Autore: Koishan
Sokujo
Personaggi principali: Nessuno.
Genere: Introspettivo, sentimentale,
triste.
Rating: verde
Avvertimenti: One-shot,
Introduzione: <<
Che cos’è? >> domando con affanno.
<< M… maschio… o fem…
femmina?
>>
Note dell'autore (non obbligatoria):
Questo è un mio piccolo omaggio per tutte le
madri. La postai su efp
alcune settimane fa ma decisi di cancellarla.
Io non ho ancora avuto la gioia di essere madre quindi non
so se ciò che ho scritto corrisponda a realtà
oppure è solo una mia fantasia.
Ma sono più che convinta che l’amore di una madre
verso i proprio figli sia in
assoluto la forma d’amore più forte al mondo.
Spero di non aver involontariamente offeso qualcuno.
Farfalle
Lo sento…
Sento… un vagito…
E’ nato…
Il mio bambino è nato…
Sono stesa su un
morbido letto, ora macchiato di colore rosso…
Ad occhi socchiusi
cercò di mettere a fuoco la stanza.
Mi sento tanto debole,
non so fino a quando mi reggeranno le forze, ma prima che arrivi quel
momento…
io…
Con
uno sforzo disumano mi alzo su un gomito e cerco con
gli occhi una persona in particolare…
Ho
perso molto sangue, so che non ce la farò. Ma va bene
anche così.
Una smorfia di dolore mi contrae il volto, mi fa male il
ventre, le gambe
non le sento più e persino respirare è diventato
un peso. A mala pena riesco a
muovere le labbra.
<<
Che cos’è? >> domando con affanno.
<< M… maschio… o fem…
femmina? >> mia sorella mi guarda con le
lacrime agli occhi e cerca di sorridere. Sta tentando in tutti i modi
di
nascondere la sua sofferenza per me, per noi.
<<
E’ una femmina, come la vuoi chiamare? >>
si avvicina al letto con cautela e, abbassandosi alla mia altezza, me
la
mostra. Avvolta in un lenzuolo bianco vi è la ragione della
mia vita.
E’ in assoluto la cosa
più bella che abbia mai visto.
E’ piccola, indifesa,
dolce, morbida… è la mia luce. La mia vita.
<<
La voglio chiamare Lucia, perché lei sarà la
vostra luce quando io non ci sarò più.
>> la mia consanguinea cerca di
trattenere il pianto e al contempo di non far svegliare la piccola. In
passato
abbiamo avuto delle divergenze, anzi, molti problemi. Quando nostra
madre è
morta ho cercato di crescerla come meglio potevo. Non è
stato facile ma alla
fine ce l’ho fatta. E’ diventata una persona
stupenda e ne sono felice.
Il mio unico piccolo rimpianto è che Lucia non
potrà mai incontrare suo
padre. Lui non si è mai neanche lontanamente sforzato di
conoscerla. Poco
importa, mio padre e la mia sorella saranno tutto ciò che
cui avrà bisogno.
<< Vuoi tenerla
in braccio? >> mi domanda mentre le prime lacrime
scendono dal suo bel
viso.
<<
Si… ma non voglio che si svegli… non voglio che
la prima cosa che veda… sia la morte di sua
madre… >> lei annuisce e,
delicatamente, mi aiuta a sorreggerla. Ora so cosa prova una madre
quando sente
il bisogno di proteggere la propria creatura.
È leggerissima, una piccola
soffice piuma che un giorno diventerà una donna
meravigliosa. Non è morire che
mi dispiace ma il non poterla crescere, non poterla vedere quando
sarà moglie e
madre..
Ma non importa, sono
sicura che lei lo farà al
mio posto.
<<
Ascolta, ho un ultimo favore da chiederti.
>> non posso andarmene prima di essermi assicurata di
ciò.
<< Tutto quello che vuoi. >>
<< Promettimi… che, se mai un giorno
suo padre ricomparisse, le
permetterai di conoscerlo. >> la sua espressione si
è tramutata prima in
confusione e poi in rabbia.
<< Perché? Lui è tornato
da sua moglie, non ha minimamente pensato a
voi due. Ti ha persino chiesto di abortire! >> so quanto
risentimento
prova verso quell’uomo, ma proprio per questo non posso
permettere che avveleni
il futuro di Lucia. E nemmeno il suo. Dovrà esserci
serenità nella loro casa.
<< Lo so, ma questo è comunque un
suo diritto. Non lasciare che
l’odio governi… le tue azioni. >>
ormai parlare per me è sempre più
faticoso. La vedo fare un grosso respiro prima di guardarmi nuovamente.
<< Si, te lo prometto. Lucia sarà
una bambina libera e felice. Sarò
per lei ciò che tu sei stata per me. >>
sorride con tristezza mista a
gratitudine. So quanto mi è riconoscente ma non ha motivo
per ringraziarmi. Io
l’ho cresciuta con amore e lei saprà fare
altrettanto con sua nipote. Sospiro
leggermente, per quanto le forze mi permettono di farlo.
<<
Sono molto stanca. >> dico appoggiandomi
con la testa al cuscino. Accanto a me percepisco la morbidezza del
coniglio di
peluche che da sempre posseggo. Era un caro ricordo di mia madre ed ora
apparterrà a mia figlia. Ormai non sento più
niente, le gambe sono diventate
leggere come le braccia, il cuore sta rallentando, la vista mi si sta
offuscando sempre di più…
<< No! Non mi lasciare!
>> la
voce di mia sorella è sempre più
lontana… è tutto stranamente bianco e
tranquillo. Non ho alcuna paura, forse perché sapevo che
sarebbe andata così.
Chissà cosa c’è dopo la morte? Tra poco
lo saprò anch’io.
Lucia, piccola mia…
Anche se non potremo
rivederci mai più…
Anche se non mi sarà
possibile toccarti…
Anche se non potrò mai
parlare con te…
Da ora in avanti e per
tutto il resto della tua vita…
Io sarò il tuo angelo
custode.
Dopo
che ebbe chiuso gli occhi per sempre, accade una cosa
strana. Erano tutti troppo disperati per accorgersene, ma una piccola
farfalla
bianca entrò attraverso la finestra aperta e si
appoggiò sul capo della donna.
In quel momento, Lucia aprì gli occhi per la prima volta
verso il mondo e,
guardando quel minuscolo essere, sorrise. Cercò di allungare
una manina per
raggiungerla ma non le fu possibile. Era come se fossero soltanto loro
due,
circondate dal silenzio di un’anima innocente.
Così com’era entrata, il piccolo animale se ne
andò, portando con se l’anima di
una madre.
Quando trovate una farfalla lasciatela passare perché sta
portando con se un
carico molto pensate, un’anima dritta alle porte del cielo.
Fine.
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