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Autore: _chan_    14/02/2006    35 recensioni
Il Torneo Tre Maghi cambierà profondamente molte persone, tra cui Sylvia. Vi propongo, visto coi suoi occhi, il tormentato rapporto di amicizia, odio e amore tra lei e il bel Cedrick Diggory. Una storia molto, molto triste. Spero che vi piaccia e che recensiate in tanti!
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cedric Diggory, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando seppi che il Torneo Tre Maghi era stato ripristinato e avrebbe avuto luogo ad Hogwarts, ero seduta davanti a lui… Subito la mia mente iniziò a vagare in preda ai sogni, ai ricordi, ai desideri, soprattutto riguardo al consueto ballo. A lungo, nella nostra infanzia, avevamo immaginato quel momento.
Ero entusiasta, lì nella Sala Grande, e lo fissavo attendendo che i nostri sguardi si incrociassero, che gli stessi miei pensieri riaffiorassero anche nella sua memoria ma… nulla, non successe nulla; non potevo certo sapere perché in quel momento la sua espressione non era affatto esaltata come quella di tutti gli altri studenti intorno a noi. Lui era assorto, come se dovesse prendere una importante decisione.

Me ne resi conto poco tempo dopo. Silente si apprestava ad estrarre i nomi dei tre maghi che si sarebbero affrontati nelle altrettante, ardite, sfide del torneo. Io ero curiosa, lo ammetto, ma tranquilla, finché non udii il suo nome riecheggiare tra le pareti e l’altissimo soffitto della Sala:- Cedric Diggory.

Un tuffo al cuore.

Nemmeno il fatto che a sfidarsi nel torneo sarebbero stati non tre, bensì quattro studenti, mi stupì tanto quanto quello che avevo appena appreso.

Cedric si era messo in testa di vincere quel torneo? C’era da aspettarselo: era un eccellente mago, e sin da piccolo era stato un grande esibizionista, ma era pur sempre un ragazzo coraggioso, leale e di buon cuore.
Riacquistai la mia serenità solo dopo la prima sfida. Mentre affrontava quel drago ero allo stesso tempo preoccupata e fiduciosa nel vederlo destreggiarsi abilmente nell’arena.

Intanto le settimane passavano e si avvicinava il fatidico ballo; io avevo già un vestito, Hermione ed io ne avevamo discusso a lungo, e ne avevo scelto uno grigio di velluto e raso, ma cambiai subito idea quando aprii il pacco che i miei zii di Canterbury mi avevano spedito pochi giorni prima dell’evento. Ciò che ne estrassi destò i sospiri e i gridolini di tutte le compagne che mi si erano strette attorno nella Sala Comune: era un lunghissimo e bianchissimo abito di una bella stoffa lucida e leggera che svolazzava ad ogni movimento, e la gonna, in fondo, era tempestata di minuscoli lustrini che gettavano fugaci raggi di luce qua e là.

Ok, avevo un vestito per il ballo, ma non un cavaliere. Occupato com’era, pensai, a prepararsi per la prova successiva del torneo, Cedric non aveva sicuramente avuto il tempo di invitarmi, così decisi di farlo io…pochi giorni prima.
Lo trovai in biblioteca: era lì, seduto, con la sua espressione seria ma incredibilmente dolce, sommerso da una decina di enormi libri. Quando gli fui abbastanza vicina da permettergli di accorgersi della mia presenza, alzò lo sguardo e mi sorrise.
C:- Ciao Sylvia!
S:- Ciao… ti…ti disturbo?Perché se è così torno più tardi a cerc…
C:- No, no, siediti qui, non mi disturbi affatto.
S:- Ok…
C:- …
S:- …
C:- Dovevi… dirmi qualcosa?
S:- Sì! Ehm… in effetti sì…
C:- …
S:- …
C:- Ebbene?
S:- Ecco, Cedric… io volevo chiederti… sì, insomma… se io… cioè… se tu…
C:-(ridendo)Allora?
S:- Vorresti essere il mio cavaliere per il ballo?
C:- …Sylvia, io… non so come dirtelo ma… ecco, vedi, io ho già detto di sì ad un’altra ragazza…
S:- Oh… ok… va bene, non… non importa. Io devo andare… ciao.
C:- Sylvia… mi dispiace…

Ma io ero già scappata via.

Come era mai possibile? Si era dimenticato tutto? Dove erano finiti i nostri sogni, i nostri progetti? Davvero non si ricordava più niente?

La sera del ballo la passai nel dormitorio a piangere, cercando di convincermi che Cedric non aveva avuto occasione di ricordarsi una stupida promessa fatta da bambino. Intanto guardavo la luce della luna che i lustrini del mio vestito, appeso all’enorme guardaroba, riflettevano intorno alla stanza, offuscata dalle lacrime che mi salivano agli occhi.

Settimane dopo ebbe luogo la seconda prova. Non avevo parlato quasi per nulla con Ced dalla sera del ballo. Sapevo di dovergli stare vicina in quel momento, ma ero talmente scossa da quello che era successo che, riuscendo a non farmi scoprire dai professori, tornai alla Casa del Grifondoro prima che la gara avesse inizio, per starmene un po’ in pace.
D’altronde non avevo di che preoccuparmi, Cedric era un ottimo nuotatore…

Mi tornò alla mente quel giorno d’estate,quando io, lui e le nostre rispettive famiglie avevamo fatto una gita sulle rive di un piccolo lago di montagna, io avevo rischiato di annegare in un mulinello, ed era stato proprio lui a salvarmi…

Sentii dei passi sul pavimento di legno dietro di me. Mi voltai e vidi Richard Mc Kenney… un caro amico di Cedric… era visibilmente imbarazzato.
R:- Ehem… sei tu Sylvia?
S.- Sì...
R:- Cedric non ti ha visto sugli spalti, ha saputo da Hermione che eri qui e mi ha mandato a cercarti per darti questa- Mi porse una lettera -Be’, io vado, non voglio perdermi l’esito della prova.
Uscì e si chiuse la porta dietro le spalle.
Rimasi per un po’ con la lettera sulle ginocchia, seduta su di un divano, poi mi decisi ad aprilrla:

“Cara Syl, mi dispiace moltissimo per quello che è… anzi, non è successo tra noi. Ti devo parlare. Troviamoci al molo domani, un’ora dopo la fine delle lezioni. Ced”

Quando il, giorno seguente, arrivai al piccolo molo, Cedric era già lì, che tirava sassi facendoli saltellare sull’acqua. Quando mi vide gettò via i sassi e si pulì le mani sui jeans ( una brutta abitudine che aveva sempre avuto).
C:- Ciao!- Mi venne incontro.
S:- Ciao…
C:- Sylvia… io… sto malissimo per quello che è successo… la sera del ballo, quando ho iniziato a ballare con Cho Chang, io… ho ricordato tutto: dieci anni fa,quando ti promisi che se mai avessimo partecipato ad un ballo, come quelli che vedevamo nei film, io sarei stato il tuo cavaliere… eravamo bambini… ma io non l’ho mai dimenticato, quel giuramento… fino a qualche giorno prima del Ballo del Ceppo… sai, la seconda prova che incombeva… il mio cervello era in palla… mi rendo conto che per te non è una buona scusa… e per quanto vale… ti ripeterò all’infinito che mi dispiace e mi sento un verme…

Mentre lo ascoltavo i miei occhi fissavano le colline, e la nebbia delle lacrime mi offuscava la vista.
D’improvviso, senza che potessi rendermene conto, lui mi strinse forte a sé. Ne rimasi sorpresa, ma chiusi gli occhi per imprimermi nella memoria il suo profumo, il calore di quell’abbraccio… perché, nonostante io e lui ci conoscessimo dalla nascita, quello era stato il nostro primo, vero abbraccio… lui non era più il mio migliore amico e basta.
Restammo stretti l’un l’altra per un tempo che mi sembrò un’infinità, quando trovammo il coraggio di staccarci, tirò fuori una specie di libro o quaderno di cuoio con un bel gancio d’ottone che lo chiudeva, e me lo porse:
-Questo è per te, ed è il motivo per cui ho aspettato tanto tempo prima di scusarmi … mio padre ci ha messo un sacco per ritrovarlo nei vecchi bauli… ci tenevo a dartelo…
Io feci per aprirlo, ma Ced mi fermò:
- No, aspetta!… Aprilo quando sarai da sola, seduta sul tuo letto… io adesso ti devo lasciare… Ci vediamo presto!- e si allontanò.

Non ebbi l’occasione di dare un’occhiata allo strano dono di Cedric fino a quella notte, dopo che tutte le ragazze si furono addormentate: sulla copertina erano incisi dei bellissimi fiori, e il motivo si ripeteva anche attorno al gancio d’ottone, che sollevai con uno scatto. Aprii il misterioso libro. Quello che vidi mi fece scappare un largo sorriso e una lacrima che mi rigò la guancia: la breve scritta sulla pagina sinistra, in una bella e inconfondibile calligrafia, diceva:

“Mia piccola Sylvia, non scordare che il nostro ballo lo abbiamo avuto, ed è stato speciale più di quanto nessun altro ballo avrebbe mai potuto essere stato”

Nella pagina di fronte, in una immagine incantata, io e Ced dieci anni prima ballavamo sorridendo con dei buffi abiti: come dimenticare quel vecchio frac troppo grande e il papillon rubato ad un pupazzo? E il vestito da principessa del carnevale precedente? Quello era stato il mio ballo con Cedric!
Quella notte mi addormentai tenendo sotto il cuscino il mio dolce ricordo.

Il periodo che seguì fu particolarmente sereno: Cedric e io eravamo tornati i soliti burloni di sempre, ci facevamo i dispetti e ci mandavamo bigliettini in classe, e ogni tanto, quando ce n’era bisogno, Ced replicava l’episodio dell’abbraccio. Era incredibile quanto un gesto così semplice mi lasciasse spiazzata ogni volta e mi suscitasse certe emozioni.
I rapporti si irrigidirono, come già in precedenza, in vista dell’ultima prova, ma oramai ci avevo fatto il callo, così non mi meravigliai del fatto che improvvisamene Ced non avesse più voglia di scherzare con me.

Il giorno della terza sfida, Cedric si trovava nel tendone insieme a Krum, Harry e Fleur. Non appena i giornalisti furono usciti, sgattaiolai dentro e mi ritrovai faccia a faccia con Krum. Come prevedibile, mi venne un colpo.
K:- Rubey? Che ci fai qui?
S:- Eh eh… ciao Krum…
K:- Non puoi stare qui dentro…
S:- Lo so ma…
K:- Niente ma, mi dispiace, devi tornare sugli spalti.
C:- Krum!- apparve Cedric –Per favore, lasciala entrare…
K:- Ma il regolamento dice…
C:- Dai… solo cinque minuti…
K.- Bah! Fate come vi pare…- e tornò nella sua “stanza”, che in realtà era una parte separata dentro il tendone.
Quindi Cedric mi condusse nella sua, dove rimanemmo soli e in silenzio…
S:-Nervoso?
C:- … Direi di sì…
S:- Scusa, domanda sciocca… io… volevo solo augurarti buona fortuna…- gli presi una mano.
C:- Be’, grazie, ne avrò bisogno!- lo abbracciai. Lui prontamente ricambiò, ma mi strinse più forte del solito.
Capii che era molto meno tranquillo di quanto lo dava a vedere.
C:- C’è altro che devi dirmi, piccola?
S:- Sì! Io… c’è una cosa che ti devo dire da molto tempo… in effetti avrei potuto scegliere un momento meno agitato, ma… sento di dovertelo dire adesso… io credo di…
K:- Cedric, stanno per chiamarci, muoviti!- irruppe Krum.
C:- Due secondi e arrivo, acidenti!- Krum se ne andò sbuffando- Allora, Sylvia, cosa c’è?- si rivolse nuovamente a me, cercando la risposta nei miei occhi.
Ed è allora che, con immensa fatica, riuscii a dirglielo:- Io ti amo, Cedric!
Lui mi guardò con l’espressione di chi non attendesse altro da tempo. Mi fissò per pochi millesimi di secondo, che a me parvero un’eternità, poi reagì: mi prese il volto tra le mani… e mi baciò.

Per anni avevo sognato le sue morbide labbra sulle mie, e mi accorsi che erano esattamente come le avevo immaginate.

Fummo interrotti nuovamente da Krum:- Dannazione, Diggory! Ti decidi ad usci…oh! Scusate…Be’, Cedric, noi dovremmo proprio andare, adesso… ti…aspetto fuori- e tornò ad uscire.
Ma da quando le nostre labbra si erano separate, io e Ced non avevamo smesso un attimo di guardarci negli occhi. Non ci voltammo nemmeno a guardarlo, quando fummo sorpresi da Krum. I nostri occhi non si persero neanche mentre Cedric si allontanava da me, camminando all’indietro.
Giunto fuori dalla tenda, mi sorrise:- Anch’io, Sylvia…anch’io…- allora si voltò e si diresse verso l’arena insieme a Krum.

Quello era senza dubbio il giorno più bello della mia vita!

Rimasta sola, tornai sugli spalti, dove Hermione mi aveva tenuto un posto affianco a lei. Vidi il mio amore e i suoi tre avversari entrare nel labirinto, che si richiuse dietro di loro, dopodiché il silenzio piombò nell’arena.
Non avevamo idea di quanto tempo quella prova sarebbe durata: minuti? Ore? Giorni?
Avevo con me il regalo che Cedric mi aveva fatto. Lo portavo con me sempre e dovunque, da quando me lo aveva regalato. Lo strinsi forte al petto, cercando di immaginare cosa stesse succedendo a Ced in quel momento.
Non so esattamente quanto tempo passò, ma ad un tratto dal labirinto vedemmo levarsi lontane delle scintille rosse. Era una richiesta di aiuto! Tutti nell’arena iniziarono a vociferare freneticamente, il mio cuore iniziò a battere a mille, pensando che qualcosa di terribile fosse successo a Fleur, o a Krum, al mio amico Harry o, peggio… a Cedric.
I professori si affrettarono a prestare soccorso al malcapitato. Si trattava di Fleur, che fortunatamente aveva solo bisogno di qualche giorno di infermeria. Dopo un po’ ricapitò lo stesso a Krum, e anche lui non era così grave.
La calma tornò a poco a poco sulle tribune, ma non durò a lungo. Dopo mezz’ora, Harry e Cedric ricomparvero al centro dell’arena. Ci fu un boato di grida e di applausi… ma io mi resi subito conto che qualcosa non andava: Ced era lì, disteso per terra, non si muoveva. Harry era chino su di lui… ma cosa faceva?stava piangendo.
Dopo poco tutti capirono cos’era successo.

Morto.

… Cedric era… morto…

Rimasi immobile, fissando il vuoto, mentre sentivo suo padre gridare di dolore… le lacrime iniziarono a scendermi sul viso. Cosa valeva la mia vita, adesso?

Gli studenti furono rimandati alle loro Case, mentre i professori decidevano il da farsi.
Io rimasi lì. Non ebbi il coraggio di avvicinarmi al mio Cedric, avevo timore di guardare il suo bel viso freddo e senza vita, io che lo avevo visto arrabbiarsi, piangere, sorridere…
Lo osservai da lontano; ero a pochi passi da Harry. Lo raggiunsi e gli misi una mano sulla spalla. Lui sobbalzò, e poi si voltò.
Ha:- Sylvia… ciao…
Cercò di asciugarsi in fretta le lacrime e si tolse per un momento gli occhiali appannati. Io non ebbi la sua stessa cura. Cosa mi importava delle lacrime che mi scendevano sul collo e del colletto della camicia già fradicio?
Harry era stato portato in infermeria, ma era tornato nell’arena non appena le era stata medicata, ricucita e fasciata la brutta ferita che aveva sul braccio, non curandosi del disappunto delle infermiere.
S:- Tu non dovresti essere qui.- Harry annuì- Come è successo?- gli chiesi, indicando con il capo il corpo esanime di Cedric che veniva portato via.
Ha:- è stato… per volere di Voldemort- allora cominciai a singhiozzare senza più riuscire a fermarmi.- E successo tutto in pochi secondi…- continuò Harry,- senza motivo e senza nemmeno avere… il tempo di difendersi… non ho potuto proteggerlo neanche io…
Allora anche Harry ricominciò a piangere… Io corsi via, senza sapere dove andare, ne’ cosa fare…

Poi era scesa la sera… e finalmente avevo preso una decisione.

Con un semplice incantesimo mi resi invisibile e raggiunsi lo sgabuzzino dove il professor Piton custodiva tutti i suoi intrugli. Forzai la porta ed entrai. Non impiegai molto per trovare ciò che faceva al caso mio: veleno di cicuta. Presi la boccetta e me ne andai di gran lena.
Tornai al molo. Mi sedetti sulla passerella con in grembo il quaderno aperto.

Mi sentivo impotente: mai, anche se ne avessi avuto la possibilità, avrei potuto difendere Cedric da uno come Voldemort, ne’ adesso avrei potuto vendicare la sua insensata morte. C’era solo una persona che avrebbe potuto rendergli giustizia, e non ero io.

Piangevo. Se mai ci fosse stato qualcosa dopo al morte… io e Cedric l’avremmo affrontato insieme.

Richiusi il libro e lo appoggai sulle assi di legno del molo. Poi aprii la bottiglietta e la svuotai d’un fiato. Bastarono pochi secondi perché il veleno facesse effetto. La fiala cadde e rotolò di fianco al libro, allora mi lasciai andare.

L’acqua mi avvolse, la luna si spense, e io scivolai lentamente nel buio dell’oblio.

La stessa sera, nella sala Comune dei Grifondoro.
Hermione:- Harry! Harry!
Harry:- Cosa c’è , Hermione?
He.- Hai visto Sylvia? Non era a cena, stasera..
Ha:- Qui non l’ho vista.
Ron:- Nei dormitori non c’è, e nemmeno in biblioteca.
Ginny:- Ho cercato in tutti i bagni delle ragazze ma… niente.
Ha:- Poverina… dev’essere per Cedric… erano amici fin da quando erano nati…

- Io l’ho vista!- Richard Mc Kinney sbucò dall’ombra.
G:- Dove? Diccelo!
Ri:- Correva verso il piccolo molo. Penso che per lei e Cedric fosse un posto speciale…
Non fece in tempo a finire la frase che gli altri quattro erano già corsi fuori.

Arrivarono sulla riva del lago.
He:- Qui non c’è!
G:- Guardate là! Alla fine del molo!
I ragazzi corsero infondo passerella.
Ro:- è un libro?
Lo raccolsero e lo aprirono: Sylvia e Cedric ballavano, dieci anni prima…
He:- Oh, no!
Ha:- Che succede?
Hermione raccolse una bottiglietta e lesse l’etichetta.
G:- Cos’è?
He:- Cicuta… in dosi eccessive può essere letale.
Ro:- L’ha bevuta tutta…
A quelle parole una busta cadde dalle pagine ai piedi di Harry. Sopra c’era il suo nome, sul foglio che conteneva, queste parole:

“Caro Harry, adesso hai altri due motivi per compiere la tua vendetta su Lord Voldemort. Non avere pietà di lui, come lui non ne ha avuta per molte vite innocenti. Sylvia”

Quella notte, molte persone piansero nei dormitori di Hogwarts.

Non rattristatevi, compagni miei, ne’ abbiate mai paura, perché Cedric ed io vegliamo su di voi, danzando il nostro ultimo ballo per l’eternità.



.........................Fine..................
............................11-12 febbraio 2006
............................................._chan_
  
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