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Autore: Kagome008    13/02/2006    13 recensioni
Signori e signore, tremate! Le 4 menti più pazze si sono unite per realizzare una ff spetaccolare ( si cerca!), che siamo sicure vi piacerà![kaggy, nn stai esagerando? by bea] ( Dici che poi ci linciano? nd k)[ ne sono certa! nd bea] Signori e Signore, le kaggy/bea/lu/giw enterprise presenta: HAWKE! Una maledizione separa un amore proibito... divisi dal sole e dalla luna... c'è soluzione per il falco che si libra in volo nel cielo?
Genere: Avventura, Azione, Drammatico, Romantico, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Kikyo, Miroku, Naraku, Sango
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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K - Eccoci giunti al capitolo 2, scritto quasi interamente dalle mie fide collaboratrici, che sono state senza dubbio bravissime! –
K- Ah si, quasi dimenticavo… GRAZIE A TUTTI VOI CHE COMMENTATE E LEGGETE!!!!!! GRAZIE MILLE!!!!!! LA KBLG ENTERPRISE VI RINGRAZZIA! ^o^ -

CAPITOLO 2
L’INIZIO DELLA MALEDIZIONE

Nell’aria ferma si sentiva ancora il forte odore dell’umidità , unico rimasuglio di quel intensa pioggia, vesso dei tre viandanti che ora riposavano tranquilli nella stalla da loro affittata.
Kagome riposava nell’angolo ,accoccolata come un gatto nel letto di pagliericcio e coperte che si era preparata, proprio vicino a quella finestra ,quella dove poche ore prima anche Inuyasha era stato.
Respirò a fondo l’aria bagnata e pesante della notte, aprendo i grandi occhi color ametista.
Mosse leggermente il capo riuscendo a vedere Sango e Miroku dormire poco più in là ,non molto distanti,con le mani pronte sulle impugnature delle armi .
Sbatte le lunghe ciglia corvine ,tornando a fissare il cielo nero ,coperto dal manto grigio blu delle nubi temporalesche.
Lo stesso cielo che forse stava guardando il suo Inuyasha…
Un singhiozzo soffocato gli usci dalle labbra.
Perché proprio a lei?
Forse non era stata …abbastanza fedele, non aveva…pregato abbastanza il signore o lasciato mai mance esorbitanti al parroco .
Una lacrima scese lentamente sulla guancia di un rosa pallido della ragazza. Tirò su col naso stringendosi ancor di più nelle coperte massicce.
No, non avrebbe pianto. Inuyasha non l’avrebbe voluto … Socchiuse gli occhi sorridendo dolcemente, mentre un diffuso tepore le si diffondeva in corpo.
Un ululato lontano si diffuse trasportato dall’eco della notte.
-Inuyasha….-
***
Le zampe del lupo battevano sicure sul terreno fangoso coperto dal manto di foglie secche e cadute mentre, buttato nella sua folle corsa ,osservava tutto coi febbrili occhi ambra. Il folto manto di un nero lucido veniva sferzato dal vento della corsa mentre la morbida coda si muoveva con forza ed eleganza .
Al suo naso arrivavano i mille odori della notte: dell’umidità ,del terreno su cui adesso le sue zampe correvano veloci ; dei volatili alti su gli alberi, perpetui testimoni di quella mostruosa metamorfosi, che lo guardavano con compassione.
Come una sorta di delirio gli passo negli occhi: ora l’unica cosa di cui aveva voglia era …
Le iridi dorate saettarono tra le radici ,incrociando quelli smarrite e impaurite di una lepre . Il suo istinto subito lo fece agire. Con uno scatto portentoso , spinse al massimo i muscoli delle zampe mentre le unghie iniziavano a venir fuori per dargli maggiore aderenza nella corsa. ( piccola parentesi: non ce lo siamo inventate di sana pianta che –alcuni- animali mettono fuori le unghie mentre corrono!ndL)(basti vedere il mio gatto!siccome ha il culo pesante quando corre in curva slitta, quindi mette le unghie e gratta il pavimento!UUndB)(O_o eh? Ma che centra!?! ndK)(si…ma Yasha è un caso a parte…quanti gatti che avete a casa si mangiano il purè coi piselli?ndG)(almeno risparmi sulle scatolette!$_$ndL)(@_@ ci capisco sempre meno!ndK)
Strinse le zanne bianche raggiungendo la sua preda , per poi iniziare a sbatterla sui tronchi ,per terra , mentre questa si dimenava in preda agli ultimi spasmi.
Alzò il muso sporco di sangue al cielo emettendo un ululato, quasi a dimostrazione del suo dolore e frustrazione. Voleva vendetta…voleva vedere quei dannati morire come quella lepre . Voleva vederli pregare ,piangere e gridare per la loro infima vita.
Senza fiato abbassò il muso ,stanco , mentre il fiatone si condensava in nuvolette . Voleva la sua Kagome…
Trascinando le zampe , ricominciò il suo vagare solitario nella notte. La foresta solitaria e cupa rantolava nei suoi suoni notturni mentre uno spicchio di luna calante illuminava il cielo . Le orecchie corvine sul capo si mossero leggermente attirate da un leggero scricchiolio a cui non badò più del dovuto.
Volse il muso al cielo emettendo un lungo ululato solitario. Se solo avesse potuto tornare indietro nel tempo…avrebbe cercato di salvarli ,di salvarla, da quella pseudo vita…
“Kagome….”

***
…Due Anni prima…

-Kagome sbrigati faremo tardi alla funzione!- La giovane ragazza scese dalla carrozza ,guardando con occhi stupefatti la magnifica cattedrale che si ergeva in tutta la sua imponenza, nel centro della grande piazza ,gremita di fedeli. Notre Dame ,a quanto le avevano sempre riferito, era il più grande e magnifico esempio architettonico e religioso, cosa che la città di Parigi si era pienamente meritata. Osservò ammaliata la facciata imperiosa e seria dominata dal magnifico rosone.
Le avevano riferito bene!
-Kagome!-La madre , Chihiro Higurashi, la aspettava con impazienza poco più avanti .
Erano arrivati da poco tempo a Parigi, dato che la signora , aveva stretto amicizia con un facoltoso Youkai del posto. Amicizia ,che a quanto pare ,valeva la pena curare, dato quel trasferimento.
Si spolverò un attimo la gonna in seta dalle sfaccettature lilla , sistemando anche quella passata e il velo bianco intrecciato di perline , che la madre si ostinava a farle portare.
Sollevò un lembo dell’abito affrettando il passo per raggiungere la donna, mentre il campanaro richiamava anche i fedeli più ritardatari a messa.
Kagome sopirò debolmente ,facendo il suo ingresso nella cattedrale ,mentre grandi nuvoloni la dicevano lunga sul tempo che sarebbe andato a venire..

***
Insistenti gocce di pioggia ticchettavano rumorosamente sul vetro della finestra. Due penetrati occhi ambrati osservavano imperscrutabili la grigia città parigina . Grigiore accentuato dalla triste foschia di quel giorno di pioggia.
Sbottò di stizza ,rimescolando il calice pieno di vino che aveva in mano. Quella città era sempre grigia! Inuyasha degli InuYoukai ,secondogenito di Ken degli Inuyoukai, ormai diciottenne , osservava ,quasi disgustato, la città che si stendeva con le sue case misere, quasi di fango. Spiccava tra tutte Notre Dame. Osservò con un sopracciglio alzato la cattedrale. Per lui quella non era altro che l’ennesimo segno di sottomissione da parte del popolo...da parte di tutti.
Per il mercato, da quanto aveva sentito dire dalle serve, correva la voce che per fare il solo rosone fossero stati spesi milioni di franchi. Milioni che sarebbero potuti servire per sfamare il popolo che moriva di stenti. L’occhio cadde inevitabilmente su quello che chiamavano “le Chateu du Vautour*” . Un imponente maniero arroccato sopra un dirupo e circondato da un fossato. Una vera roccaforte, quella di Monsieru* Naraku. Quello che si poteva definire il “signorotto locale”, probabilmente niente di più che un re di fatto anche se non di nome.
Sorrise beffardo pulendosi la bocca col dorso della mano. Anche se era più opportuno etichettarlo “Le chateu du Araignée*”, dato che stavamo parlando di un demone ragno.
Una saetta bianca, si disegnò in un soffio nel cielo plumbeo ,accompagnata dal rombo del tuono, tanto potente da far tremare le finestre.
Un orecchia bianca del mezzo demone scattò leggermente ,mentre gettava con non curanza il calice d’oro dietro le sue spalle.
-Che tempo da lupi….-
(Cos’era una battuta?ndG)(no, perché?ndB)(sai lui che dice che è un tempo da Lupi…UUndL)(°.°fix…non me ne ero quasi resa conto!ndB)(^^ndK)

***
I canti corali (degni di un cimitero) le martellavano le orecchie ,facendole pulsare le tempie. Seduta da oltre un’ora e mezza su una di quelle scomode panche , mentre l’odore d’incenso e candele bruciate le si insinuava nelle narici e la monotona voce del vescovo le ronzava in mente con lo stesso interesse che si possa avere per una mosca, sospirò quando per l’ennesima volta dovette tornare a inginocchiarsi. Era sempre stata un tipo molto credente lei, così come sua madre. Le era stato insegnato fin da piccola che una “Signora” va in chiesa tutte le domeniche. E’ gentile, compita, aggraziata, delicata , ben educata e puntuale. La perfezione ,si direbbe.
Ma come si poteva rimanere indifferenti alle sciocchezze che il prete stava recitando alla messa? Non si poteva, ecco tutto.
Non faceva altro che parlare della perdizione , che si poteva incontrare a Montmartre, e di come se la si volesse evitare si dovesse essere generosi nei confronti della chiesa . Aveva poi attaccato con uno snervante sermone sulla fedeltà e fiducia. Di come parlare male delle persone fosse quasi un peccato. “Bell’ipocrita!”aveva pensato lei a quel punto” Scommetto che anche tu appena giri l’angolo parli male di qualcuno!”
Quasi le venne voglia di ringraziare il cielo quando con fare “divino” ,quasi, il vescovo pronunciò le soavi parole “Andate in pace”.
A quel punto un diffuso mormorio si diffuse per la chiesa , mente il padre ,coi chierichetti dietro, seguiva la lunga fila di candele oltre la terza navata per ritornare ai suoi alloggi col breviario sotto mano. Chihiro si guardò a torno sbuffando, mentre agganciava la mantellina di un cupo verde smeraldo sopra le spalle. Chihiro Higurashi era una bella donna di trentenni, dai furbetti occhi castani e i capelli corti del medesimo colore. Aveva vissuto con la figlia a Marsiglia , dove aveva vissuto e si era sposata col conte Higurashi, il marito, deceduto alla nascita di Kagome , lasciando la moglie come beneficiaria delle proprie terre nonché della sua fortuna. Molti la descrivevano come una donna scaltra e risoluta, capace di un’incredibile dolcezza. Ma pochi ,purtroppo , erano i casi in cui questo suo lato poteva venir fuori.
Certi la definivano l’antitesi della figlia, Kagome Higurashi, giovane sedicenne dal promettente futuro. Secondo “I posteri” questa aveva preso molto di più dal padre, dato che , a parte il colore degli occhi , questa non aveva nemmeno una caratteristica in comune con la madre.
-Kagome, vado a vedere dove è finita la carrozza. Fammi il favore di aspettarmi qui.-
Kagome annui distrattamente , mentre la madre si avviava con passo lesto fuori , nell’intemperie della pioggia.
Sospirò debolmente ,tornando a guardare la cattedrale deserta. Gli archi acuti slanciavano le colonne e il soffitto altissimo, pieno di decori, nascosti però dall’oscurità .
In quel momento si sentiva un moscerino.
La luce “divina” del rosone colpiva in pieno l’altare e il cristo crocifisso , in quella sua perenne espressione di atroce sofferenza.
-Mi sono perso la funzione?-
Kagome si voltò alla sua destra ,dove un giovane ventiduenne aveva appena preso posto. Portava un abito raffinato e i lunghi capelli brizzolati mori , incorniciavano un viso marmoreo dai penetranti occhi rossi.
Indubbiamente uno youkai…
-La funzione è finita, ma non si è perso niente mi creda...-disse Kagome con un sorriso.
L’uomo alzò un sopracciglio, quasi divertito- e perché mai ?-
-Beh…il vescovo, sembrava volesse plagiare le menti dei fedeli , tanto inzuppava i discorsi di propaganda politica e di norme di comportamento!-rispose alzando le spalle .
-Kagome!- La madre Chihiro,chiamò la figlia dalla soglia- Tesoro ,è arrivata la carrozza.-
-Chiedo scusa, mi devo congedare –sorrise lievemente , mentre con eleganza si alzava dalla panca per andare incontro alla madre.
Il demone guardò l’esile figura sparire velocemente da suo campo di vista.
Madamoiselle* Kagome …davvero una bella ragazza.
Si voltò ,tornando a guardare l’altare con un ghigno strano in volto.
Forse aveva trovato qualcosa di interessante…

Le Chateu du Vautor *= il castello dell’avvoltoio.
“ “ “ Araignée*= il castello del Ragno.
Monsieru= quello che pronunciamo “messie” ovvero signore.
Madamoiselle=signorina
  
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