Avete presente la mia shot
“Corri,
amore. Corri.”?
Ecco, non era ancora
pronta a lasciare
quegli Edward e Bella, quelli umani. Non ci riesco.
Quindi ho deciso di
cominciare questa raccolta
di shot su di loro – non in ordine cronologico. Pian piano li
conosceremo e
scopriremo la loro storia.
Spero vogliate
seguirmi in questa nuova
avventura!
Tutto questo macello lo dedico alla mia Zocco, che
mi ha aiutata tanto tanto… I
love you <3
Buona lettura!
menta
e
cioccolato
sguardi
– 18
gennaio 2005
18 Gennaio 2005.
Il mio sguardo incrociò per la prima volta
quello di Edward Cullen.
Era il mio primo giorno alla Forks High
School. Mi ero appena trasferita in quella piccola cittadina sperduta
nello
stato di Washington, dalla quale mia madre mi aveva portata via alla
tenera età
di 6 mesi, per non condannarmi – ma soprattutto condannarsi
– ad una vita
provinciale, fuori dal resto del mondo. Ma pur avendo passato la
maggior parte
della mia vita in California e poi a Phoenix, non potevo di certo dire
che la
mia adolescenza fosse stata quello che si può definire uno spasso. Pochi amici - neanche molto
stretti -, tanti libri,
nessun ragazzo, nessuna attitudine particolare, nessuno sport
praticabile visto
il mio precario equilibrio e la mia goffaggine. Zero vita sociale.
Un’esistenza
anonima, grigia, un po’ come il cielo di Forks, perennemente
coperto di nuvole,
a quanto avevo capito. Avevo deciso di trasferirmi lì,
tornare nella mia città
natale e vivere con mio padre Charlie, per lasciare mia madre libera di
godersi
il proprio matrimonio con il suo nuovo marito, Phill, un giocatore di
baseball
continuamente in trasferta, quindi continuamente lontano da Phoenix.
Non volevo
che fosse costretta a rimanere in città con me e stare
lontana da lui, non era
giusto. Il mio trasferimento avrebbe facilitato la vita un
po’ a tutti. Sì, mi
sarebbe mancata casa, ma non ne facevo una tragedia. Non avevo nulla
che mi
legasse così tanto a quel posto da non poter andar via. Era
la scelta più
giusta.
Ma cominciavo a credere che in realtà fosse
stato altro a portarmi
lì: il mio cuore,
il destino, pure coincidenze… non potevo definirlo. Sapevo
solo che non mi
sarei mai pentita di averlo fatto.
Perché quella scelta mi aveva portata a
Forks.
Perché quella scelta mi aveva portata ad
Edward.
18 Gennaio 2005.
Il giorno in cui i miei occhi incontrarono
quei due meravigliosi profondi occhi color cioccolato, rimanendone
colpito.
Ormai trasferirci da una città all’altra
era diventata routine, non ci facevo più caso e non me la
prendevo più di
tanto. Avevo imparato a non affezionarmi ad un luogo, a delle persone.
Ovviamente non mi impedivo di socializzare, fare amicizia con i miei
coetanei,
ma senza legarmi troppo. Carlisle veniva trasferito di ospedale in
ospedale, costringendoci
a cambiare Stato ogni 4 o 5 anni circa. Era questa la vita di un medico
totalmente devoto alla propria professione. La medicina era una vera e
propria
vocazione, ed io non potevo di certo rimproverargli nulla
perché era la stessa
che sentivo nascere dentro me. Lo consideravo un mito, il mio punto di
riferimento, oltre che praticamente mio padre, anche se non lo era dal
punto di
vista biologico. Lui e sua moglie Esme mi avevano accolto in casa che
ero poco
più di un neonato e, nonostante avessero già due
figli a cui badare, mi avevano
cresciuto senza mai farmi mancare niente, dandomi tutto
l’amore possibile. E lo
stesso avevano fatto molti anni dopo con Rosalie e Jasper, pur avendo
già tre
adolescenti da tenere sott’occhio. Benché fosse un
po’ complicata, amavo la mia
famiglia. Loro erano ciò che mi rallegrava nelle giornate
tristi, il mio
rifugio e la mia distrazione, ciò che mi aiutava ad andare
avanti nella monotonia
di quelle giornate, in attesa del trasloco successivo. Soprattutto in
quella
noiosa cittadina. Avevo deciso di non abbattere mai completamente quel
muro che
mi divideva dal resto del mondo, ma solo di aprire una finestrella per
non
esserne completamente emarginato. Dopo aver pianto 6 mesi per essermi
dovuto allontanare
da quella che consideravo la mia fidanzatina
alle scuole elementari, avevo deciso di non voler più
soffrire il distacco. Era
stato traumatizzante.
Ma come potevo pretendere di lasciare le
difese alzate davanti a lei? Non sarebbe stato umanamente possibile.
E non potei mai ringraziare di più Carlisle
per un trasferimento.
Perché mi aveva portato a Forks.
Perché mi aveva portato dalla mia Bella.
EDIT: mi sono
dimenticata le note!
Ho voluto cominciare con questa specie di
prologo per dare un quadro generale della situazione.
Inizialmente era nata come una long fic, ma…
non è il mio genere, lo ammetto: sono un tipo da shot xD
Per scriverlo mi sono aiutata un po’ con
Twilight e Midnight Sun – sono pur sempre loro, no?
La vita familiare di Edward è comunque un gran
casino, mentre la storia di Bella... è sempre la stessa.
La timeline cerca di seguire quella del
libro, ovviamente.
Alla prossima shot. Addio!