Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: Ulisse85    10/05/2011    11 recensioni
Avrebbe voluto avvicinarli, mettergli una mano sulla spalla, guardarli negli occhi, scambiarsi un sorriso, presentarsi,... Gino, 17 anni, era invisibile.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Gino aprì gli occhi. Si era fatto un bel sonno ristoratore, aveva dormito 9 ore, e adesso, alzando lentamente le palpebre, si rese conto che il sole era già alto e splendente nel terso cielo romano.

C’era solo qualche nuvola nell’azzurro luminoso del soffitto del mondo, qualche nuvoletta bianchissima e morbida, di quelle che non fanno presagire pioggia, ma che incorniciano dolcemente lo splendore del cielo e del sole.

Gino adorava sentire sulla propria pelle quel calore, deciso e delicato, così vitale e risvegliarsi guardando il cielo, così immenso.

Erano le 11 e dopo essersi sistemato decise di andare a passeggiare in mezzo alla gente e di sedersi sulla sua panchina da dove gli piaceva guardare le persone, affaccendate, correre da un posto ad un altro o semplicemente passeggiare, godendosi l’aria fresca del mattino o il sole caldo del primo pomeriggio.

Amava guardare tutti quelli che passavano, cercando di capire cosa si celasse dietro il loro viso, dietro un loro sorriso od una loro ruga, cercava di immaginarne i piaceri, le lotte, gli amori, la vita.

Dopo pochi secondi che li guardava si sentiva parte della loro vita, partecipe dei loro sentimenti, responsabile dei loro dispiaceri, contento delle loro gioie.

Avrebbe voluto avvicinarli, mettergli una mano sulla spalla, guardarli negli occhi, scambiarsi un sorriso, presentarsi, fare conoscenza e forse amicizia, rallegrarsi accorgendosi che finalmente anche loro lo vedevano e lo guardavano.

Ma non poteva.

Gino, 17 anni, era invisibile.

Il suo corpo non veniva percepito né dalle persone né dagli animali, né interrompeva i raggi solari proiettando la sua ombra.

Era unico, lo era sempre stato.

E unico spesso vuol dire solo, ma adesso aveva un’età in cui voleva scoprire il mondo e gli altri, e farsi scoprire, perché se aveva tutto da imparare, aveva comunque tanto da offrire, anche se nessuno se ne rendeva conto, come non si rendevano conto di niente che lo riguardasse, nemmeno della sua esistenza.

Invece lui avrebbe voluto essere guardato, parlare con qualcuno, sentire il calore di una mano nella sua, desiderava dover imparare a osservare di nascosto per non essere scoperto. Voleva far parte della schiera di tutti quei passanti, così presi dalla loro strada, voleva non solo vedere, ma essere visto, non solo guardare, ma essere guardato.

Ormai questo desiderio lo sentiva fisicamente, come si sente la necessità di dormire, bere o mangiare, così quella sera chiuse gli occhi, li strinse e pensò “Voglio diventare visibile, voglio diventare visibile, voglio diventare…” fino a scivolare nel sonno, continuando a sussurrare incomprensibilmente il suo sogno.

Dal mattino dopo Gino divenne visibile, e da quel giorno, ogni giorno, si alza, senza più bearsi del dolce risveglio sotto un cielo luminoso e un sole caldo incorniciati da nuvole di panna, e va al lavoro, camminando in mezzo a tutti gli altri, di cui ora fa parte.

Non si ferma più sulla panchina a guardare la gente, e nessuno si ferma a guardare lui, perché in fondo ora è solo uno di tanti, ma ora Gino non se ne accorge nemmeno più.

   
 
Leggi le 11 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Ulisse85