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Autore: Natalja_Aljona    07/05/2011    3 recensioni
Ettore Troiano, italo-greco di diciassette anni, con una devastante passione per la filosofia, inguaribile anticonformista, ritardatario patologico.
Caterina Asburgo, tredicenne fiorentina, è conosciuta a Messina come la nipote del Lupo, il più famoso brigante ed eroe della bella città siciliana.
Sogna di diventare una grecista, o, in alternativa, di spacciare mentine a Copenaghen. E, come dimenticare, ha un caimano immaginario.
E' capace di fare ottantadue frasi di analisi logica in spiaggia, al posto delle parole crociate, come lo è di offrire un gelato ad Ettore con i soldi che suo nonno, il Lupo, ha appena rubato al ragazzo.
Così comincia la nostra -loro?- storia, in bilico tra le bizzarrie di Ettore e Caterina e l'impietoso Mondo Materiale.
-Diomede Ettore Troiano. Ho diciassette anni, ma fai come se ne avessi sedici-
Siamo di fronte alla frase standard di Ettore Troiano. A lui non piaceva presentarsi come persona potenzialmente nella norma. Eh no, troppo banale [...]
Se mi conoscessi. Caterina non sapeva spiegarsi esattamente il perché, ma quel congiuntivo imperfetto le aveva fatto sentire come un pizzico all'altezza del cuore.
Improvvisamente provò il desiderio di conoscerlo, Diomede Ettore Troiano. Di conoscerlo davvero.
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Sei

Dove si dimostra che certi sorrisi che spezzano cuori dovrebbero essere vietati per legge


All'improvviso, mi hai chiesto: Lui chi è?
Lui chi è?
Un sorriso, e ho visto la mia fine sul tuo viso
Il nostro amor dissolversi nel vento
Ricordo, sono morto in un momento

(Mi ritorni in mente, Lucio Battisti)



-Ti andrebbe un altro gelato?-

Avendo da poco rifiutato l'invito di Zoe, tra l'altro identico a quello che aveva appena fatto a Caterina, il comportamento di Ettore avrebbe potuto sembrare sospetto.

La verità è che a lui andava eccome, un altro gelato, un altro gelato con lei.


Il gelataio sorrise nel preparare i loro coni.

-Neofidanzati?-

Chiese, con una malcelata punta di malizia.

-No, neosposi-

Il poveretto dietro al bancone sbarrò gli occhi.

-Sa, i nostri genitori ragionano ancora come nell'Ottocento. Ci siamo sposati l'altro ieri e stanotte partiremo per la nostra luna di miele a Reykjavik-

Caterina lasciò i soldi per i due gelati nella mano dell'uomo, dopodiché prese sottobraccio Ettore e si diresse verso una panchina, sorridente.


-Reykjavik? Cosa ci andiamo a fare a Reykjavik?-

-Andarci è sempre stato il mio sogno- ammise Caterina, arrossendo di colpo -Ma non necessariamente in luna di miele-

-Si capisce- sorrise Ettore, e in quel momento realizzò lucidamente di essere più che felice di averla incontrata.

-Come sono i tuoi amici?- le chiese a un certo punto, dando una bella leccata al suo gelato.

Caterina alzò gli occhi dal cono.

-Colti, parecchio. Simpatici, soprattutto. I miei migliori amici sono Ginevra, Fiamma ed Enea-

-Enea?- domandò Ettore, incuriosito.

D'altra parte, Enea era il cugino del suo omonimo più famoso.

-Il suo vero nome è Archimede, ma poiché tutti gli ripetono che è una vera e propria impresa eroica portare un nome del genere e -santo ragazzo- adora l'Eneide, lo chiamiamo così-

Sorrise compiaciuto.

-Ottima scelta-

-Uhm, e i tuoi?-

-I miei li conoscerai di persona, cara- Ettore sorrise -E' quasi ora di cena, ma devo necessariamente passare da Vincenzo a prendere Giuseppino, perché è lì che se l'è portato Eileen dopo il fatidico “ritorno di Criseide”-

-E io?-

-E tu vieni con me, no? Vuoi forse tornare da Zoe?-

Caterina scosse la testa.

-Affare fatto, allora?-

-Affare fatto-


Quando suonarono a Casa Caputo, il sole era già calato da un bel pezzo.

Quando suonarono a Casa Caputo, il sole era già calato da un bel pezzo e Vincenzo andò ad aprire alla porta.

Quando suonarono a Casa Caputo e la porta si aprì, il sole era già calato da un bel pezzo, ma Vincenzo, quel sole, ce l'aveva negli occhi.

Caterina lo guardò ed ebbe un attimo di esitazione.

Vincenzo Caputo era l'ultimo ragazzo che avrebbe voluto come amico, poco ma sicuro.

Vincenzo Caputo era l'ultimo ragazzo che avrebbe voluto come amico, aveva il sole negli occhi e quegli occhi erano dannatamente belli.

Due vivaci occhi di un bell'azzurro terso e folti capelli nerissimi e scompigliati.

Vincenzo Caputo, un'interessante combinazione tra Apollo e Poseidone.

Senza contare che sovrastava Ettore di una buona quindicina di centimetri -scarpe da ginnastica, un metro e sessantaquattro-, tanto che quest'ultimo, per la disperazione, camminava in punta di piedi da quando era entrato in casa.

-Ti senti bene?- domandò dolcemente Anita, affiancando l'amico che, decisamente allucinato, faceva oscillare lo sguardo tra Caterina e Vincenzo, pallido come uno spicchio d'aglio accanto a una fetta di pesce spada.

-Come Ringo Starr di fianco a Paul McCartney- bofonchiò Ettore, maledicendo per l'ennesima volta il metro e settantanove, il sorriso travolgente e le bellezza insolente del suo migliore amico.

-Ma, Ettorino, noi ti vorremmo bene anche se non raggiungessi la lavastoviglie-

-Grazie al cielo la supero di ben quarantasette centimetri. Ma i Caputo dovevano proprio comprarsi 'sto Colosso di Rodi, quando hanno riarredato la casa?-

Anita fece un bel respiro, dopodiché cominciò il discorso che si era appena preparata.

-Accidenti numero uno: la tua Caterina è rimasta senza fiato davanti ai begli occhi di Enzo, e questo non va per niente bene. Accidenti numero due: la tua amica arriva abbondantemente alle sue orecchie, mentre tu giusto un paio di centimetri al di sopra delle sue spalle. Qui l'autostima o si suicida o si licenzia. Non potevi scegliertene una più bassa? Senza contare che è pure di terza media. La lavastoviglie dei Caputo, poi, è sì alta un metro e diciassette centimetri, ma devi considerare che Enzo è, dopo sua sorella, il più basso della sua famiglia, e che suo padre passa a malapena dalla porta. Poi, suvvia, un po' di pietà per “Altacomete”. Ha avuto un grandissimo successo!-

Ettore alzò gli occhi al cielo. Si era quasi dimenticato che Aurora Garibaldi, la madre di Anita, era da quindici anni la responsabile di una ditta lavastovigli molto fantasiose e moderne.

Altacomete”, per l'appunto, la lavastoviglie dei Caputo, era stato il modello di maggior successo.

Non è ancora stato specificato, ma immagino che ormai sia sottinteso: Anita, tanto per rigirare il coltello nella piaga, superava Ettore di ben otto centimetri.

-Al diavolo tutto, io sono molto più bello di lui-

-Vero- commentò Anita, con un mezzo sorriso -Ma Enzo è Enzo e il suo fascino, come dire, è il suo fascino-

Ettore aggrottò le sopracciglia, non poco infastidito.

-Con questo vorresti dire?-

Anita arrossì.

-Che dipende dai punti di vista, tutto qua. Per me Enzo è il massimo e tu sei...Ringo Starr di fianco a Paul McCartney, ma io ho sempre adorato Ringo Starr-

-Andiamo bene-

-Ma Ettore, che ci posso fare se tu sei bello e impossibile -nel vero senso della parola, poichè io una ragazza che ami la filosofia, l'Iliade e la Grecia quanto te, esclusa Eileen, che comunque è tua zia, non l'ho mai incontrata- e Vincenzo è bello e normale, o possibile, quantomeno?-

Scuotendo la testa, Ettore finse di ignorare l'amica e si preparò ad assistere al triste spettacolo del suo altamente spaccone migliore amico che si presentava alla meravigliosa, incomprensibile nipote del Lupo.

-Caputo Vincenzo Maria, nato a Gioia Tauro nel lontano 28 Dicembre 1992. o positivo-

Caterina gli rivolse un sorriso radioso.

-Asburgo Briseide Caterina, nata a Firenze nel meno lontano 15 Marzo 1997. o negativo-

Gli occhi di Vincenzo scintillarono.

Quelli di Ettore parevano più simili a due braci consumate e corrose da un velenosissimo fiele.

Uno sguardo incomprensibile, all'apparenza. Una stilettata là dove gli faceva più male.

Il tallone.

-Guarda come la guarda- gli bisbigliò Anita -Scommetto le mie ultime quattordici brioches ceriali e miele che adesso prende il cellulare e lascia la tapina di turno-

Fu quando videro il telefonino di Eileen -apparentemente radiosa, con i capelli sciolti e il gomito destro appoggiato all' “Altacomete”- illuminarsi, però, che i due sperimentarono una rara forma di sincope di coppia.

-Ettore, tu per me sei come un fratello- sussurrò Anita, colta da un improvvisa emorragia alla sua ben nascosta vena sentimentale.

-E tu come una suocera, ma ti voglio bene lo stesso-

Anita gli tirò una gomitata.

-Porta fuori la tua amica, ti prego. Avere Eileen contro è come essere assediati da Gengis Khan-

-Credi che non lo sappia? Oggi le ho rubato Criseide per convincere Pinuccio a fare il bagno-

-E l'ha fatto, poi?-

Ettore allargò le braccia.

-No-

Anita sorrise. Lei era l'unica, fin dalla notte dei tempi, in grado di farsi rispettare da Giuseppino.

-Stasera passo da casa tua e te lo lustro come una monetina. Adoro quel picciriddo-

-Beata te-

-Che facciamo con Enzo?-

-Prima facciamo gli amiconi, poi allontaniamo Leen e Cate dalla stanza e infine gli diamo una botta in testa-

Anita arricciò il naso.

-Cate e Leen? Nella stessa stanza?-

Ettore lanciò uno sguardo a Vincenzo.

Vincenzo, che s'innamorava dell'aria.

Vincenzo, che cambiava idea ogni due per tre.

Vincenzo, il cui collo Ettore avrebbe tanto voluto avvitare da qualche parte, proprio come un cappone in rosticceria.

Fu sua sorella a salvare la situazione. Sua sorella e Giuseppe, che camminava fieramente al fianco di Colomba Caputo, suo primo e unico amore dal giorno del suo quinto compleanno.

Il fatto che lui avesse sette anni e lei quattordici, naturalmente, era relativo.

Ettore scoccò uno sguardo obliquo a Caterina, dopodiché procedette nel presentarle la sorella di Vicenzo.

-Colomba Lisa Caputo ha quattordici anni e due mesi, è 0 positivo come Vincenzo e frequenta il primo anno del Liceo...- fece una smorfia -Coco, dillo tu-

-Scientifico- replicò Colomba, sorridendo -Ettore ha sempre avuto problemi con questo nome, ma, d'altra parte, è un aspirante filosofo-

-Coco vuole studiare astronomia- spiegò Vincenzo, ammiccando in direzione di Caterina.

-Questo è troppo, però- gemette Ettore all'orecchio di Anita, la quale sfoggiò il più smagliante dei suoi sorrisi, bello ma terribilmente fuori luogo.

-Enzo che è un rubacuori nato-

-Questa aveva tutta l'aria di essere un'allusione-

Anita ridacchiò.

-Continua a fare il filosofo, tu-

Gli doleva realizzarlo, ma a cosa gli serviva la filosofia, in quella situazione?

Vincenzo sorrideva. Caterina pure.

Di colpo Ettore capì che, dopo la sua autostima, anche il suo cuore aveva fatto le valigie.



Yes I'm lonely wanna die
If I ain't dead already
Ooh girl you know the reason why


Sì, sono solo, vorrei morire

Se non sono già morto

Ooh, ragazza, tu sai perchè

(Yer Blues, The Beatles)


Note


Ed ecco il primo incontro di Caterina con gli amici di Ettore...anzi, con un amico in particolare ;)

Personalmente io adoro il personaggio di Vincenzo. Sarà che è quasi interamente ispirato a mio nonno, e di conseguenza ha lo stesso carattere del mio adorato nonnino -che, nonostante l'età, era un grande dalla testa ai piedi- ma adoro scrivere di lui ;)

Mi auguro che gli amici di Ettorino abbiano cominciato a farvi una buona impressione -dico “cominciato” perchè in questo capitolo non c'è ancora stato modo di conoscerli tutti del tutto- e che il capitolo in sé vi sia piaciuto.


Ringrazio Techno4ever e ulisse999 per le recensioni, tutti coloro che hanno letto e che hanno aggiunto questa storia nelle seguite/preferite :)


A presto,

Marty

  
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