Libri > Le Cronache di Narnia
Ricorda la storia  |      
Autore: _ L a l a    08/05/2011    6 recensioni
Edmund, Lucy, il mobile della cucina e, naturalmente, il regalo per la loro mamma.
Dopo quelli che sembrano secoli, sono tornata con una shot sulla famiglia Pevensie. Ovviamente dedicata alla mia, di mamma :3
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edmund Pevensie, Lucy Pevensie
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Mother’s Day

 

Quella domenica mattina, Lucy si svegliò molto presto. Ok, forse è meglio dire prestissimo.

 Stette due minuti buoni ad osservare la radiosveglia di Susan che lampeggiava nella stanza ancora scura, riordinando le idee per la giornata, poi scese silenziosamente dal letto e, sempre in silenzio assoluto, uscì dalla stanza, senza però abbandonare Izzy, la sua bambola di pezza da cui non si separava mai.

Una volta fuori, spiò nella camera dei genitori, controllando che stessero dormendo, e si diresse in punta di piedi fino alla stanza dei fratelli maggiori.

Aprì leggermente la porta, e sistemò Izzy in modo che anche lei “vedesse” l’interno della camera.

- che dici, Izzy? – domandò a bassa voce. – entriamo? –

Fece annuire la bambola, e poi sorrise contenta.

- allora andiamo! –

Aprì la porta quel tanto che bastava per passarci e, facendo segno a Izzy di rimanere in silenzio, camminò fino al letto di Edmund.

- Ed – sussurrò, lanciando un’occhiata a Peter che russava nel letto accanto. Edmund, mugugnò qualcosa e si rigirò nel groviglio di coperte. – Ed, alzati – continuò la più piccola, scuotendo il fratello.

Edmund, praticamente steso a testa in giù sul letto, in tutta risposta socchiuse un occhio, osservò Lucy per qualche istante e decise che non valeva la pena di aprirli entrambi.

- che c’è, Lu? – mugugnò infastidito.

- devi alzarti Ed. Avevi promesso che scendevi anche tu – gli ricordò Lucy, stringendo al petto Izzy, con fare da cucciolo abbandonato.

Edmund mugugnò ancora, aprendo anche l’altro occhio.

- ma, Lu.. è presto – sbadigliò vistosamente, senza nemmeno degnarsi di portarsi una mano alla bocca. – non ne ho voglia – concluse, girandosi dall’altra parte.

- ahi! – sobbalzò subito dopo, quando Lucy gli afferrò un orecchio e glielo tirò forte.

- l’avevi promesso – gli disse in tono d’accusa. – così farai piangere Izzy!- 

Portò davanti al viso del fratello la faccia tonda e morbida della bambola, scuotendola.

- vedi? L’hai fatta piangere! – riprese Lucy, avvicinando ancora di più la bambola al naso del bambino che si ritrovò ad incrociare gli occhi di conseguenza.

- I..Io! – tentò di difendersi Edmund. Quando però Izzy fu portata ancor più vicina al suo volto, tanto che ormai gli copriva completamente la visuale, il ragazzino si rassegnò.

- ok, Lucy. Scendo. – le concesse con un sospiro rassegnato.

Lucy ritornò a stringere Izzy al petto, con aria vittoriosa e soddisfatta, e s’avviò nuovamente verso la porta mentre il fratello cercava di districarsi dalle coperte.

- fai piano, Ed! – sbottò risentita, quando il più grande cadde con un tonfo sordo sul pavimento, trascinandosi dietro il cuscino.

Cielo, lei si era impegnata così tanto per far silenzio e quel tonto di suo fratello stava rovinando tutto! Sbuffò esasperata, mentre Edmund balbettava uno “s..scusa” appena udibile, e la raggiungeva, saltellando su un piede ed infilando la ciabatta sull’altro.

I due bambini scesero furtivi le scale, ed Edmund inciampò sull’ultimo gradino, rotolando fino alla cucina con un grido soffocato. Lucy gli trotterellò dietro spaventata, accertandosi che non si fosse fatto niente.

Accese la luce della cucina, e guardò l’orologio, tanto per accertarsi che fosse ancora abbastanza presto.

- diamine, ho messo le ciabatte di Peter! – si lamentò Edmund una volta rialzato, mentre Lucy già trascinava una sedia fin sotto il grande mobile di legno che sovrastava i fornelli ed il lavabo, arrampicandosi su di essa e sporgendosi per raggiungere il sopra della credenza. Ovviamente ad entrambi era stato vietato di salire fin lassù, più che altro perché c’era il rischio che si tirassero l’intero mobile addosso; purtroppo tutti sapevano che nella quasi totalità dei casi Edmund non avrebbe rispettato quella regola, e che al 99.9% Lucy avrebbe voluto imitarlo a tutti i costi.

- Ed, non ci arrivo – si rammaricò la bambina, gonfiando le guancie con fare infantile e scendendo dalla sedia. – Sali tu? – chiese, facendo gli occhioni dolci al maggiore e mostrandogli il volto sorridente e paffuto di Izzy.

Lui alzò gli occhi al cielo, e salì sulla seggiola, raggiungendo a malapena il bordo superiore del mobile. Non contento, si mise in piedi sul ripiano di marmo accanto ai fornelli, stando attento a non schiacciare per sbaglio qualche tasto con i piedi.

- è perché sei una nana, Lu – le disse una volta al sicuro, guardandola dall’alto con fare divertito.

Lucy s’imbronciò, poggiò Izzy sul tavolo di legno e afferrò con entrambe le mani il piede destro di Edmund, cominciando a strattonarlo.

- non sono una nana! La maestra dice che sono la più alta della classe -  si difese, tirando un’ultima volta il piede del fratello ed ergendosi poi in tutta la sua altezza di bambina di 6 anni.

- vedi? – fece poi, mettendosi una mano sopra la testa e comparando la propria altezza con il tavolo, fiera di essere decisamente più alta.

- vedo, Lucy, vedo – rise Edmund, afferrando il grosso mazzo di fiori che avevano comprato il giorno prima, più il pacco di cioccolatini che papà si era raccomandato di nascondere. E quale posto migliore di quello? Lucy aveva costretto il padre a metterlo lassù, promettendogli poi che non sarebbe salita sul mobile per cercare di prenderlo; e, in effetti, non era Lucy quella in piedi sul ripiano. E poi ad Edmund non importava di prendersi un’altra sgridata.

Il sopracitato fratello, nel frattempo, era nuovamente sceso sulla sedia, stringendo i regali. Si voltò verso di lei e le fece una linguaccia.

- stupido! – lo rimproverò la sorella, tirando un calcio alla gamba della sedia per dispetto e facendo così perdere l’equilibrio al ragazzino, che le cadde addosso trascinandosi dietro fiori, cioccolatini e seggiola.

Qualche secondo dopo sulla soglia della cucina c’era il resto della famiglia Pevensie, attirata dall’urlo cacciato da Lucy quando il fratello le era caduto addosso.

- bambini! – gridò Helen Pevensie, inginocchiandosi accanto a loro. i due bambini, però, sembravano del tutto incolumi e, anzi, decisamente entusiasti. Sicuramente Edmund stava già progettando di rilanciarsi giù dalla seggiola.  – quante volte vi abbiamo detto di non arrampicarvi sul mobile della cucina?!-

- guarda mamma! – gracchiò felice Lucy, portando il mazzo di fiori esattamente fronte al volto della madre e sventolandoglielo davanti al naso – sono per te! -

Anche Edmund le porse la scatola dei cioccolatini, mormorando un:

- buona festa della mamma, mamma –

Helen guardò entrambi con gli occhi lucidi, abbracciandoli stretti.

- grazie mille – sussurrò felice, scoccando un bacio sulla fronte a tutti e due. Prese i regali e li appoggiò sul tavolo accanto ad Izzy, voltandosi poi a fronteggiare i tre rimanenti membri della famiglia.

- posso sapere, di grazia, chi di voi tre ha avuto la fantastica idea di nascondere lassù il regalo? – domandò, assottigliando gli occhi a due fessure.

Peter e Susan si voltarono automaticamente verso il padre, che raggelò di fronte allo sguardo truce della moglie. Fece un sorriso stiracchiato.

- mi ci hanno costretto, Helen. Sai com’è fatto Ed, no? E Lucy è molto più subdola di quello che sembra .. –

Entrambi i bambini regalarono un sorriso angelico alla madre, quando questa si voltò ad osservarli.

- mamma mi passi Izzy? – domandò Lucy, con fare innocente.

Quando la donna tornò a guardare il marito, sia Peter che Susan si erano volatilizzati.

- Andrew Pevensie. Hai osato insinuare che i miei due bambini non siano delle dolci creature innocenti? –

- m..ma certo che no, cara! Solo che.. –

Edmund e Lucy, decidendo che la discussione si sarebbe presto risolta in uno dei soliti litigi giocosi a cui erano abituati, andarono a rintanarsi sul divano del salotto.

- né, Ed. – sussurrò Lucy all’orecchio del fratello, in modo da non farsi sentire dai genitori. – quand’è che lo rifacciamo? –

 

 

NdA~

Salve mondo, e buona festa della mamma a tutti :D

Questa shot non è effettivamente un granché ma, come al solito, visto che non ho nient’altro da postare mi accontento – e voi farete altrettanto u.u

L’ho scritta per la mia mammina (:3), visto che scaricare da internet un biglietto melenso non è più nel mio stile, e spero vivamente che le sia piaciuta davvero e che non mi abbia detto “è molto bella, grazie mille!” solo per farmi sentire felice xD

Non avendo nient’altro da aggiungere (a parte: fate gli auguri alle vostre mamme, mi raccomando!) mi defilo.

See ya! 

_ L a l a

   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Le Cronache di Narnia / Vai alla pagina dell'autore: _ L a l a