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Autore: MiaStonk    09/05/2011    8 recensioni
Scorpius Hyperion Malfoy detestava Rose Weasley.
Odiava la sua aria saccente e pedante, i suoi principi morali in cui nemmeno lontanamente si rispecchiava. Detestava la sua figura, quei capelli rossi e ondulati che oscillavano sulle spalle, ricadendo sulla schiena dritta. Disprezzava quelle lentiggini che ricoprivano un viso candido e quegli occhi azzurri, pregni di animosità nei suoi riguardi.
Ma ciò che più di ogni altra cosa odiava, era la sua cristallina risata. Rideva sempre la Weasley, lo faceva di gusto quando dinanzi a lei vi era uno dei suoi stupidi cugini, lo faceva con cortesia quando a parlarle era un altro semplice e insignificante studente di Hogwarts.
Rideva con tutti lei, tranne che con lui.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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                             Suddenly I See

 

 

<< Weasley, rallenta. I corridoi sono praticamente vuoti, nessuno studente da schiantare o coppietta su cui puoi sfogare la tua frustrazione>>

 

Le parole del Serpeverde non ebbero, come spesso accadeva, risposta alcuna. Il prefetto Grifondoro che camminava spedita, a diversi passi di distanza da lui, lo ignorava. Non lo riteneva degno, probabilmente, di una sua risposta.

 

Scorpius Hyperion Malfoy detestava Rose Weasley.

 

Odiava la sua aria saccente e pedante, i suoi principi morali in cui nemmeno lontanamente si rispecchiava. Detestava la sua figura, quei capelli rossi e ondulati che oscillavano sulle spalle, ricadendo sulla schiena dritta. Disprezzava quelle lentiggini che ricoprivano un viso candido e quegli occhi azzurri, pregni di animosità nei suoi riguardi.

 

Ma ciò che più di ogni altra cosa odiava, era la sua cristallina risata. Rideva sempre la Weasley, lo faceva di gusto quando dinanzi a lei vi era uno dei suoi stupidi cugini, lo faceva con cortesia quando a parlarle era un altro semplice e insignificante studente di Hogwarts.

 

Rideva con tutti lei, tranne che con lui.

 

Gli occhi di Rose si posavano sulla sua altera figura solo per palesare disprezzo e il più delle volte, indifferenza. Non lo guardava, a stento gli rivolgeva una rapida occhiata, per poi concentrare la sua rara attenzione a qualcuno che lei considerava altamente più meritevole.

 

Raramente parlavano e solo se strettamente necessario. Lei gli rivolgeva la parola solo se davvero non poteva evitarlo e il più delle volte lo faceva per accusarlo di qualcosa: uno scherzo stupido, una mancanza nel suo ruolo di prefetto.

 

Ma il più delle volte lei gli sfuggiva, proprio come stava facendo in quel momento, durante una delle tante ronde che erano costretti a fare assieme. La Weasley, sfacciatamente, aveva più volte mostrato il suo disappunto nel dover assolvere al suo compito con un pompato nullafacente.

 

Naturalmente non badava ai suoi successi scolastici o sportivi, né al fatto che, se la preside aveva ritenuto opportuno donargli quella spilla, una ragione dovesse esserci. No, lei era prevenuta e ancorata ai suoi pregiudizi. Per cui per Rose, sarebbe sempre rimasto un pomposo nullafacente.

 

Altra cosa che, in lei, egli detestava. Rose Weasley aveva una buona parola per tutti, un gesto cortese per chiunque, ma mai aveva mostrato gentilezza a lui. Mai aveva visto in Scorpius altro che un arrogante Serpeverde.

 

E lui attendeva il momento in cui avrebbe avuto la sua rivincita. L’istante in cui avrebbe potuto umiliarla e guardarla dall’alto in basso, come lei osava fare ogni volta che posava il suo sguardo su di lui. Probabilmente il pretesto per ridere di lei, per mortificarla e schiacciarla come un vermicolo, sarebbe arrivato prima di quanto lui stesso avesse previsto.

 

Continuava a mantenere lo sguardo su di lei, non intenzionato ad aumentare l’andatura dei suoi passi, solo per affiancarla. Era abituato a vedere solo la sua schiena e se spostava lo sguardo più in basso, nemmeno gli dispiaceva poi tanto.

 

Ma dovette fermarsi quando si accorse che la Weasley, dinanzi a lui, aveva smesso di camminare. Stava per chiederle il motivo del suo brusco arresto, quando dei sussurri, provenienti da poco lontano, richiamarono la sua attenzione. Naturalmente lei li aveva percepiti prima di lui e ora, con passo svelto e deciso, si apprestava a sincerarsi della presenza di qualcuno.

 

Stava quasi per invitarla a lasciar correre, a proseguire piuttosto che inveire contro l’ennesima coppietta in preda ai bollori adolescenziali, ma quando ancora una volta la vide bloccarsi, decise di affiancarla. Ciò che vide, nascosto da una colonna, contribuì a far morire in lui ogni proposito di reclamare.

 

Attorcigliati come due sanguisughe vi erano quella che doveva essere una giovane della sua casa e quello che riconobbe come il ragazzo della Weasley o colui con il quale usciva dall’inizio dell’anno. Spostò rapidamente lo sguardo su Rose, voleva finalmente burlarsi di lei, ridere della sua sfortuna perché era questo che meritava. Finalmente il Karma sembrava averlo ripagato.

 

Ma quando i suoi occhi si posarono sul volto della ragazza, ogni proposito di infierire morì sul nascere. Osservò il pallore di quel viso, le labbra strette in una linea sottilissima e gli occhi lucidi che sicuramente bruciavano di lacrime amare. Eppure il suo sguardo era deciso, fiero. Perché lui lo sapeva bene, Rose Weasley non avrebbe mai pianto, quella era una delle sue certezze. Come certo era l’odio che per lei provava.

 

<< Higgs, Corner… venti punti in meno a Serpeverde e Corvonero  e ora filate ai vostri dormitori se non volete che ve ne tolga altri cinquanta a testa! >>

 

Scorpius aprì la bocca per dire qualcosa, qualsiasi cosa, ma la richiuse velocemente. Era incapace di replicare ad un tono tanto imperioso quanto amareggiato. I due, intanto, si erano finalmente accorti di non essere più soli, al sicuro nel loro idillio. Corner era balzato in piedi tanto velocemente che aveva scaraventato la sua nuova preda a qualche metro di distanza.

 

Scorpius non si era neppure premurato di soccorrerla  e di certo non si sarebbe aspettato che Rose le offrisse la sua mano per rialzarsi. Lo stesso probabilmente, aveva pensato il Corvonero che fissava la Weasley con aria sconvolta e misera al contempo.

 

La Higgs aveva accettato l’aiuto del prefetto, guardandola con sguardo attento, quasi si aspettasse che le lanciasse una fattura da un momento all’altro. Ovvio che non la conosceva, pensò Scorpius, ovvio che non ricordava lo stupido onore di cui i Grifondoro e soprattutto lei, erano dotati.

 

<< Rose, io… >>

 

<< Non hai sentito Corner? Sparisci immediatamente o non sarò clemente come la Weasley >>

 

Non seppe perché aveva voluto intervenire, nè perché avesse avuto intenzione di evitare a lei altro dolore. Ma a conti fatti era questo che aveva appena fatto, aiutarla.  Quando intercettò il suo sguardo, dopo che i due furono andati via, notò che anche lei ne era sorpresa. Ma lo sbigottimento su quel volto, contorto in una smorfia furente, durò pochi attimi.

 

Ancora disprezzo, ancora odio trapelava dalle sue espressioni. Si voltò rapidamente, riprendendo a camminare, riprendendo la sua ronda come se niente fosse accaduto. E Scorpius continuava a seguirla, continuava a distanziarla di pochi passi. Dopotutto era ancora quello il suo posto.

 

Osservava la sua schiena dritta, i capelli di quel rosso troppo acceso per i suoi gusti, un rosso che stonava maledettamente con quel candore di cui era fatto il suo viso. Era imperfetta la Weasley, eppure nella sua imperfezione era  diversa  da chiunque avesse mai conosciuto. Era testarda, era orgogliosa, era una degna Grifondoro.

 

A pensarci, il suo comportamento di un attimo prima non l’aveva sorpreso eccessivamente, quella era una cosa da lei. Ma credeva, allo stesso tempo, che di tanto in tanto anche la Weasley avesse bisogno di fuggire da se stessa, da quella disciplina ferrea che si era autoimposta. Quello che invece trovava bizzarro era che proprio lui dovesse adempire a quel compito.

 

<< Puoi piangere se vuoi >>

 

Si era fermato quando lei aveva fatto lo stesso. Aveva scrutato attentamente quelle spalle un po’ incurvate, appesantite da un fardello quasi schiacciante. L’aveva vista voltarsi lentamente verso di lui, fissarlo con sguardo apparentemente tranquillo. Aveva, inoltre, gli angoli delle labbra appena rivolte verso l’alto, in un accenno di sorriso. Il primo che gli avesse mai rivolto.

 

<< E a cosa servirebbe >>

 

Scorpius era rimasto immobile, mentre lei si allontanava a passo lento. Per la prima volta non sentì quel desiderio prepotente di avere, con lei, l’ultima parola. Non gli importava primeggiare su di lei in quella fredda sera, piuttosto avvertì un disperato bisogno di parlarle ancora. Di conoscere davvero Rose Weasley, di scavare in quell’anima tanto complessa.

 

                                                                    ***

 

Non era mai stato un tipo violento, lui. In qualche rissa era stato coinvolto, ma si trattava sempre di duelli e spacconate tra amici, niente di più. Ma quel pomeriggio, in biblioteca, Scorpius mandò a benedire ogni suo proposito pacifico, per attaccar briga con l’ultima persona che si sarebbe mai aspettata, soprattutto visti gli eventi della notte prima.

 

L’aveva intravisto tra gli scaffali e già la rabbia aveva, inspiegabilmente, iniziato ad impossessarsi di lui. L’aveva seguito con lo sguardo, aveva origliato la sua conversazione con l’amico e aveva, in quell’istante preciso, ricordato quanto accaduto.

 

Nella sua mente era apparso, senza preavviso, il volto pallido della Weasley. Il sorriso appena abbozzato, e lo sguardo perso che aveva visto in lei la mattina successiva. L’aveva vista ridere, ma per chi, come lui, conosceva ogni sfumatura del suo sorriso, aveva compreso quanto in realtà fosse falso. La odiava, eppure desiderava che lei restasse pulita, non macchiata dalla falsità, dal dolore e dal rimpianto. Non sporcata da lui.

 

Era accaduto tutto molto velocemente, tanto che ora, seduto sulle sponde del lago, faceva fatica a ricordare ogni dettaglio dello scontro. Rammentava solo il suono sordo dei pugni infrangersi contro le ossa altrui, il sapore del sangue, acre e disgustoso. Ricordava l’incredulità di Corner quand’ ebbe ricevuto il primo colpo e si, dopotutto ricordava anche la sua di sorpresa, per aver agito a quel modo.

 

Tamponava con un fazzoletto quei rivoli di sangue che ancora gli coprivano il volto. Era riuscito a sanare il naso rotto con un colpo di bacchetta, ma non aveva avuto il tempo per darsi una ripulita. Si mosse appena, cercando una posizione più comoda e avvertì dolore praticamente ovunque. Dopotutto, quel maledetto Corvonero non era un incapace come si aspettava.

 

<< Un prefetto dovrebbe dare il buon esempio. Innanzitutto non dovrebbe creare scompiglio in Biblioteca, tantomeno essere visto trasandato e sporco di sangue sulle rive del lago nero >>

 

Scorpius si era immediatamente voltato verso destra, accorgendosi solo in quel momento della presenza della Weasley. Si era seduta accanto a lui e osservava le acque del lago con uno spiccato interesse, quasi si aspettasse che la piovra gigante si manifestasse da un momento all’altro. Probabilmente avrebbe guardato ovunque pur di non incrociare il suo sguardo.

 

Aveva scrollato le spalle, distogliendo anch’egli lo sguardo. Era calato il silenzio, un silenzio pregno di parole impronunciabili, di sentimenti taciuti. Con la coda dell’occhio ne osservava il profilo, i capelli mossi da un vento lieve. Sembrava più tranquilla rispetto a ieri o a quella mattina e Scorpius non poté non esserne sollevato.

 

Sussultò appena quando lei si voltò, guardandolo finalmente negli occhi. Si chiese se l’avesse mai fatto in passato o quella fosse semplicemente la prima volta che i  loro sguardi si perdevano l’uno nell’altro. E quegli occhi erano di un azzurro così bello e limpido che si augurò di annegare in essi, in un mare calmo, puro. L’avrebbe di certo purificato di tutti i suoi peccati.

 

Aveva seguito i gesti di lei, quasi si muovesse a rilento. Aveva visto la sua mano avvicinarsi, afferrare delicatamente il fazzoletto e tamponare lei stessa gli ultimi residui di sangue vecchio. E nel mentre, non aveva mai distolto lo sguardo, al punto che, dopo diversi secondi o minuti od ore, era stato lui a doverlo fare. Quegli occhi erano pericolosi, lo tentavano, volevano catturarlo ed imprigionarlo in qualcosa da cui non sarebbe più venuto fuori.

 

Sapeva che chiunque entrasse nella vita di Rose, non sarebbe più riuscito ad uscirne. Lei afferrava la tua anima e l’accostava alla sua, per sempre. Il cuore della Weasley era enorme, c’era spazio per chiunque, ma per lui…

 

Si era rialzata lei, lisciando con precisione le pieghe della gonna e riposando su di lui lo sguardo, ancora. Indugiava, lo osservava come in attesa di qualcosa. E poi parlò.

 

<< Sei un idiota, ma per una volta posso condividere i tuoi modi rozzi e barbari >>

 

Quello era il suo modo di ringraziarlo, avrebbe dovuto accontentarsi perché  era il massimo che poteva aspettarsi da un tipetto orgoglioso come lo era lei. Ma gli bastò, in quei pochi minuti ogni sua parola, ogni suo gesto gli era bastato. Gli aveva parlato, si era seduta al suo fianco.

 

Gli era stata vicina senza detestarlo.

 

E allo stesso modo aveva sentito che quel sentimento d’odio, che da anni li teneva uniti, aveva appena ricevuto il primo graffio. Iniziava a traballare, a non essere più tanto intenso da spaventare. Si era affievolito, si era indebolito. Un giorno probabilmente sarebbe scomparso del tutto.

 

Rideva Rose e pur sapendo che in tanti conoscevano quel sorriso,  in quel momento seppe che era solo per lui e senza rendersene conto aveva ricambiato, aveva riso con lei. Si era alzato, con non poca fatica e le si era affiancato. Avevano iniziato ad incamminarsi verso il castello, il sole stava tramontando, l’aria cominciava a farsi gelida, ma qualcosa aveva preso a scaldargli il cuore.

 

Camminavano loro, uno accanto all’altro, lo facevano per la prima volta e probabilmente, da quel giorno in avanti, non avrebbero fatto altro. Nessun passo a distanziarli, nessuna schiena da guardare. Una distanza che via via veniva spazzata, azzerata.

 

E’ buffo come, le più belle amicizie nascano da eventi bizzarri, da un odio viscerale. Eppure son quelle a durare, a restare tali per tutta una vita. Per Rose Weasley e Scorpius Malfoy fu proprio così che andò. E cosa accadde dopo… è tutt’altra storia.

 

 

 

 

 

 

 

 

E’ una one-shot breve, probabilmente non ha ne capo né coda, ma è uscita di getto e altrettanto improvvisamente ho deciso di pubblicarla. Amo Rose, amo Scorpius, li adoro in tutte le salse! xD

 

 

   
 
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