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Autore: adamantina    09/05/2011    3 recensioni
La vita non è facile se hai undici anni e sei stata smistata a Serpeverde contro la tua volontà. Bree ne sa qualcosa, ma forse ha solo bisogno che qualcuno le faccia vedere il lato positivo di essere una piccola Serpeverde …
«Non andare a parlare con i Grifondoro, eh. Mi raccomando, stacci attenta, ragazzina. Sono una brutta specie. Tutti onore e cavan … calavv … beh, insomma, proprio non ti ci immischiare.»
One-shot scritta per il contest "Crea il tuo Sim" di Pallina88.
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gregory Goyle, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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One-shot scritta per il contest "Crea il tuo Sim" di Pallina88


Autore:  adamantina
Titolo: Piccoli Serpeverde crescono
Personaggi principali:  Bree Fairchild (OC), Gregory Goyle
Genere:  Commedia, Slice of life
Rating:  Verde
Avvertimenti: One Shot
Introduzione:  La vita non è facile se hai undici anni e sei stata smistata a Serpeverde contro la tua volontà. Bree ne sa qualcosa, ma forse ha solo bisogno che qualcuno le faccia vedere il lato positivo di essere una piccola Serpeverde …
Personaggio scelto: Gregory Goyle
Note dell'autore (non obbligatoria): Forse il mio Goyle potrebbe risultare lievemente OOC, ma secondo me questa gentilezza un po’ burbera si adatta bene al personaggio che ha tratteggiato la Rowling, goloso e, diciamocelo, non proprio un genio. Quindi, ho provato a tirare fuori il suo buon cuore … E in quanto a Bree, prevedo che diventerà una Serpeverde perfetta!

 

PICCOLI SERPEVERDE CRESCONO

 

Le gocce di pioggia sembravano lacrime che scendevano da un cielo cupo e nuvoloso. Il paesaggio era illuminato solo dai regolari lampi che squarciavano le fitte nubi.

Questo, però, Bree non poteva vederlo. Lo immaginava alla perfezione, certo: i meravigliosi giardini di Hogwarts percossi crudelmente dalla tempesta che imperversava da un paio d’ore. E, soprattutto, poteva sentirlo. Il fragore dei tuoni, il ticchettio snervante delle gocce sul terreno, lo scroscio dell’acqua nei rivoli di fango che si erano formati.

Accoccolata su una poltroncina rivestita di velluto, si strinse le ginocchia al petto. Era piccola e magra, le gambe ossute premevano sulle costole, ma aveva bisogni di trovare conforto. Aveva sempre avuto il terrore dei temporali. Quando era piccola, suo padre la stringeva a sé e le raccontava delle storie, tenendo sempre una lucina accesa per far sì che la paura scivolasse via. Ma ormai non era più una bambina. Aveva undici anni, dopotutto: era quasi un’adulta. Questo continuava a ripetersi, ma era il primo temporale a cui assisteva da quando era arrivata ad Hogwarts, circa un mese prima, ed anche il primo in assoluto che doveva sopportare da sola.

Osservo le fiamme che scoppiettavano nel camino, ignare di tutto. Allungò appena le mani, per scaldarle un po’ e far cessare un tremito che però non era dovuto al freddo. Il suo naso era arrossato: da quando era lì aveva già preso due volte la febbre: colpa della temperatura e dell’umidità della Sala Comune.

Serpeverde.

Chi l’avrebbe mai detto? Lei no di certo.

Nel momento stesso in cui il Cappello Parlante aveva pronunciato la sua destinazione, a lei era suonata come una condanna a morte.

Insomma, Serpeverde?

Quella era la Casa dei cattivi, gliel’avevano descritta così. Piena di arroganti e viziati Purosangue razzisti. Beh, era Purosangue anche lei, e non sapeva bene cosa significasse razzista, ma era piuttosto sicura di non esserlo. In ogni caso, la sua mamma le aveva insegnato l’importanza di essere buoni, gentili, sinceri, altruisti, e a lei non sembrava affatto che Serpeverde si attenesse a questi semplici principi morali.

Aveva stretto amicizia con un paio di ragazze, ma continuava a vergognarsi della propria divisa verde-argento, desiderando sentirsi una brava ragazzina, di cui la mamma potesse essere orgogliosa, magari Grifondoro come lei, o Tassorosso come il papà, o Corvonero. Eppure le era toccato questo. Poche ore prima, Marcia Grey di Grifondoro l’aveva chiamata “Serpe schifosa” e lei non aveva potuto replicare, scioccata.

Soffocò un singhiozzo. La paura e il senso di mancanza tornarono a farsi sentire, più forti che mai, e una singola lacrima le scivolò fin sulla punta del naso.

«Che fai, ragazzina?»

Bree sussultò al suono burbero di quella voce. Alzò lo sguardo di scatto e vide un compagno di Casa che non conosceva. Era alto, massiccio, con ispidi capelli scuri e occhi piccoli. Doveva fare il sesto o il settimo anno, probabilmente. Si rimpicciolì ancora di più nella sua poltrona.

«Niente» mormorò, spaventata.

Il ragazzo si lasciò cadere sul divanetto lì accanto. Era tardi, quasi le due di notte, ed erano soli nella Sala Comune. Si grattò la fronte con aria pensierosa, quindi aprì un sacchetto di carta che aveva con sé e guardò Bree.

«Vuoi?» le chiese, allungandolo verso di lei.

La ragazzina sbirciò nel sacchetto e vide che era pieno di dolcetti alla glassa. Dimenticò per un istante la paura e spalancò gli occhi di fronte a tanta abbondanza.

Annuì e ne prese uno. Mangiarono insieme, in silenzio.

«Grazie» disse alla fine, quando dei dolci non rimase neanche più una briciola. «Come ti chiami?»

«Gregory Goyle» grugnì lui.

«Io sono Bree Fairchild.»

Goyle annuì appena.

«I temporali fanno paura anche a me, sai, ragazzina?»

Bree, ancora intimidita, si mordicchiò un dito appiccicoso di glassa e lo squadrò.

«Io non ho paura» disse infine, tentando di suonare convincente.

Goyle non commentò. Si limitò a sospirare e ad accartocciare il sacchetto, gettandolo poi nel fuoco.

«Serpeverde è un bel posto dove stare» disse. «Andiamo forte a Quidditch. E non abbiamo i Mezzosangue.» Annuì, concentrato, come se avesse appena enunciato una grande verità. «Ti piacerà Hogwarts. Ed essere Serpeverde è forte.»

Si alzò in piedi e diede ancora un’occhiata a Bree, che era ferma nella stessa posizione da ore e pendeva letteralmente dalle sue labbra. Scosse leggermente la testa.

«Non andare a parlare con i Grifondoro, eh. Mi raccomando, stacci attenta, ragazzina. Sono una brutta specie. Tutti onore e cavan … calavv … beh, insomma, proprio non ti ci immischiare.» Fece per andarsene, ma si voltò ancora per un secondo. «Al massimo, puoi dirgli che sono degli sporchi Mezzosangue. Vedrai che li fa andare fuori di testa. Serpeverde è forte.» Grugnì per rafforzare il concetto, quindi se ne andò, soddisfatto per l’altruistico gesto di aver istruito una primina.

Bree batté le palpebre, accorgendosi all’improvviso che il temporale era passato. Si mise in piedi e si stiracchiò.

Ma sì, forse quel Gregory aveva ragione. Dopotutto Serpeverde era forte. E se Marcia Grey di Grifondoro avesse osato ripetere quell’insulto, avrebbe saputo cosa risponderle.

Sporca Mezzosangue.

Qualunque cosa significasse, suonava davvero come un pessimo insulto. Bree lo memorizzò e si ripromise di tirarlo fuori al più presto.

Alzò la testa con una certa dose d’orgoglio.

Avrebbe dovuto accorgersene prima: Serpeverde era la casa migliore di tutte.

 

 

   
 
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