spettinati sul viso.
Le mani bagnate di un liquido che non era acqua.
Rosso cremisi.
Rosso sangue.
Il sangue del suo unico bambino.
Il piccolo esserino che le aveva rubato la sua vita.
Piccolo e maledetto.
Fino a quel momento era stata una donna in carriera, di successo.
Aveva avuto un matrimonio combinato dalla propria famiglia con un ricco imprenditore, ma tutta via non le importava. Erano entrambi impegnati con i rispettivi lavori, s'incrociavano di rado in casa, era come vivere soli infondo, fino a quando non rimase incinta.
Una gravidanza inaspettata che non fu interrotta e che la portò ad una psicosi post partum.
 
Iniziò con l'insonnia.
Il bambino piangeva. Piangeva disperato tutta la notte e lei non riusciva a calmarlo, non si rendeva nemmeno conto fosse suo.
Non poteva essere suo qualcosa che l'aveva relegata lì in casa.
"Deve cullarlo così vede? ecco che si calma subito il suo piccolino..." diceva con un sorriso la balia che suo marito aveva assunto per darle una mano.
"Non è mio..." rispondeva Miyuki con l'aria sempre più stanca e assente ogni volta.
"Ha preso il sonnifero che le ha prescritto il medico signora?" 
Nessuna risposta.
Lei i sonniferi li aveva buttati via. Non aveva bisogno di quelli.
"ssht, la senti Sachi?"
"Co..cosa dovrei sentire signora?"
"E' lei..."
"Lei chi? E' molto stanca dovrebbe riposarsi!"
"Shhht! E' la voce"
Allucinazioni.
La voce di qualcuno che le ripeteva di stare attenta. Che il bambino non era altro che un demone da uccidere immediatamente.
E' il male.
E fu così che una notte, durante un temporale Miyuki si alzò in preda al panico.
Un tuono rimbombò nel cielo scuro facendo tremare i vetri.
Di nuovo la voce.
Di nuovo il pianto del bambino.
Vuole farmi impazzire.
In punta di piedi attraversò il corridoio, arrivò alla cucina e prese un coltello.
Si avviò lentamente verso la stanza da cui provenivano i singhiozzi.
Una figura era china sulla culla.
Sachi tentava di calmare il neonato.
"Allontanati dal male!" Le aveva gridato la donna.
"Signora, torni a letto! Me ne occupo io, metta via quello, non serve!"
Nel giro di pochi giorni la neo mamma era decisamente peggiorata. Sachi né era sicura, era necessario il ricovero ospedaliero.
La giovane dipendente non riuscì a dissuadere la donna, che si scagliò verso di lei.
 
L'ho uccisa. Ho ucciso lei e poi...poi è toccato al bambino.
Miyuki si coprì gli occhi con le mani fredde a quel ricordo.
Era stata una pazza. Una pazza assassina.
E poi...
Un altro flash.
 
Riusciva a vedere il soffitto bianco su di lei.
Provò ad alzare le braccia come per toccarlo, ma il dolore allo stomaco glielo impedì.
Si portò le mani tremanti e insanguinate sul ventre piatto.
La lama del coltello le aveva lacerato la carne.
Si fece scappare un flebile mugolio e poi li vide.
Due occhi ghiaccio la stavano fissando.
La morte in persona era venuta a prenderla. Qualcuno era li per lei.
"Che scena pietosa...una delle peggiori degli ultimi tempi!" 
La morte si chinò vicino a lei.
"Hai fatto un bel macello. Ho sentito i tuoi urli fino a sotto terra lo sai?"
La mano gelida e scarna le lasciò una carezza sulla fronte bagnata.
"Mi...mi porterai con te?" Domandò tremante.
"Ma certo piccola sciocca!"
Quel sorriso che le doveva apparire inquietante la scaldò. La rassicurò.
"Ti dirò di più..." Aggiunse l'uomo guardandosi intorno.
"Ti sono venuto a prendere io perchè mi annoiavo e...ti legherò a me. Potrebbe essere interessante!"
 
"BASTARDO!" La voce le uscì di getto echeggiando nell'ufficio dell'oltretomba.
I pugni erano stretti sulla scrivania e le unghie conficcate nella sua stessa pelle.
Da quel giorno abbiamo condiviso tutto.
 
 
Note dell'autrice:
 
Se siete arrivati fino a qui posso solo ringraziarvi e dedurre che avete stomaco.
Spero di non aver turbato nessuno, se secondo voi dovrei alzare il rating o far qualcosa di preciso comunicatemelo mi raccomando!
Che sono sadica si sapeva, macabra ci potevate arrivare. Non so cosa avevate pensato voi per Miyuki, la prima volta l'avevo immaginata come una semplice assassina ma poi nella mia testa me la sono vista in una pozza di sangue all'arrivo della morte, dopo di chè mi è partita l'idea della psicosi post partum. Terribile secondo me. Non sapevo nemmeno come descrivere tutta la cosa, non è stato semplice, spero sia leggibile...
[E' vero che sono fissata con i demoni (Gelosia, Vendetta...Demone gatto della nuova ff...) Ma in questo caso è realmente così. Spesso le donne colpite da questa psicosi pensano al proprio figlio come ad un demone.]
Di certo ora avete capito cosa intendeva in uno dei capitoli la morte quando diceva di averla legata a sé e probabilmente avete avuto la risposata alla scena di All we are, in cui lei aveva una ferita dopo che la morte fu trafitta da Saturn.
Sono collegati.
Se alla morte viene fatto qualcosa ne paga anche lei le conseguenze. La morte come sappiamo è stramba quindi per noia quando se l'è andata a prendere ecco che ha deciso di fare questo legamento.
Aspetto di sapere la vostra, mi scuso ancora una volta se ho disturbato qualcuno!
 
Un grazie speciale anche a chi ha letto e commentato il prologo della mia originale che aggiornerò presto!
Un bacio.
Kat
   
 
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