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Autore: C a l l i o pe    07/05/2011    1 recensioni
“Vorrei dirti che non ti riguarda... ma, in realtà ti riguarda” annuì con forza “Sì, ti riguarda. A tredici anni Dio mi parlò la prima volta. Diceva cose strane per una ragazzina sai?” Jeanne si girò verso Francis “Parlava di un ragazzo biondo che doveva essere salvato. Un ragazzo biondo con gli occhi blu.Quando siamo stati costretti ad andarcene dalla mia casa a causa della guerra, ho saputo che la Francia era in guerra e mi sono ricordata che tu sei la Francia. Quindi eri in pericolo, quindi eri tu il ragazzo da salvare.Tu,nessun altro
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Così il vento cambiò

 

Il giorno dopo il tempo cambiò, portando con sé la nave dove si nascondevano molti soldati, portando con sé l'aspro odore di una battaglia.

Jeanne guardava sbarcare gli uomini uno dopo l'altro.

In realtà si sentiva un po' in colpa.

Giusto un po'.

E tutto era colpa di un idiota che non si era nemmeno degnato di presentarsi davanti ai suoi uomini quella mattina.

'Ad essere sincero sono un po' stanco, farti da maestro è stata una delle cose più faticose che io abbia mai fatto' si era giustificato quella mattina.

Oh, certo. Lui era stanco.

Lo doveva raccontare a Jeanne.

Lei non aveva chiuso occhio per tutta la notte perché tutte le volte che si addormentava vedeva solo …

Jeanne scosse la testa.

Concentrata. Concentrata. Doveva essere concentrata.

Stupido Francis.

Allora ieri come sei stata?”

Jeanne trasalì e si allontanò di scatto da d'Aulon che la guardò stranito.

Sei tu” disse un po' delusa Jeanne

Chi altri dovrei essere?”

Jeanne scrollò le spalle e continuò a guardare gli uomini che scendevano dall'enorme barca. Sembravano non voler finire mai.

Ti senti bene?” chiese d'Aulon.

Jeanne annuì “Benissimo”

Sicura?”

Perché? Sembro strana?” disse lei indicandosi il viso.

Certo che sembrava strana.

Non stava gridando, né mandando i soldati a confessarsi, non stava fissando cartine che in realtà non capiva molto bene e non aveva mangiato quella mattina.

D'Aulon la guardò per bene.

Non so, non sembri concentrata come al solito”

Su Jeanne cadde la pesantezza della parola concentrata e disse “Ah! Davvero?” senza troppa euforia.

Sembri sulle nuvole, sarà successo qualcosa?”

Jeanne scosse la testa “No. Niente.”

Sicura?”

Oggi è piuttosto invadente signor d'Aulon”

Davvero?” d'Aulon si zittì per cinque secondi “Hai lo sguardo di qualcuno innamorato” disse con tono grave.

Jeanne non si girò a guardarlo per due ragioni. La prima era che era diventata tutta rossa. La seconda era che non avrebbe avuto il coraggio di dire una bugia, quindi rimase in silenzio.

Jeanne” la chiamò d'Aulon “E' normale, in fondo sei solo una ragazzina, prima o poi doveva succedere ma... hai fatto una scelta, capisci?Per adesso, almeno finché non è finita questa stupida guerra dovrai continuare ad essere la Pucelle, capisci? In questo preciso istante, non puoi.”

Jeanne deglutì.”Perché mi dici questo?”

“ … nonostante questo, sono contento per te sai? Aveva ragione Bastardo. Quando cambia il vento è il miglior momento per aprire le braccia ai cambiamenti. Tu aspetta il prossimo cambiamento, capito?”

Facile parlare, ma come voleva affrontare Jeanne quel Francis che sbadigliando si dirigeva verso di loro?

Ma non c'era tempo per pensare a queste cose “E' arrivato” disse Francis “ O almeno qualcuno lo ha visto saltellare sa queste parti”

Allora non c'è tempo da perdere” rispose d'Aulon.

In poco tempo, si trovavano già sul campo di battaglia.

 

**

Francis correva tra le spade e le frecce.

Sapeva come farla finita con certe battaglie.

La prima cosa da fare era trovare Arthur, che probabilmente si trovava lì, o chiunque fosse a capo di quei soldati inglesi, e alla fine sconfiggerlo.

In quel modo avrebbe dato fine alla morte di tutti gli uomini che si trovavano in quel posto.

Il problema però era: dove si era cacciato Arthur?

Aveva cercato dappertutto ma, di Arthur nemmeno l'ombra. Aveva pensato che quindi il gruppo di uomini fosse capitanato da qualcun altro ma, tutti sembravano muoversi come volevano senza che nessuno desse ordini agli altri.

Esattamente come se fossero capitanati da un bambino,

In fondo, Arthur era una mezza specie di bambino quindi, doveva trovarsi lì intorno.

Francis si guardò di nuovo intorno.

Sei venuto a giocare?”

Arthur” s'irritò Francis.

Arthur si avvicinò a Francis sorridendo “Sei venuto a giocare?”

Non sono venuto a giocare. Sono venuto a dirti di andartene”

Quindi mi seguirai”

No”

Allora perché mi chiedi di andarmene? Dovresti sapere benissimo perché siamo qui”

Vattene ragazzino e porta via tutta questa gente, mi danno fastidio”

Io me ne andrò quando anche tu verrai con me.”

Quante volte te lo devo dire? Non … “

Ancora non capisci? Siamo venuti qui per recuperarti.” Arthur sorrise. Sembrava essere arrossito, ma Francis non fece caso a questi dettagli.”Vieni con noi e lascia perdere. Non capisco perché ti ostini a rimanere qui”

Quante volte dovrò dirti che io non so di cosa tu stia parlando? Questa è casa mia!”

Arthur continuò a sorridere.

Quel ragazzo era piuttosto ambiguo. Quando si era presentato alla corte francese, sembrava essere deciso e con le idee chiare ma, quando aveva parlato direttamente con Francis sembrava confuso se non un pochino patetico. Farfugliava e diceva cose senza senso.

Poi il re Edoardo III dichiarò guerra e Arthur chiese pubblicamente che Francis venisse a vivere in Inghilterra, quando Francis le chiese perché rispose parole senza senso come ' Siamo in famiglia, certe cose non dovrebbero succedere, ma sappi che se tu rifiutassi, verrà versato molto sangue francese finché tu non sopporterai più la vista del rosso e non ci pregherai in ginocchio di venire con noi inglesi'

Effettivamente, la situazione della Francia non era delle migliori e la speranza di una vittoria era arrivata solo con Jeanne.

Quando Francis incontrava Arthur in battaglia, l'inglese aveva sempre un sorriso tra il sadico e il malizioso che proprio in quel momento nacque dalle labbra di Arthur.

Francis indietreggiò, inquietato.

Va bene. Se non vuoi capire, va bene lo stesso.” disse Arthur impugnando la spada.

Francis di scatto si preparò per la battaglia e Arthur veloce attaccò in un punto molto vicino a lui. Poi si scansò, ammirando la sua opera.

Francis paralizzato da chissà quale forza non aveva il coraggio di muoversi.

Chiuse gli occhi, pregando.

Pregando perché i suoi peccati non fossero espiati da altri in quel momento.

Pregando perché doveva trovare la forza di proteggere i francesi dall'invasione.

Pregava perché chiunque fosse stato colpito dietro di lui, non fosse Jeanne.

Ti prego Dio, non punirci.

Stupido Francis, chi ti credi di essere?

Dio non punisce, dovresti saperlo bene ormai.

Dio fa solo quello che gli va. Non sei così importante da cambiare i suoi piani.

Francis!” questa era Jeanne, ne era sicuro.

Francis si girò di scatto guardando la scena.

Giovanni, il fratello di Jeanne era a terra, ferito probabilmente a morte mentre da lontano Jeanne correva per raggiungerli.

Con un gesto Francis fece capire che non si doveva avvicinare ma Jeanne non l'avrebbe mai ascoltato.

Avevano ragione Giovanni e Pietro.

Jeanne non doveva trovarsi lì.

Forse ne era consapevole lui stesso ma per cecità aveva lasciato che la ragazza lo seguisse.

Jeanne era ferita. Le si vedeva chiaramente una macchia di sangue sulla sua spalla destra.

Francis sentì il suo odio gravare sul petto.

Una donna in guerra” rise Arthur non appena Jeanne raggiunse il fratello.

Jeanne sembrò non sentire. Si era inginocchiata vicino al fratello cercando di fermare tutto quel sangue che usciva.

Arthur si avvicinò a Francis e chiese “Possibile sia colpa sua se tu non vuoi unirti a noi?”

Arthur si avvicinò a Jeanne e le sussurrò qualcosa, allora lei scattò in piedi con la rabbia dipinta in volto.

Poi un'espressione nuova. Possibile che quello fosse odio?

Jeanne poteva provare odio?

Francis strinse la spada e la puntò contro Arthur”Uh! Che paura!” rise Arthur “Tanto tra poco verrai con noi. E se non o farai ...” Arthur si girò sorridendo, guardò Jeanne ricambiava lo sguardo.

Chissà cosa le aveva detto. “...Sono sicuro che verrai. Ci vediamo la prossima volta per giocare”

Così Arthur scomparì seguendo il vento.

 

**

Arthur se n'era andato, avevano vinto la prima battaglia per poter liberare la città.

Francis non se l'aspettava così la sua prima vittoria.

Non se l'aspettava così neanche Jeanne.

Jeanne … “

Pietro mi ha detto che gli hai ordinato di tornare a casa”

Sì, è vero. Sono venuto a dirti che … “

... che devo andarmene con lui vero?”

Jeanne guardò offesa Francis

Francis non trovava le parole. Possibile fosse così difficile parlare con quella ragazza?

Ascolta Jeanne … “

Fin da quando ero piccola non potevo uscire molto,Giovanni è stata la prima persona a farmi vedere il mondo esterno. Ricordo che mi portava nei paesini vicini al nostro e poi iniziava a giocare con me a nascondino o ad acchiapparella. Una volta mi sono persa e l'ho ritrovato esattamente davanti alla chiesa, allora gli avevo domandato se mi avesse dimenticata e lui mi aveva risposto di no e che non mi avrebbe mai lasciata. E' stato sempre un buon fratello maggiore, migliore di quello che io avessi mai potuto sperare. E adesso se n'è andato...”

Jeanne non piangeva.

Stava lì, semplicemente guardando Francis che cercava delle parole abbastanza delicate per poter parlare con lei.

Jeanne … “

Jeanne sorrise, come se non fosse successo niente come se tutto andasse bene.

Però lui se n'è dovuto andare, capisci? Sai cosa mi da fastidio adesso? Ma non un fastidio normale, con cui posso sopravvivere, un fastidio tremendo che mi farebbe venir voglia di gridare e prendere a calci la causa? Tu e la tua stupida idea di mandarmi via. Perché tu mi vuoi mandare via. “

Non hai paura che ti possano fare del male, Jeanne? L'unica maniera per tenere salva te e la speranza è tenerti lontano dalla lotta”

Che razza di speranza sarei allora? Non parlarmi come se fossi una bambina capricciosa da calmare perché non lo sono. La verità è che hai intenzione anche tu di andartene vero? Sì. T e ne vuoi andare anche tu, quindi io ti odio. Ti odio. Ti odio. Ti odio. Ti odio.” Jeanne scoppiò in una crisi di pianto e Francis si sedette accanto a lei, ascoltando tutti i suoi deliri, che molto spesso erano semplicemente degli insulti verso di lui. Quando si fu calmata e quando le lacrime finirono di cadere sussurrò “Almeno tu non mi lasciare” poi in modo più chiaro “Sono lunatica, scusami”

Bene …” mormorò Francis che si alzò e stava per andarsene.

Tanto è inutile. Dovunque tu vada io verrò con te.” gridò Jeanne seguendolo.

Peggio che una sanguisuga”

Sì, sono il tuo incubo” disse lei seria. “Tanto non me ne vado. E non ti lascerò in mano di quell'inglese maniaco”

Eh?”

Non sono affari tuoi, sono cose tra me e quel Arthur”

 

 

 

Mi chiedo cosa abbia detto Arthur a Jeanne …

Poi Arthur mezzo maniaco mi piace così tanto …. devo essere un tipo veramente strano.

Un gatto passa per la strada e guarda male il mio cane che però poi si stanca di abbaiare e se torna a dormire, mi chiedo se il gatto non stesse veramente facendo niente ….

Chissà chi è questo stupido cane...

  
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