Anime & Manga > Soul Eater
Segui la storia  |       
Autore: yuki013    06/05/2011    4 recensioni
In fondo nella mia vita non avevo provato altro che una dolorosa solitudine. Sin da quando ero nata non avevo avuto uno scopo diverso da quello di essere la cavia per gli esperimenti di una strega.[...]
Ma ciò che avvenne dopo non lo immaginava nessuno, io per prima. Io, e il freddo imperturbabile.
La rosa nera del deserto.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Crona, Death the Kid
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Unsymmetrical Perfection'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Buonsalve a tutti!! Ebbene sì, ci siamo.
Mi ero ripromessa di non piangere, ma mentre scrivevo la parola “fine” mi sono commossa un pò, nonostante scriva di questi due da pochissimo tempo.Sarà una cosa stupida, ma scrivere per me è come avere una casa sull’albero in un posto segreto, dove solo io posso andare. Occielo che dico O///O !!!!
Ma basta con tutte queste chiacchiere, vorrete sicuramente passare al capitolo. Spero non lo troverete troppo frivolo, né noioso. Ho dovuto scriverlo in questo modo, per far capire meglio ciò che accade dopo, o meglio ciò che “si prova” dopo: magari leggendo vi sentirete come me.Altre due piccole cose e vi lascio alla lettura:
1 . per scrivere ho riletto la parte centrale di "New Moon", di Stephenie Meyer. Se qualcuno conosce quella parte di storia, sappiate che mi ha aiutata molto nel pezzo finale;
2 . se vi va, se vi piace il genere, ascoltate questa canzone in sottofondo del pezzo finale in corsivo, e nel video troverete la traduzione. Senza questo brano l’intero capitolo sarebbe stato un fiasco, statene certi.
Cari e care, vi adoro tutti dal primo all’ultimo: leggete anche alla fine che ho una sorpresina per voi, ma non sbirciate ora!!
Desidero che vi emozioni, lo spero davvero tanto. Buona lettura a tutti
-Yuki




Krona

La sveglia del cellulare mi destò dal sonno profondo: allungando il braccio alla mia sinistra, trovai il letto vuoto. «Kid?».
Sul comodino vidi un biglietto ripiegato, scritto in bella grafia.


Buongiorno amore mio. Mi dispiace lasciarti così dopo aver trascorso una splendida notte insieme, ma mio padre aveva bisogno di me e sono uscito per sbrigare un paio di commissioni. Ti prego di non saltare la scuola, dato che Patty e Liz torneranno in mattinata e sono sicuro che apprezzerebbero la tua presenza lì.
Ti lascio con un semplice biglietto, ma vorrei dirti talmente tante cose che non so da dove iniziare. Posso solo esserti grato dell’amore che provi per me, non potrei ricevere onore più grande. Nell’attesa del nostro prossimo incontro, ti auguro una buona giornata. Tuo,
Kid

P.S. : Ti amo, davvero.

Sentii un calore familiare invadermi il petto: niente a che vedere con le sensazioni provate a letto – oddio, ero davvero una maniaca perversa e ninfomane – né con quelle della battaglia, ma un semplice tepore che mi rendeva viva. Kid.
Con calma mi alzai e andai a fare la doccia, mi vestii come sempre, afferrai un cornetto al cioccolato dalla credenza e percorsi la solita strada che portava alla Shibusen, godendomi i raggi del sole che annunciavano il tanto atteso arrivo delle vacanze estive.
Notai molte cose che solitamente, occupata a parlare con Kid, non avrei guardato neanche di striscio: Death City era come animata da uno spirito vacanziero, e pian piano si stava svuotando. Immaginai che fosse perché in piena estate quel luogo diventava una fornace, circondato com’era dal deserto e dalla roccia.
Forse potremmo andare in Giappone, come mi aveva promesso.
Rincuorata all’idea di una vacanza all’estero, percorsi in fretta la scalinata fino all’ingresso, davanti al quale come ogni mattina stazionavano i miei amici, e rimasi ad osservarli.
Maka era davvero carina, con la sua gonna scozzese. Sembrava felice mentre tirava Soul per un braccio, e anche lui mentre faceva una delle sue battute sul fisico piatto della partner e si beccava un Maka – chop bello forte in testa. Questo non è per niente cool, Soul.
Black Star si stava esibendo in “tutta la sua magnificenza e divinità” osannando a sé stesso con nomignoli come oresama, affiancato dall’accondiscendente Tsubaki. Spesso mi domandavo come quella ragazza, che era una specie di santa oltre che un’arma formidabile, riuscisse a stargli accanto passando sempre in secondo piano. Poco più distante c’era il resto della Crescent Moon: Thunder e Fire avevano trascinato Kim e Jackie in un girotondo, mentre Ox e Kilik rivaleggiavano su chissà cosa sotto lo sguardo atterrito di Harvar e Hiro. A dirla tutta il biondino mi faceva ancora un po’ paura, ma in classe aveva dimostrato di essersi pentito del suo gesto, e io passai sopra l’accaduto.
Ho la sensazione che ogni cosa sia esattamente come dovrebbe essere.
Raggiunsi il gruppo, salutando tutti cordialmente. Prima di arrivare in classe, Maka mi prese da parte, spingendomi nei bagni. «Tutto bene?», le domandai. Lei prese fiato.
«…».
«Magari se parlassi un po’ più forte potrei sentirti».
«Ci siamo baciati», disse in un sussurro. Risposi con un “oh”.
«Tu e Soul», constatai. Ovviamente, avrei dovuto immaginare la sua reazione.
«Si! Stanotte io non riuscivo a dormire, e allora lui è venuto sul divano, e parlavamo di te e Kid e di quanto state bene insieme, e alla fine abbiamo dormito lì, cioè, abbracciati! Insieme! E stamattina era nel mio letto! Non ci ho fatto nulla ovviamente, ma era lì! E quando mi sono seduta per alzarmi lui mi ha abbracciata e mi ha dato un bacio, sulle labbra! E io… io…». Era molto più esaltata del solito.
«Adesso tu ti calmi e mi ripeti tutto, senza correre, okay?». Impiegò un quarto d’ora buono per spiegarmi la situazione e gli avvenimenti della sera prima, e di quella mattina.
«Te l’ha detto chiaro che gli piaci?».
«Beh, dopo il b- ba… vabbè quello! Mi ha detto: “Questa è la cosa meno cool che abbia fatto in vita mia, dovrai accontentarti”. Secondo te è una dichiarazione?».
Decisamente. «In base a come ragiona Soul, credo di sì».
Mi gettò le braccia al collo, spingendomi contro i lavandini. «Krona, sono felice! Credevo che non l’avrebbe capito mai, e invece gli piaccio. Sembra tutto impossibile… oh, scusami. Mi sto comportando come una fangirl».
Ricambiai sincera l’abbraccio. «Ti capisco, sai. Non sembri affatto stupida, anzi… forse solo un po’. Sei rossa e ti tremano le mani», dissi ridendo. Lei si specchiò immediatamente constatando che le mie parole non erano uno scherzo.
«Non posso uscire con questa faccia», sospirò demoralizzata. Continuando a ridere la spinsi in corridoio, verso l’aula.
«Tranquilla, se è sincero ti troverà adorabile».
«E se non lo fosse?».
«E se lo fosse?». Le mie parole la convinsero abbastanza da farle affrontare la lezione.
Che giornata perfetta.



Puntualmente la campanella annunciò la pausa pranzo. Soul stava impalato all’ingresso aspettando che Maka prendesse il portafogli. «Di questo passo non troverò più i miei adorati onigiri», le disse sconsolato.
Lei fece in fretta, prendendolo per mano. «Oggi te ne cucinerò fino a farti scoppiare!».
Dietro di loro io, Tsubaki e Black Star osservavamo la scena divertiti.
«Ehi Krona – chan, non sembrano due sposini?», mi sussurrò Tsubaki.
«Stavo pensando la stessa cosa».
Quando Maka aveva tentato di lasciare la mano del suo pseudo – fidanzato, Soul l’aveva stretta più forte lasciando la mia amica a boccheggiare per la vergogna. E quell’idiota di Black Star aveva deciso di metterci la sua.
«Ooooh, cosa vede oresama? Una dolce mielosa coppietta che gira per la Shibusen mano nella manoooo!! Ooooh!! Kawaiiiiiiii! Kawaiiiiii!!», e continuò a ridere, urlare e prenderli in giro. Senza accorgersi di Soul che si trasformava in falce per colpirlo dritto tra i capelli.
«Bastardo, mi fai male!», si lamentò cercando di frenare il sangue che usciva dalla testa. «Se fai di nuovo tutto quel casino, quando la dovrò baciare ti regalerò un bel Majogari, contento?». Soul era quello cool, quello sempre un passo davanti agli altri.
Anche quando ci lasciò di fronte alla mensa portandosi Maka chissà dove.
All’interno trovammo una piacevole sorpresa: le Thompson erano tornate. Patty corse da me strozzandomi quasi, Liz salutò tutti con un abbraccio. In un certo senso, avrei potuto definirle come delle sorelle, per me. Ci raccontarono della missione – Liz era stata attaccata da un uovo di Kishin con le sembianze di uno zombie ed era scappata via urlando – e dello shopping che avevano fatto la sera prima a Copenaghen. Io parlai loro della mia trasformazione in falce, lasciandole stupite.
«Allora se ti va qualche volta potremmo provare una Risonanza in team, noi con Kid e te, intendo. Chissà che non funzioni». L’idea di Liz mi piaceva.
Chiacchierando passammo quella mezz’ora, immaginando dove fossero finiti “i piccioncini”, i quali come richiamati dai nostri discorsi fecero la loro apparizione in mensa visibilmente imbarazzati.
Almeno stavolta quello lì ebbe l’ottima idea di tenere la bocca chiusa.
Il rientro in classe fu traumatico, con Sid – sensei che voleva interrogare: una strage indiscriminata, con gente che si nascondeva a destra e a manca, qualcuno che tentava la fuga, altri che si ricoprivano le braccia di appunti. Tutto inutilmente, era chiaro.
Un’ora prima della fine delle lezioni tutto il mio gruppo fu convocato da Shinigami – sama, probabilmente per una qualche missione particolare alla quale io non potevo partecipare, non avendo una Weapon. O un Meister, dato che per quanto ne sapevo, avrei potuto essere benissimo sia l’una che l’altra.
La campana dell’ultima ora suonò, finalmente, ascoltando per una volta le preghiere della popolazione dell’accademia. Aspettai gli altri al bar, dove eravamo soliti vederci prima di tornare ognuno a casa propria.
Ero impaziente di raccontare a Kid di Maka e Soul, sapevo che sarebbe stato felice sapendo che il suo migliore amico si era dato una mossa. Volevo sedermi a tavola con lui e le sorelle e scherzare, ridere e mangiare i manicaretti che lui stesso preparava – perché caspita, era bravo davvero a cucinare. Quella era la mia vita, ormai.
Immaginai in un attimo di passare il resto dei miei giorni in quella città, circondata dal calore dei miei amici, sostenuta dal ragazzo che amavo, e da grande poi, chi lo sa. Nella mia mente vidi un flash, di me e Kid. Madre e padre. Irreale, lontano dalla nostra età, eppure talmente vicino da poter essere afferrato in qualunque momento.
Presi le cuffie dalla tracolla e schiacciai il tasto play sulla canzone che lui mi aveva passato. La ascoltai, memorizzandone in silenzio le parole: la frase “yeah, you bleed just to know you’re alive” mi ricordava il periodo buio della mia esistenza, quando sanguinare forse era davvero l’unico modo per provare a me stessa che ero in vita. Ma la mia preferita era quella che mi aveva dedicato la mattina, dopo aver fatto l’amore: “And all I can taste is this moment, and all I can breathe is your life; ‘cause sooner or later it’s over, I just don't want to miss you tonight”. Lo adoravo, quel brano.
Lo ascoltai un paio di volte, finché dal corridoio principale non vidi arrivare l’allegra compagnia. Subito capii che di allegro non avevano proprio nulla, anzi sembravano pronti per una veglia funebre. «Ragazzi, tutto bene?». Mancavano Liz e Patty.
Maka alzò lo sguardo incrociando il mio. «Krona, ho una lettera per te».
La fissai incuriosita. «Che strano, non ne ho mai ricevuta una. Chi la manda?».
Lei tirò fuori una busta bianca dalla tasca del cappotto. «Kid».
Il cuore aumentò i suoi battiti. Prima un biglietto, poi una lettera: adoravo quel ragazzo. Maka me la passò con lo sguardo basso. «Ma che vi è successo? Avete delle facce…».
Soul mi guardò dispiaciuto, poi sfiorò la spalla della partner. «Andiamo a casa, dai». Silenziosamente uscimmo dalla scuola, disperdendoci. La mia amica prima di allontanarsi mi disse: «Se hai bisogno, io ci sono». Non capii a cosa si riferisse, ma la ringraziai dal profondo del cuore per il suo affetto.
Attraversai Death city di corsa fino alla villa. «Kid!», urlai quando fui dentro. Lo cercai in tutte le stanze, ma di lui non c’era traccia. Sarà ancora in giro.
Non avendo nulla da fare, decisi di leggere la fantomatica lettera. Spalancai la finestra della mia stanza sedendomi sul bordo, e aprii la busta tirandone fuori due fogli color sabbia tinti di inchiostro nero. La scrittura di Kid era perfetta.
E iniziai a leggere.

E rilessi una seconda volta. No.

E una terza, una quarta e una quinta.

No. No. No. Ti prego, no.
La sesta volta fu sufficiente.
Cadde. Cadde tutto. La speranza, le promesse, le parole, gli sguardi, le carezze, i dettagli, i respiri, le emozioni, i legami, i ricordi. Caddero giù.
E toccai il fondo.

Correndo uscii di casa. No, è sbagliato. Non ci credo. Non posso, non devo.
Non voglio crederci.
Devi.
Fine. Punto.



Lei è là, che corre. Sa già dove sta andando, anche se non vuole pensarci. Sa che sta salendo verso il cielo, dall’alto del mondo vedrà tutto e lo ritroverà.
Corre più forte che può, a malapena evita la gente per strada, gente che non sa nulla di cosa sia la tristezza, la paura, il dolore; quella gente che ha giudicato senza sapere. Anche la scalinata la sale di corsa, inciampa più volte e non le importa, lei deve arrivare, deve trovare lui. E sul grande terrazzo osserva il paesaggio, spera, desidera che non sia vero.
È là, che cerca, che tenta di sentire la sua anima. Ci prova con tutte le sue forze, ma sa che non potrà, che è arrivata tardi. E lui se n’è già andato, e il pianto e le preghiere e le parole non basteranno a riportarlo indietro. Si sente soffocare lei, come quando stava morendo, ma fa male dentro, vorrebbe essere un cadavere. E sa che la follia la salverà dalla tristezza ma non da quel dolore, questo l’ha già capito da un pezzo.
Si sente un contenitore vuoto, un ammasso di carne senza scopo. Semplicemente sta lì e attende, che cosa non lo sa. Forse che lui compaia all’orizzonte rassicurandola, in fondo ci spera ancora. Tutto però precipita, tutto ciò che avrebbe potuto essere suo, ma che non lo sarebbe mai stato, che non avrebbe potuto mai essere suo, perché niente le appartiene. Quel futuro tanto lontano e tanto bello da immaginare si sgretola secondo dopo secondo, lo sa bene cosa sta succedendo. Lei gli ha dato tutto di sé, e lui si è preso tutto lasciandole solo un ricordo di come ci si senta ad essere pieni di qualcosa. Lei sa la verità adesso, e per una frazione di secondo vuole sperare, lei deve sperare che non sia vero. La sente, quella lunghezza d’onda familiare: è lontana, distorta ma c’è. Ma neanche il tempo di afferrarla, di chiamarla, di supplicarla di restare ed ecco che essa svanisce, oltre le dune dell’infuocato Nevada, oltre le montagne rocciose, oltre il suo cuore, lasciando dietro sé solo terra bruciata.
E brucia, brucia lei mentre non lo sente più, mentre non sente più nulla, nemmeno sé stessa, e capisce che non era vero niente. E finalmente smette di sentire, di provare di reagire. È finita.
Stringe tra le esili dita e nella sua testa un ultimo pensiero, l’ultimo sentimento.
Un foglio di carta stracciato correndo.

“Per questo ti prego di dimenticarmi: fa come se non fossi mai entrato nella tua vita”.

Lei è resti di un fiore proibito, una rosa appassita della quale non rimangono che le spine, e frammenti di petali tagliati dal vento.
Questo è ciò che mi resta, pensa lei. È il suo ultimo pezzo.

Incantevoli spine, e resti di noi.



"

A nche se grido mentre verso lacrime nere
Il domani arriverà, col suo volto sconosciuto
Dovrò affrontare gli stessi dolori
Se è questo che mi aspetta
Voglio sparire lontano
Anche se è da egoista…"



Fine.


E io mi sciolgo ç___ç
Adesso so che mi odiate al 100%. Perché non sia mai che una mia storia finisca con “per sempre felici e contenti”. Noooo, preferisco incasinarmi la vita facendomi lanciare maledizioni e bestemmie. Insomma vi è piaciuto? A me si ù-ù
Non so perché i finali tristi mi mettono di buonumore, BUAHAHAH!!
Però avevo promesso di farvi una sorpresa, che altro non è che lo spoilerone che mi tengo sulla punta della lingua dall’inizio. Ma non ve lo posso dire…
*arriva sulla spalla destra il Kid tentatore*: “Dovresti…”
Me: “Ma…”
*arriva sulla spalla sinistra il Kid salvatore*: “Nooo, mantieni il segreto!”
Kid Demonietto: “Tu smamma, usuratonkachi!”
Kid buono: “Non ascoltarlo, non puoi rivelare quella cosa…”
Me: “Aspetta… perché ti chiama usuratonkachi?”
Kid maligno: “DEATH CANNON!” SBATUMPF!! --- *esplosione con tanto di fumo a forma di Shinigami* “La questione è risolta” *scompare*.

Yaoi fra i due Kid. WTF?!!?! O///O

Flash mentali a parte XD ecco a voi la notizia… non ce la faccio a dirla!!! Però posso farvi vedere questa… http://i55.tinypic.com/r6y994.jpg


Ebbene sì, ecco svelato il mistero! (Se non hai aperto quel link non saprai mai di cosa sto parlando MUAHAHAH +‿+)
Capitemi, non potevo lasciare le cose com’erano. Inoltre per festeggiare le – quasi – 300 visualizzazioni del primo capitolo vedrò entro Maggio di postare un piccolo extra, scuola permettendo. E dite che un mi odiate un po’ meno *w*

Sono tanto buona che vi lascio con un enorme spoilerone direttamente dalla mia testa. Ma prima devo fare i ringraziamenti come si deve: grazie a Juliet__Albarn per aver messo la storia fra le ricordate; grazie a _Kya_ per averla messa fra le preferite, che onore **; grazie a diokoxkristof, nana21guns e shanitsu che l’hanno messa tra le seguite. Grazie anche a chi non ha lasciato traccia del proprio passaggio, ma ha speso un pò del suo tempo per questa storia.

Ma soprattutto, un enorme immenso grazie va a loro due, Jucchan e Sara (rispettivamente xXx_Jujuchan_xXx e sarainsb, passate da loro perché sono bravissime, e perché ve lo dico io che ho ben due chibi Kid che litigano per me ù-ù). Mi avete seguita dall’inizio, e spesso le vostre recensioni mi hanno dato spunto per storie nuove. Non me ne voglia male Sara, leggendo Chronichles ho scoperto che abbiamo avuto la stessa idea anche se su un personaggio diverso ç__ç se vi va care seguite l’altra mia fic su Soul Eater, che una CroKid ci starà eccome *ç* Ancora grazie, grazie, GRAZIE di tutto.
Ohibò, che dirvi? Ho già parlato più del dovuto. Vi lascio con l’anticipazione, eh. e lo volete sapere come si chiama?
*caccia via Kiddino con un Maka – chop*

Ok, ve lo dirò. Statemi bene, divertitevi e fate ciò che amate fare.
Ah, e drogatevi di yaoi *ç* Adieu, baka ♥
Eccolo tutto per voi:

Fragili rose e notti d’inverno.

Tutto taceva, anche troppo. Misi una ciocca di capelli dietro l’orecchio, ripetendomi il solito mantra. […]
Era troppo tardi per sperare, troppo presto per dimenticare. Avevo chiuso qualunque porta per non perdere quel barlume di coscienza che mi era rimasto, sopraffatta dal senso di impotenza mentre guardavo quelle cose che avevo ritenuto essenziali scivolarmi tra le dita.
«Non è detto che sia finita». Maka forse ci credeva ancora. Io avevo smesso.
«La verità è che non è mai iniziata».

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Soul Eater / Vai alla pagina dell'autore: yuki013