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Autore: lulumoon5    07/05/2011    4 recensioni
Sono passati dodici anni e a Camelot sembra non esser cambiato nulla. In realtà tutto è cambiato.
Merlin e Arthur hanno vissuto vite diverse, percorrendo strade opposte. E il corso del loro destino può portare ad un'unico risultato.
"La libertà non esiste, Morgana, perché c’è sempre qualcuno che detiene il controllo sulla nostra vita che sia una singola persona o il destino stesso. Possiamo solo provare e riprovare a rompere le catene" ( Capitolo 5 ).
Ma si sà il destino è un circolo vizioso, difficile da interpretare. E niente è quello che sembra.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Merlino, Morgana, Principe Artù, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 5

 

La mattina dopo, Morgana, dopo non pochi sforzi, era riuscita a trascinarsi e sedersi su una delle radici contorte di un grosso albero dal tronco ricoperto di muschio e studiava i movimenti di Merlin mentre sellava il cavallo e lo caricava dello scarso bagaglio.

Raccoglieva ogni cosa con estrema delicatezza e lo sguardo concentrato, per nulla disturbato dal suo pubblico. Era curioso come il corvo seguisse i suoi spostamenti saltellando sull’erba, sembrava controllarlo incessantemente. Era come un devoto animale domestico. Non appena ebbe agganciato la coperta dietro la sella le si avvicinò con un sorriso.

< Siete pronta? >

< Non credo di riuscire ad alzarmi. > ammise, vergognandosene un po’.

Merlin scosse la testa e le tese la mano. Morgana esitò, nervosa per il contatto, le ricordava il primo sogno che aveva fatto. Avvicinò lentamente la mano alla sua ma, non appena ne sfiorò il palmo con la punta delle dita, Merlin gliela prese a tradimento stringendola .

Era esattamente come se l’era immaginata: calda ma asciutta, grande e avvolgente. La tirò su con decisione cingendole con l’altra mano la vita per sorreggere meglio il suo peso. Morgana arrossì e distolse lo sguardo sperando che non l’avesse vista. Si concentrò sui suoi passi per gravare il meno possibile sulla gamba, ma una parte di lei era rimasta stupita dall’altezza del suo compagno di viaggio, non l’aveva notata prima perché era rimasta sempre seduta. Si sentiva minuscola al confronto.

La condusse sino al cavallo e lei si aggrappò alla sella cercando di capire come fare a salire. Sembrava un’impresa impossibile.

Prima che potesse fermarlo, Merlin l’afferrò saldamente per i fianchi e Morgana si voltò sconvolta sentendo un brivido scorrerle lungo la schiena, colta di sorpresa.

< Scusate…> disse prima di sollevarla.

Ancora una volta Morgana dovette stupirsi per la sua forza e…per la sua totale mancanza di pudore. Nessuno aveva mai osato fare una cosa del genere, prima. E la cosa la scombussolava soprattutto se ripensava al brivido che aveva avvertito, non di disgusto. La sensazione che l’aveva attraversata era completamente diversa.

 Non appena si fu sistemata, Merlin saltò dietro di lei posizionando i piedi nelle staffe. Morgana si spostò più vicino all’arcione, per evitare un contatto troppo ravvicinato ma con le gambe libere, penzolanti nel vuoto, le risultava difficile. Quando il cavallo partì, infatti, Morgana rischiò di cadere e l’avrebbe fatto se Merlin non l’avesse stretta a sé facendole poggiare la schiena contro il suo petto, probabilmente già preparato a una simile eventualità.

< Non vi preoccupate, non mordo quasi mai! > commentò allegro.

< Vi stancherete! > disse Morgana cercando di combattere il crescente imbarazzo.

< Anche voi…Sono tutt’altro che comodo. >

Morgana non disse niente, invece provò di rilassarsi contro il suo petto, trovandolo al contrario molto confortevole, e appoggiò la testa vicino alla sua spalla, cercando di non pensare alla vicinanza dei loro volti... Non era mai stata a contatto così ravvicinato con nessuno. Era molto meglio di un abbraccio, le piaceva.

Si rilassò quasi subito, cullata dal trotto del cavallo e dalle calde braccia di Merlin.

Poi mentre lui guardava avanti distratto da chissà quale pensiero, voltò leggermente il viso verso il suo collo, curiosa, e inspirò profondamente. Si vergognò immediatamente del gesto e tornò a guardare dritto. Le sembrava di aver visto di sfuggita le sue labbra incurvarsi in un ghigno, ma cercò di non pensarci troppo, fingendosi indifferente.

Dopo quelle che sembrarono ore, si sentì in dovere di rompere il silenzio.

< C’è qualcosa che vi preoccupa? > chiese allontanando il viso per guardarlo meglio.

Merlin si prese qualche minuto per rispondere, concentrato sulla strada tortuosa che avevano intrapreso.

< È passato tanto tempo da quando sono stato a Camelot. Tutto qui. >

Accennò un sorriso che non raggiunse gli occhi, voltandosi finalmente a guardarla.

< Come và la gamba? >

Morgana la spostò con attenzione.

< Pizzica, ma non fa tanto male. >

< Sono i punti, ma vedrete che non lascerà cicatrice. Non è una ferita grave. >

Ancora una volta Morgana non poté che stupirsi. Le sembrava di sentir parlare il medico di corte. Sorrise imbarazzata dalla vicinanza del suo viso e ancor di più dai suoi occhi, azzurro brillante alla luce del sole.

< Non vi ringrazierò mai abbastanza. >

Questa volta ricevette un sorriso genuino.

< Cosa direbbe un cavaliere in questi casi? È stato un piacere, mylady…>

Morgana rise trovando difficile conciliare quell’immagine con la realtà.

< Ne dubito fortemente, conoscendoli. Tengono più alla loro spada che a se stessi. Non vedono nulla al di fuori di essa! >

< Terrificante…>

Dopo un paio d’ore Morgana si addormentò rassicurata dalla sua presenza, dimenticandosi persino di essere a cavallo.

 

******

 

Arthur si abbassò per studiare il terreno, facendo tintinnare la cotta di maglia. In quel punto le impronte del cavallo, ben visibili sul terriccio umido, s’interrompevano bruscamente. Ma più avanti, verso la foresta, c’erano evidenti segni di passaggio. Morgana doveva aver lasciato lì la cavalcatura per proseguire a piedi.

< Perché non ha seguito la strada? >

Arthur scosse la testa, frustrato. Non aveva alcun senso. D’un tratto, in una zona più morbida, notò un’impronta di stivale, troppo grande per essere di Morgana. Puntava verso la strada. Aggrottò le sopracciglia, cercando inutilmente di unire i pezzi. L’orma fresca faceva supporre che ci fosse qualcun altro con Morgana ma puntava nella direzione opposta. Non era detto che significasse necessariamente qualcosa.

< Sire! > la voce di sir Marimer giunse da dietro gli alberi < Ci sono segni di battaglia qui! >

Arthur balzò in piedi e corse in quella direzione, aspettandosi il peggio, con sir Leon al seguito. Quando arrivò nella radura non poté che spalancare gli occhi allo scempio. C’erano diversi cadaveri, sparsi scompostamente sul terreno.

< Sono cavalieri di Mercia. > disse Marimer, dopo aver rivoltato uno dei corpi.

Arthur a malapena lo sentì, troppo sollevato per dargli attenzione. Per un attimo aveva pensato che…Poi la rabbia sostituì quell’attimo di respiro. Che diavolo ci facevano dei cavalieri di Mercia nel loro territorio? La risposta venne da sé e Arthur strinse così forte il pugno che sentì tutto il braccio tremare.

< Credete sia stata un’imboscata per lei? >

< Ne sono certo. > riuscì a dire attraverso i denti serrati.

Leon sembrava ancora più confuso.

< Ma lady Morgana non può averli uccisi tutti da soli. >

Arthur non ci aveva pensato, accecato com’era dalla rabbia. Si avvicinò al corpo più vicino e ne osservò la postura e le ferite. Non era mai stato bravo in quel tipo di analisi, perché francamente lo disgustava, ma c’era qualcosa di strano nel modo in cui era caduto. Aveva le braccia spalancate e una sola profonda ferita all’addome, come se il colpo fosse stato così forte da coglierlo di sorpresa, come se non avesse avuto neanche il tempo di difendersi. Ma non era quella la cosa più strana. Tutti i corpi erano lontani l’uno dall’altro, troppo per essere opera di un unico uomo.

Tutto faceva pensare all’intervento di un altro gruppo di uomini piuttosto esperti, dato che c’erano state vittime da una sola parte. Ma non c’erano abbastanza impronte, dannazione!

Una leggera brezza gli soffiò in faccia, portandogli al naso il lezzo del cadavere e Arthur si ritrasse, coprendosi il naso. Fu come se qualcuno l’avesse riscosso. Era ridicolo. Stavano perdendo tempo inutilmente. Morgana non era lì; cosa che al momento gli dava solo sollievo.

< Non ha importanza. > disse Arthur rivolgendosi a Leon < Dobbiamo proseguire le ricerche. Avete trovato qualche altro segno di passaggio? > aggiunse verso gli altri compagni.

< No, sire. > disse uno < Solo impronte che si dirigono da questa parte. >

Dannazione!

Tornarono sulla strada e Arthur si abbassò nuovamente sull’impronta, dubbioso. Qualcuno aveva aiutato Morgana, questo era certo. Poteva solo sperare che avesse buone intenzioni, che avessero preso un’altra strada per evitare altri nemici. Ma, per qualche ragione, il pensiero che Morgana non fosse sola non lo rassicurava affatto.

Ripensò al corvo, a quel suo gracchiare infido. La preoccupazione tornò a tormentarlo, persino più pesante di prima.

< Non preoccupatevi, sono sicuro che sta bene. > disse sir Leon dandogli una pacca sulla spalla.

Lo spero, pensò Arthur. Poi, senza motivo, cancellò l’impronta con la punta dello stivale, macchiandolo tutto di fango.

 

******

 

Merlin strinse la figura addormentata della ragazza con un braccio, cercando di essere il più delicato possibile, per non disturbare il suo sonno. Lasciò momentaneamente le redini, grazie ad un piccolo incantesimo il cavallo conosceva già il percorso da seguire, e posò la mano sinistra sulla sua gamba, concentrandosi. Sarebbe guarita molto più in fretta in quel modo.

Provava uno strano senso di protezione per lei, perché oltre la superficie nascondeva un segreto di cui forse neanche lei era a conoscenza. Riusciva perfettamente a percepire o meglio a gustare la sua aurea magica in crescita. Probabilmente aveva già avuto manifestazioni magiche, ma era solo l’inizio. E dato che viveva a Camelot sotto lo sguardo costante di Uther avrebbe avuto non pochi problemi. Sperò solo che avrebbe saputo reggere il peso di tale segreto.

La coprì meglio col mantello e sorrise quando la vide muovere la testa per accucciarsi contro il suo collo.

Alzò il viso verso il cielo chiudendo gli occhi, anche a quella distanza riusciva a percepire il richiamo magico che pulsava nel cuore di Camelot, quello di Morgana era insignificante al confronto.

Non avrebbe dovuto di tornare così presto, non era pronto a farlo. Un pensiero costante lo tormentava: Arthur. Chissà com’era diventato…Cosa avrebbe provato nel vederlo comparire così all’improvviso? Rabbia, sicuramente. Probabilmente l’avrebbe aggredito, almeno per sfogarsi dopo tutti quegli anni o semplicemente per distruggerlo in tanti miseri pezzettini. Ma lui invece? Cosa avrebbe fatto? Non riusciva neanche a capire cosa provava.

Gli era mancato tanto, ma sentiva di non essere più in diritto di considerarlo amico.

Erano cresciuti in modi completamente diversi, avevano intrapreso strade opposte destinate a scontrarsi in un tragico conflitto. Lui la strada legata alla natura e ala magia, Arthur quella delle armi e del rifiuto verso di essa, verso tutto ciò che la rappresentava. Erano nemici ma Arthur non lo sapeva, non ancora almeno.

Sarebbe stato in grado di guardarlo negli occhi e intanto progettare la distruzione del suo regno? Non poteva, non voleva, ma doveva. Non c’era altro modo. Lo doveva a tutte le vite innocenti troncate, a tutti coloro che soffrivano a causa dell’odio irrazionale di Uther. Lo doveva a coloro che resistevano rintanati da qualche parte sotto i suoi occhi avidi di sangue.

Guardò in basso verso Morgana.

< Lo faccio anche per te. >

******

Eccomi di nuovo qui...finalmente. Lo so vi aspettavate l'incontro tra Arthur e Merlin...il prossimo capitolo (è sicuro). Per ora scusatemi se vado un pò lenta...ho stupidamente comprato una tastiera 'gommosa' e ci vuole un infinità di tempo per scrivere, UNA FATICA!!! Grazie a questa brutta esperienza....un consiglio: non comprate mai una cosa carina all'apparenza senza averla mai provata....L'APPARENZA INGANNA! 0.o. Comunque il capitolo è un pò transitorio...non sapevo se postarlo o no....ma cerco sempre di non tagliare niente, anche se la storia rischia di allungarsi all'infinito. Poi volevo dare un assaggio del POV di Merlin....Spero che la scena di Arthur non sia sembrata troppo stile CSI!!! 

A Stella_Oscura: Il capitolo dell'incontro...Lo so :-(. Lo posterò a breve....L'avrei postato oggi insieme a questo...ma ci sono ancora un pò di cose da sistemare!!! 

A elfin emrys : Ahah... anch'io non vedevo l'ora di scrivere il ritorno di Merlin. Una fanfiction senza di lui non avrebbe senso!!! Sono contentissima che ti sia piaciuto il capitolo precedente...

A Miki87: Mi dispiace per la lunga attesa...prometto che posterò presto il prossimo capitolo (con l'incontro tra i due). Sono davvero contenta che ti sia piaciuto lo scorso capitolo e soprattutto il comportamento di Morgana...uhmm riguardo alla futura relazione tra Merlin e Morgana..................le basi sicuramente ci sono.

A Weasleylion: Ooops questo è imbarzzante!!! Non credo che sia la prima volta che sbaglio a scrivere il nome...Preferisco Merlin a Merlino, ma è la forza dell'abitudine!!! 

A Chiby Rie_chan: 0///0. Ehm il tuo commento un pò mi ha spiazzato...Riguardo allo slash e alla rivalità tra Arthur e Morgana. Non di dico il perchè....Grazie tantissimo per i complimenti!!! Sono davvero felice che ti piaccia la storia e il mio modo di scrivere ( mi fai quasi arrossire! ). Spero davvero di non deluderti!!!

A alice cullen88: Sono contenta che la storia ti piaccia...Mi scuso per la lunga attesa. Posterò l'incontro tra i due molto presto, promesso!!!

Grazie a tutti coloro che seguono la storia e sprattutto a chi recensisce!!!Un bacio a tutti!

  
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