2054.
Il cinguettio degli
uccelli faceva da sottofondo alle parole di Cassandra che in quel momento, con
quel leggero sorriso accennato sul volto, sembrava stesse tornando la ragazzina
di undici anni che aveva appena varcato per la prima volta la soglia di Hogwarts.
Mi faceva uno strano effetto, a dir la verità. Diciamo che non è mai stata la
professoressa dolce e amorevole con il sorriso stampato sul volto, ma una donna
seria, decisa e che pretendeva molto. La maschera stava svanendo.
Si lanciava da una mano
all’altra una pallina gommosa con dei tratti neri che disegnavano una faccina
allegra che faceva le pernacchie e quando ci riusciva, sfuggiva dalle mani
della professoressa e iniziava a saltellare sulla cattedra di mogano. Pensai
che dovesse averla presa ai “Tiri vispi Weasley”, il negozio in Diagon Alley
gestito da zio George. In realtà è lo zio di mamma, ma lo chiamo anche io così.
- Sai Cloe, mi ricordo
come fosse ieri la prima volta che sedemmo al tavolo di Serpeverde e ci
fiondammo su tutto quel ben di Dio. Voglio dire, io mi ingozzai, Talim
spiluccava qualcosa ogni tanto. Teneva la testa bassa e fissava il suo piatto.
Io aveva cominciato a scambiare qualche parola con un ragazzo di nome Blaise.
Dopo mangiato il prefetto ci mostrò la nostra sala comune nei sotterranei e ci
spiegò come accedere i dormitori da lì. Ma quella notte non avevamo molto
sonno, Talim ed io, così abbandonammo i nostri letti. Quella decisione fu il
primo passo che mosse Talim, l’inizio di tutto ciò che avvenne poi…
1991.
Seduta sul suo letto a baldacchino, Talim non
riusciva ad addormentarsi. Si dondolava avanti e indietro ad occhi chiusa
circondando le ginocchia con le braccia. Fino a pochi mesi prima non sapeva
nemmeno di essere una strega e ora si trovava nel pieno della magia, nel castello
di Hogwarts, un’altra presunta casa per lei. Forse questa sarebbe stata quella
giusta.
- Talim – la chiamò una voce proveniente dal
letto vicino affianco al suo. Kassie era in ginocchio sul suo materasso,
avvolta nel suo pigiama a righe verdi e argento. – Stai dormendo? – le chiese.
- No, non ci riesco – rispose lei.
Sentì Kassie scendere con non molta delicatezza
dal letto e giungere al suo. – Parliamo un po’?- propose.
Talim annuì. Forse era proprio quello che ci
voleva. Kassie si sedette di fronte a lei, con i lunghi capelli neri sciolti
sulle spalle e gli occhi bicolore svegli.
- Non vedo l’ora di andare ad una lezione di
Sev!- esclama Kassie entusiasta cercando invano di mantenere un tono di voce
basso. Lei e la sorella erano abituate a chiamare il professor Piton “Sev” a
casa, ma Hogwarts non era un posto consono per usare quel nomignolo.
- Io sono curiosa di iniziare e basta- rispose
Talim – Ma questa scuola sarà diversa da quella dei… babbani, giusto? -.
Kassie annuì – Certo, ovviamente sarà diversa.
Qui siamo tutti dei maghi! – .
Talim rifletté un po’, poi sussurrò: - Essere
una serpe verde è una bella cosa? La nostra casa influisce tanto sul nostro
futuro, su quello che diventeremo? -.
L’altra ragazzina rimase un attimo perplessa,
poi scosse la testa: - No, sono solo leggende quelle che si dicono, ad esempio
che la casa di Serpeverde sforni maghi cattivi e assassini! Ma tu non pensarci!
E poi hai visto i nostri compagni di casa? Alcuni sembrano veramente
rimbambiti!-.
Talim sorrise: - Si, quei due dalle dimensioni
di un armadio… come si chiamano? Tyger e Goyle? Hai visto che facce da
idioti?-.
- Si, immagino che saranno i futuri scagnozzi di
mio cugino! Già me li vedo…-.
- Chi è tuo cugino? Quello biondo? Malfoy? –
chiese Talim esterrefatta.
Kassie tornò seria: - Si, Draco è cugino mio e
di Lilly. Le nostre mamma sono sorelle. In realtà abbiamo anche un’altra zia
che però ha sposato un babbano e così è stata bandita dalla famiglia. Così
oltre a Draco abbiamo anche un’altra cugina.-
Talim non aveva la minima idea di chi fosse sua
madre o sua zia, tuttavia annuì comprensiva ancora sconvolta dalla notizia che
lei fosse la cugina di Draco Malfoy. Sebbene non ci avesse mai parlato sembrava
un tipo sulle sue, aggressivo e freddo.
- Prima, durante il banchetto, ho conosciuto un
tizio, Blaise, mi pare che si chiami. È simpatico.-
- Io ne ho vista una, però non mi ricordo come
si chiami. Ha i capelli corti e scuri. Magari è simpatica anche lei. –
Kassie corrugò la fronte.- Ho capito di chi
parli. A me ricorda un carlino, non ti sembra? –.
Talim rise leggermente: - Si, è vero. Ma magari
non è male-.
- Bah, non so…- fece
Kassie.
-Usciamo? Andiamo in sala comune, io non ho
sonno. – disse Talim alzandosi dal letto.
- Ma se finiamo nei guai? – cercò di dire
Kassie, mentre Talim era già praticamente fuori dal dormitorio.
Le due scesero le scale in silenzio e arrivarono
in sala. Cera un po’ di luce proveniente dalle
candele sulle pareti. I divani posti intorno ad un tavolino erano di
pelle nera e lucida e lì si era già accomodato qualcuno. Un gruppetto di
persone si girò al loro arrivo.
Talim riconobbe Draco Malfoy seduto comodamente
su una poltrona e Tyger e Goyle in piedi ai suoi fianchi Su un altro divano
c’erano due ragazze, una della quali era quella che Talim si ricordava aver
visto in Sala Grande. L’altra era una ragazzina orribile con i capelli neri e
il viso rovinato dall’acne. Di fronte a loro, dopo il tavolino di legno scuro,
stavano altri due ragazzi. Uno era Blaise, quello con cui aveva parlato Kassie
durante il banchetto. L’altro era un tizio molto silenzioso, con i capelli neri
lisci un po’ lunghi e completamente e le braccia conserte.
- Non siamo state le uniche ad avere questa
idea…- borbottò Kassie sotto gli sguardi di tutti. - Ciao Draco – fece poi.
- Ciao Kassie, volete sedervi con noi? – Draco
aveva un’aria molto annoiata.
Le due nuove arrivate si sedettero l’uno
affianco all’altra di fronte al biondo.
- Tu sai Blaise, vero? – chiese Kassie al
ragazzo seduto.
Lui annuì e si presentò: - Si, sono Blaise
Zabini. Lui è Theodore Nott .- fece tirando una gomitata al ragazzo affianco a
lui che rispose con un cenno del capo.
- Loro sono Tyger e Goyle, Draco, e le due
ragazze sono Pansy Parkinson e Millicent Bulstrode. – presentò anche gli altri.
-Io sono Cassandra Lestrange, ma tutti mi
chiamano Kassie – fece precisando anche il soprannome. Talim aspettò che
presentasse anche lei come aveva fatto Blaise con i suoi amici ma non avvenne
nulla. Cominciava a pensare che la ragazza fosse un po’ egocentrica.
- Io sono Talim Evans –.
Un risolino idiota giunse alle orecchie della
ragazza che guardò Pansy, la quale si era portata una mano sulla bocca. – Che
nome strano, non l’ho mai sentito-
-E ti fa ridere? – domandò Talim alzando un
sopracciglio.
- Da dove vieni?- le chiese Draco tirandosi a
sedere.
- Krisjelm, nella Terra di Mezzo. Sono nata là
ma sono a Londra da quando avevo 6 anni. – .
- Londra! E dove abiti? – chiese la ragazzina
orribile che si chiamava Millicent.
Talim si rabbuiò e fu Kassie a salvarla: - Vive
con me ed Elizabeth insieme al professor Piton -. Questa risposta però aggravò
la situazione.
- Ma non avete de genitori? –chiese Pansy
sfacciata.
Talim e Kassie la fulminarono con lo sguardo e
prima che una di loro potesse rispondere, Il ragazzo di nome Theodore parlò.
Aveva ancora la voce da bambino, ma il tono duro di chi risponde ad un insulto.
– Ti sembrano domande da fare, Pansy? Hai le delicatezza di un cespuglio pieno
di spine. Stai zitta che fai più bella figura e pensa agli affari tuoi! –.
- Nott!- lo richiamò Draco. – stai calmo -.
Talim, però, era decisa a darle la risposta che
voleva. – No, i miei genitori sono morti dieci anni fa. Sono stati uccisi e io
sono stata mandata in orfanotrofio prima andare a vivere con le gemelle. Ti
basta come risposta? -.
Pansy, arrossita per l’imbarazzo, era
sprofondata nel divano.
- Anche la mia famiglia è un disastro…- furono
le ultime parole che pronunciò Theodore Nott prima di appoggiarsi sullo
schienale e chiudere gli occhi.
Il silenzio calò su di loro. Blaise si guardava
le mani nervoso. Kassie si stava visibilmente sforzando per trovare qualcosa di
cui parlare. Talim guardava Pansy che teneva lo sguardo fisso per terra
evitando di incrociare i suoi occhi, Draco che la stava studiando e Nott che
sembrava dormisse.
- Potter… doveva tenere un discorso anche con il
cappello parlante- disse disgustato Draco.
Pansy emise un risolino soffocato: - Doveva pur
attirare l’attenzione!-.
- Cos’ha questo Potter di così speciale? –
chiese Talim e si trovò gli occhi di tutti, tranne di Nott che dormiva, puntati
addosso.
- Non sai chi è Harry Potter? – le chiese
Millicent. Talim scosse la testa.
- è l’unico ad esser riuscito a sopravvivere a
Tu-Sai-Chi. I suoi genitori sono stati uccisi e la stessa notte lui ha
sconfitto il Signore Oscuro- le spiegò Kassie. – Ora Harry Potter è arrivato ad
Hogwarts. Hai visto che è stato smistato in Grifondoro, no? – Talim annuì. – Tutti
lo considerano una leggenda vivente-.
- Potter è un idiota ed è sempre al centro delle
attenzioni di tutti solo perché ha una cicatrice sulla fronte- borbottò Blaise.
Draco annuì alle parole dell’amico. – Hai
ragione, Blaise. È come tutti gli altri, anzi, molto più stupido. Gliela faremo
pagare, è solo il primo giorno. Abbiamo davanti cinque anni interi.- .
Talim seguiva confusa i loro discorsi che
proseguivano insultando ogni Grifondoro che avevano visto. Kassie stava
stranamente zitta, forse proprio perché sua sorella era una di loro.
- Ma tu non hai una gemella? – chiese Pansy a
Kassie, che annuì.
- E dov’è?- .
- Non hai sentito il cappello? È una
Grifondoro.- .
- Ah…- Pansy fece una smorfia disgustata.
- Non è serata per te Pansy - ghignò Draco
divertito. Si passò una mano sui biondi capelli pettinati all’indietro. Talim
osservò il suo viso dai lineamenti duri, sebbene fosse ancora molto giovane.
Aveva due occhi color ghiaccio che quando incrociarono quelli verdi di Talim la
lasciarono senza fiato. Sedeva come un re su quella poltrona, sembrava al di
sopra di tutti loro. Per Talim non difficile immaginare la sua situazione
familiare: purosangue, ricco, con il padre nel ministero della magia, una villa
come casa… di tutto ciò l’aveva informata Kassie. Eppure non appariva così
arrogante ai suoi occhi. Ma erano solo all’inizio. Magari si sbagliava come si
era sbagliata di Pansy, che si era dimostrata un’oca senza cervello che parlava
a vanvera e diceva sempre la cosa sbagliata al momento sbagliato, oltre al
fatto che era irritante con quella sua risatina idiota.
Quando quella sera tornarono in dormitorio, Draco con Theodore, Blaise, Tyger e Goyle, e Talim con Kassie, Pansy e Millicent, era ormai notte fonda e tutti pensavano che fosse meglio essere riposati per le loro prime lezioni che si sarebbero svolte la mattina seguente. Talim si sdraiò a letto e finalmente riuscì ad addormentarsi, pensando che Kassie aveva avuto infinitamente ragione: Pansy Parkinson era stata decisamente sopravvalutata.
-- Loro sono stati i
vostri compagni? – chiesi alla mia professoressa e lei annuì. Mi illuminai e un’idea
folle mi attraversò la mente.
- Lei pensa che potrei
incontrarli? Se hanno conosciuto Talim potranno dirmi qualcosa? – le chiesi
eccitata.
Il sorriso si ghiacciò
sul volto di Cassandra Lestrange. – Potresti provare a cercare Blaise Zabini -.
- E gli altri? -.
- Sono morti -disse Casandra in un soffio.