Nota: storia che partecipa al quattordicesimo turno del concorso “Lotta all'Ultimo Inchiostro” del Magie Sinister Forum (http://magiesinister.forumcommunity.net/) sul tema “Severus riceve un premio.”
Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti.
I personaggi originali e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.
Tu non sei un eroe
Dicono che quando nessuno piange la tua morte, il cielo lo fa per esso.
Pioveva quel giorno, ma non c’era nessuna bara da bagnare, nessun fiore da inumidire con lacrime amare di dolore.
I lampi squarciavano il buio della notte, ormai era solamente un corpo freddo, lo era da tempo.
Il vento ululava tra il legno della stanza alzando appena la polvere che danzava intorno quel corpo ormai senza più un anelito di vita.
Disteso. Immobile. Freddo. Morto.
Nessun respiro tra la pozza di sangue che macchiava il pavimento, ormai denso lago di freddo liquido che non ti donava più la vita, non ti regalava più calore.
Il gelo era tutto intorno.
Il gelo era sulla tua pelle.
I tuoi occhi erano ormai spenti e non avrebbero visto più nulla su questa terra, il loro sguardo non avrebbe carezzato più nulla.
Ti osservi dall’alto e
quasi ti viene da ridere, sai che quella è la fine che hai meritato, non
avresti sperato in nulla di più.
I funerali sono per
gli eroi, la gloria è per gli eroi, le lacrime sono
per gli eroi.
Tu non sei un eroe.
Ma adesso sei libero,
sei sereno, sei vivo.
Vivo?
Piuttosto ironica come
cosa visto il luogo in cui ti trovi.
Ti chiedi
dove sei, vero?
Paradiso?
Inferno?
Tu non sei un eroe,
dove meriti di stare?
Sei una spia, un
assassino, un traditore, che ci fai in questo luogo?
Sorridi.
Vedo il tuo volto
finalmente disteso, nessun peso ormai grava più su di te.
In piedi con le braccia
incrociate al petto osservi quel corpo, osservi il tuo
corpo.
C’è silenzio intorno a
te, una leggera brezza ti carezza i capelli corvini e ti inonda
di fragranze provenienti non sai da dove.
Dei passi, un profumo,
una voce.
- Grazie, Severus! Grazie per tutto quello che hai fatto per tutti
noi, hai protetto mio figlio, lo hai salvato e io te
ne sarò per sempre grata. Forse tra di noi sarebbe potuta andare diversamente,
forse, Severus… tanti dubbi, nessuna certezza. Mi
dispiace per come è andata, avrei dovuto rendermi
conto di ciò che stava avvenendo in te, ti sarei dovuta stare più vicina invece
di allontanarti per sempre da me. Ho dovuto capirlo quassù, mentre ti
osservavo. L’ho capito troppo tardi, mi dispiace, Sev.
Sentirsi chiamare
nuovamente in quel modo era il più bello dei doni.
- Lily… io…
Si avvicina a te,
sfiora le tue labbra con l’indice, facendoti tacere.
- Non dire nulla, Sev, non hai bisogno di dire nulla, mi basta vedere i tuoi
occhi, sei stato il nostro eroe, Sev.
Tu non sei un eroe.
Ti abbraccia.
Ne senti il calore anche se sei morto, senti qualcosa che non hai mai
percepito.
Agli eroi spetta la
gloria.
Non sei un eroe e ti
spetta un abbraccio.
Il premio più
importante che tu potessi vincere.
Hai combattuto la tua
battaglia e hai avuto il riconoscimento più bello che potessi avere: il suo
abbraccio, il suo calore, il suo profumo, la sua pelle, i suoi occhi di nuovo
incatenati ai tuoi.
Non sei un eroe, ma il
premio che hai ricevuto è degno di un eroe.
L’abbraccio della
donna che ami.
La pioggia si era fatta più intensa e penetrava dal tetto della stanza bagnando quel corpo inerme che giaceva a terra tra la polvere e il sangue.
Il cielo piangeva e lavava via quel fluido ambrato dalla sua carne, voleva che fosse nuovamente candido agli occhi del mondo.
Voleva che fosse un eroe nella sua tomba.
Tu non sei un eroe.
E nessuno avrebbe pianto la morte dell’eroe Severus.
Nessun fiore sarebbe stato adagiato sulla sua bara.
Il vecchio Silente magari avrebbe adagiato una bianca ninfea, simbolo di un amore non corrisposto e mai vissuto: ironico anche nella morte sarebbe stato.
Ma Silente non c’era più, morto insieme a lui, ucciso dall’uomo che non era un eroe.
Una ninfea bianca che attendeva insieme a te l’alba di un nuovo sole.